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Le piantagioni in Cina: storia, stato attuale e impatti positivi

5. IL SISTEMA FORESTALE: POLITICHE, ISTITUZIONI E MERCATI

6.1 Piantagioni e riforestazione

6.1.1 Le piantagioni in Cina: storia, stato attuale e impatti positivi

La piantagione di alberi è un’antica tradizione cinese. Le sue origini risalgono addirittura al XII secolo a.C., con l’inizio della dinastia Zhou. La tradizione si rafforzò durante le dinastie Qin ed Han (dal 221 a.C. al 220 d.C.): un antico libro denominato “Guo Yu” ricorda le azioni della popolazione impegnata nella piantagione manuale di alberi lungo le arterie stradali dell’epoca e lungo gli argini dei sistemi fluviali.

Nelle prime redazioni del classico cinese sull'agricoltura, il “Qí mín yào shù” (VI sec. d.C.) viene fatto un resoconto dettagliato di alcune esperienze nell’ambito dell’imboschimento dei terreni, descrivendo le tecniche vivaistiche, di piantagione e gestione dell’epoca (Yin Jiayou et

al., 1993)

Durante il periodo di potere del partito nazionalista (1911-1949) venne istituito un dipartimento con compiti speciali in materia di forestazione e di gestione delle piantagioni arboree. In quegli anni, a causa della pesante deforestazione e dei danni causati dalle numerose guerre nel territorio, la copertura forestale era diminuita gradualmente fino all’8,6%. Con la fondazione della Repubblica Popolare, nei primi anni 50 il partito comunista mise in agenda lo sviluppo delle piantagioni e della superficie forestale. Infatti, in base agli archivi storici del governo, solamente nel 1953, l’anno di lancio del 1° Piano Q uinquennale di Sviluppo (1953-1958), vennero afforestati circa 1 milione di ettari di terreni aridi non coltivabili, quasi il doppio dell’area sottoposta a piantagione nei 22 anni di governo del partito nazionalista.

Nonostante ciò, come già presentato nel cap. 5, tra il 1958 e il 1966, la politica del governo era incentrata su un rapidissimo sviluppo economico, che incoraggiava l’uso del legno per

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alimentare il settore industriale. Vennero in contemporanea lanciate delle campagne per la riforestazione a livello nazionale, con l’istituzione di diverse aziende forestali statali e collettive, ma le politiche di piantagione si rivelarono altamente inefficienti.

Alla fine degli anni ‘60 il governo lanciò una campagna di rimboschimento in zone di pianura, con lo scopo di riforestare i bassopiani del nord est e del centro del paese, oltre al basso bacino del fiume Azzurro. Si cominciò a piantare alberi con la cosiddetta politica del “Four

side” (i “quattro lati”): attorno alle case, attorno ai villaggi, lungo le strade e lungo i fiumi

(Wang e Li, 2003).

Con la fine degli anni ‘70, l’inizio del periodo di “apertura economica” della Cina verso il mercato internazionale, venne istituito uno tra i più ambiziosi progetti di forestazione al mondo, “La Grande Muraglia Verde” (Three North Shelterbelt) che sarà completato solamente nel 2050 (vedi par. 6.2.2).

Nel 1983 il paese cominciò la riforma della proprietà forestale, nella quale vennero concesse le prime responsabilità di gestione dei terreni boschivi alle famiglie che vivono in zone rurali e la possibilità di generare un guadagno privato. Oltre a questo, ai privati venne data l’opportunità di piantare alberi e gestire le piantagioni in terreni aridi idonei alla forestazione. Negli anni ‘90, il governo annunciò che l’avvio di ampi programmi di forestazione era una questione non più rinviabile. Nel 1997 l’allora segretario generale del partito comunista Jiang Zemin fece un appello a tutta la popolazione cinese per promuovere un cambiamento a livello ambientale e paesaggistico del territorio. Il governo di Pechino lanciò strategie di sviluppo per le regioni dell’ovest, mettendo il recupero ambientale, tramite anche la costituzione di piantagioni, come una priorità.

Con il nuovo millennio, gli investimenti del governo centrale per i progetti di forestazione ammontano ogni anno a circa 30-40 miliardi di RMB e l’area totale sottoposta a riforestazione annualmente è di circa 4 milioni di ettari, indicando l’avvento di una nuova era forestale per la Cina (Wang e Li, 2003).

Secondo le ultime stime della FAO (vedi cap. 4 par. 4.2) la superficie forestale in Cina è attualmente di 197,29 milioni di ettari. Tra questi, 53,26 milioni di ettari sono piantagioni, o foreste che derivano da riforestazione artificiale, pari a circa il 31,5% dell’area forestale totale. Lo stock di risorsa legno delle piantagioni è quantificato in circa 1,5 miliardi di m3, pari al 12,4% delle risorse legnose forestali del paese.

La gran parte delle piantagioni in Cina si trova allo stadio giovanile, o a metà turno di utilizzazione circa, rispettivamente il 77,4% dell’area e il 64,2% del volume, rispetto al totale delle piantagioni (He Youjun, et al. 2008).

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In termini di proprietà e gestione, 8,9 milioni di ettari sono sotto il controllo diretto dallo stato (il 16,7%) mentre 44,6 milioni sono di proprietà collettiva (l’83,3%). Di questi ultimi circa la metà, 22 milioni di ettari, sono gestiti da aziende private.

Le piantagioni e le formazioni arboree derivate da riforestazione artificiale sono principalmente distribuite nelle foreste di proprietà collettiva del sud della Cina, nelle provincie del Guangxi, Guangdong, Hunan, Fujian e Sichuan, con 19,8 milioni di ettari (circa il 37% in area delle piantagioni nazionali). Le specie arboree maggiormente utilizzate nelle piantagioni sono l’abete cinese (Cunninghamia lanceolata), il pino rosso cinese (Pinus massoniana), altre specie del gen. Pinus e il pioppo (Populus spp.); assieme, queste tre specie rappresentano il 60% delle piantagioni totali del paese. La Paulownia spp. è la specie più utilizzata nei sistemi agroforestali (vedi par. 6.4).

Come rappresentato in Fig. 6.1, in base ad una distinzione per usi, le piantagioni a scopi di produzione di legname da opera e legname commerciale/pasta da cellulosa hanno la prevalenza: sommate ammontano a circa il 70% dell’area totale di piantagione.

Figura 6.1 Le piantagioni in Cina in base alle funzioni che si prefiggono (milioni di ettari)

Al fine di soddisfare la grande necessità di legname, la Cina ha sviluppato con forza le politiche sulle piantagioni. Le tipologie di piantagioni sono principalmente tre: le piantagioni a rapido accrescimento e ad alta produttività, le piantagioni per produzione di pasta da carta e le piantagioni per la produzione di legname ad uso industriale.

Attualmente le piantagioni e i rimboschimenti artificiali in Cina non hanno le capacità di attenuare le pressioni sulle foreste naturali in termini di produzione di legname e prodotti. Dall’attuazione del programma di protezione delle foreste naturali, quando la pressione dei tagli su queste ultime è diminuita notevolmente, l’attenzione si è spostata verso gli utilizzi

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delle piantagioni produttive, che però si trovano ancora, nella loro maggior parte, in fase giovanile. In un prossimo futuro, quando esse entreranno nel periodo di maturità, giocheranno un ruolo chiave nei conflitti tra domanda e offerta nel mercato dei prodotti forestali del paese. Un impatto positivo dello sviluppo delle piantagioni forestali si riscontra nella ristrutturazione del settore dell’industria rurale e nella promozione del settore secondario a livello regionale. Con il generale miglioramento del tenore di vita della popolazione in questi ultimi anni sono aumentate molto le richieste di prodotti forestali. Sviluppare un sistema di piantagioni e riforestazione è il mezzo principale per dare avvio ad una ristrutturazione dell’industria rurale, aumentando i redditi delle aziende agricole forestali, aiutando loro a superare la soglia di povertà (He Youjun, et al. 2008).

Le piantagioni, e le foreste derivate da esse, in fase di crescita rapida e costante, stanno creando in alcune zone crescenti benefici economici per chi può trarne un reddito, grazie al sistema di riforme di gestione e proprietà dei territori forestali11.

Inoltre, vale la pena notare che il grande sviluppo delle piantagioni con funzioni protettive assume una posizione importante in fase di crescita ecologica e gioca un ruolo attivo nell’attuazione della strategia forestale del paese, incentrata nella garanzia di una maggiore sicurezza ambientale.