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ASPETTI FORMALI DEL XÌNG ZÌ MÌNG CHŪ

Per poter analizzare le sfumature filosofiche presenti nel XZMC, occorre innanzitutto ten- tare di analizzare criticamente alcune delle due nozioni chiave liberandoci dal filtro inter- pretativo di giganti del pensiero come Mencio o Xúnzǐ. La tentazione di leggere concetti chiave servendosi dell‘universo concettuale dei due filosofi è senz‘altro forte e spesso ad- dirittura inevitabile. Ciò non significa che un distacco da tale approccio esegetico debba si- gnificare il rifiuto di prendere in considerazione le idee dei pensatori citati, poiché il con- fronto con i dati della tradizione è indispensabile per poter evitare di trascurare determinati aspetti anche soltanto accennati, per non dire inediti, dai dati della tradizione giunti fino a noi.

In questa breve sezione vogliamo analizzare alcuni aspetti inerenti la natura materiale del testo; il XZMC presenta una suddivisione in due sezioni: il testo fino alla listarella 35 co- stituisce una unità a sé e può essere virtualmente separato dalla porzione rimanente del te- sto; sebbene sia possibile suddividere il testo in più unità, tale operazione deve essere effet- tuata nella maniera più delicata possibile in quanto il testo non offre ―fisicamente‖ la pos- sibilità di cesure, ad eccezione della suddivisione in due piān: l‘ultima frase della listarella 36, che vedremo in seguito, non copre tutto il supporto e un grosso spazio vuoto viene la- sciato senza essere stato colmato dal resto del testo, cosa che non si verifica altrove nel XZMC, dove, sebbene gli argomenti si susseguano l‘uno con l‘altro, non ci sono spazi vuoti che indichino un cambio di tematica.

Una corretta ripartizione e ricostruzione della sequenza delle listarelle ha impegnato vari studiosi cinesi in un dibattito serrato; in un articolo di poco posteriore la pubblicazione del catalogo dei manoscritti di Guōdiàn, Liào Míngchūn 廖名春 (2000, pp. 14-20) ha sintetiz- zato le diverse posizioni degli studiosi cinesi che hanno rivolto i loro sforzi nel riordino delle listarelle. Come abbiamo detto in precedenza, il manoscritto sembra diviso in due parti, la prima delle due conclusa dalla listarella n°36; secondo Lǐ Xuéqín 李学勤 dei due

39 dalle listarelle n°37-67. Per lo studioso era molto probabile che i due piān formassero un ―libro‖, nonostante l‘impressione globale che se ne ha è quella di due unità testuali auto- nome, impressione data dalla diversità dei contenuti in ciascun piān: mentre il primo sa- rebbe concentrato sulla musica, il secondo tratterebbe con maggiore chiarezza i problemi inerenti xìng 性 e qíng 情 ed è proprio in base a questa ripartizione che Lǐ Xuéqín suggeri- sce di chiamare la prima parte del manoscritto Yuèshuō e la seconda con il nome di Xìng

qíng.

Zhōu Fèngwǔ e Lín Sùqīng 林素清 sostengono che l‘argomento principale del primo piān non sia la musica bensì xìng, la natura umana, laddove nel secondo piān sarebbe qíng a oc- cupare la posizione privilegiata nell‘ambito delle tematiche trattate. Sebbene i contenuti di entrambe le sezioni siano tra loro coerenti, gli studiosi si riservano di dare il titolo del XZMC soltanto alla prima parte. Essi inoltre spostano la listarella 36 tra la numero 33 e la numero 34; per quel che riguarda il secondo piān, spostano il blocco delimitato dalle lista- relle 50-60 collocandolo all‘inizio, la porzione delimitata dalle listarelle 37-49 come parte centrale, senza attuare alcun cambiamento per le listarelle 61-70.

Chén Wěi (Lǐ Tiānhóng, 2003, pp. 11-2) divide dapprima il XZMC in due piān: il primo dalla listarella 1-36 al quale dà il nome rén suī yǒu xìng 人雖有性,49 il secondo dalle lista- relle 37-67, al quale dà il nome Liù dé 六德. In un‘altra pubblicazione (Chén Wěi, 2002, pp. 173-207) Chén Wěi presenta una nuova proposta redazionale: essa prevedrebbe la si- stemazione delle listarelle 1-36 uguale a quella dell‘edizione su catalogo; segue il blocco costituito dalle listarelle 50-67 e poi il blocco delle listarelle 37-49 (Ibid., p. 177). Riguardo al primo piān, Chén Wěi sistema le ultima due listarelle nel seguente ordine: 36-34-35, tracciando una linea di demarcazione alla fine della listarella n°35 e non a partire dalla n°36, facendo, di conseguenza, cominciare da questa ultima la seconda sezione.

Liáng Lìyǒng 梁立勇 esamina le disparità e le differenze esistenti tra i due piān: secondo lo studioso, le listarelle 36 e 53 presenterebbero uno stile calligrafico simile, basato su un tratto libero, il cui inchiostro è stato dosato copiosamente producendo come risultato una scrittura energica, al contrario dello stile calligrafico della listarella 37, la quale mostra una scrittura e un tratto molto più cauti e leggeri nella dosatura dell‘inchiostro. Queste diffe- renze calligrafiche accentuerebbero la diversità dei due piān non solo dal punto di vista contenutistico, ma anche stilistico, accentuandone il loro carattere autonomo.

49 In base all‘incipit del manoscritto. I problemi inerenti la traduzione di questa porzione testuale saranno esaminati nel prossimo capitolo.

40 Secondo Qián Xùn 錢遜 si tratta di un testo omogeneo e unitario che non presenta alcuna suddivisione formale in sezioni e le cui parti sono interdipendenti e inseparabili, pena la perdita della comprensione e coerenza generale di quanto scritto in uno dei due piān in ca- so di scissione del testo. Qián Xùn, inoltre, si dissocia da tutti quegli studiosi (ad esempio Lǐ Xuéqín) che pongono come tema principale della trattazione della prima sezione la mu- sica; ad essi lo studioso oppone la perdita di coerenza con la restante sezione nella lettura del testo se si adottasse una simile teoria, poiché essa verrebbe interrotta, o meglio ripresa, dall‘argomento comune nell‘intera trattazione, ovvero la speculazione su xìng, qíng e xīn. Abbiamo poco prima accennato a un tentativo di discriminazione del manoscritto in due testi. Che il XZMC e il XQL siano visti come la collazione di più unità testuali è una teoria che ha generato un dibattito piuttosto acceso (dibattito che continua tutt‘ora); abbiamo menzionato la posizione di Lǐ Xuéqín al riguardo. In uno dei più importanti contributi mo- nografici al XZCMC, Lǐ Tiānhóng (2003, p. 11-2) contesta l‘individuazione degli argo- menti proposta da Lǐ Xuéqín nel manoscritto e ritiene che gli stili di scrittura presenti nella porzione compresa dalle listarelle 1-35 siano diversi da quelli presenti nella porzione com- presa dalle listarelle 36-67. Secondo Lǐ Tiānhóng:

从简文书写状况来看,一~三五号简,字体较为粗放,字之间架较为疏阔,每简平 均所书字数较少。【……】三六~六七号简,字体较为秀丽,字之间架较为紧密, 每简平均所书字数较多【……】由上可知,在书写上,《性自命出》前后也存在一 定的差异,或非同一人所抄,抑或系同一人异时而书

Dal punto di vista dell‘aspetto calligrafico, lo stile dei caratteri delle listarelle comprese tra la uno e la trentacinque è piuttosto approssimativo, la loro struttura è assai grezza e il numero dei caratteri scritti in media in ciascuna listarella è piuttosto ridotto. [....] Lo stile calligrafico dei caratteri compresi fra le listarelle 36-67 è magnifico, la struttura grafica è compatta e il numero medio dei caratteri in ciascuna listarella è piuttosto elevato. […] Da quanto detto sopra, per ciò che riguarda la scrittura, esistono delle differenze certe anche nel Xìng zì mìng chū, sia che si tratti di persone differenti che abbiano copiato il testo, sia che possa essere il caso della stessa persona che lo abbia scritto in momenti differenti. (Lǐ

Tiānhóng, 2003, pp. 12)

A proposito del numero dei caratteri per listarella, nella prima sezione del manoscritto Lǐ Tiānhóng conta circa massimo venticinque caratteri, mentre constata che il numero aumen-

41 ta nella sezione successiva arrivando a un massimo di trenta. Tali sezioni sembrano essere delimitate da due simboli posti in chiusura del manoscritto (listarella 67) e alla fine della listarella 35: (XZMC, 67) e (XZMC, 35). Tali simboli spesso marcano la fine di un testo scritto e si rinvengono non soltanto in questo manoscritto: ad esempio (Lǎozǐ jiǎ, 39), (Chéng zhī wén zhī, 40), (Liù dé, 49). Per ciò che riguarda il XZMC, giova no- tare come alla fine di questi simboli vi sia una porzione vuota di listarella nella quale non è scritto alcunché. Tale porzione procede fino alla fine della listarella accentuando nello stu- dioso percezione di trovarsi di fronte a un testo composito. Se a ciò aggiungiamo che un segno simile a quelli riportati si riscontra anche nella listarella 49: , interrogarsi sulla natura testuale di questo manoscritto diventa un‘impresa avvincente.

Consideriamo il XQL: il XQL non presenta che uno di questi segni, alla fine del manoscrit- to, ma conserva in modo sorprendente (pur con vistosi rimaneggiamenti di unità testuali) gran parte delle porzioni testuali del XZMC. Sembrerebbe che questo testimone sia conce- pito come anch‘esso unione di tre sezioni.

Se osserviamo l‘andamento del testo del XQL fino a metà della listarella 21, notiamo come il testo sia piuttosto conforme a quello del XZMC, ma privo della listarella 35.

Per quel che riguarda la listarella 49 del XZMC, notiamo come la parte finale del XQL presenti, come abbiamo detto, il simbolo della fine di un testo o di un piān: laddove il testo recita 慎,慮之方也。然而其過不惡。數,謀之方也。有過則咎。人不慎斯有過,信 矣 ―L‘esser cauti è espressione della propria capacità di valutazione, tuttavia se si sarà in errore non si incorrerà nel biasimo altrui. Comportarsi in maniera frettolosa è manifesta- zione di macchinazioni e se si incorrerà in errore sarà un disastro. E‘ dunque vero che l‘uomo sbaglierà se non assume un atteggiamento cauto e guardingo‖ si trova visibilmente il marchio proprio in corrispondenza di quello della listarella 49 del XZMC. Non si può dire altrettanto della listarella 67 del XZMC che costituisce una pericope non presente nel XQL che funge da chiusura al testo. Dobbiamo tuttavia notare come le due porzioni prese in esame presentino, se si esclude una percentuale di varianti, la medesima porzione di te- sto e sembra presentarsi fedelmente in tutti e due i manoscritti.

Se si escludono alcune assenze di unità testuali nel XQL, sembra che i manoscritti siano composti da blocchi soggetti sì ad aggiunte o espunzioni durante il processo di collazione, ma sempre come se fossero considerati le componenti di un unico testo, che lo si voglia chiamare XZMC o XQL. Di fatto, se si esamina la composizione di quest‘ultimo, si noterà come la disposizione di tali blocchi differisce notevolmente dal XZMC, ma la struttura in-

42 terna non solo è straordinariamente simile, ma vengono anche meno quegli spazi bianchi privi di caratteri che caratterizzano le listarelle 35 e 67. Le unità testuali sono sempre as- semblate per dar vita a un‘unità ancora maggiore (il testo che abbiamo tra le mani) e se nel XZMC tali unità sono più evidenti al punto da poterle considerare come testi separati, que- sta tentazione è di gran lunga meno forte nel XQL, almeno sotto il punto di vista codicolo- gico:

XZMC 1-33 XQL 1-21

Manca la porzione □雖有性心,弗取不出。凡心有志也,無与□□□□□□獨行, 猶口之不可獨言。牛生而長,雁生而伸,其性【使然,人】而學或使之也。凡物無 不異也者。剛之梪,剛取之也。柔之約,柔取之也 occupante le listarelle 5-8 del XZMC e la porzione 喜斯陶,陶斯奮,奮斯詠,詠斯猶,猶斯舞,舞,喜之终也。慍 斯憂,憂斯戚,戚斯嘆,嘆斯辟,辟斯踴。踴,慍之终也, occupata dalle listarelle 34- 5, che coincide con le pericopi del capitolo Tán gōng xià del Lǐjì.

XZMC 50-8 XQL 21-7

Nella listarella 22 del XQL manca la seguente porzione di testo: 不貴苟有其情,虽未之 為,斯人信之矣 dopo la frase 不以其情,雖難不貴.

Verso la metà della listarella 58 il XZMC procede con 凡悦人毋吝也,身必從之, mentre il XQL prosegue con 凡身欲静而毋遣. Quest‘ultima sezione è collocata verso la fine del XZMC, listarelle 62 e sembra inserita in un discorso più ampio: la frase non presenta il ca- rattere fán 凡 come incipit che troviamo invece nel XQL, che spesso segna l‘inizio di una nuovo argomento. Nel XZMC la pericope è inclusa nella parte iniziante con 凡憂患之事 欲任,樂事欲後

XZMC 60-2 XQL 29-31

A partire da 凡悦人毋吝也 il testo è fedele al XZMC, tuttavia si riscontra l‘assenza in XZMC del carattere 道 nella frase 凡於道路毋畏. Nel XZMC essa compare 凡於路毋畏. L‘unità del XZMC è chiusa dalla frase 凡憂患之事欲任,樂事欲後 e continua con 身欲

43 静而毋遣, mentre nel XQL notiamo una linea spessa di inchiostro al di là della quale si trova la sezione ch inizia con 凡学者,求其心有爲弗得之矣 che si trova all‘inizio della listarella 37 del XZMC

XZMC 37-49 XQL 31-9

Riguardo la porzione testuale compresa tra le listarelle 61-67, dobbiamo segnalare come essa sia maggiore rispetto a quella del XQL: la porzione 君子執志必有夫注注之心,出 言必有夫柬柬之信,賓客之禮必有夫齊齊之容,祭祀之禮必有夫臍臍之敬,居喪必 有 夫累 累 之哀, pur presentando diffrazioni e varianti grafiche, è presente anche nel XZMC, tuttavia quest‘ultimo fa precedere queste pericopi da 身欲静而毋遣,慮欲淵而毋 偽,行欲勇而必至,貌欲莊而毋拨,欲柔齊而泊,喜欲智而毋末,樂欲懌而有志,

憂欲儉而毋悶,怒欲盈而毋 ,進欲逊而毋巧,退欲 而毋輕,欲皆度而毋偽. Il

XQL conserva una simile sezione, simile per struttura delle frasi ma differente non soltanto per il loro numero (sei nel XQL contro dodici nel XZMC), ma anche nel loro contenuto: 身

欲静而毋動,用心欲德而毋憊,慮欲淵而毋異,退欲 而毋輕,□欲□有禮,言欲直

而毋流 (XQL, 27-8).

Le porzioni comprese tra listarelle citate si rivelano essere omogenee, salvo i casi riportati a fine di ogni elencazione.

Si direbbe dunque che la riunione di tali blocchi sembra essere parte di un singolo testo. Naturalmente, non siamo in grado di fornire con certezza la prova che siamo di fronte a un manoscritto unico: pur fronteggiando una pluralità di unità testuali riunite in quello che ap- parentemente si direbbe essere un testo, nondimeno dobbiamo tenere in conto la possibilità che la riunione di tali unità sia stata operata successivamente dagli archeologi che, trovan- dosi davanti tali listarelle, hanno cercato di metterle in un ordine il più coerente possibile. La cosa è particolarmente palese per quanto riguarda il secondo testimone, il XQL, dove sembra prevalere la ricerca della corrispondenza con il XZMC. Questo approccio non for- nisce alcun indizio circa la natura testuale dei manoscritti e non possiamo sapere se i segni sulle listarelle, che nel XQL si trovano solo alla fine, rappresentino la fine di un testo o di una sezione importante. Poiché il catalogo dei manoscritti in questione presente le opere come un tutt‘uno, la possibilità che essi invece rappresentino più testi che gli archeologi

44 non sono riusciti a identificare e distinguere con chiarezza rimane per il momento una semplice ipotesi.

Secondo Liào Míngchūn (2000) nel XZMC in corrispondenza del carattere yě della listarel- la 55 si trova appena accennato un segno che sembrerebbe indicare la fine di un paragra- fo. Tale unità avrebbe il suo inizio dopo la listarella 49. sfortunatamente non possiamo dire altrettanto per quanto riguarda il XQL; se confrontiamo i due passi nei rispettivi manoscrit- ti, vediamo come il XQL sia lacunoso.50

Lǐ Tiānhóng (2003, p. 13) giustamente sottolinea come l‘uso di segni apparentemente de- stinati alla punteggiatura e alla marcatura di sezioni e paragrafi fosse determinato non da regole fisse convenzionate (come accade al giorno d‘oggi) bensì da criteri soggettivi al punto che segni identici in testi diversi potevano essere stati impiegati per funzioni diffe- renti. Ella tuttavia riconosce le potenzialità dell‘osservazione di Liào Míngchūn, ma, al tempo stesso, per i motivi che abbiamo poc‘anzi accennato, non ritiene ci siano prove suf- ficienti per spingere la divisione del testo al di là delle due unità elencate all‘inizio.

Lǐ Líng (2002, pp. 115-6) propone una suddivisione in blocchi testuali marcati dall‘uso ri- corrente del carattere fán 凡: secondo lo studioso questi caratteri non dovrebbero essere in- terpretati come se introducessero un discorso generale, bensì come designanti una serie di argomenti intesi in ambito normativo, uso questo che si riscontra sia nei trattati bellici, sia nei trattati di scienze occulte o mediche, nei quali il carattere è usato per introdurre partico- lari prescrizioni e nella trattatistica sui riti. Lǐ Líng aggiunge che la presenza di fán è indice della composita natura del testo, della presenza di numerose macrounità testuali che, pro- prio come lo Zīyī formerebbero un testo suscettibile a più combinazioni di tali unità la va- riazione nella sequenza configurerebbe più testi:

在现存古书中,带―凡‖字句型的篇章并不少见,但像此篇完全按―凡‖字整齐排列则 相当罕见。它也像《缁衣》一样,是由松散单章拼合而成,因此在结构上有较大的 整齐余地。

Nei testi antichi tutt‘ora esistenti non è affatto raro imbattersi in paragrafi le cui frasi con- tengono il carattere fán, tuttavia è abbastanza inconsueto un testo nitidamente redatto grazie all‘uso di questo carattere. Il Xìng zì mìng chū, proprio come lo Zīyī, è composto

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Purtroppo occorre segnalare che delle quaranta listarelle che compongono il XQL, soltanto otto si sono conservate in- tatte: le listarelle 1, 8, 9, 10, 20, 24 e 28. Inoltre, il migliore stato in cui è stato ritrovato il XZMC permette di impiegarlo come strumento per emendare o colmare lacune testuali nel XQL. Questo, naturalmente non significa che il XQL non abbia la sua importanza nel processo di edizione critica del testo: vedremo più avanti come alcuni passaggi determinanti siano stati compresi proprio grazie all‘ausilio di questo manoscritto che, al fine di colmare delle lacune presenti nel XZMC, ha imposto la sua lezione sulle altre congetturate da vari studiosi.

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da singole unità autonome, di conseguenza, dal punto di vista della struttura del testo vi è un margine piuttosto ampio di redazione. (Ibid., p. 116)

A nostro avviso, la presenza del carattere fán non sembra conferire al testo una dimensione normativa, quanto una descrittiva: tutti i paragrafi introdotti da questo carattere descrivono delle situazioni, degli stati, delle potenzialità, delle prescrizioni in linea di principio comu-