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Il continuo aumento della rischiosità bancaria

Costo to Income ratio

3.7. Il continuo aumento della rischiosità bancaria

Quando si pensa alle modalità con cui le banche si muovono all'interno dei mercati, immaginiamo che queste operino in modo corretto ed efficace ma purtroppo la crisi ha manifestato come non tutti gli intermediari abbiano seguito questi principi. In maniera erronea si pensava che l’efficace controllo dei rischi fosse assicurato dal grande progresso delle tecniche di risk management, consentito dallo sviluppo dei modelli quantitativi e dalla possibilità di avvalersi di una mole amplissima di dati statistici per effetto della tecnologia dell’informazione. La fiducia nella capacità del sistema di “autoregolarsi” improntava anche l’azione di molte autorità, che avevano adottato un approccio poco intrusivo alla supervisione. Tutto ciò ha permesso che gli intermediari perseguissero delle strategie operative eccessivamente rischiose, strategie che ,con lo scoppio della crisi, si sono rivelate fallimentari provocando ingenti perdite. Carenze negli strumenti di risk management, distorsioni nelle scelte operative del management e inadeguatezze della governance si sono combinate,

116 determinando un circolo vizioso che ha portato all’assunzione di rischi sempre maggiori. Non si può negare, a fronte di queste circostanze, che anche la regolamentazione e il controllo da parte delle autorità competenti siano stati inadeguati. Tralasciando questo ultimo aspetto già affrontato tra l'altro nel primo capitolo, nasce spontaneo domandarsi qual è il grado di esposizione al rischio detenuto dai nostri intermediari; tale obiettivo è raggiungibile attraverso la disamina del rapporto Sofferenze/Patrimonio Netto che ci permette di capire il modo in cui i nostri istituti di credito possono fronteggiare le perdite sui crediti attraverso i mezzi propri, in pratica questo indice descrive in che modo attraverso il capitale netto possono fronteggiare le esposizioni rischiose e di conseguenza ci da una misura della rischiosità stessa della banca analizzata, nel senso che maggiore sarà l'incidenza delle sofferenze sul patrimonio maggiore sarà la rischiosità dell'ente. Dunque seguendo l'approccio effettuato in precedenza per gli altri indici illustrerò qui di seguito i valori registrati per il nostro risk ratio, ovvero il rapporto Sofferenze/Patrimonio Netto, a livello di singola banca, (si veda tabella 18).

Tabella 18: Andamento Sofferenze/Patrimonio Netto dal 2007 al 2013 (dati percentuali)

Soff/P. Netto 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Unicredit 48.11 52.33 55.02 24.01 33.26 30.42 37.37 Intesa S. Paolo 5.67 26.65 10.18 13.46 18.85 22.32 28.80 MPS 23.17 32.08 34.60 31.53 58.73 113.12 144.10 UBI 5.92 7.61 11.67 16.24 25.22 27.91 30.74 BPM 3.71 6.02 8.89 11.71 16.89 21.05 31.93 Carige 19.13 20.11 10.33 15.49 19.38 26.91 36.39 Mediobanca 4.39 9.86 11.17 2.93 3.89 3.44 3.88 Banco Popolare 8.26 10.09 23.05 24.05 40.64 48.00 65.17 B. Pop. di Sondrio 8.44 7.10 8.71 7.97 14.75 16.54 27.37 B. Pop. di Vicenza 13.53 7.77 12.34 20.26 27.94 33.69 38.2 BPER 17.35 19.84 31.24 15.90 19.81 24.76 34.87 ICCREA 14.36 18.28 23.16 17.82 20.94 20.20 20.02 Creval 13.90 13.91 5.16 27.94 36.84 50.26 70.05 Credem 3.11 4.69 7.51 10.94 13.78 13.85 14.93 Veneto Banca 4.00 7.72 11.4 13.52 17.83 21.76 34.00

117 Dai dati ottenuti possiamo vedere come l'incidenza delle sofferenze sui patrimoni dei vari intermediari analizzati sia differente, ciò dipende soprattutto dai crediti deteriorati detenuti da ogni singola banca; infatti coerentemente con quanto detto finora uno degli istituti bocciati nella valutazione approfondita, ovvero MPS che non a caso possiede un'alta incidenza dei NPL, presenta un rapporto Sofferenze/Patrimonio Netto davvero preoccupante (144,10% per il 2013) ciò sta indicare che la banca senese non riesce attraverso il capitale proprio a colmare le carenze rappresentate dalle voce delle sofferenze bancarie, quindi questo ci da conferma del fatto che questo MPS presenti all'interno della propria gestione degli aspetti di debolezza che giustificano l'esito ottenuto durante il compehensive assessment. Continuando l'analisi dei dati ottenuti vediamo come l'indicatore ci da diverse misure dell'incidenza delle sofferenze sul patrimonio; prendendo sempre i dati relativi al 2013 vediamo come i livelli raggiunti da MPS sono un caso particolare infatti per le atre banche del campione i valori risultano più contenuti spicca fra tutti il dato relativo a Mediobanca che presenta un indice pari solamente al 3,88%, questo sta indicare che Mediobanca può affrontare il problema delle sofferenze e più in generale dei crediti deteriorati senza andare a compromettere le proprie decisioni operative visto è considerato che il patrimonio netto viene eroso in minima parta da questa voce. Interessante è anche il caso di Unicredit che presenta i valori più alti del campione nel 2007- 2008-2009 (48,11%, 52,33%, 55,02%) ma a differenza di quella che è la tendenza del campione che vede un progressivo aumento dell'indice considerato fino al 2013, vediamo come il maggiore gruppo italiano nel 2010 presenta un rapporto Sofferenze/Patrimonio Netto pari al 24,01% in chiara diminuzione rispetto ai valori registrati negli anni precedenti. Tale diminuzione è frutto di operazioni di aumento del capitale sociale, ciò a conferma che i mezzi propri sono di importanti per perseguire strategie operative orientate allo sviluppo. Comunque per aver un punto di vista globale sulle condizioni del sistema è meglio visionare i dati riassuntivi del campione preso in esame (si veda tabella 19) così da potere effettuare delle considerazioni sul piano generale, senza però

118 dimenticare che all'interno del campione i livelli di incidenza delle sofferenze sono sostanzialmente differenti.

Tabella 19: Dati riassuntivi Sofferenze/Patrimonio Netto (dati percentuali)

Soff/P. Netto Minimo quartile Mediana Media quartile Massimo 2007 3.11 5.03 8.44 12.87 15.86 48.10 2008 4.69 7.67 10.09 16.27 19.98 52.30 2009 5.16 9.54 11.40 17.63 23.10 55.00 2010 2.93 12.58 15.90 16.92 22.14 31.53 2011 3.89 17.36 19.81 24.58 30.60 58.73 2012 3.44 20.62 24.76 31.61 32.04 113.10 2013 3.88 28.08 34.00 41.19 37.78 144.10

Fonte: Elaborazione personale dei dati

Osservando il trend che assume la mediana, possiamo affermare che l'incidenza delle sofferenze nette sul patrimonio è in costante rialzo fino a raggiungere il valore del 34% nel 2013, segnando un aumento del + 25,56% rispetto ai valori del 2007. Questo dato ci permette di affermare che in seguito alle tensioni degli ultimi anni le sofferenze, e quindi più in generale i crediti deteriorati, rappresentano un elemento molto delicato nelle strategie degli intermediari; l'incremento di questa voce nei bilanci bancari rappresenta un fattore da non sottovalutare viste le ripercussioni che comportano non solo sul piano reddituale ma anche sulle scelte operative dei vari intermediari. Da quello che abbiamo visto fino ad adesso risulta chiaro che il sistema bancario italiano è oggi ancora lontano dal ritorno alla “normalità” auspicata dopo la crisi finanziaria iniziata nel 2007, le tensioni che si sono susseguite poi sui mercati finanziari hanno reso più complesso tale percorso, ma alla luce dei risultati della valutazione approfondita e dell'analisi da noi effettuata possiamo affermare che anche se la strada da seguire è ancora lunga come il nostro comparto possiede tutte le carte per recuperare lo svantaggio accumulato rispetto ai partners europei e di conseguenza riaffermarsi nel contesto internazionale.

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