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Un anno per la sostenibilità: digressioni scientifiche a confronto

Emanuele Ragusi

Quando si parla di sostenibilità, oggi, alla luce dei Sustainable Development

Goals (SDGs) del 2015, non ci si può limitare solo agli effetti prodotti dallo

sviluppo economico sull’ambiente. Tuttavia, questo binomio “sviluppo sostenibile - ambiente”, ci permette di effettuare molte riflessioni sugli effetti dell’operato umano e delle relative ricadute, non solo sull’ecosistema, ma anche in ambito economico e sociale.

Gli SDGs, infatti, ci pongono dinnanzi a un interrogativo serio sulla capacità dell’agire umano nel produrre beni di utilità globale che siano universalmente accessibili, sia a livello intergenerazionale che intragenerazionale. Il tempo, dunque, e la garanzia della sussistenza dello spazio in cui l’essere umano agisce, sono gli elementi essenziali della sostenibilità. Senza la formulazione di aspettative e di previsioni che mirino a valutare l’impatto delle policy e dell’operato umano, si assiste al fallimento del concetto di sviluppo sostenibile e di sostenibilità stessa.

Per riflettere sul tale concetto, e sulla possibilità di aprire le università a progetti che convergano su questo obiettivo entro il 2030, l’Ateneo di Cassino ha aperto le porte e ha preso parte ad una serie di eventi e di iniziative che hanno sempre avuto come obiettivo lo sviluppo sostenibile declinato nelle sue tre principali componenti: Ambiente, Società ed Economia.

A partire dal 1° giugno 2017 l’Università di Cassino, nella persona della referente di Ateneo per la Sostenibilità, Prof.ssa Alessandra Sannella, ha preso parte all’iniziativa promossa dalla Società Italiana di Promozione alla Salute (SIPS), in collaborazione con l’ASL di Frosinone, sul tema Sviluppo

Sostenibile e benessere soggettivo, tenutosi presso la sede di Palazzo Mattei

della Società Geografica Italiana a Roma. La conferenza si inseriva all’interno di una serie di incontri, di convegni e manifestazioni, dal titolo

Festival della Sostenibilità, promossi dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo

Sostenibile (ASVIS). Obiettivo della giornata, oltre che la promozione e presentazione degli SDGs, era comprendere la necessità di procedere ad un radicale cambiamento di paradigma, di visione, al fine di rendere politiche e interventi educativi e di promozione della salute più “sostenibili”.

Il 23 novembre 2017, è stato proprio il Nostro Ateneo ad ospitare un convegno sulla sostenibilità, chiamando a raccolta esponenti della intellighenzia, delle istituzioni e della Società Civile. Sviluppo Sostenibile e

innovazione nell’Università. Un binomio possibile? è stato il titolo di questo

momento di riflessione sul concetto stesso di sostenibilità e della sua relativa applicazione ed estensione non solo, come già precedentemente asserito, all’ambiente, ma all’economia e alla società. Tra le esperienze e le riflessioni dei partecipanti, è emersa chiara la necessità di intervenire e operare un cambiamento proprio del paradigma economico classico, basato sulla produzione (economia lineare) che non tiene in considerazione gli “scarti”. Questi ultimi, come sottolinea l’intervento del Prof. Enrico Giovannini, già Ministro del Lavoro, non devono considerarsi solo come rifiuto fisico, come residui del processo produttivo stesso, ma debbono essere visti come gli effetti del fallimento delle politiche pubbliche ed economiche adottate con il mero obiettivo di accrescere, nel breve periodo, i principali indicatori economici, senza considerare gli effetti sulle persone. Senza-tetto, rifugiati, indigenti, disoccupati, in una parola, gli “ultimi”, sono lo “scarto” prodotto da politiche non sostenibili che contribuiscono ad accrescere e a rafforzare patologie sistemiche di difficile eradicazione (povertà, violenze, epidemie). La salute, qui intesa secondo la definizione fornita dall’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS), deve essere quel “bene pubblico globale” sul quale poter investire e lavorare. In quest’ottica, l’Università di Cassino, in collaborazione con l’ASL di Frosinone, ha preso parte alla costituzione di un programma di Educazione Continua in Medicina (E.C.M.) fornendo il suo contributo per la formazione del personale medico e sanitario con un’impronta “sostenibile”. Durante il corso “Sostenibilità e benessere nei contesti organizzativi”, oltre che a concentrare l’attenzione su tematiche prettamente legate all’ambito della salute, si è

proceduto a fornire proprio gli strumenti necessari ad operare una “rivoluzione-sostenibile” bottom-up. In tal senso, lezioni di carattere più teorico sono state rivolte ai professionisti al fine di far comprendere loro la rilevanza del processo di sostenibilità, non solo come operatori, ma anche come cittadini. Nel 2018, l’Ateneo ha preso parte e ospitato le iniziative del

Festival italiano dello Sviluppo Sostenibile (ASviS). Crescere sostenibili nella ricerca (24 maggio, Campus Folcara) si è svolto con l’obiettivo di

condividere i contributi sulle attività di ricerca o di progettazione svolte, o in corso di svolgimento, nelle diverse aree disciplinari all’interno di Unicas. I partecipanti sono intervenuti con una comunicazione relativa a ricerche (o progetti da attivare) che hanno perseguito (o intendono farlo) gli SDGs all’interno dell’Ateneo di Cassino. L’invito è stato esteso, inoltre, ai rappresentati della società civile, delle aziende e delle associazioni del terzo settore. Il 5 giugno, presso la sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri a Roma, si è tenuta la seconda giornata, Crescere

sostenibili e in salute, dove maggiore attenzione è stata rivolta a tematiche

riconducibili alla “salute”. L’obiettivo, onnipresente, è stato quello di declinare gli SDGs all’interno del dibattitto sugli scenari futuri dei sistemi sanitari. Interessante è stata la partecipazione in video conferenza con Chris Brown, responsabile del distaccamento europeo dell’OMS, Ufficio Investimenti per la Salute e lo Sviluppo. La Brown ha evidenziato i danni prodotti in questi anni da politiche economiche insostenibili che hanno aggravato lo stato di salute, fisica e mentale, dei Paesi aderenti alle Nazioni Unite. Nello specifico, gli elevati tassi di inquinamento ambientale e l’acuirsi delle disuguaglianze economico-sociali hanno spinto i tecnici dell’OMS ad analizzare le cause e le possibili soluzioni da adottare per rendere sia l’ambiente che il tessuto sociale più sani. Le garanzie di approvvigionamento, il diritto alla casa e al lavoro costituiscono gli aspetti economici e sociali più rilevanti per la salute. Operare politiche che contribuiscano in tal senso, garantirebbe il raggiungimento nel 2030 degli obiettivi promossi dagli SDGs. In ultimo, ma non per questo meno rilevante, in termini di sostenibilità, il Progetto Alfa, condotto da Alessandra Sannella, il cui obiettivo è quello di investigare sulle dimensioni strutturali della

violenza. Sebbene il tema del progetto si presti ad altro genere di considerazioni e di rilevazioni empiriche che, apparentemente, esulerebbero da quello degli SDGs, è opinione ampiamente condivisa affermare che l’assenza di politiche sufficientemente sostenibili per garantire stili di vita dignitosi, in assenza quindi di disuguaglianze sociali i cui effetti si ripercuotono, inevitabilmente, sulla sfera privata e micro-sociale, che le cause strutturali della violenza siano da ricondurre e analizzare attraverso la lente della sostenibilità. Pertanto, quel paradigma lineare, che già nel passato il sociologo Robert K. Merton (1938) aveva individuato come causa della presenza di anomia e che avrebbe contribuito al ricorso di specifiche condotte per il suo superamento, necessita di una revisione e sostituzione per una visione più circolare in cui gli “scarti” non restino fuori dal sistema a marcire ma siano re-integrati e considerati parte di quella complessità che gli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile 2015-2030 ci invitano a raggiungere e rispettare in maniera critica e lungimirante.