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Appunti lessicali per un glossario

STUDIO CRITICO 1 Breve archeologia del testo e peculiarità del titolo

11. Appunti lessicali per un glossario

In aggiunta alla traduzione integrale del testo è parso opportuno fornire questo elenco di notabilia lessicali ed etimologici accompagnati da un succinto commento. Le voci sono corredate da una breve descrizione, dalle indicazioni bibliografiche a cui si rinvia per ulteriori approfondimenti e, infine, dalla localizzazione della prima attesta- zione del lemma nel testo della Polimétrica (nel formato pagina.rigo).

acaloñar (v.): 'vendicare, castigare, esigere riparazione'; < lat. CALUMNIARE; forma popolare diffusasi grazie all’acast. caloña, dal quale discende l’allotropo caloñar; cf. DCECH s.v. calumnia; DEDA s.v acaloñar; TDMS s.v. acalonnar; 98.18.

alevoso (agg.): 'sleale'; < acast. aleve ('tradimento') < ar. isp. al ‘áyb; cf. DRAE s.v. alevoso; DU CANGE s.v. alevosus; DCECH s.v. aleve; TDMS s.v. aleuoso; 174.8.

alfín (s.m.): 'acero'; < ar. isp. al hind; cf. DCECH s.v. alinde; 113.1.

almadraque (s.m): 'cuscino'; < ar. isp. *almaṭráḥ; cf. DCECH s.v. almadraque; TDMS s.v. almadraque; 58.2.

CXIII

almófar (s. m.): 'camaglio, cappuccio di cotta'; < ar. isp. almáḡfar < ar. miḡfar; parte dell’armatura che protegge testa e collo; cf. DCECH s.v. almófar; TDMS s.v. almofar; DRAE s.v. almófar; 49.11.

ambidos (avv.): 'forzatamente, malvolentieri'; < lat. INVITUM; forma dialettale leonese per acast. amidos; cf. DCECH s.v. amidos; TDMS s.v. amidos; 142.5.

armonía (s.f.): 'armonia'; è la fedele traduzione del fr. armonie del v. 14782 del Roman de Troie («Rote, viële e armonie»), probabilmente il lemma allude a uno strumento musicale sconosciuto; cf. CONSTANS 1911: 109; 238.5.

avieso (s.m.): 'contrario'; < lat. AVERSUM; il s.m. avesso sopravvive in portoghese con il medesimo significato; cf. TDMS s.v. avieso; DPLP s.v. avesso; 247.17.

barbacana (s.f.): 'palizzata, muraglia difensiva'; < ar. isp. báb albaqqára ('porta della vacca'); si tratta di un sistema di protezione provvisorio, allestito in posizione più avanzata rispetto alle mura cittadine; cf. DCECH s.v. barbacana; TDMS s.v. barbacana; FEW XIX,p. 20a; 9.1.

batalla (s.f.): (1) 'truppa, parte dell’esercito' oppure (2) 'battaglia, scontro'; < fr. bataille < lat. BATTUALIA; progressivamente il termine perde questo significato e assume quello attuale di 'battaglia', soppiantando l’acast. lid; cf. DRAE s.v. batalla; GAGO- JOVER 2002 s.v. batalla; (1) 48.12, (2) 2.16.

brafonera (s.f.): 'parte dell’armatura che copre gli arti', in particolare 'gambale'; < cat. braonera < frk. brado ('parte carnosa del corpo'); cf. DCECH s.v. brahón; DRAE s.v. brafonera; TDMS s.v. brafunera; FEW XV-1,p. 234a; 58.2.

brial (s.m.): 'bliaut'; < aprov. blial e afr. bliaut; indumento tipico medievale; cf. DCECH s.v. brial; TDMS s.v. brial; FEW XXI, p. 517a; 27.18.

cárcava (s.f.): 'fossato difensivo'; < sp. cácavo < lat. CACCABUS ('pentola, paiolo'); cf. DCECH s.v. cárcavo; TDMS s.v. carcaua; 9.1.

CXIV

ciclatón (s.f.): 'tessuto pregiato in seta ricamato in oro, broccato'; < ar. siqlaṭûn,

variante di ar. siquillâṭ; cf. DCECH s.v. escarlata; TMDS s.v. ciclaton; FEW XIX, p. 159a; 250.17.

cicatrón (s.f.): v. ciclatón, cf. MENÉNDEZ PIDAL 1934a: 213; 58.3.

conortar (v.): 'confortare, incoraggiare'; < lat. volg. CONHORTARE < lat. CONFORTARE; cf. DCECH s.v. exhortar; TDMS s.v. conortar; FEW II, p. 853a; 68.1. derranchar (v.): 'uscire dai ranghi' o anche 'scagliarsi'; < afr. desrangier; cf. DCECH s.v.

rancho; TDMS s.v. derranchar; FEW XVI p. 243b; 15.1.

desí (avv): 'così, poi'; < lat. DE+EX+IBI; forma arcaica lessicalizzata per desde allí, después; cf. DCECH s.v. y (II); TDMS s.v. desi; KASTEN-NITTI s.v. desí; 3.20

desoúno (avv.)306: 'insieme, congiuntamente'; < lat. DE SUB UNO; la preposizione so (< SUB) 'sotto' perde qui il suo valore preposizionale per assumere funzione avverbiale, segnatamente modale; cf. TDMS s.v. desouno; DRAE s.v. consuno, DCECH s.v. asonada; 3.16.

embiar por alguien (locuzione): 'chiamare qualcuno, convocarlo'; cf. DEDA s.v. enviar; 154.16.

enxeco (s.m.): 'difficoltà'; < ar. isp. iššáh < ar. šiqq; il termine è antico e diffuso in tutte le aree della penisola iberica; cf. DRAE s.v. enjeco; DCECH s.v. enjeco; TDMS s.v. enxeco; 93.6.

espentar (v.): 'conficcare, custodire'; < arag. empentado < lat. IMPINCTU; Corominas segnala come questa accezione sia attestata nella sola Polimétrica; cf. DCECH s.v. empellón; MENÉNDEZ PIDAL 1934a: 391-393; MENÉNDEZ PIDAL 1934b; 185.16. foracar (v.): 'perforare'; < lat. FORARE; forma intermedia tra foradar e buraco ('buco'),

termine diffuso in aree settentrionali e in Portogallo, di probabile origine preromana (forse celtica); cf. DCECH s.v. horadar; TDMS s.v. foracar; 140.2.

CXV

gargates (s.m.): 'giaietto'; < afr. gagate < lat. GAGATES; è la fedele traduzione del v. 14662 del Roman di Benoît («E li quarz fu d'un guagatès»). Stando allo stemma Constans, è attestata anche una variante gargatès. Si tratta di una pietra dura, usata in oreficeria; cf. DCECH s.v. azabache; FEW IV, p. 21a; TOBLER-LOMMATZSCH s.v. gagatès; REW 3635;223.5.

helo (avv.): 'eccolo'; < ar. isp. há < ar. hā + pron. personale; oltre ai pronomi, può legarsi anche ad altri avverbi locativi (aquí, allí, ecc.) ed è utilizzato per segnalare qualcosa a qualcuno; cf. DRAE s.v. he; DCECH s.v. he; 270.8.

hijo de ganançia (locuzione): 'figlio naturale, nato fuori dal matrimonio'; ganancia indica generalmente il 'profitto': la traduzione letterale della locuzione sarebbe dunque 'figlio del mercimonio'; cf. DRAE s.v. hijo; 105.14.

lestre (s.m): 'ambra'; è la traduzione di afr. leutre (< lat. ELECTRUM) del v. 14659 del Roman di Benoît («L'uns fu de leutre precios»). Non ci sono altre attestazioni del lemma. La Crónica Troyana de Alfonso XI e la Cronica troiana galega riportano invece liste, cf. DDGM s.v. liste; CONSTANS 1911:213;233.3.

mesiello (agg.): 'misero, infelice'; < lat. MISELLUM; cf. CEJADOR Y FRAUCA s.v. mesiello, mesiello, mexillo; TDMS s.v. mesiello; REW 5607;183.12.

mexiella (s.f.): 'mascella', < lat. MAXILLA;sebbene il termine passi poi ad identificare la guancia, il DRAE attesta un antico significato etimologico; cf. DRAE s.v. mejilla, DCECH s.v. mejilla; 10.4

niche (s.f.): 'onice'; è la traduzione di afr. oniche del v. 14661 del Roman di Benoît («D'une oniche li tierz après»). Non ci sono altre attestazioni del lemma. La Crónica Troyana de Alfonso XI traduce michél; 233.5.

orfiana (s.f.): 'ossidiana'; è la traduzione di afr. ofiane del v. 14763 del Roman dei Benoît («D'une ofiane fu ovrez»). Non ci sono altre attestazioni del lemma. La Crónica Troyana de Alfonso XI traduce fiana; 237.13.

orofrés (s.m): 'decorazione in oro'; < afr. orofreis prov. aurfrés, afr. orofreis; cf. DRAE s.v. orifrés, DCECH s.v. oro, TDMS s.v. orofres, FEW VIII, p. 402a; 44.10.

CXVI

par (prep.): 'per'; < lat. PER; utilizzata esclusivamente nelle formule di giuramento; cf. DRAE s.v. par, DCECH s.v. para; CEJADOR Y FRAUCA s.v par; TDMS s.v. par2;

114.15.

peña (s.f.): (1) 'pelle' oppure (2) 'piedra dura'; < lat. PINNA ('piuma, ala' e poi 'merlo, pinnacolo'); stando a Corominas, il vocabolo appare in «molti testi antichi» (tra cui il Libro de Alexandre e il Poema de Alfonso XI) nell’accezione di 'pietra', sebbene il significato più antico sia proprio quello etimologico di 'pelle', spesso usata per foderare abiti e mantelli; cf. DCECH s.v. peña; DRAE s.v. peña; TDMS s. v. penna1 e

penna2; (1) 176.6 (2) 199.3.

plez (s.m.): 'onore, pregio' ; < prov. pretz < lat. PRETIUM; forma dialettale leonese dell’acast. prez; cf. DRAE s.v. prez; DCECH s.v. precio; TDMS s.v. prez; FEW IX, p.

371a; 14.4.

popar (v.): 'perdonare'; < lat. PALPARE; voce castigliana condivisa con il galego- portoghese (poupar) dal significato generico di 'trattare con cura'. Esce precocemente dall’uso in castigliano (sostituita dal ben più diffuso palpar), mentre in portoghese rimane vitale fino ai giorni nostri; cf. REW 6175; DCECH s.v. palpar, DDGM s.v. poupar, DPLP s.v. poupar; TDMS s.v. popar; 107.18.

prendedero (s.m.): 'spilla'; < cat. presa 'artiglio, mano'; identifica l’oggetto che assicura e ferma il velo sui capelli; cf. DRAE s.v. prendedero; DCECH s.v. prender; TDMS s.v. prendero; 167.15.

privado (agg.): 'intimo, privato, favorito', < lat. PRIVATUS < PRIVARE; l’accezione, frequente nei testi antichi, secondo Corominas, non è da considerarsi un cultismo; cf. DRAE s.v. privado; DCECH s.v. privar; TDMSs.v. privuado; 103.15. privado (avv.): 'velocemente, immediatamente'; < prov. abrivar; termine d’uso assai

frequente nel Medioevo; cf. DRAE s.v. privado; DCECH s.v. privar; TDMS s.v. privuado; FEW I, p. 542a; 106.9.

quexada (s.f.): 'mascella'; < lat. volg. *CAPSEUM < lat. CAPSA ('cassa'); certamente deve essere esitito un sostantivo primitivo in acast. modellato sul prov. cais,

CXVII

ancora vivo, ad esempio, in port. queixo; cf. DRAE s.v. quijada; DCECH s.v. quijada; FEW II, p. 316a; DDGM s.v. queixada; DPLP s.v. queixo; 245.1

quexar (v.): 'colpire violentemente'; < lat. volg. *QUASSIARE < lat. QUASSARE; è lo stesso di aquejar; cf. REW 6490; FEW p. 1434b; DRAE s.v. quejar; DCECH s.v. quejar; TDMS s.v. quexar1; 9.21.

recabdar (v.): 'stabilire'; < lat. volg. RECAPITARE; l’accezione primaria è quella di 'conseguire, ottenere, riuscire', ma è frequente nei testi letterari delle origini, il significato analogo di 'disporre' ; cf. DCECH s.v. recaudar, TDMS s.v. recabdar; 171.9. recudir (v.): 'ritornare, rimbalzare'; < lat. RECUTERE; forma primitiva ed etimologica, progressivamente sostituita da acudir con slittamento semantico; cf. REW 7140; DRAE s.v. recudir; DCECH s.v. acudir; TDMS s.v. recodir; 86.11.

refierta (s.f): 'recriminazione, contestazione, obiezione'; < acast. refertar ('biasimare') < lat. volg. *REFERITARE; l’accezione del termine è tipicamente medievale, oggi reyerta significa per lo più 'contesa'; cf. REW 7152; DRAE s.v. reyerta; DCECH s.v. reyerta; TDMS s.v. refierta; 217.4.

reninchar (v.): 'nitrire'; < lat. volg. *HINNICLARE < *HINNITULARE < lat. HINNIRE; la forma moderna è dissimilata (relinchar); cf. DRAE s.v. relinchar; DCECH s.v. relinchar; TDMS s.v. relinchar; REW 4138; 139.15.

rota (s.f.): 'crotta'; < fr. rote < germ. *hrôta; si tratta di uno strumento musicale a corde tipicamente medievale. La forma rota, non presente nel DCECH, è garantita dal galego e dal portoghese moderni; cf. TDMS s.v. rota2; FEW XVI, p. 250a; REW

4217; DPLP s.v. rota; DRAG s.v. rota; 238.5.

sardis (s.m.): 'sardonice'; < lat. SARDONYX; si tratta di una pietra dura; cf. DCECH s.v. sardónice; TDMS s.v. sardia; 232.8.

sortija (s.f.): 'anello di metallo'; < lat. volg. *SORTICULA; legato etimologicamente al lat. SORS ('oggetto per tirare a sorte'), generalmente indica un anello. Al plurale indica i piccoli anelli delle armature in ferro; cf. DRAE s.v. sortija; DCECH s.v. suerte; TDMS s.v. sortija; 49.11.

CXVIII

tapial (s.m): 'muro a secco'; < lat. isp. *TAPIA; per Corominas è un termine comune alle lingue iberiche e all’antico provenzale, che deriverebbe da un suono onomatopeico (tap); cf. DU CANGE s.v. tapia; DU CANGE s.v. tapiale; DCECH s.v. tapia; TDMS s.v. tapia; FEW XIII-1, p. 350b; 13.11.

toca (s.f.): 'velo'; < lat. volg. *TOCA < persiano ṭāq (etimologia incerta); cf. DU CANGE s.v. toca; DRAE s.v. toca; DCECH s.v. toca; TDMS s.v. toca; 167.15.

todo puestas (locuzione): '(fare) a pezzi'; cf. DCECH s.v. poner; 35.12.

toller (v.): 'togliere, levare'; < lat. TOLLERE; grande la diffusione del verbo nel Medioevo; cf. DRAE s.v. toller, DCECH s.v. tullido; 16.8.

uviar (v.): 'accadere'; < lat. OBVIARE; seguito da un infinito, assume l’accezione indicata, altrimenti può significare generalmente 'arrivare' o anche 'soccorrere'; cf. DCECH s.v. vía; CEJADOR Y FRAUCA s.v. uviar; TDMS s.v. uviar; MENÉNDEZ PIDAL 1934a: 219; 209.8.

xarope (s.m.): 'sciroppo'; < ar. isp. šaráb < ar. šárib; forma frequente e comune a molte lingue romanze. La forma xarope sopravvive in galego moderno e portoghese. Errata la lettura di Menéndez Pidal xarabe (sp. mod. jarabe) la cui prima attestazione, dunque, risalirebbe al 1410, cf. CORDE; cf. DCECH s.v. jarab; DRAE s.v. jarope; TDMS s.v. xarope; DPLP s.v. xarope; DRAG s.v. xarope.