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La visione del futuro è eterogenea fra gli adolescenti. Perlopiù la domanda sul futuro sconcerta, come se spingesse i ragazzi a riflettere su qualcosa a cui non hanno mai troppo pensato, non hanno voglia o hanno paura di pensare.

Per analizzare la visione del futuro dei ragazzi è utile distinguere due piani, quello collettivo (a) e quello personale (b).

a) Il futuro del mondo - La minaccia

Dal punto di vista collettivo la totalità dei ragazzi che si è espressa a riguardo (ad eccezione di uno studente del liceo) delinea una visione pessimista, minacciosa e tragica per il mondo e l’attuale società. Ciò viene posto in relazione alla sempre più massiccia presenza, nella vita, della tecnologia (social network, automatizzazione), al degrado della natura (inquinamento, smog, cambiamenti climatici, aumento dei tumori), alle guerre e all’odio, agli attentati, alla disoccupazione, alla migrazione.

Di seguito sono riportate alcune delle risposte alla domanda: "come vedi il futuro?".

"Non vedo tante cose belle nel futuro, ad esempio vediamooo non so… gli attentati, i contrasti politici non solo in Italia ma anche fuori tra ad esempio la Russia, l’America, gli stati arabi [...] dal punto di vista lavorativo se dovessi quiii non avrei futuro […] per questo stanno andando via tanti giovani, all’estero e penso che sarà diciamo anche il mio futuro."

Alfio (L.)

"Se ci sarà ancora perché adesso lo stiamo distruggendo comeee popolazione, come umani. Non so… /prevedo molti casini, sinceramente ho una visione molto pessimistica/(ironica) ma di tutto, quindiii sono io. Negli anni passati… diciamo abbiamo iniziato a rovinarlo e pian piano si sta rovinando sempre di più ma perché ne sfruttiamo esageratamente le risorse. E questo di qua in avanti porterà a danni permanenti e ovviamente quelli che poi dovranno avere a che fare con questi danni saremo noi, mentre i danni li avranno fatti quelli che ci hanno preceduto quindi non so sinceramente prevedo un po’ un casino eee… spero in bene ma credo che sarà difficile tra qualche anno gestire la situazione, soprattutto ambientale."

Veronica (L.)

"Spero nel mio futuro perché… voglio fare le cose che mi piacciono, trovare un lavoro in cui svegliarmi al mattino e andare con piacere a fare quel lavoro. Poi voglio crearmi una famiglia eee… bambini. Essere felici, speriamo, /però tanto lo so che non sarà così/(scettica) […] Cambieremo vicino /ai robot tra un po’/(ridendo). Se le cose cambieranno e anche le persone cambieranno e cambieranno che devono essere più buone il mondo sarà… più felice di adesso. Se invece si andrà avanti così con le guerre e connn l’odio, sarà peggio.

E tu quale pensi che sia probabile? Il secondo/(disarmata)."

Ofelia (P.D.)

"Brutto! Proprio brutto, purtroppo sì [...] Tutti i sensi possibili del mondo. Il peggio. Già adesso quando ti alzi la mattina vedi grigio fuori. Una volta quando ti alzavi la mattina vedevi una bella giornata, vedevi bello, uscivi fuori e ti piaceva respirare l’aria. Adessooo che brutto è? Senti solo smog. Qua in città come nel mio paese, che

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io comunque abito già in campagna e comunque lo smog si sente già anche lì. Io penso che tra 20-30 anni… le persone con il tumore ai polmoni, con i tumori un po’ dappertutto, continuerà ad aumentare."

Carlo (P.U.)

"In Italiaa secondo meeee… sarà uno schifo, peggio di adesso: un sacco di genteee disoccupata, spero non io. Poiii ci faremmo superare da tutte le altre nazioni […] È diventato bru. Non è più il paese di un tempo. È tutto corrotto, è tutto sbagliato. Nessuno che segue la legge. Non… non ha più senso vivere in Italia. Ha un sistema completamente sbagliato […] Magariii, ti parlo del tema dell’immigrazione: alcune cose magari non sono con, non sono razzista, sono contro alcune cose, nel senso se uno viene nel mio paese fa quello che vuole, infrange la legge, si mette a spacciare e tutto quanto mi dà fastidio. […] ad esempio nel mio quartiere devi avere paura a girare […] Una settimana fa mi stavano rubando il telefono! […] Dei marocchini."

Sirio (P.U.)

L’immaginario del futuro che hanno i giovani è cupo e tenebroso, senza speranze. Sarà un mondo "difficile" dove "non c’è posto per noi", in cui i "valori della società si stanno veramente distruggendo". "Non penso avrò un futuro magnifico, con persone magnifiche, una generazione magnifica. No quello no" mi racconta Gianna (P.D.). È un immaginario veicolato molto, nelle parole dei ragazzi, dai telegiornali che "ripetono sempre le stesse cose: gente che uccide altra gente, non c’è lavoro". "Giorno per giorno si sta sempre peggiorando, soprattutto a Torino cioè. Almeno, vivendo a Torino io vedo che… stiamo diventando degli animali. Senti al telegiornale proprio lo schifo più totale. […] Ad esempio sotto casa mia che hanno bruciato quattro macchine […] il marito ha ammazzato la moglie, cioè sei un animale se fai una roba del genere. Devi essere ammazzato secondo me". "C’è gente pazza! [...] Gente che non ha niente da perdere, malati… malati di testa. [...] In generale, sia giovani che adulti. Che non danno una mano magari nella società, a far crescere il resto e andare stare tutti insieme magari così."

Oltre a ciò che vedono negli schermi della tv, c'è un altro aspetto che preoccupa i giovani e che tastano più concretamente, ovvero la presenza sempre maggiore della tecnologia nella loro vita, in particolare quella dei social networks che vengono fruiti attraverso gli smartphone. Per qualcuno il progredire della tecnologia porterà dei miglioramenti, anche se vi saranno però molti aspetti negativi:

"Le tecnologie avanzeranno, sarà tuttoo, muo muoversi sarà più facile insomma. Però ci saranno anche sicuramente aspetti più negativi, sarà magari più stressante, piùùù… ci sarà sempre più lavoro da fareee, sempre meno relazioni tra le personeee, relazioni dirette."

Guglielmo (L.)

"Laaa… la condizione di vita sarà migliore, perché ovviamente le tecnologie si sviluppano, però non so se... cioè inteso come pianeta (pausa lunga) si sta distruggendo […] Io credo che con l’avanzare delle tecnologie siii… l’uomo può sopravvivere. Adesso magari… non so per quanto."

Andrea (L.)

Per la maggior parte dei ragazzi, invece, vi sono perlopiù aspetti negativi. Lorenzo (P.U.) dice sono "sono ormai una parte del corpo". Per Aria (L.) "alla lunga cambierà di sicuro qualche cosa… cambierà nell’uomo […] È una cosa che allo stesso tempo, io sono sempre al telefono

109 e tutto però… è una cosa che se ci penso, non so mi fa un po’ paura, è una cosa che mi fa un po’… che sta perdendo il controllo". Aggiunge Asia (L.) che "anche nel rapporto tra le persone magari che non è più faccia a faccia, ma è sempre più sui telefoni [...] io ho anche un fratello piccolo no, e rispetto a quando ero piccola io alla sua età – ha 10 anni adesso - proprio con la tecnologia adesso è una cosa che mi dà abbastanza fastidio [...]. Tipo a 10 anni io guardavo i cartoni, magari giocavo con i miei amici, parlavamo non lo so; loro stanno al computer, al telefono […]. Giocano a dei giochi, o guardano dei video stupidi, ma davvero stupidi, di youtuber non lo so, o canzoni idiota o giochini [...] Cioè si costruiscono un mondo tutto diverso, un altro mondo a me sembra. Poi lui dice di no, va beh. Vivono nei loro mondi, nei loro giochi. Non lo so. Cioè, non è molto positiva la visione che ho io".

Cinzia (P.D.) arriva infine ad immaginare una sorta di diluvio universale in cui si ritornerà ad un punto zero: "E forse penso io nella mia mente che mmmh… una volta svanirà tutto /hihi/(ride) e si… si vivrà come tanto tempo fa, senza telefoni, senza. Non lo so, quello che penso io. Mecca robot che boh lavorano al posto della gente".

Sarà un mondo duro, con poche possibilità, in cui non ci si può permettere il lusso di fare ciò che piace, ma si deve fare ciò che potrebbe servire ("lavoro nel senso che a me magari piacerebbe fare qualcosa, però non lo farò perché magari non c’è lavoro in quell’ambito"),39

dove "se uno ha fortuna ed è bravo magari riesce ad avere successo". Magari, per poi "tipo un medico che ha studiato otto anni ritrovarmelo che fa il cassiere". In alternativa, meglio scappare all’estero ("qua in Italia il futuro non lo vedo. E probabilmente dovrò andarmene") o prepararsi a combattere.

All’orizzonte appare, infatti, in più racconti il fantasma della guerra. Per Alex del professionale "succederà qualcosa che… […] Del tipo qualche guerra. [...] Poi il mondo diventerà non più quello di prima, ma un mondo di combattimento… che magari poi uno penserà per sé stesso, penserà solo a loro e alla loro famiglia e cercheranno di sopravvivere".

Il suo collega del liceo Beniamino, si prefigura uno scenario simile: "non so il riscaldamento. Quella roba là del sole che fa più caldo. [...] Oppure… vedo anche la guerra io, soprattutto […] ora non so tra Russia e Stati Uniti, forse non proprio ora, ma tra 20 anni ci potrebbe essere

39 A riguardo è rilevante quanto afferma Noà (P.U.): "speriamo penso tutti quanti, chee il futurooo soprattutto per

i giovani, cioè sia piùùù più ampio e hai anche una scelta più di scegliere quello che più vorresti e dovresti fare. Perchèèè cioè non è bello, però magari che ne so a te non piace fare, per ipotesi, il fresatore però boh di lavoro c’è solo quello, quindi per non stare con la pancia vuota lo fai. Magari un domani, se le cose andranno meglio, avere la possibilità di fare il fresatore, il tornitore, il meccanico, l’elettricista". Ciò rende l’idea di quanto sia necessario "armarsi", sacrificando il desiderio al dovere e di quanto i due mondi (liceo-scuola professionale; centro-periferia) siano separati, non rendendo quasi nemmeno pensabile per un ragazzo del professionale sognare di diventare medico, ingegnere, avvocato o pittore.

110 guerra. Poi anche con, va beh i paesi di Oriente … Corea del Nord anche". Tuttavia egli vive il tutto paradossalmente con più positività di molti altri, perché affronterà il futuro da soldato, "combattendo", difendendo la sua patria e il suo paese: "in realtà io andrò nell’esercito quindi lo vedo bene. Ho un po’ paura ovviamente per la morte, perché ci sono rischi nel lavoro che voglio fare, però la vedo bene, molto bene. [...] mi attrae l’idea di difendere il mio paese, combattere, mi piace molto combattere, quindi… l’esercito secondo me andrà bene. [...] Va beh non proprio il soldatino scarso. Sarò un ufficiale di sicuro".

Da notare, infine, che per molti ragazzi uno dei fattori che ricorre è la difficoltà di trovare un lavoro, oppure di trovare un lavoro che non corrisponda alle loro passioni ("un lavoro che magari… sì ti frutta soldi, però non ti sei tolto niente, cioè magari non ti piace neanche". Tuttavia, la crisi economica non viene mai nominata direttamente.

- La nebbia

Per altri adolescenti il futuro, probabilmente in quanto si prospetta all’orizzonte come incerto e minaccioso in relazione ai vari fattori che sono stati sopra delineati, fa così paura che non si riesce neanche più a guardarlo, neppure ad immaginarlo, rimanendo schiacciati sul momento presente, nel qui e ora:

"Io ho /mooolta paura del futuro/(ridendo), eeeemmmh non so come vederlo percheeeè nonnn, ora da piccola vedevo già delle cose, me le immaginavo no? Immaginavo magari di comportarmi così, di essere così. Adesso non riesco più ad immaginarmi niente, ho paura del futuro, non riesco a pensare a un domani. Vivo il mio presente e basta."

Claudia (P.D.)

"Non so niente del futuro! […] Non lo vedo, per adesso non riesco ad immaginarlo. So quello che… l’immediato futuro, quello che pianifico così, la prossima settimana, però nel prossimo futuro, futuro, non mi immagino niente, niente, non ci penso! [...] spererei in una situazione migliore."

Lidia (L.)

"Più scuro. Però non saprei dirti perché. /lo vedo più scuro/(sottovoce) (pausa lunga), non lo so ci sono tanti problemi, tante cose, non so [...] (pausa lunga) non lo so, anche nel rapporto tra le persone magari che non è più faccia a faccia, ma è sempre più sui telefoni [...]".

Asia (L.)

- La promessa

Un solo ragazzo del liceo dipinge uno scenario ottimistico. Giorgio vede all’orizzonte "un continuo progresso e sviluppo del presente, ovviamente la continuità poi porta al progresso. Spero di rimanere così per sempre […] e questa positività, ottimismo di non perderlo mai."

111 b) Futuro personale

- Positivo e negativo

Per quanto riguarda, invece, il futuro a livello personale, per circa una metà degli intervistati (perlopiù costituita dalle persone citate in precedenza nella sezione "la minaccia") il futuro personale coincide con quello collettivo, ovvero prevale una visione negativa e pessimistica. L’altra metà degli intervistati contrappone, invece, agli aspetti negativi a livello della società uno scenario di vita personale positivo, oppure "normale". Alcuni si vedono così, la maggior parte vi spera. Sebbene il quadro che emerge dall’analisi sia abbastanza omogeno, si manifestano, nelle diverse scuole, alcune sfumature differenti, in particolare nelle strategie con cui poter affrontare ciò che ci si aspetta.

"Da un certo punto di vista spero che arrivi… però da un certo, da un altro punto di vista non voglio che arrivi perché comunque […] più il tempo passa e più io comunque cresco e invecchio. Eeee… però va beh lo vedo comee, sinceramente sono stra eccitata dall’idea dell’università, /non so neanche bene il perché/(sorridendo) eee… poi vorrei fare medicina.

Ma e questo futuro come lo, cioè se tu ti proietti no tra 5, tra 10 o tra 20 anni come ti, come lo immagini? Per te, per il mondo?

(pausa lunga) "/sperooo migliore di ADESSO/(sincera con filo di imbarazzo e ironia) nel senso che adesso comunque ci sono un sacco di problemi non solo miei personali ma proprio in Italia, nel mondo: c’è un sacco di guerra che spero che tra 10 anni, anche se è poco probabile, non ci siano più. Eee /non so/(filo di voce)." Elisa (L.)

"Il futuroo… Io vorreiiii diventare medico. Eee so e poi anche maestra di sci, su maestra di sci ci sto anche lavorando […] vorrei avere una bella famiglia diciamo […] una famiglia sana, SANA nel senso non /malattie/(ridendo) [ma dai sani principi][…] magari mi immagino studentessa di medicina. Mi immagino cheee… studierò, e poi nei weekend invernali andrò a fare la maestra. Troverò tempo anche per ME! Perché è il mio /OBIETTIVO/(ridendo) eee e boh… questo. Cioèè […] Io in realtà me lo aspetto più bello. Tutti pensano il contrario, che da giovani ci si diverta di più… peròòò cioè lo vedooo, a me piace l’idea di indipendenza. Poii la mia famiglia è /strana/(smorfia), quindi mi piacerebbe allontanarmi da ciò e diventare più indipendente e quindiii probabilmente mi vedo più felice no. Eee poiii con un lavorooo, cioè un secon, mentre studierò faròòò la mastra di sci e avrò trovato un po’ quell’equilibrio.

Io te lo auguro!

"/No io lo spero!!/(quasi senza speranze)." Anna (L.)

"Il futuro. (pausa lunga) (sbuffa) allora (pausa lunga) /il futuro/(sottovoce) eh il futuro cerco di vederlo, cerco di immaginarlo perché non si sa mai quello che potrà succedere domani secondo me. Cioè io ho delle aspettative da me, ho messo diciamo degli obiettivi da raggiungere. Boh voglio iniziare a lavorare […].

Ma e tu comeee… come dire, cosa ti aspetti diiii… nel futuro, se te lo immagini, ti aspetti di riuscire aaa… ad ottenere questi obiettivi oppure la vedi difficile?

Sì sì. No no io penso di arrivarci pienamente." Noà (P.U.)

"Se dovessi continuare a vivere nel futuro come sto vivendo adesso non lo vedo tanto roseo. Però… se dovessi cambiare idea, dovessii iniziare a mettere la testa a posto, dovessi iniziare. Cioè io saprei già in realtà che cosa vorrei fare. Io vorrei diventare poliziotto o vigile del fuoco [...] Perché io sono sempre stato una persona che tiene a cuore le ingiustizie. E sicuramente facendo quel lavoro cambierei qualcosa, nel mio piccolo però qualcosa cercherei di cambiare."

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"Lavorare in un bel posto, dove potrei anche essere magari anche… già avanti a uno cheee ha appena incominciato, /come faremo noi/(affranto), magari ancheee però non voglio fare sto lavoro, quello lì sotto alle macchine."

"Cosa vorresti fare?"

"O il disegnatore… oppure qualsiasi altro lavoro: per far sporcare gli altri e non sporcarmi me. Cioè tipo il disegnatore: lui lavora lì al computer, manda agli altri il disegno e quelli sotto lavorano. Quello voglio fare: far lavorare gli altri."

William (P.U.)

Di fronte alla minaccia (più o meno consapevole) che incombe sul loro avvenire, molti ragazzi riescono tuttavia ad immaginare, almeno per loro stessi, un futuro degno di tale nome integrando gli aspetti negativi e positivi. Stella (P.D.) si vede ad esempio un po’ ottimista e un po’ pessimista, "dipende un po’ da come mi sveglio": pessimista perché "a volte lo vedo così, con paura, tanta paura [..] Non lo so, quello magari di non trovare un lavoro che mi soddisfi, o di trovarmi da sola con la mia famiglia senza amici, che è una cosa che mi dà fastidissimo. Magari avere sempre la stessa routine". Dall’altra guarda però anche al futuro con molto ottimismo: "spero di realizzare quello che voglio fare eh, farmi una bella famiglia, però al contempo avere anche degli amici… e stare bene".

Per alcuni si tratta di una speranza, per altri di una certezza se si impegneranno e/o "metteranno la testa a posto". In quest’ultima ipotesi prevalgono i ragazzi del P.U., mentre per vari studenti del liceo si percepisce come di fondo da un punto di vista famigliare, economico e sociale sia presente una maggiore sicurezza che rende maggiormente tollerabile l’incertezza. Antonio afferma: "lo vedo diciamo abbastanza duro perché trovare un lavoro è difficile […] dall’altra parte sono felice contento, perché comunque ho una famiglia che mi sostiene, degli amici, e so che quelli ci saranno per sempre quindi anche nei momenti di crisi quando, non so, non avrò un lavoro ci saranno mia madre, mio padre, che potranno aiutarmi anche a trovare un lavoro. […] A di sicuro più difficile, più bello, perché comunque… diventando grandi poi si imparano più cose."

È da rilevare come alcuni ragazzi dipingano uno scenario positivo a livello personale senza affrontare il livello collettivo (Anna), come rimuovendo dalla scena gli aspetti negativi. Altri, come per esempio William, fanno coesistere, quasi in maniera scissionale, gli elementi negativi e positivi ("siamo degli animali… lo schifo più totale" rispetto "a lavorare in un bel posto..."). Alcuni, infine, contrappongono come reazione alla negatività una coerente reazione, come per esempio Beniamino che, in un mondo di guerra, si immagina come un soldato o i ragazzi, perlopiù liceali, che si immaginano fuggire all’estero.

113 -Futuro esclusivamente positivo

Alcuni adolescenti si immaginano un futuro personale esclusivamente positivo. "Il futuro io lo vedo come una gioia […] avrò una bella vita […] quando avrò 25 anni. Sì sì avrò il lavoro" afferma Asif (P.U.), così come similmente mi riferisce Gigi (P.D.): "Io sono positivo, diciamo io cerco sempre di essere positivo e pensare bene. Quindi, come lo vedo? Lo vedo, sai lo vedo proprio con un bel lavoro, sposato magari, però non. Penso che tu puoi fare nella vita, puoi comunque fare quello che vuoi, nel senso hai le possibilità di fare quello che vuoi, basta che tu ti impegni. Se io voglio fare una cosa, io mi impegno al massimo, do il cento per cento, magari ci metterò tanto tempo ad avere quella cosa, ma comunque la ottieni. Quindi secondo me la vita, sì è complicata, tutto quello che vuoi, sì è difficile, ci sono persone che mettono bastoni tra le ruote, però comunque sei tu quello in mezzo. Quindi io mi vedo proprio bene nel mio futuro, proprio bene bene. Magari sì sarà complicato, non tra due tre anni, magari tra cinque sei anni sarò anch’io, avrò una vita, un lavoro, qualcosa. Quella è secondo me la cosa base, se hai quello

stai bene. Quindi eeh…"

Gigi, però, è lo stesso ragazzo che, quando ho spiegato il senso della ricerca alla classe, ovvero il cercare di capire cosa vuol dire essere giovani oggi, per cercare di capire l’adolescenza guardando dai loro occhi e sentendo con le loro orecchie, ha risposto ad alta voce: "Na Merda! Non c’è più futuro!". Quando nel corso dell’intervista glielo faccio notare e gli chiedo cosa intendesse mi risponde: "Si va beh […] Ma non è che il futuro è una merda, è che niente è