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LE POLITICHE PER LA NON AUTOSUFFICIENZA: IL MODELLO TOSCANO

2.1 I principi fondamental

La tutela del diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione Comma 1 recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti […]”. La salute

viene quindi considerata un diritto e come tale si pone alla base di tutti gli altri diritti fondamentali che spettano agli individui. Esso trova piena applicazione nelle normative attuate dalla Regione Toscana.

A seguito dell’evoluzione che ha interessato il concetto di salute nella scienza medica e nella consapevolezza della società civile, si è abbandonata la convinzione che faceva coincidere la salute con lo stato di assenza di malattia ed ha cominciato ad affermarsi l’idea che tale nozione si riferisca ad una condizione non soltanto statica dell’individuo, ma anche dinamica e relazionale. Infatti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1948, definisce il concetto di salute come uno “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non consiste soltanto in un’assenza di malattia”. Lo sviluppo del concetto di salute in Italia, determina un cambiamento culturale che porta a un’evoluzione del Sistema Sanitario Nazionale, superando le disuguaglianze sociali e garantendo il diritto a tutti i cittadini.

Durante gli anni 60, la politica italiana garantiva l’assistenza alla salute tramite numerosi enti mutualistici divisi in categorie professionali (ad esempio artigiani e commercianti). Ciò determinava l’apparire di forme assistenziali profondamente diverse tra loro, incontrollabili sia sotto il profilo della qualità delle prestazioni erogate, sia della spesa sanitaria.

Una data determinante per il riconoscimento dei diritti umani, sanitari e sociali dei cittadini fu nel 1968, l’anno della Riforma Ospedaliera19, la quale riformò il sistema degli Ospedali, fino ad allora per lo più gestiti da enti di assistenza e beneficenza, in enti pubblici (enti ospedalieri). Questi ultimi dovevano avere la stessa organizzazione nello svolgimento di attività di ricovero e cura, prevedendo un’attività di programmazione ospedaliera, oltre ad un piano assistenziale da raccordare con i piani regionali.

Con la Legge 23 dicembre n. 833/78 “Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale”, si supera il concetto di assistenza suddivisa tra categorie sociali attraverso il principio della tutela sanitaria gratuita ed uniforme a tutti i cittadini. In questa legge la salute viene tutelata come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e considerata come promozione, mantenimento e recupero dello stato di benessere fisico e psichico della popolazione. Obiettivo da perseguire mediante il collegamento ed il coordinamento fra gli interventi sanitari e sociali (Vicarelli, 2004). Il Servizio Sanitario Nazionale nell'ambito delle sue competenze persegue la difesa della salute degli anziani, anche al fine di prevenire e di rimuovere le condizioni che possono concorrere alla loro emarginazione. Successivamente con l’art. 128 del decreto legislativo n.112/1998 (sul conferimento di funzioni e compiti amministrativi dallo Stato alle Regioni e agli Enti Locali, in attuazione della legge Bassanini n. 59 del 1997), si arriva a definire i servizi sociali ovvero “tutte le attività relative alla predisposizione ed erogazione di servizi o di prestazioni economiche destinate a rimuovere e superare le situazioni di bisogno e di difficoltà che la persona umana incontra nel corso della sua vita [...]”.

Un ruolo fondamentale nell’articolazione concreta del principio di sussidiarietà è stato svolto dalla giurisprudenza costituzionale attraverso la Legge costituzionale n. 3/2001 “Modifiche al titolo V parte seconda della Costituzione”, nella quale si riconosce una maggiore autonomia alle Regioni come enti esponenziali delle popolazioni residenti in un determinato territorio tenute a farsi carico dei loro bisogni20. Viene inoltre riconosciuto a tali enti la potestà di dettare norme nel rispetto dei principi fondamentali emanati dal Governo, ovvero “i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali”. Questo determina nuovi equilibri di

19 Cosiddetta "Legge Mariotti", dal nome del ministro Luigi Mariotti, esponente del Partito Socialista

Italiano.

20 Per tutti i riferimenti legislativi si fa riferimento al sito istituzionale del Parlamento:

potere tra lo Stato e le Regioni: con molta più responsabilità alle Regioni e alle comunità locali. La Giunta regionale, nel rispetto dei principi di sussidiarietà, prossimità e adeguatezza intende supportare sempre più e meglio l’azione degli Enti locali.

Il Piano Integrato Sociale Regionale 2002-200421, di seguito denominato PISR22,

crea premesse concrete per realizzare tutto questo, grazie ad una programmazione più capace di monitorare i problemi, di organizzare le risorse, di selezionare le priorità, di verificare i propri risultati, incentivando le collaborazioni tra tutti i soggetti istituzionali e sociali impegnati nella promozione della cittadinanza. Questo documento vuole rappresentare la programmazione e l’attuazione delle politiche sociali sul territorio. Inoltre, disegna gli obiettivi strategici per il sostegno della autonomia delle persone con disabilità. La programmazione viene richiesta su base triennale (e non più annuale) con l’intento di favorire strategie che sottraggano sempre più le politiche sociali a risposte in situazioni di emergenza.

Il legislatore toscano, con l’obiettivo di costruire un “luogo unitario” per governare e programmare le politiche relative alla salute, ha scelto di costituire un soggetto pubblico che riunisce le competenze detenute separatamente dagli Enti locali e dall’Azienda USL, realizzando una sinergia concreta tra l’Ente locale e l’Azienda stessa. Nel 2005 nasce così la sperimentazione della Società della Salute23 (SdS). Questa forma gestionale, è una delle più importanti e sostanziali innovazioni politico-istituzionali di integrazione socio-sanitaria nella quale le attività sociali, le attività sanitarie e le attività socio-sanitarie si fondono con la finalità di offrire alle persone risposte unitarie ai bisogni socio-sanitari e sociali. La SdS diventa unico interlocutore per i cittadini, elaborando inoltre un documento definito, il Profilo di Salute. Quest’ultimo si rivolge ai cittadini versiliesi per far conoscere una breve sintesi dei dati più importanti riguardanti la salute, i percorsi sanitari e sociali ed

21 Con delibera del Consiglio Regionale n. 122 del 24 luglio in base agli articoli 5 e 9 della legge

regionale 3 ottobre 1997, n. 72 “Organizzazione e promozione di un sistema di diritti di cittadinanza e di pari opportunità: riordino dei servizi socio-assistenziali e socio-sanitari integrati”.

22 Successivamente è stato elaborato il PISR 2007/2010, per giungere a quello in vigore il Piano

Sanitario e Sociale integrato (PISSR) 2012-2015, nel quale per la prima volta il Piano è sanitario e sociale insieme, con una forte integrazione che, accanto a capitoli strettamente sanitari, come le malattie croniche, ne vede altri puramente sociali, come i diritti di cittadinanza, il diritto alla casa ecc. in una logica di pensiero e di stesura univoca.

23 Le Società della Salute vengono istituite dalla L.R. n. 40/2005 “Disciplina del servizio sanitario

regionale” (Capo terzo Bis) art.71/bis. Sul territorio della Toscana, ci sono attualmente 21 Società della Salute e 13 zone distretto senza SdS che devono sottoscrivere la Convenzione socio-sanitaria di cui all'articolo 70 bis della L.R. 40/2005.

infine quelli ambientali della zona. Il risultato tra la percezione dei cittadini e la fotografia di quello che esiste deve dare come esito la definizione di un programma d’intervento, definito Piano Integrato di Salute (PIS), di durata triennale e articolato in piani operativi annuali. Il PIS definisce la salute come “una dimensione complessa, sulla quale influiscono diversi fattori, che prendono appunto il nome di “determinanti di salute”. Ciò significa, che di fronte ad una malattia, uno stato di disagio, una situazione di sofferenza, risulta necessario individuare tutti quei fattori che l'hanno determinata. E’ inoltre necessario individuare anche tutti quelli che migliorano lo stato di salute. Tali fattori non sono riconducibili soltanto alla dimensione individuale, ma riguardano anche quella familiare, ambientale, economica, sociale e di comunità” (Profilo di Salute della Versilia, 2011).