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L’apparato effimero e l’allestimento fisso: il Fasanenschlößchen di Moritzburg.

Sempre sulla riva del Grande Lago rivolta al Castello di Moritzburg (FIG. 11), che aveva fatto da scenario alle feste dell‟Elettrice, già dal gennaio 1769 Federico Augusto aveva affittato al suo nuovo Gran Maestro della Guardaroba un appezzamento su cui sorgevano i resti del Recinto dei Fagiani (Fasanerie) e di un casino di riposo (Fasanenschlößchen), una coppia di costruzioni erette rispettivamente nel 1728 e nel 1738 da Augusto II e da Augusto III, seriamente danneggiate nel conflitto settennale: il contratto di cessione prevedeva che il Conte restaurasse a proprie spese le due strutture e ne ripopolasse di animali il recinto per conto del Sovrano.56 L‟incarico veniva conferito nel pieno del fermento edilizio che coinvolse il Residenzschloß in occasione delle nozze elettorali (settembre 1768 Ŕ febbraio 1769) e la ristrutturazione guidata dal Maresciallo di Casa Peter August von Schönberg (Weicha 1724 Ŕ Schmochtitz 1791) attorno al Bergpalais, l‟articolazione del Castello di Pillnitz rivolta verso la collina e abitata durante l‟estate dall‟Elettore e dai suoi più stretti familiari, terminata entro il maggio del 1769, poco prima dell‟inizio del soggiorno estivo.57

Le due strutture afferivano a una tipologia di edilizia privata, destinata alla sola coppia principesca e a una ristretta cerchia di cortigiani ad essa prossima, legata alla pratica della caccia alle lepri e agli uccelli: condotto a piedi e con armi da fuoco, tale svago costituiva un entremet di minore entità nei rituali venatori caricati della massima rappresentatività, le

56 HStADD, Geheimes Kabinett, Loc. 32461, citato in Hensel, Festlichkeiten…cit., p. 34 (“[…] dass ein teil

derselbe der ruinirte Fasanerie samt den Entenfang auf seine Kosten wiederherzustelle, und zur Benützung in der Vorhabenden für das Churfürstliche Interesse gar vorteilhaften Masse enirichte, annebst jaehrlich 25 bis 30 Stück Fasanen, 50 Stück Rebhuhner und 20 Stück Hasen zum Proviant-Haus abliefern” “che ricostruisca e restituisca all‟utilizzo precedente a proprie spese una parte della Fasanerie in rovina e del recinto delle anatre per l‟interesse dell‟Elettore, e che fornisca ogni anno da 25 a 30 esemplari di fagiani, 50 pernici e 20 lepri all‟allevamento”).

57 Dopo l‟arredamento dei castelli per le nozze, Schönberg non risulta dirigere allestimenti significativi oltre

agli apparati per le esequie, limitandosi alla quotidiana amministrazione delle residenze. HStADD, Oberhofmarschallamt, Verwaltung der Schlößer, Gärten und Hofgebäude, R1 3B/2, pp. 22-24. All‟epoca del principe Saverio, i vari rami della famiglia von Schönberg erano installati nelle principali cariche di Stato, con il Primo Maresciallo di Corte Carl Friedrich (1734 - 1806), il Maresciallo di Corte Otto Christian e il Maestro Generale delle Poste Adam Rudolph (1712 - 1795).

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battute a cavallo che avevano come prede il cervo, il cinghiale e l‟orso, e che venivano condotte nei boschi attorno a Moritzburg.58

Il carattere personale dell‟incarico rende particolarmente nebulosa l‟analisi delle fasi costruttive: poiché il contratto con l‟Elettore prevedeva che il Conte attingesse al proprio patrimonio personale, non emergono riferimenti all‟impresa e alle maestranze che la realizzarono sia nei registri della tesoreria (Chatoulle) della Camera, a cui Marcolini aveva accesso, sia nei fondi archivistici del Maresciallato di Corte e dell‟Ufficio Edile Civile (Civil-Ober-Bau-Amt), gli organi rispettivamente deputati alla commissione e all‟esecuzione dei cantieri per il comparto delle residenze elettorali. Altrettanto vaga risulta la ricostruzione delle fasi edilizie, certamente iniziate dopo l‟onomastico del 1769, data l‟assenza del casino nella già citata riproduzione pittorica della festa, e terminati entro l‟inizio del 1772, data desumibile dai carteggi di Amalia Augusta conservati presso l‟Archivio di Stato di Dresda.

Il Conte individuò nell‟Ufficio Edile il progettista per il casino, il trentanovenne Johann Daniel Schade, dipendente da quattordici anni dell‟ente diretto del suo ex insegnante, il Primo Architetto di Stato Christian Friedrich Exner.59 La lunga collaborazione aveva indubbiamente forgiato Schade come un‟emanazione del direttore, che nella sua posizione di architetto guida della ricostruzione postbellica di Dresda aveva esercitato la sua egemonia sull‟architettura sassone dalla metà degli Anni Sessanta alla fine del secolo, operando nell‟ambito dello stile di transizione dal Rococò al classicismo (lo Zopfstil, “stile a treccia”, così nominato in Germania per il proliferare del festone vegetale come elemento decorativo). Nell‟edilizia civile, la razionalità espressa nella mole unitaria di colore giallo, nella modularità del decoro, limitato al bugnato del pianterreno e a riquadri marcapiano in asse con le finestre, e nelle forme ammorbidite del tetto a doppio spiovente della

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Le Fasanerie conobbero la più ampia diffusione nella Germania d‟inizio del secolo (si possono citare a proposito la Fasanerie fondata dal vescovo di Magonza Lothar Franz von Schönborn a Klein Auheim nel 1705 o il Kranichstein di Darmstadt realizzato nel 1715 per il langravio Ernst Ludwig di Assia-Darmstadt), vennero introdotti a Dresda per la prima volta nel 1695 nel quartiere periferico di Ostragehege, quindi elevate di prestigio nel 1714 con l‟inclusione di una Fasanerie presso la residenza del Großer Garten.

59 Johann Daniel Schade (Novgorod 1730 Ŕ Dresda 1798) giunto quindicenne a Dresda, si formò presso del

Primo Architetto di Corte Julius Heinrich Schwarze (Dresda 1706 - 1775) e Christian Friedrich Exner (Lampertswalde 1718 Ŕ Dresda 1798), trovò impiego dal 1755 come architetto civile presso l‟Ufficio Edile diretto dai suoi due ex insegnanti. I caratteri stilistici di Exner si definivano in continuità con l‟opera di Schwarze nell‟ampliamento di Palazzo Taschenberg, la residenza prospiciente al castello abitata dai principi del sangue e da Maria Antonia dopo la morte di Federico Cristiano (1756- interrotto per la guerra e ripreso nel 1763-1767). (Johann Gottlieb August Kläbe, Neuestes Gelehrtes Dresden, Lipsia, Voss, 1796, p. 142).

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ricostruzione in forme moderne del secentesco Palazzo Fürstenberg (1766 Ŕ 1768), sede dell‟Accademia di Belle Arti presso cui Exner deteneva la cattedra di Architettura, sarebbe servita da esempio per il Palazzo del Parlamento (Landhaus, 1770-1776) (FIG.13) condotto da Friedrich August Krubsacius, Primo Architetto di Corte dal 1755,60 fino a influenzare l‟opera matura di un rappresentante del fasto rococò come Johann Friedrich Knöbel (Dresda 1724 - 1792), già architetto di riferimento del conte Brühl negli Anni Cinquanta, autore di edifici di gusto nuovo quali il Castello di Reihnardtsgrimma (1765/1767) e il Palazzo della Corporazione dei Tessitori di Dresda (Gewandhaus, 1768- 1770) (FIGG. 14-15).

L‟edificio di Schade (FIG.16), la cui visibilità era aumentata rispetto al precedente Lusthaus grazie alla soprelevazione di un piano, si ergeva sulla sponda del lago in linea con l‟asse longitudinale del Castello e veniva a incorporare il punto di fuga del panorama visibile dalla Sala da Pranzo che, come si è visto per i due onomastici del 1769 e del 1770, costituiva il fulcro cerimoniale delle manifestazioni serali tenute all‟interno della residenza rinascimentale. Fin dai primi cenni della letteratura periegetica settecentesca, l‟aspetto della mole rosea e squadrata, coperta da un tetto in rame curvo e dal bordo ondulato, e la presenza sulla lanterna di un mandarino in legno, un automa in grado di muovere il capo spinto dalla forza del vento (FIG.17), 61 hanno indotto a cercare i modelli del Fasanenschlößchen nel gusto orientale, suscitando in tempi più recenti il paragone con la pagoda della Residenza barocca di Oggersheim, acquistata nel 1767 da Teodoro Michele del Palatinato, zio di Amalia Augusta (FIG. 20).62 La funzione e la suddivisione interna

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Friedrich August Krubsacius (Dresda 1718 - 1789) fu attivo nei rifacimenti interni di Palazzo Hoym (1766) e del Palazzo di Curlandia (Kurländer Palais, 1763/1764) e nella realizzazione del Palazzo della Secondogenitura (Sekundogenitur 1764/1770), questi ultimi due condotti per il figlio illegittimo di Augusto il Forte, Gian Giorgio Cavaliere di Sassonia, in uno stile ancora legato a una concezione tardobarocca che si convertì nei primi anni Settanta ai dettami di Exner. Fritz Löffler, Das Alte Dresden, Dresda 1981, pp. 319- 323.

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Il Mandarino, oggi conservato presso l‟edificio confinante, adibito in origine a cucine, è stato sostituito dal 1994 da una copia in materiale plastico. Più che legarsi ai complessi automi tardo settecenteschi quali il

Turco giocatore di scacchi di Kempelen (1770) o la Suonatrice di dulcimer di Röntgen (Anni Ottanta), il Mandarino di Moritzburg sfrutta un meccanismo simile a quello delle figure cinesi sedute prodotte tra gli

Anni Quaranta e Sessanta dalla Manifattura di Meißen (Pagode), in cui un contrappeso che pende dal capo, collegato alle mani, permetteva l‟oscillazione delle membra (FIG. 18). Otto Walcha, Meißner Porzellan, Dresda 1973, p. 480.

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Anonimo, Reise von Wien über Prag, Dresden, und durch einen Theil der Lausitz nach Berlin und

Potsdam, Lipsia 1787, p. 58; riedizione Lustreisen durch Bayern, Württenberg, Pfalz, Sachsen, Brandenbug, Oesterreich, Mähren, Böhmen und Ungarn in den Jahren 1784-1791, Lipsia 1792. Per l‟assimilazione a

Oggersheim: Tina Trompler, Der Moritzburger Fasanengarten, Tesi di Laurea, Technische Universität Dresden, AA. 2010-2011, pp. 76-78.

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del Lusthaus di Moritzburg in undici stanze, completate nei sottotetti da una serie di ambienti di servizio, invalidano tuttavia il paragone con le piccole strutture alla cinese che popolavano i parchi delle residenze aristocratiche della Mitteleuropa con la funzione di chioschi da tè, generalmente articolati in un numero ridotto di ambienti, distribuiti su un solo piano e destinata a brevi soste. Le forme compatte e il decoro essenziale del casino di Moritzburg inoltre deviano dall‟estro che i padiglioni à la Chine stavano assumendo in quei decenni sotto l‟influenza dalle follies che costellavano i giardini inglesi, come può mostrare il ricco padiglione da tè dei Giardini Reali di Potsdam (1755 - 1764). I modelli con cui il casino di Moritzburg può trovare assonanze più pertinenti risultano essere i contemporanei casini da riposo ispirati all‟Oriente con uno slancio più trattenuto, quali i quattro edifici di servizio antistanti la dépendance cinese della principale reggia svedese, il Castello di Drottningholm (Carl Frederik Adelcrantz, 1763 - 1769) (FIG. 19) e il Padiglione del Labirinto del Palazzo Cinese della zarina Caterina II nel complesso di Oranienbaum (Antonio Rinaldi, 1762 - 1768) (FIG 21), fino a richiamare vagamente nella colorazione rosa con campiture verde pallido, nelle sculture a coronamento dei tetti e nella prossimità a una Fasanerie il Casino Indiano di Augustusburg (1747-1753) (FIG. 22).63 Il casino frena con decisione lo slancio esotico che caratterizzava l‟architettura sassone del regno di Augusto il Forte, esemplificabile nel Castello di Pillnitz (Matthäus Daniel Pöppelmann, Zacharias Longuelune, 1718-1724) e nel Palazzo Giapponese (Japanisches Palais, Matthäus Daniel Pöppelmann, Zacharias Longuelune, Jean de Bodt 1727-1733), legandosi piuttosto a modelli autoctoni consolidati dalla tradizione, quali il tardosecentesco “Casino dalla Guglia” (Spitzhaus) di Radebeul (FIG.23), acquisito da Augusto il Forte nel 1710 e rinnovato da Augusto III nel 1749 con un tetto in rame e una scalinata d‟accesso che aumentano la somiglianza con il piccolo palazzo di Moritzburg, o più vagamente alle linee del più recente Dianaburg, il casino ottagonale da pranzo e da riposo inserito da Ludwig VIII d‟Assia-Darmstadt nella tenuta di caccia di Kranichstein (1765) (FIG. 24).64 La decorazione, quindi, ripropone il linguaggio imperante nella capitale, modulando le pareti dall‟inconsueto colore con le rigorose corniciature, le

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Sergej Gorbatenko, Architektura Oranienbaumka, San Pietroburgo 2014, p. 151.

64 Stephan Reinert, Das Spitzhaus in Radebeul. Zur Besitzgeschichte und Baumeisterfrage eines

bautypologische Vorgängers der Kuppel der Dresdner Frauenkirche, in “Die Dresdner Frauenkirche”, 9

(2003), pp. 159-171. Realizzato verso il 1672 e ricevuto da Augusto il Forte nel 1710 come dono dalla

maîtresse Constantia von Cosel, dominava la piana di Dresda dalla collina su cui sorgeva la reale vigna di

Hoflößnitz, parcellizzata e rivenduta a privati proprietari nel 1889; l‟aggiunta di due ali dopo il 1901 ne ha sostanzialmente modificato l‟aspetto.

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aperture ad arco ribassato e gli oculi ovali sul tetto tanto vicini agli elementi omologhi del Gewandhaus di Knöbel (1768-1770) e in particolare del Landhaus di Krubsacius (1770- 1776) (FIG.31). La corniciatura delle finestre centrali affacciate sul prospetto sud del Parlamento (FIG.32), coronate da lineari ghirlande in stucco, riappare infatti nelle aperture del pianterreno di Moritzburg (FIG.33) rinforzata dalle insegne del potere della dinastia di Sassonia, le due spade incrociate dell‟Arcimaresciallato imperiale e la berretta elettorale, che figurano nelle aperture centrali delle facciate est e ovest; queste, pur non costituendo l‟ingresso all‟edificio, fanno parte di due fronti privilegiati poiché rispettivamente culmini dei canali prospettici orientati verso il lago e verso il Castello.

Altrettanto integrata in tale contesto stilistico appare la decorazione a stucco dorato impiegata nel casino per le stanze destinate al ricevimento degli ospiti (FIGG.25-28): l‟incipiente diffusione di una nuova estetica classicista imprimeva agli ambienti un doppio corso stilistico, facendo coesistere gli sfrangiamenti rocaille degli stucchi sui soffitti con le riquadrature lineari degli zoccoli e delle porte. Il Salone del piano superiore, che abbina mensole e trumeaux dai movimentati fastigi asimmetrici al cercine vegetale che scandisce regolarmente la cornice superiore, ripropone i modelli sperimentati per l‟appartemento del Principe Ereditario Federico Cristiano, progettato da Schwarze poco prima dello scoppio della Guerra dei Sette Anni nell‟ambito dell‟ampliamento di Palazzo Taschenberg, la dépendance del Castello di Dresda riservata ai Principi del sangue, e terminato dopo la parentesi bellica e il pensionamento per cecità dell‟architetto (1764) sotto la direzione di Exner (FIGG.29-30).65

Tale decorazione sostenuta sottolineava l‟aspetto cerimoniale rivestito dalle due sale di ricevimento che danno sul disimpegno d‟accesso orientato a nord verso il parco, un‟Anticamera “con un soffitto sontuoso ornato di alberi e uccelli dorati”66 e il confinante Gabinetto da Lavoro del Principe; all‟angolo opposto rispetto all‟Anticamera, un simile linguaggio qualificava la Camera da Letto comune e la coppia di gabinetti verso sud, che sarebbe stata destinata a Federico Augusto, per scomparire nei camerini prospicienti lo stagno, destinati alla principessa. Al primo piano, dal disimpegno adiacente all‟anticamera, con accesso indipendente dall‟appartamento sottostante, la Scala d‟Onore portava alla già

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Henning Prinz, Bau- und Nutzungsgeschichte des Taschenbergpalais, in Das Taschenbergpalais zu

Dresden, a cura di Gerhardt Glaser, Dresda 1995, pp. 16-21.

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citata Sala da Pranzo, il vano più ampio del casino, che racchiudeva l‟allestimento più fastoso. L‟opera di stuccatura era invece assente dalle tre stanze adiacenti, costituenti un secondo appartamento da riposo di carattere esclusivo.67

Il 3 aprile 1772 Amalia Augusta ragguagliava per mezzo di una lettera la suocera, che al momento era diretta a Roma e si trovava sulla strada da Verona a Bologna, sullo stato dei lavori della “piccola macchina” diretta dal Contino: 68

iniziata in gran fretta la realizzazione delle tappezzerie, senza un‟apparente pianificazione (“Ces projets executées aussi tot que proposés”), l‟opera procedeva in una conduzione autoprodotta, escludendo il supporto di manifatture professioniste e affidandosi perlopiù alla solerzia delle dame di compagnia, la Wratislaw attiva nei ricami e la Birnbaum pronta a ordinare stoffe. Tale gestione dilettantesca avrebbe presto mostrato le proprie falle: “il schiavo fedele” dei desideri della Principessa riusciva ad occuparsi dell‟arredo nei pochi momenti di loisir che la sua posizione gli concedeva, momenti che sarebbero divenuti sempre più rari in seguito alla sua nomina a Consigliere Segreto (3 agosto 1772); il progetto ormai lasciato nelle mani dall‟Elettrice si trascinò a stento lungo la primavera, tra la consegna ritardataria delle stoffe e l‟impiego di nastri di cattiva qualità, fino a raggiungere verso l‟estate una battuta d‟arresto che si sarebbe risolta soltanto lungo il triennio successivo. Appare evidente che il ruolo di confidenzialità che Marcolini intratteneva con Federico Augusto si fosse esteso alla sua sposa, fino a collocare il Conte nella posizione di satellite della stessa famiglia principesca. In quest‟ottica si giustifica il posto da lui occupato nel dipinto di Johann Eleazar Zeissig69 La famiglia elettorale, commissionato nel 1770 in occasione della

67 I resoconti di viaggio non trattano mai queste stanze, escluse dal passaggio del pubblico. 68

HStADD, 12452, Lettere di Maria Amalia a Maria Antonia di Baviera. (“La Wratislaw avance à son ouvrage vous savez ma chere Mere qu‟elle est un attelier vivant qui travaille sans cesse, mais l‟etoffe n‟est pas arrivée encore, sitot que je saurai que le brodeur l‟a recu je le presserai sur son ouvrage et je vous en rendrai compte. ” (3 aprile 1772) ; “L‟ouvrage n‟avance que fort lentement l‟etoffe est arrivée je presse la Wratislaw, et le brodeur, mais on ne peut rien faire sans rubans ; la Birnbaum a promis d‟en faire faire, je tacherai de la seconder de mon mieux. ” (15 maggio 1772) ; “Vous ne serez pas trop contente ma chere Mere, de ce que je puis vous dire touchant le meuble de Moritzburg. […] le meuble n‟avance pas, que nous manquons de rubans, que ceux que l‟on a fait faire ici ne valent rien, et que j‟ignore comment m‟y prendre pour en avoir des bons. ” (senza data, verosimilmente giugno 1772) ; “Ces projets executées aussi tot que proposés ont aussi empeché l‟Electeur d‟etre plus exact, et l‟Eccellenza, qui est le grand ressort de notre petite machine, devoit necessairement se relacher d‟une part pour avoir le loisir de porter toute son activité de l‟autre ” (senza data, verosimilmente agosto 1772).

69 Zeissig (Großschönau 1737 Ŕ Dresda 1806) allievo di Charles-François De Silvestre presso la Scuola di

Disegno della Corte di Dresda, allo scoppio della Guerra dei Sette Anni seguì il maestro a Parigi, dove terminò la formazione presso l‟Academie Royale, assorbendo una particolare influenza dai modelli di Jean- Baptiste Greuze e di Jean-Siméon Chardin; su consiglio dell‟ambasciatore sassone a Parigi de Fontenay, trovò applicazione ai suoi alti raggiungimenti nella pittura di genere in un impiego presso la Manifattura di

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guarigione dell‟elettrice madre Maria Antonia da una preoccupante malattia e presentato all‟esposizione annuale dell‟Accademia di Belle Arti nel marzo 1772 (FIG. 34): in esso il Gran Maestro della Guardaroba figura dietro il baldacchino che fa da cerniera tra i Principi del sangue e i cortigiani che appaiono sul fondo in ombra, immediatamente alle spalle della coppia reggente e del fratello minore di Federico Augusto, il principe Massimiliano. Nuovi atti di fedeltà che certamente misero ulteriormente in luce Camillo furono la presa in consegna dei gioielli che Maria Antonia aveva intenzione di impegnare al Monte di Pietà di Roma e, seppur indirettamente, l‟ospitalità offerta all‟elettrice madre tra l‟8 e il 9 marzo 1772 dal fratello Giangastone nel palazzo di Fano che egli aveva ereditato alla morte del padre (1758).70 Tale occasione con ogni verosimiglianza spinse Federico Augusto a ordinare al Gran Maestro della Guardaroba nell‟esercizio delle proprie funzioni71 un dono privato diretto a Giangastone, una “scattola a mosaico aricchita di brillanti con il ritratto dell‟Elletore [sic]” che appare in due lettere inviate dall‟ufficiale di Sassonia al fratello nell‟ottobre 1772.72

La descrizione si attaglia al genere della Mosaikdose, una tipologia di tabacchiera in oro dalla superficie ricoperta da un mosaico di scaglie di pietre semipreziose locali (agate, diaspri, ametista), una specialità dell‟oreficeria della corte sassone della seconda metà del Settecento.

Considerata già dall‟epoca di Luigi XIV un articolo particolarmente indicato a essere donato, la tabacchiera si diffuse capillarmente in Europa per l‟intero secolo, adottando una copiosa differenziazione di forme e materiali, tra le quali venivano privilegiate le peculiarità minerarie zonali quali l‟ambra per la Prussia e la malachite per la Russia. La Sassonia ne aveva prodotta dagli Anni Trenta una declinazione in porcellana, importando i

Porcellane di Sèvres. Nel 1770 tornò a Dresda, dove venne accettato come membro dell‟Accademia di Belle Arti. (Anke Fröhlich-Schauseil, Schenau (1737-1806), Petersberg 2018).

70 Maria Antonia, durante il viaggio in Italia effettuato dalla fine di marzo alla seconda metà di giugno, passò

due giorni in Palazzo Marcolini, conquistata “avec quelle cordialité, avec quelle jouye” da Giangastone e dalla moglie Silvia Coccapani. (Weber, Maria Antonia… vol II pp. 5-6). Nelle stesse lettere, il “Contino” appare anche mediatore nella vendita dei diamanti di Maria Antonia per estinguere alcuni suoi debiti entro la fiera autunnale di Lipsia. (Ibidem, pp. 7-9. Geheimes Kabinett, Loc. 373/7, pp. 57; 244. Nota di gioie impegnate da Maria Antonia).

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Instructions du Grand-Maitre de la Garderobbe comparés à celles du Grand-Chambellan, collezione privata. (Il aura soin des présens que Nous pourrons avoir soin de faire. Pour cet effet il les mettra sous nos yeux pour en faire les choix, réglera les prix avec les marchands, fournissans ou Ouvriers, & arrêtera leurs comptes”).

72 BFF, XV, Fondo Marcolini, cc. 4, Lettera di Camillo a Giangastone Marcolini, 2 ottobre 1772; cc. 10-11,

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prototipi dalla Francia, per sviluppare quindi dei modelli autoctoni devianti dal panorama internazionale, iniziando dalle forme piatte a decori cinesi, confrontabili con le pitture delle stoviglie, passando alle forme a rilievo completate da inserti e bordi in oreficeria, e raggiungendo tra gli anni Quaranta e Cinquanta l‟apice della varietà formale: a scatola, a bicchiere, sormontate da minute impugnature scultoree, tra cui acquisiva fortuna il Mops (cane carlino). La decorazione a pittura prevedeva perlopiù scene di caccia e di mercato e incontri galanti alla Watteau.73 In seguito alla svalutazione della porcellana successiva alla