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5. Sperimentazione didattica e risultati

5.2. Chi troppo stroppia: riflessioni critiche sui risultati raggiunti

5.2.2. Apprendimento cooperativo e protoglobalizzazione: un bilancio critico

Rimane da valutare, infine, la nostra ipotesi di ricerca-azione. L'interdipendenza che si registra tra gli alunni nell'ambito dell'apprendimento cooperativo può aiutarli a cogliere e capire l'interdipendenza che caratterizza la storia dei vari continenti durante l'Età moderna?

Siccome non disponiamo della possibilità di effettuare una “controprova” utilizzando un'altra modalità didattica, abbiamo specificato nel capitolo tre che ci saremmo limitati ad osservare se il ricorso all’apprendimento cooperativo è stato efficace per raggiungere il nostro obiettivo. In questo senso, abbiamo sottolineato come l’allievo debba (a) aver capito il proprio approfondimento e quello dei compagni, (b) aver operato i necessari legami tra i vari approfondimenti e aver acquisito così una visione d'insieme. Per capire se gli allievi hanno “capito e legato” (e, dunque, se l'ipotesi è da considerarsi valida) si sono elaborati numerosi indicatori, e questi ultimi sono stati verificati puntualmente. L'insieme di questi risultati figura nell’allegato 20. Quali osservazioni formulare a partire da questi dati?

Innanzitutto, mi sembra di poter affermare che gli alunni hanno globalmente capito i singoli approfondimenti. Pur tenendo in conto le difficoltà che si sono a volte registrate nelle presentazioni

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orali, e che hanno spinto il docente a intervenire in maniera più puntuale rispetto a quelli che erano gli obiettivi iniziali, gli allievi mi sembrano comunque aver capito i punti chiave delle varie tematiche esposte (e i risultati del testi finale lo confermano). Inoltre, essi hanno acquisito una comprensione globale del periodo studiato, anche se su questi aspetti si rimanda alle difficoltà analizzate nel capitolo 5.2.1.

Per quel che concerne la costruzione di legami, gli allievi sono riusciti in modo soddisfacente a legare il loro tema al percorso dell'argento spagnolo, e anche a legare tra loro i vari sottotemi nel quadro delle diverse introduzioni. Quello che invece è venuto parzialmente a mancare è, da un lato, la coscienza dell'importanza del proprio lavoro all'interno della riuscita complessiva dell'attività (ma per questi aspetti si rimanda al capitolo 5.1) e, soprattutto, la capacità di tessere dei legami “spontanei” con i lavori degli altri gruppi.

È su quest'ultimo punto che voglio soprattutto concentrare le mie riflessioni: da un lato, rinnovo il mea culpa già fatto in precedenza. I testi e gli argomenti erano complessi, e forse questo ha fatto sì che risultasse difficile, per gli allievi, riuscire a tessere dei legami. D'altro canto, ritengo però che alcuni di questi legami dovevano e potevano essere realizzati dagli alunni, anche solo sotto forma di “rimando” a quanto visto la settimana precedente: per non fare che un esempio, i legami tra il gruppo 1b (che riguardava l'ascesa dell'Olanda e dell'Inghilterra) e il gruppo 2 (sull'Asia) erano decisamente evidenti, e mi aspettavo dunque che gli allievi riuscissero ad esplicitarli.

Dato il loro carattere per certi versi “ovvio”, non credo che la costante non-esplicitazione di questi legami sia da attribuire ad una qualsiasi forma di incapacità: gli allievi hanno d'altronde legato molto bene il loro approfondimento al quadro d'insieme rappresentato dall'argento. Il punto cruciale risiede a mio avviso nel fatto che, diversamente dai legami che gli studenti dovevano obbligatoriamente tessere tra il loro approfondimento e il percorso globale, questi legami tra i vari lavori non sono stati richiesti esplicitamente. Forse prigionieri di una scuola “troppo scolastica”, nella quale spesso gli alunni si limitano a svolgere il loro “mestiere d'allievo”, gli allievi hanno dunque svolto ciò che veniva loro richiesto senza però cercare di mettere in relazione tra loro le conoscenze acquisite nelle varie tappe del percorso.

Lungi dall'essere una vuota critica ai nostri alunni, questo punto dovrebbe spingere noi insegnanti a interrogarci profondamente sul nostro operato: se gli allievi adottano questa mentalità, è perché, a conti fatti, essa si rivela pagante nel tipo di scuola che conosciamo oggi.

Da questo punto di vista, ritengo che un'attività come quella presentata in queste pagine, pur con tutti i suoi limiti e pur con tutti i miglioramenti del caso, debba continuare ad essere presentata, non fosse altro che per incoraggiare gli allievi – attraverso le modalità didattiche del lavoro cooperativo – a costruire da soli il quadro di insieme e a concorrere dunque in maniera autonoma a dare spessore e significato alle conoscenze acquisite.

Per tornare alla verifica dell'ipotesi, ritengo comunque che gli indicatori (in maggioranza positivi) mostrino che la modalità dell'apprendimento cooperativo è stata complessivamente efficace nel raggiungere gli obiettivi che mi ero prefissato.

Particolarmente interessante è stato, inoltre, il momento di metacognizione che si è aperto alla fine di una delle presentazioni: dopo aver affrontato il tema sull'Asia, all'interno di una breve ricapitolazione ho richiamato alcuni elementi importanti del gruppo che si era occupato dell'ascesa economica dell'Olanda. A quel punto, un allievo ha alzato la mano per sottolineare come lui, personalmente, non avesse capito alcuni dei punti chiave dell'approfondimento del gruppo 1b e come questo non gli avesse permesso di capire completamente l'arrivo dei nuovi attori olandesi nel commercio euroasiatico. A partire dalla domanda, è stato dunque possibile effettuare una riflessione con i ragazzi sull'importanza di ogni tema per la comprensione non solo dei temi successivi ma dell'insieme del percorso svolto. Altrimenti detto, si è riuscito a spingere gli allievi a riflettere proprio sul parallelismo esistente tra il metodo di lavoro adottato e le caratteristiche della storia mondiale durante l'Età moderna, ciò che ha permesso sicuramente agli allievi di diventare maggiormente coscienti dell'interdipendenza che contraddistingue la storia dei vari continenti durante i secoli XVI-XVIII.

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