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Bonifi ca e ripristino morfologico della zona lagunare antistante Porto Marghera

Conclusioni I risultati indicano il permanere di immissioni di composti butilstannici biodisponibili

STUDIO, CARATTERIZZAZIONE E MONITORAGGIO SULLA CONTAMINAZIONE DA COMPOSTI ORGANOSTANNICI: ALTRI PROGETTI

3. PREVENZIONE E MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI

3.1 ATTIVITÀ DI CARATTERIZZAZIONE E BONIFICA DEL SITO DI INTERESSE NAZIONALE DI PORTO MARGHERA

3.1.3 Bonifi ca e ripristino morfologico della zona lagunare antistante Porto Marghera

Tratto da:

ICRAM, 2007. Programma di studio per il risanamento ambientale dell’area lagunare interdetta alla pesca tra Venezia e Porto Marghera” - (Convenzione ICRAM - Ministero dell’ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare) - Stato di avanzamento - dicembre 2007. Antonella Ausili, Massimo Gabellini, Rossella Boscolo, Luciano De Propris, Michele Cornello, Roberta Girardi, Camilla Antonini, Andrea Bonometto, Federica Cacciatore, Alessandra Feola, Federica Oselladore, Emanuele Ponis, Manuela Ragazzo.

Magistrato alle Acque -Thetis, Studio Altieri, 2008. Progetto degli interventi nelle aree lagunari tra Venezia e Porto Marghera - Prima fase - Premesse progettuali. Con la collaborazione di ICRAM. Prodotto dal CVN.

Attività svolta nell’ambito:

- della Convenzione di Ricerca con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Teritorio e del Mare “Programma di studio per il risanamento ambientale dell’area lagunare interdetta alla pesca tra Venezia e Porto Marghera” del 23/02/2006 - Scheda Tecnica N. 1: Progettazione preliminare degli interventi di bonifi ca dell’area lagunare interdetta la pesca antistante Porto Marghera.

Il Magistrato alle Acque di Venezia ed il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) hanno siglato in data 7 marzo 2006 un Accordo di Programma per il risanamento ambientale dell’area lagunare fra Porto Marghera e Venezia.

L’area interessata dall’Accordo (Figura 3-1-3) è delimitata dall'inviluppo del perimetro del Sito di Interesse Nazionale di Venezia - Porto Marghera (Decreto del Ministero dell'Ambiente 23 febbraio 2000) - area lagunare - e del perimetro dell'area vietata alla pesca per ragioni di inquinamento ai sensi dell'Ordinanza Sindacale del 9 dicembre 1996, per una estensione complessiva di circa 3450 ettari.

L'Accordo prevede l'avvio e la progressiva esecuzione di una serie di interventi (Programma MAPVE) in grado di realizzare l'integrazione sinergica tra gli obiettivi di recupero della morfologia lagunare e quelli di miglioramento della qualità delle matrici ambientali (acque, sedimento, biota), consentendo, al loro completamento, la restituzione all'uso legittimo un'area in grado di ospitare l'allevamento della risorsa Tapes, fatta salva l'adozione di adeguate modalità di mitigazione degli impatti e l'idoneità igienico sanitaria con opportuna classifi cazione da parte degli Enti preposti, permettendo, con il risanamento dell'area, anche una rivalutazione a livello commerciale delle risorse alieutiche della laguna di Venezia.

Per dare rapida esecuzione a quanto previsto dall'Accordo di Programma, è stato predisposto un piano di “Indagini e monitoraggi nelle aree lagunari tra Venezia e Porto Marghera”, di cui è stata completata una prima fase (MAPVE1), che ha prodotto la caratterizzazione (sedimenti, biota) della zona compresa all’interno dei perimetri del Sito di Interesse Nazionale e dell’enclave vietato alla pesca posto a sud del Canale Vittorio Emanuele III (v. par. 3.2).

Sulla base dei risultati della caratterizzazione (v. paragrafo 3-1-2 e Figura 3-1-6), trasmessi nel Marzo 2008 il Magistrato alle Acque di Venezia per mezzo del Consorzio Venezia Nuova e con la collaborazione di ICRAM, ha avviato le procedure propedeutiche alla progettazione degli interventi di prima fase previsti dall’Accordo di Programma, con la predisposizione nel luglio 2008 del documento “Progetto degli interventi nelle aree lagunari tra Venezia e Porto Marghera - Prima fase - Premesse progettuali”.

Gli interventi previsti hanno come obiettivo il miglioramento della qualità complessiva delle matrici ambientali nell'area di interesse. Tale qualità complessiva è intesa, secondo quanto indicato anche dalla Direttiva 2000/60/CE, in termini di qualità ecologica e chimica, nell'ottica di una valutazione integrata dello stato di qualità dei corpi idrici.

Questo approccio si coniuga perfettamente con gli obiettivi degli interventi del progetto MAPVE. Il progetto persegue infatti il miglioramento dello stato idrodinamico - morfologico dell'area e il miglioramento della qualità chimica delle matrici, entrambi fi nalizzati al complessivo miglioramento ecologico dello stato del corpo idrico, inteso come ecosistema, insieme di tutte le sue componenti biotiche ed abiotiche.

Dal quadro dello stato attuale emerge uno stato di contaminazione di origine antropica diffusa nell’area MAPVE.1 (1.100 ha caratterizzati), ma sensibilmente inferiore a quanto riscontrato nei canali industriali (v. paragrafo 3-1-1). Elevate concentrazioni di inquinanti, denominati “hot spot”, interessano principalmente i canali lagunari e le zone di bassofondale ad essi adiacenti, in particolare nell’area antistante la zona industruale.

Dal punti di vista morfologico emerge la necessità di provvedere ad un riequilibrio dell’area MAPVE che, ricreando una variabilità altimetrica tipica di ambienti lagunari e recuperando la canalizzazione dei fl ussi di marea, consenta di ridurre i fenomeni di risospensione naturale del sedimento e la capacità di trasporto del sedimento risospeso dai bassi fondali verso i canali.

Figura 3-1-6. Risultati della caratterizzazione dell’area MAPVE1 utilizzati come base per la progettazione degli interventi s(Immagine tratta da Magistrato alle Acque - Thetis, Studio Altieri, 2008).

Il progetto prevede diversi interventi mirati al contempo a soddisfare le esigenze di bonifi ca e quelle di ripristino idromorfologico sopra evidenziate. Di seguito vengono elencati i principali interventi previsti nell’area.

• Nei canali lagunari interni all’area MAPVE1 (Canale delle Tresse, il Canale Nuovo di Fusina, il Canal Vecchio di Fusina ed il Canale Contorta Sant'Angelo) asporto del primo metro di sedimento nei tratti caratterizzati da sedimenti superfi ciali (0 - 50 cm) di qualità C secondo la tabella di riferimento riportata nel “Protocollo recante criteri di sicurezza ambientale per gli interventi di escavazione, trasporto e reimpiego dei fanghi estratti dai canali di Venezia” L. 360/91 art. 4 comma 6 (Protocollo Fanghi, 1993). I volumi di sedimento da asportare dai canali si possono stimare in via preliminare in 150.000 - 200.000 m3.

• Nei bassifondi l'asportazione interesserà i primi 30 cm di sedimento nelle aree con presenza di sedimenti C e > C. Ove gli strati sottostanti, scoperti in conseguenza dei dragaggi, siano di qualità C o > C essi verranno asportati. A titolo indicativo, sulla base di una stima di larga massima, i volumi di sedimento da asportare dai bassifondi sono nell'ordine dei 200.000 - 250.000 m3.

• Sui bassifondi i sedimenti verranno apportati operando nelle zone caratterizzate da qualità chimica peggiore; in tali aree saranno apportate delle “strisce” di sedimento di buona qualità che avranno spessore medio nell'area non superiore a 30 cm. È possibile stimare a livello assolutamente preliminare il volume di sedimento da apportare attorno a 1 - 1,5 milioni di m3.

• Realizzazione di cordoni sommersi permanenti lungo i bordi delle aree oggetto di intervento, con doppia funzione di dissipazione del moto ondoso incidente e di incanalamento dei fl ussi di marea e incremento della separazione idraulica tra canali e bassifondali.

L’approccio operativo prevede lo sviluppo della progettazione e l’attuazione degli interventi per fasi (Figura 3-1-3) e per stralci successivi, individuati secondo criteri e logiche funzionali.

Tale modalità è coerente con un modo di procedere fortemente sperimentale, che consentirà di ottimizzare via via le soluzioni progettuali e applicative per la parte restante dell’area.

All'interno del primo stralcio attuativo è prevista una iniziale attività sperimentale per la taratura in campo delle tecnologie, accompagnata da uno specifi co monitoraggio. In fase di progettazione verranno utilizzati appositi modelli numerici per la defi nizione di dettaglio degli interventi con confronto di diversi scenari di intervento.

È attualmente in fase di elaborazione la progettazione degli interventi sperimentali, il cui avvio è previsto entro il 2009.

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