• Non ci sono risultati.

Aspetti tecnici nella gestione delle piantagioni

5. IL SISTEMA FORESTALE: POLITICHE, ISTITUZIONI E MERCATI

6.1 Piantagioni e riforestazione

6.1.3 Aspetti tecnici nella gestione delle piantagioni

In Cina vengono utilizzate principalmente due modalità per la piantagione di specie arboree in un terreno: la messa a dimora artificiale di semenzali e la semina aerea. La prima è la più diffusa poiché è quella che fornisce risultati migliori ed è applicabile in tutti gli ambienti. In questo caso è possibile variare la tipologia di materiale vivaistico: per le conifere vengono utilizzate piantine in pane di terra da vivaio, mentre per le diffuse piantagioni di pioppi e salici si utilizzano frequentemente talee o astoni da forestazione (Fig. 6.2).

Figura 6.2 Giovane piantagione di pioppi in zona rurale nella provincia dell’Hebei, effettuata con piccoli astoni allevati in vivaio per una stagione (foto: M. Mina, 2009).

82

Per risparmiare denaro e per accelerare le operazioni di imboschimento, la semina aerea è un mezzo importante, adatta in quei siti (p.e. alta montagna o zone remote) difficili da raggiungere dalla popolazione. Questa tecnica è stata utilizzata con successo sia nel sud che nel nord della Cina, ma l’ostacolo principale è la mancanza di precipitazioni. La semina aerea non è conveniente per quelle zone dove le precipitazioni annue sono minori di 300 mm. In confronto all’utilizzo di piantine in vaso o talee, il tasso di sopravvivenza è più basso, a causa della germinabilità dei semi e dei danni che possono causare animali selvatici e uccelli.

Per rigenerare una formazione forestale dopo il taglio, spesso si fa ricorso alla rigenerazione spontanea del bosco ceduo, sfruttando la capacità pollonifera di alcune specie forestali. Inizialmente utilizzata nelle zone montuose, questa pratica ha antiche origini ed è tuttora molto popolare in Cina. I vantaggi sono quelli di risparmio di denaro e di forza lavoro; inoltre si garantisce la copertura vegetale in tempi relativamente brevi. Non è possibile però applicare questa tecnica alle formazioni di conifere.

La ceduazione e il ripristino della piantagione grazie al riscoppio dei polloni sono pratiche molto diffuse in tutte le piantagioni di pioppo e salicacee, sia nell’ambito della short rotation, sia nell’agroforestry (Zhang, 2009, com. pers.).

Diverse norme tecniche e criteri in materia di diverse misure di imboschimento sono state elaborate sulla base della ricerca scientifica e sull’esperienza accumulata in molti anni. La messa in atto di una piantagione artificiale comprende diversi stadi: la selezione del sito di piantagione, la scelta delle specie e del materiale per la messa a dimora, la scelta della densità iniziale di piantagione, la preparazione del terreno, la scelta delle operazioni di piantumazione, il controllo della qualità e della crescita delle piante, controllo fitosanitario, eccetera. Nella pratica, l’attenzione per una buona riuscita di una piantagione artificiale si concentra nei seguenti cinque punti:

1. Selezione delle specie arboree più idonee per il sito d’impianto. I tecnici forestali effettuano un sopralluogo nel terreno per verificare le caratteristiche, analizzare il suolo e i fattori climatici. Le specie indigene sono favorite.

2. Scegliere le tecniche migliori per la preparazione del terreno. I prolungati periodi di siccità e la desertificazione del terreno sono i principali ostacoli al successo di una piantagione arborea in molte zone della Cina, specialmente al nord. È molto importante riuscire a sfruttare al massimo le precipitazioni utili ed il deflusso superficiale. I tecnici forestali e gli agricoltori locali, che avranno in gestione la piantagione, hanno trovato diverse possibilità (p.e. costruire terrazzamenti, riserve idriche, cavità a “spina di pesce”, canalette) per ottenere il massimo rendimento con l’acqua disponibile (Fig.6.3).

83

Figura 6.3 Piantagione di pioppi in zona rurale nei pressi della città di Renqiu, provincia dell’Hebei, con ampie canalette di scolo per l’irrigazione e il recupero dell’acqua piovana (foto: M.Mina, 2009)

3. Scegliere il materiale vivaistico adatto e controllarne la qualità. Nonostante ci siano diverse norme in materia di controllo dei materiali vivaistici, essi non riescono a supportare appieno la domanda per la forestazione, a causa di una gestione ancora povera e dell’inflessibile meccanismo ci compravendita delle piantine e dei semenzali. Ancora oggi, molte piantagione vengono effettuate con materiale non selezionato (p.e. con talee ricavate da altre piante, a costo zero) in base all’esperienza degli agricoltori locali. La percentuale di utilizzo di specie selezionate è solamente del 30%. Negli ultimi anni, l’Amministrazione forestale di Stato ha attribuito grande importanza al miglioramento della qualità dei materiali vivaistici, investendo grandi somme di denaro per il miglioramento del sistema vivaistico del paese.

4. Progettare le operazioni di forestazione e piantagione. È necessario basarsi non solo sulle indagini scientifiche ma anche sulla mappa topografica in scala, così da poter controllare io corretto sito l’impianto per la gestione futura della piantagione.

5. Cura e manutenzione della piantagione. È l’aspetto più debole nella gestione delle piantagioni in Cina, a causa della mancanza di fondi e di efficaci misure politiche (Wang e Li, 2003).

84

Così come nelle pratiche selvicolturali, tutte le operazioni per la preparazione, messa a dimora e manutenzione di una piantagione vengono effettuate quasi tutte a mano. In Cina la meccanizzazione delle operazioni agricole e forestali non è diffusa a causa dei tuttora bassissimi costi della manodopera. Una giornata lavorativa di un agricoltore in conto terzi nell’ambiente rurale della provincia di Pechino è stimata attorno ai 50 RMB al giorno (circa 5 euro) (Zhang, 2009, com. pers.).

Il numero delle specie utilizzate nelle piantagioni in Cina è molto ampio, a causa delle diverse condizioni agro-climatiche dei siti d’impianto. Le conifere dominano nell’area delle piantagioni industriali: Cunninghamia lanceolata, Pinus massoniana, P. tabulaeformis, P. elliottii e Larix

spp. sono le specie principali, e costituiscono il 57% delle piantagioni dell’intero paese.

Tra le latifoglie il pioppo (Popolus spp.) è la specie più presente. Gli altri generi più importanti sono Eucalyptus, Paulownia, Salix, Casuarina e Acacia (FAO, 2005).

È molto difficile riuscire a dare una panoramica sui turni e sulle tecniche di gestione delle svariate tipologie di piantagioni in Cina, in quanto il paese presenta innumerevoli ambienti, con diversi parametri climatici (p.e. dalle foreste boreali dell’Heilongjiang, alla zona tropicale nell’Hainan).

Una breve descrizione delle specie utilizzate nelle piantagioni cinesi viene fornita nel par. 6.4 e in allegato A.