contesto del Single Supervisory Mechanism
Grafico 3: Andamento mediano TIER 1 ratio (dati percentuali)
3.5. Il punto debole dei bilanci italiani: i Non-Performing Loans
Gli intermediari italiani, con lo scoppio della crisi e la conseguente stagnazione economica, hanno visto lievitare in maniera esponenziale una voce all'interno dei propri bilanci, stiamo parlando dei crediti deteriorati, o se vogliamo utilizzare la dicitura internazionale non-performing loans. Si tratta di attività per cui le banche non riescono più a incassare il capitale e/o gli interessi dovuti, in pratica sono crediti per i quali la riscossione è incerta sia in termini di rispetto della scadenza che per ammontare dell'esposizione. I NPL si distinguono in varie categorie fra le quali le più importanti sono le esposizioni scadute, i ristrutturati, gli incagli e le sofferenze; di seguito viene riportata la classificazione secondo la regolamentazione in vigore in Italia:
Sofferenze: esposizione verso una controparte in stato di insolvenza (anche se non accertato giudizialmente) o in situazione equiparabile, indipendentemente dalla previsione di perdita formulata dalla banca e dalla presenza di garanzie;
Incaglio: esposizione verso una controparte in temporanea difficoltà, definita sulla base di fattori oggettivi, che si ritiene possa essere superata in un congruo periodo di tempo;
Ristrutturato: esposizione nella quale una banca o un pool di banche, a causa del deterioramento della situazione economico-finanziaria del debitore, ha/hanno modificato le condizioni originarie del prestito
107 (riscadenzamento dei termini; riduzione del tasso di interesse), determinando l’emersione di una perdita;
Credito scaduto: esposizione scaduta, in via continuativa, da oltre 90 giorni e non classificata come sofferenza, incaglio o ristrutturata.
Dalla differenzazione appena fatta notiamo come le varie categorie di esposizioni elencate pur appartenendo tutte alla classe dei crediti deteriorati presentano livelli di deterioramento differenti, nel senso che per un intermediario è più rischioso possedere delle sofferenze piuttosto che dei crediti scaduti, ciò vuol dire che esistono maggiori probabilità di rimborso per i crediti scaduti che per le sofferenze.
Sappiamo come le disposizioni del Comitato di Basilea per il rischio di credito prevedano maggiori accantonamenti rispetto ad esempio al rischio di mercato, questo significa che un intermediario che si trova ad avere una esposizione in crediti deteriorati dovrà accantonare più capitale per coprire il rischio rispetto a chi possiede la stessa esposizione in titoli, questo ci fa capire come il risk profile degli intermediari con esposizioni deteriorate è più alto rispetto a quelli che hanno esposizioni in strumenti finanziari. Quanto detto finora trova un esempio materiale nelle condizioni del sistema bancario italiano, infatti il nostro comparto è da sempre più propenso verso l'attività creditizia classica; questa predisposizione, nel momento in cui il mercato ha manifestato tutta la sua instabilità e le imprese finanziate hanno avuto difficoltà a rimborsare i capitali ricevuti, ha portato ad un deterioramento delle posizioni possedute dalle nostre banche con conseguente aumento del rischio di credito che si è tradotto in aumento dei capitali da reperire per il computo dei requisiti patrimoniali.
Inoltre va sottolineato che durante il processo di formazione dell'Unione Bancaria, le autorità hanno uniformato le definizioni di NPL con l'obiettivo di appianare le differenze normative presenti nei vari Stati; questo processo è culminato nella rielaborazione della definizione dei crediti scaduti
108 (forbearance68), infatti nel nostro ordinamento la definizione pre-armonizzazione prevedeva che la scadenza di un credito fosse conteggiata dopo 180 giorni, mentre post-armonizzazione il credito viene definito scaduto dopo 90 giorni. Questo aggiornamento fa si che la quantità dei crediti inseriti nella categoria dei deteriorati aumenti comportando, come abbiamo appena detto, un incremento dei requisiti patrimoniali. È ovvio, poi, come il costante peggioramento della qualità dei crediti di una banca comporti una serie di effetti sulla normale operatività bancaria; ad esempio l'aumento dei tassi d'interesse sui prestiti erogati, per bilanciare le possibili perdite dovute alle esposizioni deteriorate, fa si che i finanziamenti proposti non siano vantaggiosi per le imprese, anche loro segnate dalla congiuntura economica, ciò porta ad una riduzione dei volumi di affari e parallelamente ad un ulteriore peggioramento della qualità del credito, poiché come la teoria economica insegna solo le imprese più rischiose accetteranno condizioni contrattuali a più alti tassi interesse, contribuendo così ad aumentare il rischio di credito degli intermediari stessi.
Ho voluto quindi analizzare questo aspetto tramite due indici ovvero: il rapporto tra i crediti deteriorati e il totale dell'attivo e il NPL ratio, dato come rapporto tra i NPL e il totale dei crediti. Di seguito vengono riportate le tabelle di entrambi gli indici per le 15 banche esaminate relative al quadriennio di rifermento.
68 European Banking Authority, Implementing Technical Standards (ITS) on supervisory reporting on forbearance and non-performing exposures, op. cit., 2013.
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Tabella 11: Andamento NPL/TA dal 2007 al 2013 (dati percentuali)
NPL/TA 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Unicredit 3.70 4.00 3.34 4.03 4.32 4.75 4.70 Intesa S. Paolo 1.33 2.01 3.27 3.22 3.55 4.23 4.96 MPS 3.99 6.00 7.63 4.66 5.60 7.95 10.54 UBI 2.2 2.95 5.21 5.72 6.62 8.27 10.20 BPM 2.19 2.89 5.36 3.18 3.50 4.31 6.92 Carige 3.95 3.52 5.20 5.26 5.65 6.55 13.51 Mediobanca 0.75 1.57 2.00 1.74 1.98 2.15 2.41 Banco Popolare 3.29 4.52 9.80 9.54 10.31 12.32 15.20 B. Pop. di Sondrio 7.30 2.31 3.23 3.96 4.53 6.25 9.39 B. Pop. di Vicenza 3.89 3.75 4.27 6.81 7.83 8.30 8.61 BPER 5.10 5.64 8.72 9.67 10.82 13.35 16.55 ICCREA 2.22 3.22 4.65 7.17 6.18 4.60 4.68 Creval 1.73 4.40 1.69 8.23 10.10 12.26 14.33 Credem 1.04 1.48 2.70 2.74 2.99 3.59 4.08 Veneto Banca 1.56 2.36 6.88 7.94 7.01 9.21 13.08
Fonte: Elaborazione personale dei dati Tabella 12: Andamento NPL/TC dal 2007 al 2013 (dati percentuali)
NPL/TC 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Unicredit 6.23 6.56 9.69 6.74 7.18 8.05 7.91 Intesa S. Paolo 2.30 2.90 5.45 5.59 6.02 7.56 9.03 MPS 3.82 5.05 6.71 7.28 9.19 12.25 16.00 UBI 1.80 2.40 4.62 5.17 6.30 8.73 10.53 BPM 1.71 2.34 6.30 5.93 6.34 7.66 10.52 Carige 4.15 4..42 6.28 5.90 6.46 6.62 13.75 Mediobanca 0.63 1.28 1.96 1.07 1.19 1.39 1.48 Banco Popolare 3.15 4.39 10.25 9.90 10.96 13.01 16.27 B. Pop. di Sondrio 7.13 2.03 3.09 3.01 3.55 4.27 6.11 B. Pop. di Vicenza 3.42 3.49 5.82 6.37 6.60 7.96 10.51 BPER 3.76 4.24 7.10 6.62 7.72 10.82 13.76 ICCREA 3.59 4.62 5.60 5.12 4.48 3.14 3.15 Creval 1.43 3.10 1.42 6.99 8.31 8.97 11.45 Credem 1.06 1.55 2.66 1.92 2.11 2.58 2.80 Veneto Banca 1.45 2.18 4.09 4.94 5.41 4.51 8.31
Fonte: Elaborazione personale dei dati
Innanzitutto preciso che la scelta dei due indicatori ripercorre le valutazioni effettuate per gli indici di redditività, infatti è stato scelto un indice che rappresenti l'incidenza dei crediti deteriorati sull'attività generale delle banche (NPL/TA) e un altro che descrive l'incidenza dei NPL sull'attività caratteristica (NPL/TC).
110 Come vediamo dalle tabelle i dati presentano anche in questo caso valori eterogenei questo sta indicare che i vari intermediari subiscono e gestiscono in maniera differente l'incidenza di questa voce, è possibile però cogliere un andamento sostanzialmente al rialzo, va sottolineato che la variazione in aumento degli indici è maggiore nel 2013 anno in cui viene effettuata l'armonizzazione delle definizioni di NPL, questo ci fa capire come la modifica nel modo di valutare una voce, nel nostro caso le forbearance di bilancio può avere un forte impatto sulla gestione bancaria. Tale aspetto è più evidente osservando i prospetti riassuntivi dei due indici sotto riportati, dove vediamo infatti come la mediana dei due indicatori per il 2013 assume valori rilevanti, decisamente più alti rispetto a quelli registrati negli anni precedenti: NPL/TA (2013) = 10,20%, NPL/TC (2013) = 9,6 %.
Tabella 13: Dati riassuntivi NPL/TA (dati percentuali)
NPL/TA Minimo 1° quartile Mediana Media 3° quartile Massimo 2007 0.75 1.65 2.22 2.95 3.92 7.30 2008 1.48 2.34 3.22 3.38 4.20 6.00 2009 1.69 3.25 4.65 4.93 6.12 9.80 2010 2.16 3.59 5.26 5.59 7.56 9.67 2011 2.46 3.94 5.65 6.02 6.82 10.82 2012 2.61 4.46 6.56 7.21 8.74 13.35 2013 2.93 4.83 10.20 9.44 13.30 16.55
Fonte: Elaborazione personale dei dati Tabella 14: Dati riassuntivi NPL/TC (dati percentuali)
NPL/TC Minimo 1° quartile Mediana Media 3° quartile Massimo 2007 0.63 1.58 3.15 3.04 3.79 7.13 2008 1.28 2.26 3.10 3.37 4.41 6.56 2009 1.42 3.59 5.64 5.40 6.51 10.25 2010 1.07 5.03 5.92 5.49 6.68 9.90 2011 1.19 4.95 6.30 6.07 7.45 10.96 2012 1.39 4.39 7.56 7.12 8.85 13.01 2013 1.48 7.01 9.60 9.38 12.60 16.27
Fonte: Elaborazione personale dei dati
La situazione descritta è in linea con quanto rilevato da Banca d'Italia, all'interno delle relazioni annuali viene sottolineato come il problema dei crediti deteriorati
111 risulti in costante aumento; come possiamo vedere dai dati, entrambi gli indicatori crescono circa di un punto percentuale di anno in anno, per poi presentare nell'ultimo anno, ovvero il 2013, un'impennata più decisa. Quello che preoccupa è il fatto che nel giro di quattro anni, cioè dal 2010 al 2013, i valori sia dei NPL/TA che dei NPL/TC risultano raddoppiati, come si evince dai dati sotto riportati (si veda tabella15) la situazione per il 2013 si presenta preoccupante per la stabilità del settore bancario italiano, infatti, analizzando il prospetto ricavato dai documenti di Bankitalia osserviamo che la voce dei NPL ammonta a circa 350 miliardi di euro ed è chiaro comprendere, anche alla luce delle considerazioni fatte, come questo valore rappresenti un handicap non indifferente per la competitività del nostro settore.
Tabella 15: Qualità del credito delle banche e dei gruppi bancari italiani
Fonte: Banca d'Italia, Relazione annuale 2013, Roma, op. cit., 2013
Quindi dal 2007 al 2013 sono stati numerosi gli avvenimenti che hanno inciso sull'operatività degli istituti di credito sia in ambito nazionale che internazionale; questa situazione di crisi, a sua volta, ha stimolato i legislatori a realizzare un contesto di riforme, soprattutto in campo bancario, con l'obiettivo di arginare la
112 situazione di dissesto, in tale ambito nascono infatti la riforma dell'impianto normativo di Basilea e l'accordo per la realizzazione dell'Unione Bancaria. Ma è inevitabile che, per quanto si possa ricorrere ai ripari, la crisi crei delle crepe all'interno del sistema; nel contesto italiano tale "crepa" la si può individuare nei crediti deteriorati, i quali come già accennato appunto, sono la conseguenza della congiuntura che ha colpito sia la finanzia che l'economia reale. In questa delicata situazione diventa difficile per i nostri intermediari riuscire a migliorare le condizioni qualitative dei crediti andati in malus, poiché proprio a causa del contagio della crisi sull'economia reale i soggetti debitori (per la maggior parte imprese e famiglie) hanno notevoli difficoltà a rimborsare i capitali ricevuti.