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Prima del 1720 in Europa non si sapeva di altra porcellana che di quella giapponese. Meißen si riservò l‟onore della scoperta; fino al 1731 si badò perlopiù all‟organizzazione della fabbrica, e costò assai sforzo e denaro racimolare gente necessaria a un‟opera completamente nuova e ad abituarla a un lavoro di cui non aveva alcuna nozione […] A partire da quest‟epoca [la fabbrica] si rafforzò; vennero realizzate stoviglie ricercate e acquistate da chiunque, poiché nella bellezza della pasta e della pittura superavano di gran lunga quelle giapponesi.81

Queste parole aprivano il rapporto sull‟attività della Manifattura di Meißen presentato a Federico Augusto al termine del primo anno della direzione di Marcolini. Con esse il Conte tributava alla propria fabbrica il primato della scoperta della porcellana europea, nata dal successo degli esperimenti protratti fin dal 1706 dal fisico Walther Tschirnhaus e dal farmacista Friedrich Böttger82 per porre un argine alle esorbitanti spese per i manufatti dell‟Estremo Oriente a cui era rivolta la “maladie de porcelaine” manifestata da Augusto

80 Willy Doengens, Meißner Porzellan: seine Geschichte und künstlerische Entwicklung, Dresda 1921; Otto

Walcha, Meissner Porzellan, Dresda 1973 pp. 9-167; Meißner Porzellan von 1710 bis zur Gegenwart, catalogo della mostra a cura di Hans Mayr e Helmut Schmidt (Vienna, Österreichisches Museum für angewandte Kunst; Colonia, Kunstgewerbemuseum 1983) Colonia 1983.

81 HStADD, Geheimes Kabinett, Loc. 1344/06, p. 59v. Rapporto di Marcolini a Federico Augusto, 1

dicembre 1775. (“Vor 1720 wußte man in Europa von keinem andern Porcelaine, als von dem Japanischen. Meißen war die Ehre der Erfindung deßelben vorbehalten; bis 1731 beachte man mehrentheils mit der Einrichtung der Fabrik zu, und es kostete viel Mühe und Geld, die zu einem ganz neuen Werk benöthigthen Leute aufzutreiben, und zu einer Arbeit, wovon sie noch kein Kenntniß hatten zu gewöhnen. […] Von dieser Zeit an kam sie zu Kräften; es wurden mehr Geschirren gefertiget, der, weil sie die Japanischen an Schönheit der Masse und Mahlerey weit übertrafen, von jedermann gesucht und gekauft wurden”).

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I tentativi di produzione di porcellana dura, iniziati già dal 1701 dal matematico e chimico Walther von Tschirnhaus (Kieslingswalde 1651 Ŕ Dresda 1708) sotto la supervisione del consigliere minerario Gottfried Pabst von Ohain, giunsero a una felice conclusione grazie al coinvolgimento del farmacista Johann Friedrich Böttger (Schleiz 1682 Ŕ Dresda 1719): questi, specializzatosi nell‟alchimia dal 1696 a Berlino, venne invitato a proseguire le ricerche della pietra filosofale a Dresda da Augusto il Forte. Stornato dalla trasmutazione della materia in oro e affiancato a Tschirnhaus nel perfezionamento della maiolica dall‟ottobre del 1707, all‟inizio dell‟anno seguente egli scoprì la protoporcellana rossa e la porcellana bianca nel laboratorio organizzato in un bastione dalle mura di cinta di Dresda (Jungfernbastei). (Johann Friedrich

Böttger. Die Erfindung des Europäischen Porzellan, a cura di Rolf Sonnemann, Eberhard Wätchler, Lipsia

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il Forte già dagli anni finali del Seicento.83 La manifattura era stata fondata con le patenti regie del 23 gennaio 1710 presso la fortezza di Albrechtsburg a Meißen, un luogo isolato scelto per serbare i segreti della ricetta (Arkanum) e della struttura dei forni. Il primo decennio di attività si configurò come una fase sperimentale in cui, oltre alla continuazione delle ricerche tese al perfezionamento della porcellana dura a pasta bianca, venne creato un grès porcellanato rosso (Böttgersteinzug), un genere che sarebbe diventato minoritario a partire dal terzo decennio del secolo, e vennero tracciate le prime strategie di vendita dei prodotti, destinati da subito, oltre che all‟arredo delle residenze elettorali, al commercio presso la fiera di Lipsia, quindi alle fiere di Karlsbad, Naumburg e Amburgo. A queste esigenze di mercato corrispose lo stabilimento di una duplice gestione, diretta per il settore di produzione dallo stesso Böttger e per le responsabilità amministrative dal Consigliere di Camera Michael Nehmitz e dal Consigliere di Commercio Matthis, quest‟ultimo soltanto all‟oscuro dell‟Arkanum.

La connessione della porcellana alle arti auliche venne da subito sottolineata nella scelta del primo modellatore, l‟orafo di corte Jakob Irminger (1635Ŕ1724), incaricato già nell‟autunno del 1711 di formare nelle due tipologie di protoporcellana dapprima stoviglie ispirate a modelli orientali e a maioliche e ad argenterie locali, quindi vasi da arredo con applicazioni a maschere e a tralci vegetali, realizzati su disegno dal regio architetto di interni e “Ordonneur du Cabinet Royal” Raymond LePlat (1664 - 1742). Tale repertorio di decorazioni a tutto tondo avrebbe presto perso prestigio in favore dell‟ornato pittorico affidato all‟orafo indipendente Georg Funcke (attivo 1713 Ŕ Anni Trenta), limitato in un primo tempo ai bordi lineari in oro e argento ed ampliati tra il 1715 e il 1720 in estesi motivi alla Bérain.

Successivamente alla scomparsa di Böttger (1719), la riforma organizzativa segnò l‟inizio di una nuova fase, rilevante a tal punto da indurre Marcolini a individuare in essa il momento chiave della fondazione.84 Il perfezionamento delle macchine e dei forni che portò a una notevole riduzione dei difetti di produzione, l‟applicazione dei sedici colori in ossidi minerali scoperti dai pittori David Köhler e Johann Gregorius Höroldt (Jena 1696 Ŕ

83 Le collezioni dello Japanisches Palais contavano 35000 pezzi alla morte di Augusto II di Polonia.

84 Svariate fonti individuano comunque la data della fondazione della manifattura dopo la scomparsa di

Böttger (“1710 ward die Fabrik zu Meissen angelegt; aber Alles kam erst nach Böttichers Tode vollkommen zu Stande. Er starb 1719”; „Nel 1710 la fabbrica di Meissen venne fondata, benché il tutto sia pervenuto a un solido stabilimento dopo la scomparsa di Böttger, che morì nel 1719.“) Anonimo, Grundriss der

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Meißen 1775) tra il 1717 e il 1724 e il repertorio di modelli à la Chine inventati da Höroldt85 furono i primi capisaldi del successo della fabbrica, che ora veniva a specializzarsi nei servizi da bevanda e da tavola e dei vasi da arredo. Risale a questo periodo anche la classificazione dei prodotti in tre specie commerciali, suddivise a seconda delle deformazioni subite durante la cottura in:

- pezzi condotti a regola d‟arte (Gut)

- pezzi danneggiati ma ancora utilizzabili (Mittelgut) - pezzi irrecuperabili per l‟uso (Brac).86

Gli artigiani vennero ripartiti tra il “corpo bianco” (Weisses Corps), composto da stampatori di stoviglie (Former), tornitori (Dreher) e plasticatori (Poussirer) e il “corpo dei pittori” (Mahler-Corps) che riuniva i coloritori di sculture e delle decorazioni di minore entità (Staffierer), i pittori di figure blu cobalto sotto coperta (Blaumahler), i pittori di figure a colori sopra coperta (Buntmahler) e i pittori a smalto e doratori (Emailleur- Vergolder).87

A stabilire il successo internazionale della manifattura contribuì l‟invio di doni di rappresentanza politica: in seguito all‟invio delle protoporcellane regalate all‟alleato nella Guerra di Successione Spagnola e cugino di secondo grado di re Augusto, Federico IV di Danimarca (1711), e dei vasi in porcellana bianca per il reggente Filippo d‟Orléans (1715), si registrano in proprio nel terzo decennio del Settecento i vasi per Vittorio Amedeo II di Savoia (1725), i servizi per la futura zarina di Russia Elisabetta, per Federico Guglielmo e

85 Höroldt, miniaturista attivo tra il 1719 e il 1720 nella neonata fabbrica di porcellane di Vienna, è noto per

aver importato a Dresda un ampio repertorio iconografico all‟orientale acquisito nella capitale imperiale. Negli Anni Venti il Mahler-Corps esordì come atelier di dodici dipendenti, specializzati nella realizzazione di decori alla cinese, fiori e figure e decoratori di margini; all‟inizio degli Anni Venti Höroldt lavorava con venticinque dipendenti e undici apprendisti. Dal 1746 al 1763 i generi si moltiplicarono, in una suddivisione fluida a seconda delle epoche. Per comodità, si prende a riferimento in questa sede la lista dei pittori stabilita nel 1774 all‟inizio dell‟Epoca Marcolini, la più dettagliata ed ordinata gerarchicamente: pittori di Storia e di Genî; pittori di Figura; pittori di Animali; pittori di Paesaggi e Prospettiva; pittori di Architetture; pittori di Battaglie e Cacce; pittori di Uccelli; pittori di Frutta e Fiori; pittori di Fiori; incisori in Oro; pittori di fiori

Deutschen Blumen blu; decoratori; pittori di Indianischen Blumen e pittori su stoviglie Brac; donne attive

come pittrici di Mosaici; riparatrici di Figure; doratrici e pittrici di monogrammi; decoratrici di anse; decoratrici in oro; pittrici di Blaumalerei. Rainer Rückert, Biographische Daten der Meißen Manufakturisten

des 18.Jahrhundert, Monaco 1990, p. 136.

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Per i primi sessant‟anni di attività è impossibile riferire con esattezza le percentuali dei risultati qualitativi, che vengono registrate sistematicamente soltanto a partire dal Periodo Marcolini.

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Sofia Dorotea di Prussia e per il precettore del diciottenne Luigi XV, il cardinale André de Fleury, partiti da Dresda nel 1728.88

In seguito alla riforma amministrativa del 1731, che oltre a rafforzare i controlli e la protezione dell‟Arkanum concesse maggiore autonomia al laboratorio di pittura guidato da Höroldt, gli anni Trenta furono connotati dalla moltiplicazione dei linguaggi artistici, affiancando ai manufatti à la Chine la produzione degli animali a dimensioni reali destinati allo Japanisches Palais, realizzati dagli scultori in pietra Johann Gottlieb Kirchner (Merseburgo 1706 Ŕ Dresda 1768; in attività tra il 1727 e il 1733) e Johann Joachim Kaendler (Fischbach 1706 Ŕ Meißen 1775), primo modellatore dal 1731:89 tale nomina dichiarava la scelta di un rafforzamento nella produzione scultorea accanto alla formazione di servizi da tavola e di vasi d‟arredo, individuando in essa il settore di punta dell‟attività. Sotto il regno di Augusto III la manifattura raggiunse il più alto grado di apprezzamento a livello europeo. L‟apice produttivo era individuato nelle stoviglie, negli imponenti impianti tardo barocchi dei servizi per Federico I di Svezia (1732) e per l‟incoronazione di Augusto III (1733) e il “Servizio del Cigno” per il primo ministro Brühl (1736-1742), che divenne direttore della manifattura nel 1738; a questi si aggiungevano le forme naturalistiche di stampo rococò con ornato floreale, variando dall‟imitazione degli stilemi dell‟Estremo Oriente (Indianische Blumen) a una più realistica pittura di fiori di stampo europeo (Deutsche Blumen). Ai servizi si aggiungevano statue da arredo di dimensione non superiore al cubito e di smercio assai ampio, raffiguranti scene galanti alla Chardin, temi arcadici, battaglie, personaggi esotici e della commedia dell‟arte, connotate da forme fluide rese possibili dall‟utilizzo di una pasta più facilmente malleabile, contenente un‟alta percentuali di feldspati, e che traevano ispirazione dalle incisioni apprestate a Kaendler da Heinrich von Heinecken, segretario di Brühl e direttore del Gabinetto Elettorale di Stampe dal 1746. In questo periodo, la monumentalità delle forme avrebbe raggiunto il suo apice in due opere dedicate ad Augusto III, il trionfale apparato da tavola del Tempio della Gloria (1748) e il monumento equestre del sovrano, progettato

88 Fragile Diplomacy. Meissen Porcelain for European Courts ca. 1710 – 1763, catalogo della mostra a cura

di Maureen Cassidy - Geiger (New York, The Bard Graduate Center for Studies in the Decorative Arts, Design and Culture, novembre 2007 Ŕ febbraio 2008) New York 2007.

89 Nei tardi Anni Venti i repertori di Meißen si allontanano dall‟argenteria per avvicinarsi alla scultura in

pietra con i vasi disegnati degli scultori di Corte Balthasar Permoser, Paul Heermann e Benjamin Thomae. Kaendler stesso era allievo di Thomae. Walcha, Meißner…cit., p. 36; Siegfried Asche, Balthasar Permoser:

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nel 1751 con un modello preliminare realizzato da Kaendler e interrotto nel 1756 dagli eventi bellici che segnarono il declino della manifattura.

Durante l‟occupazione prussiana, che già dal suo inizio proibì ogni attività produttiva e determinò la vendita degli oggetti conservati nei tre magazzini di Meißen, Dresda e Lipsia, gli operai furono costretti a difendere i segreti di produzione distruggendo i forni e a nascondendo la pasta e gli arcanisti dovettero emigrare alla notizia di una visita ispettiva concessa da re Federico II a Wilhelm Kaspar Wegely (Berlino 1714 - 1764), proprietario della prima manifattura di porcellana prussiana, fondata cinque anni prima a Berlino. Benché impedito ad impossessarsi dell‟Arkanum, quest‟ultimo riuscì ad attrarre verso la propria fabbrica artisti attivi presso l‟Albrechtsburg, primo tra tutti il plasticatore Friedrich Elias Meyer (Erfurt 1723 Ŕ Berlino 1785), che nel 1761 si sarebbe trasferito a Berlino e vi avrebbe ricevuto la nomina di primo modellatore.90 Dopo pochi mesi di stallo, all‟inizio del 1757 la fabbrica venne data dal governo prussiano in concessione a un consorzio formato dal consigliere di commercio Georg Michael Helbig (Ahrensfeldt 1713 Ŕ Annaberg-Großkölzig 1774), già commerciante e contabile presso la fabbrica, dal fermiere generale dell‟accisa e consigliere segreto Giuseppe Bolza e dal primo consigliere di economia Johann Friedrich Thielemann. Nonostante questa misura di contenimento alla crisi nazionale, gli alti affitti imposti dal governo di Prussia, i bassi stipendi che causarono una serie di proteste dei lavoratori, l‟atterramento della produzione e la svendita delle merci a prezzo assai ridotto minarono in modo significativo l‟andamento della fabbrica. A ciò si deve aggiungere la reazione della concorrenza: al pari della fabbrica di Wegely, rilevata dalla monarchia berlinese al termine della Guerra dei Sette Anni come Königliche Portzellan Manufaktur, approfittarono dei sette anni di disagio la Manifattura Imperiale di Vienna, la prima gemmazione di Meißen fondata nel 1719, che assunse lavoratori provenienti dalla Sassonia,91 e le attività che ampliarono i loro interessi a discapito della

90 Wegely fondò la fabbrica nel 1751; all‟inizio del conflitto anche la manifattura di Berlino visse un

momento di crisi parallelo a Meissen, da cui si riprese all‟inizio degli anni Sessanta grazie alla sapiente direzione del mercante di galanteries Johann Ernst Gotzowsky (Konitz 1710 Ŕ Berlino 1775) e al contributo di numerosi artigiani già attivi presso l‟Albrechtsburg. Tra questi contano, oltre al più famoso Meyer, i pittori Karl Jakob Klipfel (1727 Ŕ 1806; dal 1762 ispettore del reparto di pittura a Berlino) Carl Wilhelm Böhme, Johann Balthasar Borrmann e Carl Toscani (quest‟ultimo lavorò anche a Frankenthal, Kassel e Kopenhagen). Nel 1763 Federico II la acquistò come manifattura règia, facendola marchiare con lo scettro reale di Prussia e favorendone gli affari con la promozione di un embargo contro la porcellana di Meissen. (Winfried Baer, Ilse Baer, Suzanne Grosskopf-Knaack Von Gotzkowsky zur KPM. Aus der Frühzeit des

friderizianischen Porzellans, Berlino 1986).

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La manifattura di Vienna aveva avuto vita proprio grazie a una diserzione da Meißen, con la fuga in Austria del rivale di Köhler, il pittore Samuel Stöltzel, che nel 1719 mise le proprie conoscenze al servizio di Innozentius Claudius Du Paquier, agente di guerra imperiale intenzionato ad aprire una fabbrica. Un‟altra

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Sassonia, quali le manifatture fondate dall‟arcivescovo di Magonza Giovanni Federico Carlo di Ostein a Höchst nel 1746, da Massimiliano III di Baviera a Nymphenburg e da Carlo di Brunswick-Wolfenbüttel a Fürstenberg nel 1747, da Carlo Eugenio di Württemberg a Ludwigsburg nel 1758.92 Fu in questo periodo che crebbero in modo vertiginoso gli affari dello stabilimento di Vincennes, produttore di porcellana tenera che, rifondato a Sèvres tra il 1756 e il 1759 sotto la protezione della Pompadour e inserito tra i Beni della Corona, si sarebbe specializzato all‟inizio degli anni Settanta nella produzione di porcellana dura strappando a Meißen la sua posizione di supremazia in Europa. In breve i ceti dominanti dell‟intero continente avrebbero preferito ai prodotti sassoni le sinuose statue bianche e le stoviglie con pitture tratte dalle Metamorfosi di Ovidio, con temi ispirati alle leziosità di François Boucher e alle colloquiali scene di genere borghesi di Jean-Baptiste Greuze, condizionando i modelli formali e iconografici delle altre manifatture.

Alla fine della guerra, appariva necessaria per la rinascita della manifattura sassone ormai duramente segnata una riforma condotta in linea con le misure risanatorie del Rétablissement. Affidata insieme alle amministrazioni finanziarie sassoni alla supervisione alla regina Maria Antonia, la nuova organizzazione venne ufficializzata il 2 febbraio 1764 dal reggente Saverio: questi affiancò al Consigliere Segreto designato come direttore da Augusto III al suo ritorno in Sassonia dopo la parentesi polacca, Carl von Nimpsch, il co- direttore barone Maximilian Robert von Fletscher (?1714 - Klipphausen 1794). Questi, ideatore delle nuove strategie di mercato, decise per lo smercio delle porcellane di utilizzo corrente, in direzione opposta agli indirizzi di Helbig, che rimasto commissario della manifattura, propugnava il mantenimento della fabbrica come produttrice esclusiva di arti suntuarie. Meißen assicurò una sensibile diminuzione dei prezzi, che risultavano abbattuti soprattutto per la scultura di piccola dimensione, un genere che tra gli anni Trenta e

prolifica delazione fu attuata dal pittore Adam Friedrich von Löwenfinck (1714 - 1754), che permise la nascita di quattro manifatture con la sua fuga ad Ansbach (1740), Fulda (1741), Höchst (1746) e Strasburgo (1750). Walcha, Meißner…cit., pp. 43-44; Phantastische Welten: Malerei auf Meissener Porzellan und

deutschen Fayencen von Adam Friedrich von Löwenfinck (1714–1754), catalogo della mostra a cura di

Ulrich Pietsch (Dresda, Porzellansammlung 2014) Dresda 2014.

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Negli stessi anni il cugino di Amalia Augusta, Carlo Teodoro di Palatinato-Sulzbach, decise di proteggere la fabbrica nata a Frankenthal nel 1755 dall‟iniziativa privata da Paul Hannong (Magonza 1700 Ŕ Strasburgo 1760), ceramista di Strasburgo costretto l‟anno precedente ad abbandonare i tentativi di produzione di porcellana nella propria città dalla ben più potente manifattura reale di Vincennes. Barbara Beaucamp- Markowsky, Die Porzellanmanufaktur Frankenthal, in Lebenslust und Frömmigkeit. Kurfürst Carl Theodor

zwischen Barock und Aufklärung, catalogo della mostra a cura di Wieland König, Hansjörg Probst, Alfried

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Cinquanta aveva guadagnato alla fabbrica la maggior fama internazionale ma che sovente si era risolto in perdita e che al momento era assai meno apprezzato delle galanteries; furono disincentivati gli articoli di lusso il cui prezzo scoraggiava gli acquirenti, quali le tabacchiere che furono rimpiazzate dalle omologhe in oreficeria,93 e limitati gli utilizzi di rappresentanza, destinando un ristretto numero di stoviglie alla fornitura della Corte e all‟utilizzo diplomatico.

Dal punto di vista produttivo, il principale investimento del periodo è da individuarsi nella formazione dei futuri artisti con la fondazione nel 7 febbraio 1764 della Scuola di Disegno della fabbrica,94 sovvenzionata da un fondo interno e diretta per i primi sei anni dal pittore di corte e copista della Gemäldegalerie Christian Wilhelm Ernst Dietrich (Weimar 1712 Ŕ Dresda 1774; collocato a riposo nel 1770):95 l‟asciutto classicismo di questi, sfociante talvolta in una rielaborazione manierata delle galanterie alla Watteau, non ebbe particolare incidenza sulla produzione della manifattura, che continuava a esprimersi nelle creazioni rococò di Kaendler. Una maggiore influenza fu segnata dal suo successore Johann Eleazar Zeissig, detto Schenau dall‟antico nome del suo borgo natale (Großschönau 1737 Ŕ Dresda 1806). Ex allievo del direttore della Scuola del Disegno di Corte, il parigino Charles François De Silvestre (Parigi? 1712 Ŕ Parigi 1780), allo scoppio della Guerra dei Sette Anni si era rifugiato con il maestro a Parigi, restando influenzato dall‟opera di Greuze e di Chardin; assunto come pittore a Sèvres venne richiamato in patria come insegnante all‟Accademia di Dresda (1772) quindi alla scuola di Meißen (1773), dove avrebbe insabbiato definitivamente ogni influenza di Höroldt, che col pensionamento del 1765

93 Archiv der Staatlichen Porzellanmanufaktur Meißen (StPMMA), AA I Aa 51, p. 175v. Rapporto di

Fletscher a Federico Augusto, 22 ottobre 1765, riportato in Alessandro Monti, Der Preis des "weißen

Goldes": Preispolitik und -strategie im Merkantilsystem am Beispiel der Porzellanmanufaktur Meißen 1710 – 1830, Monaco 2011, p. 214. (“Es hat […] die Fertigung feiner Tabatieren aufhören müßen, weil

wegen des hohen Anschlags sich darzu selten Liebhaber haben finden wollen.“ Si è dovuta interrompere la realizzazione delle raffinate tabacchiere perché a causa dell‟alto preventivo si sono trovati rari amatori”).

94 Robert Röttgen, The Book of Meissen, Atglen 1984, p. 162.

95 Dietrich (Weimar 1712 Ŕ Dresda 1774) pittore di corte dal 1741, fu copista della Gemäldegalerie dalla sua

fondazione nel 1746 e incontrò il gusto francese al punto che “i suoi dipinti, disegni e incisioni non vengono venduti così cari da nessun‟altra parte che in Parigi” (“In Copieren besaß er eine ganz unglaubliche Geschicklichkeit […] Nirgends werden seine Schildereien, Zeichnungen und Kupferstiche so theuer bezahlt, als in Paris”. Carl Gottlob Hirsching, Historisch-literarisches Handbuch berühmter und denkwürdiger

Personen, welche in dem 18. Jahrhunderte gestorben sind, Lipsia, Schwickert, 1795, p. 16). Per motivi di salute egli fu direttore effettivo della Scuola di Disegno soltanto per un anno, riservandosi il più comodo insegnamento presso l‟Accademia di Dresda; dopo il suo allontanamento, prima che Schenau rilevasse l‟incarico, nel luglio del 1771 venne chiamato “a coadiuvare il maestro di disegno Dietrich” Christian Gottlieb Grahl (Dresda 1724- Meißen 1781), pittore della manifattura dal 1743, stipendiato dal 1763 come pittore di figura a colori e dal 1768 come pittore di prima classe. Petra Schniewind Michel, Christian

Wilhelm Ernst Dietrich, Monaco di Baviera 2012; R. Jansen, voce Grahl, Christian Gottlieb in Saur,

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poneva termine a una carriera quarantennale impostata soprattutto sulla chinoiserie tardobarocca.96

Dall‟aprile 1764, per aggiornare la “monotonia e mediocrità” dei prodotti, Fletscher risolse di “inviare due o tre fabbricanti verso quei luoghi in cui si possa trovare gran quantità di cambiamenti, attraverso cui migliorare le capacità e la sensibilità verso un