Per quanto concerne gli aspetti negativi descritti nel corso delle interviste vi sono, invece, profonde differenze fra il liceo e le scuole professionali. Se da entrambe le parti uno dei fattori egualmente condiviso (secondo in ordine di importanza) consiste nelle conflittualità con i genitori (perché non si sentono capiti, perché litigano oppure per via dei limiti che giudicano troppo restrittivi), nel liceo viene quasi unanimemente evidenziato il peso di dover studiare troppo e le relative conseguenze sulla vita dei ragazzi (mancanza di tempo e stress). Nelle scuole
102 professionali vengono, invece, maggiormente riportate le conflittualità fra amici ed una serie di problematiche sociali ed ambientali presenti nella società di oggi. Simile è, invece, nei due gruppi il peso delle delusioni amorose, dell’esclusione, delle limitazioni rispetto alla propria libertà e dell’andare male a scuola.
Al liceo la problematicità del "dover studiare troppo" è riportata sia dai maschi che dalle femmine, ma è vissuta in maniera più sofferta dalle ragazze. Elisa, una delle ragazze più brave della classe, racconta che "sono stati degli anni in cui vivevo durante l'estate e poi andavo a scuola e praticamente diventavo un libro vivente". Veronica dice che nel weekend si è presa mezza giornata libera, perché "è da un mese che vado avanti a studiare tutti i giorni anche nei weekend e non ce la facevo più", mentre Anna riferisce che fra scuola e sport ha circa tre ore alla settimana di tempo che riesce a trascorrere con il suo fidanzato e "un oretta e mezza due" di tempo libero: "non è che voglia sembrare… strana, però avere un ragazzo comunque è comunque una cosa che ti prende tempo e quindi non ho più tempo in generale. E… cioè vorrei avere più tempo per me, magari anche per staccare un attimo però di fatto non ce l’ho: ho un sacco da studiare tra tutto." Per Anna "è un casino perché ho tutte le pressioni della scuola [...] siamo tutti… stra oppressi così da verifiche compiti, ‘devo studiare ma prima devo, devo fare anche quest’altra cosa, no però devo studiare però devo andare anche a fare sport, voglio anche uscire e voglio anche avere una vita’. E quindi devi rapportarti con la tua vita privata comunque personale, fai cose che ti piacciono, sport, ascoltare musica, guardare la televisione e con lo studio. E spesso devi reprimere le cose che ti piace fare perché devi studiare, anzi a ME succede quasi sempre… lo studio veramente mi /fuuh/(sospirone)…/esaspera!/(sinceramente provata)". Asia descrive così una sua giornata abituale: "vengo a scuola e… lezione noiosa fino a tardi […] e poi studiare, perché c’è sempre da studiare. Quindi molta della mia vita la passo a studiare. Cioè ultimamente soprattutto mi sto rendendo conto che ho passato molto tempo a… studiare delle cose di cui non mi interessava niente, al posto di fare delle cose che veramente avrei voluto". Si studia solo per il voto e "non studiamo perché dobbiamo imparare" aggiunge infine Veronica.
Contestualmente alla scuola emerge sia l’importanza che il peso, a livello di tempo ed energie, che lo sport ha per i ragazzi. Perlopiù viene citato come fonte di soddisfazione "soddisfazioni non so… fare bene sport", "per esempio ho fatto una gara qualche mese fa e ho migliorato i miei tempi e per me è stata una soddisfazione"), ma per alcuni, in particolare al liceo, può diventare difficile combinare l’attività sportiva con la scuola e lo svago. Una ragazza mi racconta di aver dovuto smettere di giocare a pallavolo, mentre un’altra esordisce la sua
103 intervista dicendo che è " un periodo un po’ giù […] perché comunque sta diventando sempre più difficile gestire scuola e *** (nome di sport) a livello agonistico."
Nelle scuole professionali emergono, invece, varie denunce per alcuni fattori sociali, ambientali e culturali della società odierna.
Gianna, quando le vengono chieste le cose brutte di questo periodo di vita, risponde: "i giovani per come sono adesso". Mi spiega che non le piace questa generazione perché è "tutta convenienza, c’è molta falsità" e denuncia il ruolo dei social network in questa deriva: "e poi con sta cosa dei social […] tutto è cambiato […] con sti telefoni siamo tutti diventati pazzi […] è una cosa dipendente proprio. […] Ci sono ragazze mezze nude solo per avere dei like no? […] Diciamo che le ragazze adesso si vendono un po’."
"Il mondooo sta andando davvero a scatafascio e come ho detto tuttiii vedono ancora le farfalline e altro, ma non c’è questo davanti, anche con quello che sta succedendo ormaiii…con l’ISIS per esempio, cosa c’è da ridere? Una strage a Nizza, una strage a Parigi, […] quindi più che altro in questo periodo sto pensando la cattiveria della gente, al mondo che fa proprio pena nel sensooo la cattiveria che hanno tutti, chi è razzista, chiiiii vuole uccidere questo, chi ti vuole rovinare la vita, chiii progetta attentati per esempio. Se devo pensare al lato brutto è questo, da piccola queste cose non le sentivo forse perché non le volevo sentire o non ci pensavo nemmeno. Però adesso io sento in continuazione questo: donne che vengono uccise eeee eee rapine, oppure cammino in mezzo alla strada e c’è sempre qualche UOMO grande che ci prova, io mi chiedo ‘come ti viene in mente che potrei essere tua figlia?’, tanti aspetti negativi. C’è tanto che non va alla fine, migliorare bisognerebbe riciclare tutto, /ricominciare/(ridendo) da Adamo ed Eva, no no davvero."
Eleonora (P.D.)
"La società in tante cose influisce sulla negatività della gente, soprattutto i soldi quelli contano tantissimo e purtroppo... i soldi non piovono dal cielo. Una volta quando si viveva tutti in campagna, felici e tranquilli, chi si coltivava la terra secondo me quella era vita. Non la vita di adesso con troppi TROPPI privilegi, troppe cose. Guarda anche solo la natura: una volta si rispettava la natura, adesso si butta tutto da per tutto, si inquina l’ambiente. Non non c’è più rispetto per niente. Una volta te li insegnavano questi principi."
Carlo (P.U.)
Per Lorenzo (P.U.)"ci sono molte persone di cui non fidarsi […] ti ingannano o cercano sempre di approfittarsi di quello più buono" e poi "le guerre […] i disastri, tipo i terremoti". "Diamo tutto per scontato" oppure rischiamo di prendere una cattiva strada, come per esempio il furto, aggiungono due altri ragazzi.
Oltre ai fattori sopra delineati nelle diverse scuole una ragazza riporta di aver sofferto di anoressia, due ragazze di avere care amiche che hanno sofferto di anoressia, una ragazza riferisce di aver sofferto di attacchi di panico e alcuni ragazzi riportano malattie da parte dei famigliari.
Di rilievo è infine che due ragazzi del liceo portano come fattore negativo "la paura del giudizio dell’altro". Rispetto alle scuole professionali, dove gli episodi di bullismo e discriminazione
104 sono più presenti e evidenti, probabilmente le conflittualità fra pari vengono maggiormente giocate su un livello di giudizio/autostima.
Un ragazzo del liceo come primo fattore negativo riporta "i marocchini che ti rompono i coglioni per strada", mentre un ragazzo del professionale, che in precedenza ha descritto un quadro molto cupo e sofferente rispetto al periodo che sta vivendo, risponde alla domanda su che cosa racconterebbe ad un extraterrestre sugli aspetti negativi della sua vita "boh non so cosa dire. Non gli dico niente. Gli dico di andare avanti, di farsi coraggio".
Alcuni ragazzi maggiormente sofferenti sembrano faticare a dare un nome a ciò che li attanaglia, così come al contrario altri, i quali nel corso dell’etnografia hanno mostrato di soffrire per alcune questioni, dipingono tutto come positivo, mostrando una difficoltà nell’entrare in contatto con il proprio mondo emotivo negativo.
Lidia (L.) afferma per esempio: "se dovessi dare un bilancio è totalmente positivo, anche le cose negative vengono annullate da quelle positive". Giorgio (L.) rispetto alla riposta sugli aspetti negativi sostiene che non riesce a trovarne.