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Il rapporto con la fonte francese e i principali rimaneggiament

STUDIO CRITICO 1 Breve archeologia del testo e peculiarità del titolo

7. Il rapporto con la fonte francese e i principali rimaneggiament

Come abbiamo visto, la Polimétrica rappresenta una rielaborazione, seppur mediata da una precedente traduzione, del Roman de Troie di Benoît de Sainte-Maure, opera che, oltre ad avere vastissima diffusione in tutta l’Europa medievale244, ha conosciuto riadattamenti e prosificazioni ed è stata fonte di numerose altre opere romanze e per- sino di una ritraduzione in latino. Gran parte di queste “opere seconde” – in particolar modo le cinque prosificazioni identificate da Jung245 e la Historia Destructionis Troiae di Guido delle Colonne – ha contribuito poi a creare una vera e propria costellazione di testi di materia troiana, caratterizzata da relazioni, rimandi e citazioni intertestuali e interdiscorsive fitte e non sempre chiaramente identificabili. La situazione si riverbera, naturalmente, anche all’interno del già confuso orizzonte che fa da sfondo alla genesi del nostro prosimetro, tanto che la critica si è più volte interrogata sui rapporti tra questi testi e, appunto, la Polimétrica. Prima di proseguire con l’analisi approfondita di queste questioni, è utile precisare e ricordare alcuni aspetti fondamentali: la revisione della cronologia dell’intero processo editoriale del nostro prosimetro garantisce la possibilità di instaurare un confronto con tutte le prosificazioni francesi del Roman,

243 In particolare, Alfonso X – Sancho IV – Ferdinando IV – Alfonso XI, coprendo un arco crono-

logico di circa un secolo (1250-1350).

244 Per un semplice ma efficace paragone, basti pensare che i manoscritti conservati del Roman de Troie

– circa una trentina di codici completi e altrettanti frammenti – sono più numerosi della somma dei manoscritti degli altri due romanzi della cosiddetta “triade classica”, cioè il Roman de Thebes (cinque

codici e un frammento) e il Roman d’Eneas (nove codici completi). Rimando, per i dettagli, a D’AGO- STINO 2013.

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databili tra la fine del XIII secolo e il secondo quarto del XIV secolo246 e anche con la ritraduzione di Guido delle Colonne, fatta tradizionalmente risalire al 1287. La pre- senza, poi, di un archetipo a monte della tradizione della Polimétrica, se da un lato offre la possibilità di appoggiarsi a un altro testo suo apografo – cioè la Crónica Troyana de Alfonso XI – per inquadrare meglio il problema, dall’altro certamente complica la si- tuazione, rendendola difficilmente ricostruibile.

È Louise M. Haywood, nel 1996, a dimostrare definitivamente l’impossibilità – contrariamente all’ipotesi di Amador de los Rios, con altre ragioni già smentita in passato da Mussafia247 – di un rapporto di filiazione diretto tra l’opera latina del giu- dice messinese e la Polimétrica: interpolazioni là presenti non sono infatti condivise né dal prosimetro né dalla Crónica Troyana de Alfonso XI e, alla stessa maniera ma in senso opposto, amplificazioni proprie di questi testi – come ad esempio la descrizione delle razze umane nella camera di Ettore – non sono presenti in Guido, dove il passo in questione risulta addirittura abbreviato e scorciato rispetto al Roman di Benoît. Dal momento che, come sostenuto da Casas Rigall248, nemmeno la Crónica Troyana de Al-

fonso XI dimostra di avere una diretta relazione con la Historia Destructionis Troiae, pos- siamo ragionevolmente affermare che anche l’archetipo (ω), comune a entrambi i testi iberoromanzi, doveva essere totalmente indipendente da questa.

Per quanto riguarda, invece, i rapporti con le prosificazioni francesi del Roman249 la situazione è certamente più complessa ed è resa ancor più difficile da districare dalla sistematica assenza di edizioni critiche che rende arduo il diretto confronto testuale. Un primo tentativo di comparazione si deve a Marina Scordilis Brownlee, la quale, nel già analizzato saggio del 1978250 – in cui tenta di dimostrare la tesi di Schiff a proposito di un originale in versi della Polimétrica – cerca anche di indagare una possibile 246 In particolare, Prose1: 1278-1282 ca.; Prose2: ante 1298; Prose3: fine del XIII sec.; Prose4: ultimo

quarto del XIII sec.; Prose5: fine del XIII sec.-secondo quarto XIV sec. 247 Per i dettagli rimando al §1 del presente studio.

248HAYWOOD 1996:10-15. Per l’esemplificazione rimando anche a CASAS RIGALL 1999:217anche in

nota.

249 Per una panoramica generale sulle prosificazioni, rimando soprattutto a JUNG 1987, ID.1992, ID.

1996, GOZZI 2000, BARBIERI 2014a, ID.2014b, D’AGOSTINO-BARBIERI 2017.

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derivazione del prosimetro iberico non dal romanzo in versi di Benoît, ma dalla co- siddetta Prose 1, o Version Commune. Il ragionamento della studiosa è però condotto in maniera superficiale e sbrigativa, dal momento che insiste unicamente sulla pur note- vole discrepanza di estensione tra il Roman e la Polimétrica. I risultati, ottenuti in ma- niera schiettamente empirica e, per così dire, “artigianale”251, non hanno dunque alcun valore filologico, tanto che è la stessa Scordilis Brownlee a rinunciare tacitamente a questa sua tesi nel saggio del 1985 a proposito della struttura retorica della Poli- métrica252. Al di là degli esiti stessi di questa indagine, alla studiosa va comunque rico- nosciuto il merito di aver riportato l’attenzione della critica su diversi aspetti di un testo che, dall’edizione del 1934, non era più stato preso in esame. Bisogna però sot- tolineare che la precisione chirurgica con cui Menéndez Pidal e il suo collaboratore, Eudoxio Varón Vallejo – curatore del testo in prosa – hanno fatto corrispondere i versi di Benoît alle pericopi della Polimétrica è, in effetti, quanto meno sospetta. In ogni caso, però, l’ipotesi di una derivazione da Prose1 viene chiaramente smentita dalla Hay- wood, mediante la semplice comparazione del contenuto dei passi segnalati dalla Scor- dilis Brownlee nelle tre opere253:

A comparison of the three texts reveals that for this section of the narrative the

Roman [de Troie] is a more likely source than the Roman en prose [cioè Prose1]. […] I

consider that the Historia [Troyana Polimétrica]-translator most likely used the Roman

as his source.

Una migliore e più completa messa a punto dell’intera ricerca si deve invece a Casas Rigall. Nel già citato saggio del 1999254, infatti, lo studioso approfondisce il confronto testuale di due episodi chiave di Polimétrica e Crónica Troyana de Alfonso XI con i testi 251 La studiosa confronta l’estensione degli episodi delle prime pagine dell’edizione Menéndez Pidal

con i relativi passi in Prose1 (edizione Constans-Faral) e nel Roman de Troie in versi (edizione Costans)

e nota come a sole 3 linee di testo della Polimétrica possano corrispondere ben 297 vv. del Roman di

Benoît.

252 In SCORDILIS BROWNLEE 1985ala studiosa analizza le modalità di adattamento della fonte messe

in campo dall’autore della Polimétrica, a partire, appunto, dal testo in versi di Benoît. 253HAYWOOD 1996:14.

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francesi, proprio a partire dalla collazione di Françoise Vielliard255 compiuta sui me- desimi passi in Benoît, Prose1, Prose2 e Prose4.

È però necessario segnalare fin da ora che il primo episodio analizzato da Casas Rigall, cioè la narrazione delle imprese del Sagitario così come narrate nei vv.12353- 12496 del Roman de Troie, in realtà, esclude dal confronto proprio la Polimétrica per due semplici ragioni256: da un lato perché il codice M, unico relatore del testo, è purtroppo lacunoso257; e dall’altro perché, proprio in questo passo, assistiamo a un’interessante interpolazione d’autore, non presente né in Benoît, né nelle sue prosificazioni e nep- pure nella Crónica alfonsina. Prima, infatti, della descrizione fisica del centauro che i Troiani hanno la fortuna di poter schierare nell’esercito, l’anonimo autore propone un excursus eziologico di derivazione isidoriana258, attraverso il quale viene demitizzata la natura ibrida del sagitario259. Pur non essendo totalmente pregnante come esempio, risulta in ogni caso molto utile ricapitolare almeno i risultati del confronto in Benoît, Prose1, Prose2, Prose4 e Crónica alfonsina:

De las versiones francesas, por tanto, el único texto que coincide en todos estos detalles con [la Crónica Troyana de] Alfonso XI es el poema de Benoît, no sus prosifi-

caciones.

255 Editore del testo critico di Prose4. VIELLIARD 1979:in particolare 20-22. 256 Lo stesso CASAS RIGALL 1999:218-219 avverte del problema.

257 Mancano infatti le colonne b e c di carta 116, dove, supponiamo, doveva proseguire il discorso

così come avviene quanto meno nella Crónica de Alfonso XI, a partire dai vv. 12355-12396 di Benoît. 258 L’autore, ancora una volta, si dimostra un fine conoscitore dell’auctoritas isidoriana, cf. Etymologiae,

XI, 3, 37. È, infatti, Isidoro a riferire come alcuni dicano che i centauri altri non siano che i guerrieri tessali i quali, per il loro peculiare modo di muoversi in battaglia, paiono formare un tutt’uno con la propria cavalcatura.

259 Mi riferisco specialmente a p. 128, 8-18 della presente edizione. Secondo la Polimétrica – che ri-

prende Isidoro – i centauri non sarebbero le creature ibride che si trovano descritte «en los libros», ma semplicemente cavalieri che montano senza sella, assicurandosi al cavallo con cinghie e legacci in cuoio. Il fatto poi che questi cavalieri lasciassero incolti barba, peli e capelli ha contribuito alla forma- zione del mito del centauro come «cavallo de la cinta ayuso e omne de la cinta arriba».

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Estendendo la collazione anche alle altre due prosificazioni Prose3 e Prose5260, non incluse nel lavoro di Casas Rigall, restano stabili le conclusioni: Prose3, infatti, manca di questo episodio, mentre Prose5 si dimostra molto vicina al testo di Prose1, a cui aggiunge qualche dettaglio ripreso direttamente dal Roman in versi.

Certamente più adatto ai nostri scopi è, quindi, l’episodio che narra dell’ambasceria di Diomede e Ulisse a Troia per domandare tregua direttamente a re Priamo, così da poter sotterrare i caduti della sesta261 battaglia. Nel Roman de Troie la narrazione si svolge ai vv. 12826-13044. I risultati ottenuti dal confronto messo a punto da Casas Rigall, sempre opportunamente integrati dallo spoglio dei testi di Prose 3 e Prose5, de- lineano la seguente situazione:

- Prose1 liquida in un paio di frasi l’incontro tra i due eroi greci e il soldato troiano a guardia della città di nome Dolon il quale, senza proferire parola, si limita a condurli presso il «maistre palais»262, al cospetto di re Priamo e della sua corte. Tutti i guerrieri lì presenti, di cui non si specifica il numero, portano i segni dell’ottava263 battaglia da poco conclusasi.

- Prose2 non riporta un curioso dettaglio presente in Benoît (v. 12875) e nei due testi iberici264: nel lungo discorso che Delon (così chiamato anche nei testi spa- gnoli) rivolge a Ulisse e Diomede, egli afferma che non esiste usbergo (aubers nel testo francese, loriga in quelli spagnoli) tanto forte da resistere ai suoi attacchi265. Poco più avanti (v. 12929), inoltre, l’autore di Prose2 riferisce che nessuno dei 260 Desidero ringraziare Luca Barbieri che mi ha gentilmente dato la possibilità di consultare in ante-

prima la sua edizione di Prose3 (Bibliothèque Municipale de Rouen, O.33), e mi ha segnalato il testo

in edizione sia semidiplomatica sia interpretativa di Prose5 (secondo il ms. London, British Library,

Royal 20), curato dagli studiosi del progetto londinese “The Values of French” e consultabile online all’indirizzo https://tvof.ac.uk/textviewer/?p1=Royal/semi-diplomatic/section/5bis (ultima con- sultazione: ottobre 2020).

261 Nel Roman de Troie, la sesta e la settima battaglia si susseguono ravvicinate, mentre nei testi spagnoli

si parla di un solo scontro, numerato come sesto.

262CONSTANS-FARAL 1922:105.

263 L’autore di Prose1 è in errore rispetto alla numerazione delle battaglie nel Roman.

264Historia Troiana Polimétrica cf. presente edizione p. 147.12, Crónica Troyana de Alfonso XI cf. DAM-

BRUOSO 2012:498.

265 Pur mancando questo particolare, la minaccia di Delon a Diomede ed Ulisse rimane simile: i greci

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tremila cavalieri presenti nella sala dove il re sta consumando la cena – prima di venir disturbato dell’arrivo a corte dei due ambasciatori – è rimasto illeso nel terribile scontro, contro i testi spagnoli266 e Benoît che, invece, riportano di dieci soldati rimasti incolumi.

- Prose3, come di consueto, presenta un testo profondamente rimaneggiato ri- spetto alla fonte: il contesto della scena è differente – la battaglia appena con- clusasi ha visto la morte di Patroclo per mano di Ettore e, durante il consiglio convocato presso la tenda di Agamennone, non si discute del fetore insoppor- tabile dei molti cadaveri putrescenti rimasti insepolti sul campo di combatti- mento, motivo per cui, nella fonte, i greci chiedono la tregua ai troiani, ma delle prodezze del grande Ettore; l’ambasceria si svolge non la sera stessa, ma il giorno successivo, di buon mattino; non si fa alcun cenno al personaggio di Dolon e neppure al banchetto di re Priamo; la stessa richiesta di tregua, infine, è tra- smessa da un lungo discorso diretto di Ulisse che sottolinea come i troiani, per volere stesso degli dei, sono destinati ad essere sconfitti dai greci, animati da un giusto desiderio di vendetta267.

- Prose4 scorcia parecchio l’incontro di Ulisse e Diomede con Dolon, tramutando il lungo discorso diretto in un relato indiretto; elimina, come Prose2, il dettaglio dell’usbergo e concorda con quella prosificazione sul particolare dei tremila ca- valieri feriti presenti al banchetto di Priamo.

- Prose5, regolarmente, integra alcuni dettagli assenti in Prose1 grazie al testo del Roman in versi, ripristinando ad esempio, il dialogo degli ambasciatori con Do- lon (qui chiamato Dolus) nel quale si fa anche cenno all’usbergo. Concorda, però con Prose2 e Prose4 sul dettaglio dei cavalieri al banchetto di Priamo268 e

266Historia Troiana Polimétrica cf. presente edizione p. 149.1, Crónica Troyana de Alfonso XI cf. DAM-

BRUOSO 2012:501.

267 In Benoît (vv. 12942-12945), come nella Polimétrica (presente edizione, p. 149.5-6) e nella Crónica

alfonsina (D’AMBRUOSO 2012:501-502), Ulisse si limita a riferire brevemente, in discorso indiretto,

la richiesta di Agamennone di una tregua di tre mesi.

268 In Prose5 la battaglia appena conclusasi è, curiosamente come nei testi spagnoli, la numero sei,

contrariamente a Benoît (settima) e a Prose1 (ottava): è chiara la volontà del compilatore francese di

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non riporta, contrariamente a Benoît e ai testi spagnoli, i nomi dei figli del re lì presenti.

In conclusione, come già evidenziava Casas Rigall, la narrazione più vicina e coe- rente alla Polimétrica – ma potremmo tranquillamente sostenere, viste le coincidenze con la Crónica Troyana de Alfonso XI, più vicina ad ω – risulta sempre quella in versi del Roman de Troie di Benoît e la nuova ricognizione dei testi di Prose3 e Prose5 conferma questo dato.

A ulteriore conferma di ciò, presentiamo in breve anche la situazione relativa ai vv. 13709-13713 del testo di Benoît, episodio chiave nelle vicende del triangolo amoroso Troilo-Briseida-Diomede: Briseida è appena stata consegnata ai greci che la stanno scortando verso il loro accampamento, per affidarla a suo padre Calcante. La Poli- métrica269 concorda in toto con il Roman de Troie in scansione, succesione e dettagli degli eventi narrati. Perché ormai nei pressi dell’accampamento greco, infatti, Dio- mede si vede costretto a interrompere velocemente la sua dichiarazione d’amore a Briseida, pregandola cento volte di accettarlo come suo amante. Come pegno d’amore, però, segretamente sottrae all’amata un guanto (guanz nel romanzo francese, lúa nei testi iberici), ma, guardandola in viso, si rende conto che il fatto non le dispiace e di ciò se ne rallegra. Le prosificazioni si muovono così:

- Prose1 non parla di guanz, ma di jüais (grafia del manoscritto270 per joyaus, 'gioiel- li'271), omette il motivo per cui Diomede chiede all’amata per cento volte merci (merced in spagnolo) e non fa riferimento al modo in cui Diomede ottiene il pe- gno – cioè in gran segreto272.

- Di Prose2 non esiste ancora un testo critico completo, ma, basandoci sul fedele volgarizzamento italiano tardoduecentesco di Binduccio dello Scelto273, non si rilevano differenze con la fonte.

269 Cf. presente edizione p. 194.17 e ss.

270 Oppure errore di lettura degli editori di Prose1. 271DFM s.v. joyau; FEW V, pp. 42b-45b.

272CONSTANS-FARAL 1922:114. 273GOZZI 2000 e RICCI 2004.

C

- In Prose3, invece, è la stessa Briseida a consegnare a Diomede il suo dono d’amore, che non è più un guanto, ma un annellet che Troiolo le aveva in prece- denza donato. Questo scambio, poi, non rimane segreto, ma viene da scoperto da Forulus, un servo che Troilo aveva mandato alla sua amata, il quale si affretta a riferire il fatto al suo padrone.

- Prose4 trasmette una versione simile a quella di Prose1, ma omette il dettaglio delle “cento preghiere” di Diomede, il quale nemmeno si cura di agire così di nascosto.

- Prose5, al solito, segue Prose1, ma perfeziona e aggiusta il testo sostituendo all’enigmatico jüais, il referente corretto che si trova nel Roman (gans). Come in Prose1, poi, Diomede pare non preoccuparsi d’essere visto da occhi indiscreti. La Crónica de Alfonso XI274, invece, sostituisce le cento richieste di pietà di Diomede con un dettaglio nuovo, cioè l’eroe greco che afferra la mano dell’amata Briseida prima di sfilarle nascostamente il guanto. Quest’unica difformità rilevabile tra Polimétrica e Crónica de Alfonso XI non è, a nostro avviso, sufficientemente forte da impedire il pro- cesso di inferenza logica che ci porta a confermare il Roman de Troie come fonte di ω, tanto più che questo particolare è proprio solo della Crónica alfonsina. Come in altri casi, dunque, come rilevato ottimamente anche da Casas Rigall275, questa disomoge- neità tra i due testi spagnoli andrà ricondotta al differente processo di adattamento della comune fonte (ω) portato a termine dai due diversi autori.

Il fatto poi che Prose2 risulti, in entrambi i casi, molto vicina (se non identica) ai testi spagnoli non stupisce più di tanto, dal momento che, tra le cinque prosificazioni francesi, risulta proprio la più fedele alla fonte276:

Parmi les versions en prose du Roman de Troie, Prose 2 est la plus fidèle au modèle en

vers, mais il s’agit d’une fidélité qui aplatit les couleurs rhétoriques du poème et

274 Cf. DAMBRUOSO 2012:537. 275CASAS RIGALL 1999:221-222. 276BARBIERI 2014b:801.

CI

privilégie l’insistance narrative. […] il s’agit d’un dérimage sans personnalité et sans ambition, trop fidèle à la source et dépourvu d’un véritable projet culturel.

Lo stesso Ramón Lorenzo, sempre nello studio introduttivo all’edizione della Crónica Troiana galega (G), aveva ravvisato alcune somiglianze tra la Crónica alfonsina casti- gliana – che, ricordiamo, della galega ne è la fonte – e la seconda mise en prose fran- cese277, giungendo però alla perentoria conclusione per la quale «podemos descartar toda posibilidade de que a traducción española teña coma fonte unha versión en prosa»278, e imputando le divergenze tra i due testi al manoscritto del Roman – a noi non noto – dal quale copia l’autore della Crónica279. Casas Rigall sostiene poi, a sup- plemento del ragionamento di Lorenzo, che Prose2 e il manoscritto di Benoît adattato nella Penisola Iberica – sostanzialmente, sempre il nostro ω – possano derivare da un stesso ramo dello stemma del Roman, così da poter spiegare i parallelismi tra Polimétrica – Crónica Troiana del Alfonso XI e la seconda prosificazione galloromanza. Sebbene questo non sia effettivamente impossibile, mancano dati solidi che possano quanto meno suggerirlo280.

In definitiva, quindi, possiamo ritenere con ragionevole sicurezza che la fonte pri- vilegiata di ω – e, di conseguenza, di Polimétrica e Crónica Troyana de Alfonso XI – sia sempre il Roman de Troie, dal momento che resta il testo più vicino per contenuti e, in un certo senso, stilemi alle opere spagnole pervenuteci.

277LORENZO 1985:68-70e anche CASAS RIGALL:218e, soprattutto, 221. 278LORENZO 1985: 70.

279 Aggiornando questa ipotesi alla nuova ricostruzione ecdotica, possiamo attribuire queste diversità

al modello francese del Roman in versi da cui copia ω.

280 Lo stesso CASAS RIGALL 1999: 221, infatti, riprendendo quanto già riconosciuto da LORENZO

1985, nota come la numerazione delle battaglie nella Polimétrica e nella Crónica Troiana de Alfonso XI

differisca rispetto al Roman de Troie, e concordi invece con Prose2: in realtà, l’errore nel computo tra

sesta e settima battaglia, ad esempio, si trova anche in Prose4 e Prose5. Addirittura Prose5 corregge la

fonte, cioè Prose1, dove la sesta battaglia (settima nel Roman) viene numerata come ottava, mostrando

CII 8. Edizioni moderne

La prima edizione completa della Historia Troyana Polimétrica si deve, come già evi- denziato, a Ramón Menéndez Pidal che, avvalendosi della collaborazione di Eudoxio Varón Vallejo281, nel 1934 fissò il testo nella forma in cui ancora oggi siamo soliti leggere l’opera, fatte salve le poche revisioni – per lo più correzioni di errori tipografici – presenti nelle ristampe del 1948, per il volume Tres poetas primitivos282, e del 1976, per la raccolta completa delle sue opere283. Nel 2012 una nuova edizione è stata appron-