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2. Il manoscritto del Pinqas ha-nif ṭarim

2.2 L‟aspetto materiale del manoscritto

La configurazione fisica del codice, costituita dalla sua struttura materiale codicologica e dalla sua caratterizzazione paleografica, è di estremo interesse in quanto un esame delle variabili può suggerire allo studioso informazioni dettagliate sul manoscritto. Il tipo di supporto scrittorio, il modo della sua preparazione, la tecnica di ottenerne fogli di diversi formati, la mise en page, e la composizione dei fascicoli di tre, quattro o cinque bifogli, ci permettono di reperire importanti notizie storiche.67

Il codice oggetto della presente indagine, la cui data di confezionamento va verosimilmente situata poco tempo prima rispetto all‟inizio della sua compilazione, è composto da 83 folia rilegati in fascicoli. Ciò significa che i fogli sono stati piegati una sola volta lungo il lato maggiore, in modo da avere quattro facciate. Il supporto scrittorio è costituito da carta.

Il tomo misura 28 cm di lunghezza per 20,3 cm di larghezza e 2,5 cm di profondità. La legatura non è coeva, ma frutto di restauro posteriore. La copertina in cartone presenta evidenti segni del tempo, in particolar modo le punte superiori dei piatti. Sono presenti bruniture nelle pagine e nei tagli.

La foliazione con numeri arabi è stata eseguita a matita solo nel recto e risale a un momento successivo. Nel corso del restauro, diversi fogli compromessi sono stati riparati con l‟aggiunta di sezioni di carta. Il manoscritto porta tracce di letture con svariate annotazioni posteriori sia in inchiostro che a matita, date da vari appunti dalla mano di lettori68 e dall‟evidenziazione di alcuni atti.69

67 Sull‟importanza dei manoscritti ebraici dal punto di vista materiale si veda: PERANI, I manoscritti ebraici come fonte per la storia sociale degli ebrei, in Fonti per la storia della società ebraica in Italia dal Tardo-antico al rinascimento: una messa a punto, Atti del XVII Convegno internazionale dell‟AISG, Gabicce mare (PU) 16-18 settembre 2003, in «Materia giudaica» IX/1-2 (2004), pp. 79-101.

68 Si vedano i ff. 8v, 29v, 35r, 38r, 50v, 58r, 60v, 63r, 70v, 73v, 79r, 81v, 82r, 83r.

69 Si vedano i ff. 15r, 15v, 16r, 20r, 21r, 38r, 44v, 51v, 52r, 52v, 53v, 55v, 56v, 63v, 64v, 67v, 81r.

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A una prima consultazione dei fascicoli balza subito all‟occhio un‟anomalia: i ff. 27r e 83r, regolarmente numerati, non si trovano nel corretto ordine, ma sono inseriti fuori posto poiché, probabilmente durante la fase di restauro del manoscritto, furono rilegati nel posto sbagliato. La loro giusta collocazione dovrebbe essere dopo il f. 7v. In questi fogli compaiono delle annotazioni relative a

הטסיל ב״יתה דע ח״ג תפוקלםיבייחה

, ossia Lista dei debitori alla cassa della

beneficenza fino al 5412 (= 1652) e una lista delle famiglie proprietarie di sepolcri nel cimitero.70

Nelle prime pagine, dall‟1r al 2v, si trova lo statuto della confraternita della Misericordia della comunità ebraica di Lugo, suddiviso in 13 articoli. I ff. 3r-5r contengono i verbali delle riunioni della confraternita fra gli anni 1662 e 1711, mentre i ff. 6r-7v presentano una versione rinnovata dello statuto. Dalla consultazione del manoscritto appare evidente che i copisti abbiano lasciato di proposito diverse pagine bianche tra la prima versione dello statuto della Confraternita e la registrazione degli atti, in vista di revisioni e annotazioni successive che sarebbero state scritte per l‟appunto negli anni seguenti.

Al f. 9r inizia invece la registrazione degli atti di morte degli ebrei della comunità dal 1658 al 1825, che si apre con il titolo

םירטפנה תושפנ ןורכז רדס

וגול י״קק לש ןדע ןגב םתחונמ

ossia Registro ordinato per la memoria delle

anime dei defunti, il loro riposo sia nel giardino dell‟Eden della Santa Comunità di Lugo.71

Dando uno sguardo d‟insieme alla copia digitale del manoscritto, ciò che a prima vista colpisce è la disomogeneità del modulo grafico dei primi fogli rispetto a quelli successivi e, scendendo più nel particolare, la diversità calligrafica che lascia trasparire l‟operato di più mani.

70 Cfr. Ms. New York, Jewish Theological Seminary (d‟ora in poi JTS), Registro dei morti della comunità ebraica di Lugo per gli anni 1658-1825, ff. 27r e 83r.

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In generale, mentre nel materiale diplomatico l‟alternarsi delle mani segue regole più o meno stabili, secondo gli usi in vigore nella cancelleria o nello scrittoio notarile, nel codice la loro successione e alternanza non si conformano a norme costanti; nel documento le varie mani sono quasi sempre contemporanee o separate da brevi intervalli di tempo, nel manoscritto le differenze cronologiche possono essere assai maggiori. L‟osservazione empirica del tratto grafico è stata necessaria e utile su più fronti, non solo per leggere e comprendere correttamente il testo, ma anche per familiarizzare il più possibile con le abitudini grafiche degli scribi, nonché individuare le caratteristiche salienti e peculiari della scrittura adottata. Il mio intento è stato quello di inquadrare la scrittura analizzata – che può essere definita una ibrida semi-corsiva72 o livresque – all‟interno di una rete di conoscenze che permetta di valorizzarla pienamente come fonte storica per i suoi elementi estrinseci: per fare ciò, ho ritenuto di procedere con lo studio delle

72 I paleografi – ispirandosi alla classificazione latina – distinguono tre differenti tipologie di scrittura ebraica: quadrata, corsiva e semi-corsiva, quest‟ultima considerata come stile intermedio tra i due precedenti. A questo proposito si vedano gli studi di: E.ENGEL, Observations

on the Sephardic script, in M.BEIT-ARIÉ-ENGEL, Specimens of Mediaeval Hebrew Scripts, vol. II:

Sefardic Scripts (in ebr.), The Israel Academy of Sciences and Humanities, Jerusalem, 2002, p. אי; EAD., The analysis of the letter-a new palaeographical method, in P. RÜCK (ed.), Methoden der

Schriftbeschreibung, Historische Hilfswissenschaften 4, Stuttgart 1999, pp. 43-50; A. YARDENI,

The book of Hebrew script: history, paleography, script styles, calligraphy & design, British Library-Oak Knoll Press, London-New Castle, 2002, p. 266; E.G.L. SCHRIJVER, Beit-Arié‟s Specimens of Medieval Hebrew Scripts, or: finally a Hebrew palaeographical nomenclature, in «Studia Rosenthaliana» 24 (1990), p. 65; BEIT-ARIÉ, Hebrew Codicology. Historical and

Comparative Typology of Hebrew Medieval Codices based on the Documentation of the Extant Dated Manuscripts in Quantitative Approach (in ebr.), pre-publication internet version 2012 (http://web.nli.org.il/sites/NLI/Hebrew/collections/manuscripts/hebrew_codicology), p. 420;ID., היגולוקידוק תירבע . ימיב ובוציעו ירבעה רפסה תכאלמ לש היגולופיט - טביהב םייניבה יבתכ דועית לע הדסוימה תיתומכ השיג ךותמ יתאוושהו ירוטסיה - דע ךיראת ינויצב דיה 1540 ,

[Hebrew Codicology. Historical and Comparative Typology of Medieval Hebrew Codices based on the Documentation of the Extant Dated Manuscripts until 1540 Using a Quantitative Approach] (in ebr.), Preprint internet version 0.7 (December 2017), edited by Zofia Lasman; ID.,

Hebrew Manuscripts of East and West Towards a Comparative Codicology, The British Library, London 1993; C. SIRAT, , Écriture et civilisations, Centre national de la Recherche scientifique (CNRS), Paris 1976; EAD., L‟examen des écritures: l‟oeil et la machine. Essai de méthodologie, Centre national de la Recherche scientifique (CNRS), Paris 1981; J. COHEN, L‟Écriture hébraïque.

Son origine, son évolution et ses secrets, Éd. du Cosmogone, Lyon 1997; A. ATTUIL, (R)évolution

typographique. L‟hébreu entre carré et cursif. Diplôme supérieur d‟arts appliqués, création typographique, École supérieure Estienne, Paris 2009, pp. 42-47.

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caratteristiche documentarie sul piano sincronico e diacronico, effettuando confronti e comparazioni critiche tra la produzione dei diversi copisti, rivolgendo un‟attenzione particolare allo studio della forma delle lettere, del loro ductus, del sistema abbreviativo e dei segni grafici più problematici dal punto di vista interpretativo, come nessi e ligaturae.

La maggior parte del documento è caratterizzato da una scrittura che può essere identificata come libraria: essa, pur con le diversità date dalle caratteristiche di ogni copista, oltre ad essere elegante e calligrafica, nel complesso mostra armonia nelle dimensioni e nelle proporzioni, regolarità nell‟allineamento ed esattezza nel tratto. Ha un tracciato piuttosto svelto, ed è ricca di legature. Talvolta nell‟esecuzione dei singoli tratti si avverte la tendenza a una certa trascuratezza ed irregolarità.

I motti posti all‟inizio di ogni atto sono invece vergati in grandi caratteri quadrati e riportano passi tratti dalla Bibbia o dal Talmud. Questa scrittura presenta caratteri ornamentali e tende verso la solennità e la tipizzazione, con forme tipiche, artificiose e ricche nel tratteggio.

Il materiale documentario in oggetto presenta differenti tratti scribali non sempre facilmente distinguibili: si passa da scritture basse e spigolose a segni grafici più eleganti e stagliati. Alcune differenze non trascurabili, inoltre, si riscontrano nella disposizione del testo: il numero delle righe per pagina è assai variabile, così come le dimensioni del campo scrittorio orizzontale. Per questo motivo, dopo l‟individuazione delle attribuzioni dei fogli ai singoli scribi – eseguita sulla scorta di studi preliminari effettuati su una parte cospicua della documentazione – è stata svolta un‟analisi approfondita della scrittura di ciascuno scriba.

Per ogni scrivente si è realizzata una scheda analitica suddivisa in due parti: una prima parte contenente, quando noti, dati di carattere storico (come il nome del copista, qualche dato biografico e gli estremi cronologici della sua attività) e una seconda parte recante dati di carattere prettamente paleografico: la documentazione di ogni scriba è stata analizzata in modo da coglierne gli aspetti

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estrinseci più significativi, dal generale al particolare, ossia dalla mise en page alla morfologia dei singoli segni.

La messe di dati così raccolti è stata organizzata in due sotto-sezioni: la prima comprende la descrizione complessiva della mise en page e delle caratteristiche generali della scrittura dei documenti di ogni scriba, formata dalle seguenti voci:

- impostazione generale della pagina;

- sfruttamento dello spazio e rapporto tra il bianco e il nero; - specchio di scrittura;

- proporzioni tra le varie parti del documento;

- descrizione della disposizione e dell‟andamento delle righe; - interlinea;

- marginazione; - ductus o andamento; - legature;

- modulo (dimensioni e caratteristiche delle lettere); - tratteggio;

- aste.

A questa parte fa seguito una sezione dedicata alla morfologia della scrittura e, se presente, una sul sistema di indicazione del nome dello scriba.

Come si può vedere di seguito, in linea di massima si alternano diverse scritture, che testimoniano l‟intervento di “mani” distinte. Ho individuato 18 differenti grafie che si susseguono per quasi due secoli: di queste, si è accertata un‟identità di grafia soltanto in alcuni casi, anche grazie all‟ausilio di altri documenti autografi da me consultati. Raramente infatti, lo scrivano apponeva la sua firma o quella del collaboratore che aveva il compito di redigere l‟atto; inoltre, di base, è sbagliato partire dal presupposto che il rabbino della comunità si occupasse della redazione dei documenti e che quindi scrivesse materialmente tutti gli atti. Molto spesso, infatti, lo scrivano o amanuense non era altri che un sottorabbino oppure un suo stretto collaboratore.

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Prima di procedere, infine, è opportuno descrivere brevemente il sistema di datazione ebraico che differisce da quello cristiano. Dato l‟anno della creazione, per conoscere l‟anno cristiano equivalente, si deve aggiungere la cifra chiave di 240, prescindendo dalle migliaia. Se si conosce il mese e il giorno del calendario ebraico, si è in grado di stabilire se la data ebraica cade nei mesi fra il capodanno ebraico (settembre-ottobre) e dicembre dell‟equivalente anno cristiano, oppure se cade nel periodo fra gennaio e settembre-ottobre. Nel primo caso, dopo aver aggiunto 240 all‟anno ebraico, dobbiamo togliere una cifra, perché il nuovo anno ebraico era già cominciato, ma il nuovo anno cristiano no, essendo in ritardo di circa quattro mesi; se invece si conosce esattamente mese e giorno ebraico, ed esso cade dopo il primo gennaio, l‟equivalente anno cristiano è quello che si ottiene aggiungendo semplicemente 240.

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SCHEDE PALEOGRAFICHE73

1.

Dati storici

Nome scriba: Rabbi Šabbetay Beer (

ראב יתבש

)74

Dati biografici:

morto verso il 434 (= 1674),75 fu discepolo del Rama (1548-1620) e autore di una raccolta di Še‟elot u-Tešuvot intitolata

קשע ראב

.76 Nel 1658 entra a far parte della Confraternita della Misericordia di Lugo77 e nel 1665 viene «annoverato […] come il primo fra i suoi membri».78Nel 1670 il rabbino non si trova più a Lugo; egli aveva lasciato la città qualche tempo prima.79

73 Per la redazione delle schede paleografiche mi sono basata sulla traccia proposta dalla Prof.ssa Judith Olszowy-Schlanger nei suoi studi intitolati Petit guide de description des écritures hébraïques: identifier la main du scribe, Instrumenta BwB 1, 2013 e Check list for observation and evaluation of Hebrew script, Instrumenta BwB 2, 2013, consultabili sul sito di Books Within Books-Hebrew Fragments in European Libraries:

http://www.hebrewmanuscript.com/instrumenta.htm

74 Ho potuto identificarlo grazie alla firma autografa presente nel f. 2v. La grafia dello scriba presenta caratteristiche che si riscontrano nel manoscritto seicentesco conservato alla Palatina di Parma, copia dell‟opera di Yi aq Berekyah da Fano II (1582-ante 1658) intitolata anok la-Na„ar, (Cod. Parm. 3480), oggetto della ricerca dottorale di Gianmarco Sinisi. Da un confronto delle due grafie, siamo giunti alla conclusione che il manoscritto della Palatina sia stato compilato dal rabbino Šabbetay Beer, il quale, tra l‟altro, fu discepolo del Rama.

75 L‟informazione l‟ho ricavata dal volume ottocentesco di .PALACHE, Sefer Ma aśehem shel tsadiḳim: bo niḳbetsu ma aśiyot, uvdot, hanhagot ṿe-taḳanot mi-gedole Yiśra el ume-rabane ṿe- akhme Izmir [Il libro delle opere dei giusti: raccolta di racconti, opere, costumi e regolamenti dei grandi di Israele, rabbini e saggi di Izmir] (in ebr.), ristampato da Y.S. Tefilinsḳi a Gerusalmemme nel 2000, ad vocem.

76 Ibid.

77 Ms. New York, JTS, Registro dei morti della comunità ebraica di Lugo per gli anni 1658-1825, f. 2v.

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Suo figlio maggiore di nome Yie i‟el Beer, era un membro della Confraternita della Misericordia.80

Uno dei suoi nipoti fu probabilmente Moshe Shabbetai (Mosè Sabato) Beer, nato a Pesaro, rabbino a Guastalla, poi Rabbino Capo a Verona nel 1819, quindi a Roma dal 1825.81

Elenco fogli redatti: 1r-2v; 6r-7v; 27r, 83r. Anni di attività: 1652-1658.

Analisi Paleografica Mise en page e caratteristiche generali della scrittura

- Impostazione generale della pagina e impaginazione:

impostazione documentaria, ma notevolmente curata da un punto di vista formale. Mise en page regolare e ordinata.

- Sfruttamento dello spazio e alternanza bianco-nero:

righe e parole ben distanziate tra loro. Generale equilibrio nel rapporto bianco-nero sul foglio.

- Specchio della scrittura:

regolare.

- Proporzioni:

aste delle lettere

ת ק ן ל ג

abbastanza pronunciate, soprattutto nei ff. 1r-2v.

- Righe:

allineamento preciso, righe separate da spazi uniformi e abbastanza regolari, anche se in alcune parti del documento si osserva un leggero avvicinamento

79 Cfr. Ms. Gerusalemme, CAHJP, Registro dei verbali delle sedute consiliari degli anni 1670-1759, f. 1v.

80 Ms. New York, JTS, Registro dei morti della comunità ebraica di Lugo per gli anni 1658-1825, f. 2v.

81 A. SALAH, )ס״קת-ס״ת( הילטיא ימכח תודלות םירפוסטבש - La République des Lettres. Rabbins écrivains et médecins juifs en Italie au XVIIIe siècle, Brill, Leiden-Boston 2007, p.

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tra esse. Anche l‟andamento delle lettere sul rigo è sostanzialmente rettilineo.

- Interlinea:

spazi interlineari sostanzialmente regolari, anche se in alcuni punti del documento le righe tendono ad avvicinarsi leggermente.

- Marginazione:

margini superiori, inferiori e laterali ampi e regolari.

- Ductus:

tendente al corsivo.

- Legature:

oltre al classico nesso aleph-lamed (

(, sono presenti frequenti legature tra le lettere

תו

,

יק

,

ונ

,

יל

,

הל

,

םל

.

- Modulo:

sostanzialmente regolare, con lettere caratterizzate da una leggera

compressione che conferisce alla grafia un aspetto lievemente rotondeggiante.

- Inclinazione:

scrittura con una leggera inclinazione verso sinistra.

- Tratteggio:

molto curato; i tratti sono talvolta spessi.

- Aste:

si rileva un certo sviluppo dello slancio delle aste sia ascendenti che discendenti, in particolare delle lettere

ל

,

ת

,

ק

e

ג

con ispessimenti rotondeggianti in pedice. Forma ondulata in alcune aste della lettera

ל

.

Morfologia della scrittura

- Caratteristiche lettere minuscole:

presenza di alcune lettere distintive come la

פ

con due occhielli, l‟utilizzo della

ת

in una duplice versione, una classica rotonda con asta trasversale e una formata da una singola asta obliqua che scende sotto il rigo; le

ג

presentano spesso un ricciolo finale nel pedice.

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Sistema di indicazione del nome dello scriba:

oltre alla firma, il nome dello scriba è contenuto in maniera criptica, nascosto nelle lettere che tracciano una figura simile a una farfalla nel f. 7v.

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2.

Dati storici

Nome scriba: Rabbi Šelomoh Ya yah (

אייחי המלש

)82

Dati biografici:

rabbino e cabbalista, fu massaro, valutatore alle tasse e servì a più riprese la comunità ebraica di Lugo.83 Dal 1662 assunse l‟incarico di scriba e amministratore della Confraternita della Misericordia.84 Nel 1689 prese il posto del rabbino Rava.85 Morì a Lugo il 19 Adar II 5451 (= 1691).86

Elenco fogli redatti: 3r; 9r-11r. Anni di attività: 1658-1662.

Analisi Paleografica Mise en page e caratteristiche generali della scrittura

- Impostazione generale della pagina e impaginazione:

impostazione documentaria. Mise en page non particolarmente curata, un po‟ caotica e disordinata.

82 Ho potuto identificare lo scriba grazie a una delibera della Confraternita della Misericordia datata 3 Tevet 5422 (= 1662), in cui si dice che: «[…] l‟onorato ed eccellente socio / Šelomoh Ya yah, la sua Roccia lo custodisca e gli doni vita, […] deliberatamente e secondo la sua volontà ha dichiarato davanti a noi che si impegna / a svolgere il ruolo di scriba […]». Cfr. Ms. New York, JTS, Registro dei morti della comunità ebraica di Lugo per gli anni 1658-1825, f. 3r.

83 Ms. Gerusalemme, CAHJP, Registro dei verbali delle sedute consiliari degli anni 1670- 1759, ff. [prima carta non numerata], 1v, 4v, 7r, 8r, 9v, 11r, 21v.

84 Ms. New York, JTS, Registro dei morti della comunità ebraica di Lugo per gli anni 1658-1825, f. 3r.

85

Ms. Gerusalemme, CAHJP, Registro dei verbali delle sedute consiliari degli anni

1670-1759, f. 11v.

86 Ms. New York, JTS, Registro dei morti della comunità ebraica di Lugo per gli anni 1658-1825, f. 23v.

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- Sfruttamento dello spazio e alternanza bianco-nero:

righe e parole piuttosto ravvicinate tra loro, elemento che, insieme ai tratti marcati delle lettere, talvolta conferisce alla pagina una generale impressione di prevalenza del nero sul bianco.

- Specchio della scrittura:

non regolare.

- Proporzioni:

le aste delle lettere

ת ק ן ל ג

enfaticamente allungate, soprattutto nel f. 11r. Alcune lettere quadrate sono molto ingrandite rispetto al resto del testo.

- Righe:

allineamento poco rigoroso, righe piuttosto avvicinate tra loro. In alcuni casi le righe assumono un andamento ondulato (v. ad esempio f. 10v). Anche l‟andamento delle lettere sul rigo non è rettilineo.

- Interlinea:

spazi interlineari irregolari e talvolta stretti.

- Marginazione:

margini laterali piuttosto ampi, anche se poi talvolta tendono a restringersi. Margini superiori molto stretti.

- Ductus:

tendente al corsivo.

- Legature:

oltre al classico nesso aleph-lamed (

(, sono presenti legature tra le lettere

ןכ

,

ןו

,

ונ

.

- Modulo:

irregolare, con lettere di dimensioni più grandi rispetto alle altre.

- Inclinazione:

inclinazione alternativamente verso destra e verso sinistra.

- Tratteggio:

contrasto tra pieni e filetti abbastanza visibile, soprattutto nel f. 9v.

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deciso sviluppo delle aste, sia ascendenti che discendenti, in particolare delle lettere

ל

,

ת

,

ק

,

ף

,

ך

,

ן

e

ג

con curvature in pedice. Talvolta le aste scendono ben al di sotto del rigo, soprattutto nel f. 11v. Forma inclinata di alcune aste della lettera

ל

.

Morfologia della scrittura

- Caratteristiche lettere minuscole:

utilizzo della

ת

in una duplice versione, una classica rotonda con asta trasversale e una formata da una singola asta obliqua che scende ben al di sotto il rigo; le

ג

e le

ק

presentano spesso un ricciolo finale nel pedice, così come le lettere finali

ף

,

ך

,

ן

, spesso enfaticamente allungate. Le aste delle

ק

presentano una forma ondulata.

Sistema di indicazione del nome dello scriba:

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3.

Dati storici

Nome scriba: Rabbi Mika’el Avraham Dawid Ya yah (

דוד םהרבא לאכימ

אייחי

) (presunto)87

Dati biografici:

viene annoverato tra i fondatori della Confraternita della Misericordia assumendo l‟incarico di tesoriere.88 Anche suo fratello Šemu‟el faceva parte del sodalizio.89

Nel 1681 era rabbino della comunità ebraica di Lugo.90 Nel 1686 fu affiancato dal rabbino Šelomoh da Orvieto,91 poi nel 1689, in seguito all‟arrivo del rabbino Rava a Lugo, i massari optarono per una suddivisione dei compiti tra i due maestri: Mika‟el, confermato rabbino della comunità, doveva assistere alle sessioni religiose e di studio, oltre ad occuparsi di giudicare secondo la legge ebraica nonché stabilire le regole nei casi dottrinali e rituali; al rabbino Rava, invece, fu principalmente affidata l‟educazione religiosa e la predica nella sinagoga.92

87 Da un‟analisi delle firme nel f. 2v, delle quali nessuna presenta delle caratteristiche similari alla grafia in oggetto, ho dedotto – per esclusione – che la presente calligrafia fosse da attribuire al maestro Mika‟el Ya yah, membro autorevole della Confraternita, divenuto rabbino della comunità nel 1682.

88 Ms. New York, JTS, Registro dei morti della comunità ebraica di Lugo per gli anni 1658-1825, f. 1v.

89 Ivi, f. 3v.

90 L‟informazione l‟ho ricavata da un verbale datato 5 ottobre 1682 del Registro delle sedute consiliari: Ms. Gerusalemme, CAHJP, Registro dei verbali delle sedute consiliari degli anni 1670-1759, f. 7v.

91 Ivi, f. 11r. 92

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A partire dal 1691 fu invece affiancato dal rabbino Tranquillo Provenzali.93 Morì a Lugo il 4 Nisan 5453 (= 1693).94

Elenco fogli redatti: 3v, parte del 4r; 11v-23r. Anni di attività: 1662-1691.

Analisi Paleografica Mise en page e caratteristiche generali della scrittura

- Impostazione generale della pagina e impaginazione:

impostazione documentaria. Impaginato sostanzialmente ordinato.

- Sfruttamento dello spazio e alternanza bianco-nero:

righe e parole piuttosto ravvicinate tra loro, elemento che, insieme ai tratti marcati delle lettere, talvolta conferisce alla pagina una generale impressione di prevalenza del nero sul bianco.

- Specchio della scrittura:

sostanzialmente regolare.

- Proporzioni:

Alcune lettere della prima riga sono più grandi.

- Righe:

allineamento nel complesso regolare. L‟andamento delle parole sul rigo non è totalmente rettilineo, come nel f. 23r.

- Interlinea:

93 Ivi, f. 13r.

94 Nel suo atto di morte viene descritto come «grande esperto di sentenze e decreti, /