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L'Unione Bancaria è la naturale prosecuzione dell'iter iniziato vent'anni or sono; ciò che sorprende, quando si parla di questo argomento, è la rapidità con la quale i vari membri dell'Eurozona abbiano preso le decisioni che hanno di fatto portato alla nascita di questo organo istituzionale. Tale rapidità è, sicuramente, ascrivibile alla delicata situazione in cui versava e versa tutt'ora il sistema finanziario europeo, ciò non deve però sminuire lo sforzo fatto dagli Stati per dare una risposta valida alla crisi che ha, appunto, interessato l'Europa.

Se vogliamo indicare un punto di partenza del percorso formativo del nuovo organismo europeo, possiamo indicare il rapporto de Laroisière34 come rampa di

lancio. Pubblicato a febbraio 2009, questo documento è stato recepito dalla Commissione nel maggio dello stesso anno e ha ispirato le proposte che sono state alla base del cammino che porta alla formazione dell'Unione Bancaria a livello europeo. Le raccomandazioni contenute all'interno del rapporto vengono, infatti, tradotte dalla Commissione europea nell'istituzione dell' European Systemic Risk Board (ESRB), organismo che si occupa della vigilanza macroprudenziale del sistema finanziario dell'Unione, contestualmente il Consiglio europeo, nell'ambito dell' European System of Financial Supervisors (ESFS), introduce tre nuove autorità ovvero: l' European Banking Authority (EBA) che si occupa della vigilanza bancaria, l'European Insurance and Occupational Pensions Authority (EIOPA) per la sorveglianza del mercato assicurativo, e l'European Securities and Markets Authority (ESMA) per la sorveglianza del mercato dei valori mobiliari. Attraverso la creazione di queste autorità si è cercato di dare quindi una risposta immediata a quella che era la situazione di dissesto in cui si trovava il sistema finanziario europeo, ovviamente il perdurare delle condizioni di instabilità ha reso chiaro che tale sforzo non era

31 sufficiente per contrastare le perturbazioni dei mercati e che servissero ulteriori misure per riportare la fiducia all'interno del sistema finanziario.

Di conseguenza, la Commissione ha deciso di agire annunciando quella che, viste le condizioni in cui versano gli intermediari, è l'unica riforma per cercare di spezzare il circolo vizioso che ha colpito i nostri mercati. Così nel giugno del 2012, dopo aver già sollecitato la necessità di questo passo, la Commissione35

inizio ai lavori per la costituzione della Banking Union. Per capire meglio il percorso dell'Unione Bancaria è opportuno precisare che si tratta di un insieme di istituzioni, per l'esattezza tre, che avranno il compito di prevenire e gestire le situazioni di crisi che possono manifestarsi sui mercati. L'Unione Bancaria, anche in seguito alle considerazioni fatte nel precedente capitolo, risulta essere un passo obbligato per avere un controllo efficace sugli intermediari che oramai non si limitano più ad effettuare operazioni all'interno dei propri confini nazionali ma interagiscono con l'intero sistema creando meccanismi di interdipendenza che necessitano controlli di maggiore portata ed estensione; è chiaro, dunque che tale controllo non può essere lasciato nelle mani delle singole autorità nazionali, ma serve una serie di istituti che a livello europeo abbiano tutti i poteri necessari per assicurare un maggiore level playing field, ma soprattutto la stabilità finanziaria. Preciso che quando si parla di level playing field mi riferisco al contesto di norme che regolano gli intermediari che risiedono nei vari stati dell'Unione e agli atteggiamenti delle autorità di vigilanza più o meno severi che possono comportare situazioni di arbitraggio, le quali non contribuiscono a creare una sana concorrenza. Questi problemi saranno dunque risolti attraverso la formazione di un'Unione Bancaria che ha il compito di creare un mercato in cui tutti i partecipanti sono sottoposti alle stesse pratiche di vigilanza, inoltre tale insieme di istituti non avrà limiti di confine così da controllare con maggiore attenzione quegli intermediari che vengono, proprio per la loro importanza, definiti cross-border.

35 H. Van Rompuy, Relazione del Consiglio:Verso un'autentica unione economica e monetaria, Consiglio Europeo, Bruxells, 2012.

32 Il processo di formazione della Banking Union è, dunque, iniziato nel 2009, ma è la data del 15 ottobre del 2013 a segnare la svolta, ovvero la data in cui la Commissione adotta il regolamento (UE) 1024/2013 attraverso il quale si conferiscono i poteri alla Banca Centrale Europea (BCE) in materia di vigilanza prudenziale, tale regolamento di fatto dà vita alla prima delle tre istituzioni che faranno parte della Banking Union cioè il Single Supervisory Mechanism (SSM), o se preferiamo il Meccanismo di Vigilanza Unico (MVU). Prova ne è il fatto che, in concomitanza con l'adozione del regolamento 1024/2013, la BCE dà il via al Comprehensive Assessment (cfr. par. 2.2.), cioè, una valutazione approfondita della solidità delle banche europee avviata, appunto, a novembre 2013 e che è durata 12 mesi; giusto in tempo per l'investitura ufficiale della Banca centrale europea come nuova autorità di vigilanza.

L'Unione Bancaria è composta da un insieme di istituzioni o come vengono definiti dagli addetti ai lavori da tre pilastri, ovvero:

 Il Meccanismo Unico di Vigilanza (Single Supervisory Mechanism): cioè un nuovo sistema europeo di vigilanza bancaria, costituito dalla BCE e dalle autorità di vigilanza nazionali dei paesi partecipanti.

 Il Meccanismo di risoluzione delle crisi unico (Single Resolution Mechanism – SRM): organismo che persegue l’obiettivo principale di un’efficiente risoluzione delle banche in dissesto contenendo al minimo i costi per i contribuenti e l’economia reale.

 Il Sistema comune di garanzia dei depositi (Deposit Guarantee Schemes – DGSs): ovvero un fondo creato attraverso i contributi delle banche che sarà utilizzato per coprire le spese di salvataggio degli stessi intermediari contribuenti.

Occorre precisare che la velocità di realizzazione di qui si parlava è d'ascrivere solamente al primo pilastro, poiché il cammino da seguire per creare un organismo unico a livello europeo incaricato della gestione degli intermediari in dissesto, visti e considerati i molteplici interessi che ruotano in capo ai vari sistemi bancari facenti parte dell'Eurozona, è ancora lungo.

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