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Le Sumas de historia troyana : un’eccezione alla tendenza del secolo Intorno alla metà del Trecento un autore che «se muestra familiarizado con los

métodos de compilación de las obras asociadas con Alfonso X»125 crea un’interessante testo che, mescolando diverse fonti, presenta, in maniera indipendente per la prima volta in castigliano126, l’intera vicenda di Troia. Conservate in due manoscritti della Biblioteca Nacional, le Sumas sono tradizionalmente attribuite a un tale, più volte 122SALVO GARCÍA 2019:428.

123 Ciò, naturalmente, non implica la dismissione degli altri testi, il cui portato, specie nel caso della General Estoria e della Estoria d’España, rappresenta sempre un imprescindibile termine di confronto

per gli autori del secolo.

124 Per la bibliografia di queste opere rimando alle puntuali indicazioni presenti nello Studio Critico. 125ALVAR-LUCÍA MEGÍAS 2002:748.

126MICHAELIS-BREVA 2011:101.Non si tratta, infatti, come sottolinea anche DAGOSTINO 2006a: 90,

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citato lungo il testo, Leomarte127 che, in realtà, non sarebbe il vero estensore di questa compilazione, quanto piuttosto un altrimenti ignoto autore – tanto che Gomez Re- dondo giustamente sospetta si tratti di un’invenzione letteraria128 – di un testo utiliz- zato qui come auctoritas al pari di Ovidio, Virgilio, Omero o San Gerolamo129.

Già il titolo Sumas fa ben trasparire l’istanza enciclopedica e compendiosa di fondo che caratterizza l’opera, ribadita e confermata anche dall’organizzazione interna del testo – scandito in quattro nuclei narrativi, nove sezioni e 253 capitoli – e dal modus operandi del suo autore. Ad oggi130, le fonti riconosciute131 mostrano, infatti, una grande sensibilità e capacità del compilatore nel maneggiare, con sapiente occhio cri- tico, materiali tanto diversi, così da creare una narrazione lineare, ben contestualizzata e arricchita di commenti moraleggianti e accurate descrizioni mitologiche132.

L’opera conosce, nella Penisola, una grande diffusione133 che si protrae anche nel secolo successivo quando, in combinazione con una delle sue fonti, la Historia di Guido delle Colonne, viene impiegata come modello da Juan de Burgos per la sua Crónica troyana, data per la prima volta alle stampe nel 1490 e ristampata in quindici edizioni fino al 1587134.

127 È Agapito Rey ad attribuire l’opera a Leomarte nella sua edizione, cf. REY 1932. 128GÓMEZ REDONDO 1999:1634.

129 Per i dettagli rimando, oltre alla presentazione di Fernando Gómez Redondo, anche ai lavori di

SCORDILIS BROWNLEE 1985b; MICHAELIS-BREVA 2011:101-109; PEREIRA MÍGUEZ 2012.

130 Risulta ancora in corso la tesi dottorale di Ruben Pereira Míguez dedicata a Las Sumas de historia

troyana ante sus modelos.

131 Quelle di nostro interesse sono: la General Estoria, la Estoria d’España, la prosa di Guido delle Co-

lonne e il Roman di Benoît (come testimoniato dalla presenza, in uno dei due codici relatori, dell’epi-

sodio del Saggittario, cf. LORENZO 1985:27). Cf. MICHAELIS-BREVA 2011:102-103.

132DAGOSTINO 2006a: 90; GÓMEZ REDONDO 1999:1634-1638.

133 Come segnalato da BARBATO 2008:7,l’opera deve aver avuto una certa diffusione anche sull’altro

versante dei Pirenei, se è vero che venne presa a modello, nella corte borgogna del 1464, da Raoul Lefèvre per la redazione del suo Recueil des histoires de Troie, a sua volta tradotto in inglese un decennio

più tardi da William Caxton (Recuyell of the Historyes of Troye). 134SANZ JULIÁN 2015a; EAD.2015b.

XXIX 10. Il successo di Guido delle Colonne

Se fino alla metà del Trecento, dunque, il testo di riferimento per la materia di Troia è senz’altro il Roman de Troie di Benoît de Sainte-Maure, proprio intorno alla fine degli anni sessanta del secolo, è la prosa latina di Guido delle Colonne a riuscuotere il mag- gior successo, grazie anche all’esempio e all’impulso dato delle Sumas de historia troiana.

Agli anni fra il 1367 e il 1374 risale il primo volgarizzamento della Historia destruc- tionis Troiae, composto in catalano da Jaume Conesa – protonotaro alla corte del re d’Aragona Pietro il Cerimonioso – con il titolo di Històries troianes135. L’opera è prece- duta da un’interessante prefazione in cui l’autore espone le circostanze e le caratteri- stiche della sua traduzione, compiuta nel rispetto dell’originale latino, al fine di facili- tare la diffusione di un tema tanto affascinante come quello di Troia presso il nuovo pubblico cancelleresco della corte catalana136. Conservata in nove manoscritti e alcuni frammenti137, la prosa divenne rapidamente un modello di stile per gli autori quattro- centeschi.

Un secondo volgarizzamento viene patrocinato, sul finire del secolo, da Juan Fer- nández de Heredia, diplomatico alla corte di Pietro IV d’Aragona e mecenate di un importante scriptorium paragonabile soltanto a quello del Rey Sabio138. Non si tratta di una vera e propria traduzione, quanto piuttosto di un prezioso compendio – in lingua aragonese – sulle vicende troiane, che vuole rendere più agile la materia e più com- prensibili i discorsi retorici lì antologizzati139. Nonostante la selezione e rielaborazione compiuta sugli episodi della fonte, l’autore riesce a costruire un dettato unitario che, pur occupandosi di “materia antichissima”, ammicca al nuovo sentire protoumanista che inizia a diffondersi nella letteratura di quegli anni140.

135 Citato in cataloghi e altre opere anche come Lo Troià. 136PERUJO I MELGAR 2000; ID.2003; ID.2015.

137 L’edizione storica di riferimento è quella di MIQUEL I PLANAS 1916. Una nuova edizione è stata

approntata nella sua tesi di dottorato da PERUJO I MELGAR 2015.

138GÓMEZ REDONDO 1999:1649-1655. 139ALVAR-LUCÍA MEGÍAS 2002:710.

XXX

Sempre agli ultimi anni del secolo, infine, viene tradizionalmente fatta risalire la cosiddetta Corónica troyana, il primo volgarizzamento in castigliano dell’opera di Guido141. Il testo non ha alcuna relazione né con la versione catalana di Jaume Conesa né con quella aragonese, quasi contemporanea, voluta da Juan Fernández de Heredia. La traduzione della prosa latina si ferma intorno alla metà del XIV libro e, dal mo- mento che la tradizione manoscritta è monotestimoniale142, non è purtroppo possibile sapere se l’originale riguardasse anche i rimanenti ventuno libri di Guido143. Per avere una traduzione castigliana integrale della Historia destructionis Troiae bisognerà attendere il 1445 e la Historia Troyana di Pedro Chinchilla.

11. Anacronismi: medievalizzazione, cristianizzazione e dimensione cortese