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ANALISI DELLO STATO DELLE RISORSE ALIEUTICHE DELL’ALTO ADRIATICO MEDIANTE LE SERIE STORICHE DI SBARCATO

POPULATIONS DEL MEDITERRANEO E MAR NERO: “LE INTERAZIONI TRA UOMO ED AMBIENTE NEL MEDITERRANEO DALL’EPOCA ROMANA AL XIX

1.4.8. ANALISI DELLO STATO DELLE RISORSE ALIEUTICHE DELL’ALTO ADRIATICO MEDIANTE LE SERIE STORICHE DI SBARCATO

Tratto da:

GRANZOTTO A., LIBRALATO S., RAICEVICH S., GIOVANARDI O., PRANOVI F., 2006, “Analisi dello stato delle risorse alieutiche dell’alto Adriatico mediante le serie storiche di sbarcato”, Biologia Marina Mediterranea, 13 (1): 78-86.

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LIBRALATO L., RAICEVICH S., PRANOVI F., GIOVANARDI O., “Fisheries and the ecosystem state: what about the Adriatic Sea?”, I Workshop Internazionale History of Marine Animal Populations del Mediterraneo e Mar Nero, Barcellona, 20-22 settembre 2004.

Riassunto

In questo studio sono state esaminate le statistiche sulle quantità di pescato vendute in quattro mercati del Nord Adriatico in diversi sottoperiodi nell’arco di circa un secolo (1904-2003), al fi ne di valutare le mutazioni intercorse nella composizione dello sbarcato in termini dei principali taxa e gruppi trofi ci. In particolare, l’incremento dello sforzo di pesca ha portato ad una rarefazione dei Selaci e si rileva una riduzione del livello trofi co medio (LTm) per l’insieme del prodotto commercializzato mentre il rapporto tra le biomasse dei piccoli pesci pelagici e le specie demersali ha una tendenza ascendente.

Introduzione

La rapida crescita della pressione antropica sull’ambiente naturale ha determinato una sempre maggior attenzione della comunità scientifi ca sull’importanza degli effetti del disturbo della pesca su comunità biologiche ed ecosistemi.

E’ stato infatti dimostrato come l’attività di sfruttamento delle risorse alieutiche, in concorso con altre forme di disturbo antropico, abbia determinato in alcuni ecosistemi marini signifi cative alterazioni anche in periodi storici non recenti (Jackson et al., 2001). La necessità di ricostruire le dinamiche spazio temporali di popolazioni, comunità ed ecosistemi nella più ampia scala temporale possibile appare quindi sempre più urgente. Tale ricostruzione permetterebbe il confronto tra diversi stati dell’ecosistema, ad esempio, lo stato attuale e quello di periodi con pressioni antropiche minori o assenti (Pauly, 1993).

In tale contesto possono rivelarsi molto utili le serie storiche di sbarcato, le quali, seppur condizionate da limiti strutturali non secondari, spesso rappresentano l’unica fonte di informazioni per ricostruire qualitativamente e/o semi-quantitativamente lo stato delle risorse marine nel passato. Infatti, le statistiche dello sbarcato possono rappresentare una sorta di ampio e continuo monitoraggio delle risorse soggette a pesca (Pauly et al., 1998).

Allo scopo di analizzare le fl uttuazioni delle popolazioni marine dell’alto Adriatico, sono stati quindi raccolti i dati di sbarcato, sia in termini di quantità totale che suddivisi per gruppo commerciale. I dati riguardano le principali marinerie dell’Alto Adriatico, ovvero Chioggia, Venezia, Trieste e Rijeka, per il periodo compreso tra il 1904 ed il 2003. Sulla base dei dati raccolti, sono stati applicati indicatori di tipo trofodinamico (Rice e Rochet, 2005) che hanno permesso di realizzare alcune inferenze sullo stato dell’ecosistema. I risultati sono discussi alla luce dei cambiamenti tecnologici delle fl otte e dell’andamento di alcune forzanti ecologiche (eutrofi zzazione ed anossia) nel periodo considerato.

Materiali e Metodi Dati di sbarcato

I dati utilizzati per la descrizione dello sbarcato provengono da diverse fonti. Per il periodo precedente alla seconda guerra mondiale, sono stati considerati i dati riportati negli studi di D’Ancona (1926; 1934) relativi al mercato di Venezia (1904-1905, 1919-1924), Trieste (1905-1932) e Fiume (Rijeka; 1914-1932). Secondo tale autore, le quantità riferite al porto di Venezia sono principalmente rappresentative dello sbarcato della marineria di Chioggia, poiché i pescatori afferenti a tale porto erano usi vendere la maggior parte del pescato presso il mercato di Venezia.

Per il periodo successivo (1945-2003), le serie storiche sono state ottenute dalle statistiche di vendita mensili ed annuali raccolte presso i mercati ittici all’ingrosso di Chioggia e Venezia.

delle suddivisioni realizzate da D’Ancona (1926). Nel caso di specie catturabili sia in mare che in laguna (ad esempio, seppie e latterini), è stato considerato lo sbarcato relativo ai mesi per i quali la provenienza è sicuramente marina, in base al comportamento migratorio tipico della specie.

I dati sono stati quindi analizzati in termini di biomassa totale e, dopo essere stati raggruppati per grandi

taxa, sono stati rappresentati in termini percentuali rispetto allo sbarcato totale. Indicatori trofodinamici

Allo scopo di discernere gli andamenti legati all’attività di pesca da quelli legati ad altre forzanti, è stato adottato un set di indicatori sensibili alle diverse pressioni ambientali.

1. Rapporto Pelagici/Demersali (P/D). Il rapporto P/D può essere utilizzato per distinguere l’effetto delle

variazioni del carico di nutrienti dall’effetto della pesca. Le specie pelagiche, infatti, sono particolarmente infl uenzate dall’arricchimento in nutrienti, in quanto l’aumento della produzione primaria ha effetti positivi diretti su questo gruppo; un trend positivo del rapporto P/D indica, quindi, un progressivo arricchimento di nutrienti, mentre picchi elevati di P/D possono indicare eventi anossici (Caddy, 2000; De Leiva Moreno et al., 2000).

2. Livello Trofi co medio. Il livello trofi co medio (LTm; Pauly et al., 1998) della comunità è una misura del

numero medio di passaggi trofi ci che avvengono tra i produttori primari e i predatori apicali e permette di valutare la complessità della rete trofi ca. L’attività di pesca può modifi care il LTm delle comunità sfruttate, poiché preleva tendenzialmente individui appartenenti a specie di dimensioni medio-grandi e di livello trofi co maggiore (Pauly et al., 1998). Il LTm dello sbarcato può, pertanto, considerarsi indicativo del LTm della comunità (Pauly et al., 1998; Pauly et al., 2000; Pinnegar et al., 2002; Libralato et al., 2004).

Il livello trofi co (LT) delle specie presenti nel dataset è stato stimato mediante la descrizione della composizione della dieta disponibile in Fishbase (Pauly et al., 2000; Froese and Pauly, 2002, www.fi shbase. org); successivamente il livello trofi co medio delle catture è stato quindi calcolato per ogni anno e mercato di riferimento come media del Livello Trofi co di ogni specie pesata con la relativa quantità catturata (Pauly

et al., 1998; Pauly e Palomares, 2005). Risultati

Le serie storiche dello sbarcato totale (Fig. 1.4.9) evidenziano come, prima della seconda guerra mondiale, Venezia rappresentasse il principale punto di commercializzazione tra quelli considerati. Per i dati rilevati a Rijeka e Trieste si osserva un andamento signifi cativamente positivo negli anni (rispettivamente ˟ = 0,81 e 0,57 con p<0,05) temporaneamente interrotto, in ambo i casi, dalla stasi bellica degli anni 1915-1918.

Lo sbarcato presso il mercato di Chioggia mostra invece una crescita sostanzialmente continua fi no a metà degli anni ’80, con valori che raggiungono le 16,000 T nel 1985 (periodo 1945-1985: media 7.958 t per anno: ˟= 0,90, p<0,05) seguiti da una netta decrescita con valori che fl uttuano intorno ad un valore medio di 7.318 t per anno.

Nelle fi gure 1.4.10 - 1.4.13 sono riportati i dati riferiti al contributo percentuale dei principali gruppi tassonomici o funzionali: piccoli pelagici, altri pesci ossei, pesci cartilaginei e bivalvi. Crostacei e gasteropodi sono stati esclusi in quanto il loro contributo risulta sempre inferiore al 20%, mentre i cefalopodi non mostrano un andamento signifi cativo.

In generale i piccoli pelagici (principalmente Engraulis encrasicolus e Sardina pilchardus) contribuiscono alla maggior parte dello sbarcato già prima della seconda guerra mondiale, acquisendo particolare importanza nel periodo successivo presso il mercato di Chioggia, con valori che fl uttuano intorno al 60% del totale dall’inizio degli anni ’60 (Fig. 1.4.10).

L’andamento delle catture degli altri pesci ossei, risulta sostanzialmente speculare a quello riportato per il gruppo precedente (Fig. 1.4.11).

Fig. 1.4.9 - Serie storiche per lo sbarcato totale (T: tonnellate) per i mercati ittici di Chioggia, Fiume, Trieste, Venezia nel periodo compreso tra 1904 e 2003.

Fig. 1.4.10 - Percentuale delle catture di Pesci Piccoli Pelagici rispetto alle catture totali presso i mercati ittici di Chioggia, Fiume, Trieste, Venezia nel periodo compreso tra 1904 e 2003.

Fig 1.4.11 - Percentuale delle catture di Pesci Ossei (esclusi i Piccoli Pelagici) rispetto alle catture totali presso i mercati ittici di Chioggia, Fiume, Trieste, Venezia nel periodo compreso tra 1904 e 2003.

Il contributo dei pesci cartilaginei (Fig. 1.4.12) raggiunge, nei mercati di Venezia e Fiume, il 16-18% delle catture totali prima della seconda guerra mondiale, con un netto declino nel periodo successivo per il primo mercato, fi no a raggiungere valori inferiori al 2% dopo il 1960.

Fig 1.4.12 - Percentuale delle catture di Pesci Cartilaginei rispetto alle catture totali presso i mercati ittici di Chioggia, Fiume, Trieste, Venezia nel periodo compreso tra 1904 e 2003.

L’andamento dei bivalvi, infi ne, mostra un trend di crescita presso i mercati di Chioggia e Venezia raggiungendo in quest’ultimo valori del 50% all’inizio degli anni 70’, seguito poi da una decrescita ed ampie fl uttuazioni (Fig. 1.4.13).

Fig. 1.4.13 - Percentuale delle catture di Bivalvi rispetto alle catture totali presso i mercati ittici di Chioggia, Fiume, Trieste, Venezia nel periodo compreso tra 1904 e 2003.

Indicatori trofodinamici

Il rapporto P/D (Fig. 1.4.14) mostra tra il 1904 ed il 1932 valori relativamente costanti per il mercato di Trieste, mentre maggiori fl uttuazioni sono rilevate nei mercati di Venezia e Fiume. Successivamente, da un lato è evidente una crescita per il mercato di Chioggia, con ampie fl uttuazioni dopo il 1980 ed il raggiungimento di due picchi relativi per gli anni 1985 e 1998 e dall’altro si osserva un trend negativo per il mercato di Venezia.

Il LTm dello sbarcato (Fig. 1.4.15) mostra valori compresi tra 3,4 e 3,5 per i tre mercati considerati prima della seconda guerra mondiale, sebbene per Trieste si rilevino forti riduzioni in concomitanza del primo confl itto. Per il mercato di Chioggia, tra il 1945 ed il 2002 si ha una riduzione progressiva, con valori fi nali che si attestano intorno a 3,2 (p<0,05) mentre per quello di Venezia si vedono importanti fl uttuazioni, con tre picchi negativi registrati nel 1973, 1975 e 1996 e due positivi nel 1994 e 2001.

Fig. 1.4.14 - Rapporto Pesci Pelagici/Pesci Demersali (P/D) presso i mercati ittici di Chioggia, Fiume, Trieste, Venezia nel periodo compreso tra 1904 e 2003.

Fig. 1.4.15 - Livello Trofi co Medio (LTm) presso i mercati ittici di Chioggia, Fiume, Trieste, Venezia nel periodo compreso tra 1904 e 2003.

Discussione e conclusioni

Le serie storiche di sbarcato presentate in questo lavoro costituiscono, probabilmente, uno dei primi tentativi di descrizione delle catture della pesca in un bacino mediterraneo per un periodo così ampio. La frammentarietà dei dati reperiti ed il fatto che la loro rappresentatività sia parzialmente infi ciata da diverse modalità di registrazione adottate nei periodi considerati rappresentano un limite importante. Tuttavia tale limite appare parzialmente compensato dall’ampiezza della serie stessa. E’ inoltre necessario sottolineare l’assenza di dati che permettano di quantifi care con precisione i cambiamenti strutturali, succedutisi nelle marinerie considerate, in termini di sforzo di pesca e dimensione/localizzazione delle aree sfruttate. A quest’ultima lacuna si può cercare di ovviare, almeno parzialmente, ricostruendo qualitativamente i maggiori cambiamenti susseguitisi nelle fl otte dei porti pescherecci, quali ad esempio il processo di motorizzazione, l’evoluzione tecnologica e l’introduzione di nuovi attrezzi da pesca. Rispetto alla capacità di pesca, la diffusione del motore a scoppio ed il conseguente aumento delle dimensioni delle barche, è avvenuta solo dopo la seconda guerra mondiale, accompagnata anche dall’adozione di strumentazioni quali il radar, l’ecoscandaglio (Mozzi, 1967) e, successivamente, di sistemi di posizionamento satellitare. A titolo di esempio, si osserva che, se nel 1916 le marinerie di Chioggia e Venezia contavano complessivamente 873 imbarcazioni da pesca (a vela o a remi; Levi Morenos, 1916) per 3.590 tonnellate di stazza lorda, passate poi a 117 (4194 TSL; Mozzi, 1967) nel 1956 e 151 (6225 TSL; ISTAT) nel 1990.

In termini di cambiamenti tecnologici, invece, la tempistica dell’introduzione dei diversi attrezzi ci aiuta a spiegare alcune delle fl uttuazioni osservate, come ad esempio l’aumento delle catture di bivalvi (legate all’introduzione della draga idraulica e del rapido) e quello dei piccoli pelagici (iniziati a sfruttare considerevolmente mediante la volante) fi no alla fi ne degli anni ’80.

La drammatica contrazione nelle catture dei selaci (descritta anche da Jukic-Peladic et al., 2001 sulla base di trawl suvery condotti nel 1948 e 1998), è invece da ascrivere all’elevato sforzo di pesca combinato con la vulnerabilità di questo gruppo al disturbo della pesca, in quanto costituto prevalentemente da specie a lenta crescita, elevata taglia di maturità sessuale e ridotta prolifi cità (Stevens et al., 2000).

Il crescente fenomeno dell’eutrofi zzazione ha incrementato la produzione primaria ed uno dei primi gruppi a benefi ciarne è quello dei piccoli pelagici. Questo fenomeno, connesso all’introduzione della pesca con la volante, spiegherebbe il generale andamento positivo del rapporto P/D. Le fl uttuazioni del rapporto P/D potrebbero essere invece ricondotte a fenomeni più circoscritti nel tempo, come le crisi distrofi che e le mucillagini che incidono principalmente sui demersali limitandone la biomassa.

L’indice trofodinamico LTm permettere di sintetizzare in un unico valore l’insieme dei dati di sbarcato e di trarre inferenze generali sullo stato dell’ecosistema (Pauly et al., 1998). Prima del secondo confl itto mondiale si osservano valori pressoché simili, tra le marinerie, e costanti nel tempo; ciò ci permette di ipotizzare che

in quel periodo vi fosse un sostanziale equilibrio tra sfruttamento e produzione alieutica. Successivamente, per il mercato di Chioggia, si assiste invece ad una riduzione del LTm confermando i risultati di analisi più generali condotte sull’intero bacino mediterraneo (Pauly et al., 1998). Tale fenomeno, defi nito “Fishing down the marine food web”, evidenzia lo spostamento delle catture verso specie r-strateghe, specie meno vulnerabili al disturbo della pesca; tali specie benefi ciano della riduzione dell’abbondanza dei predatori e dei fenomeni di eutrofi zzazione, quando questa non porta a crisi distrofi che. Le ampie fl uttuazioni del LTm nel mercato di Venezia, sono invece riconducibili alle fl uttuazioni nelle catture del bivalve Chamelea

gallina, che rappresenta buona parte del pescato e le cui popolazioni sono state soggette ad importanti

fenomeni di moria.

L’estensione della ricerca ad altre marinerie e l’integrazione, ove possibile, dei dati relativi alla capacità e allo sforzo di pesca nel periodo considerato, permetteranno di implementare il potere discriminante delle analisi condotte e la qualità delle conoscenze sullo stato attuale e pregresso delle risorse sfruttate e dell’ecosistema adriatico.

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