>> Fig. 10.1: assi anato- mici.
>> Fig. 10.2: piani ana- tomici.
L'analisi del cammino è una valutazione clinica in cui si chie- de al soggetto di camminare liberamente su speciali tra- sduttori sensibili alle forze applicate. I sensori sono applica- ti a piattaforme fisse oppure possono sostenere un nastro trasportatore con due nastri indipendenti che possono im- porre diverse velocità a ciascuno degli arti inferiori, modifi- cando il cammino spontaneo.
Tale metodica consente la cattura di dati di tipo cinemati- co, basati sull’analisi delle variazioni degli angoli articolari e sulle misurazioni dei parametri spazio-temporali; di tipo ci- netico, con la rilevazione delle forze esterne che perturbano lo schema del paziente come la gravità terrestre, l’inerzia, gli attriti; la reazione vincolare a terra. A seconda delle in- formazioni richieste, si possono analizzare le fasi del passo (tempi di appoggio di ciascun piede, lunghezza dei passi), le rotazioni articolari di caviglia, ginocchio e anca, le forze prodotte da essi (momenti e potenze articolari) ed anche il movimento tridimensionale del baricentro corporeo, forte- mente indicativo di possibili disturbi di equilibrio durante il cammino.
La funzione cammino presenta dei requisiti fondamentali: stabilità in appoggio monopodalico, adeguata clearance del piede, corretto pre-posizionamento del piede in fase di terminal swing, adeguata lunghezza del passo, conserva- zione dell’energia.
Durante l’espressione del pattern deambulatorio è possibile separare idealmente il corpo in due unità: una, definita loco- motrice, responsabile del movimento e della progressione; l’altra, definita passeggera, responsabile del mantenimento posturale.
Gait analysis
L’unità locomotrice è costituita dagli arti inferiori e i suoiruoli sono molteplici: accettare il carico, sostenere il corpo durante l’appoggio monopodalico e garanture l’avanza- mento dell’arto.
L’unità passeggera è rappresentata da capo, tronco e arti superiori.
Il ciclo del passo si suddivide in due fasi principali: la fase di stance, fase di appoggio, e la fase di swing ovvero di oscil- lazione.
La fase di stance si suddivide in tre fasi di doppio appoggio, nel quale entrambi i piedi sono a contatto con il suolo, ed in due fasi di appoggio monopodalico nella quale l’arto infe- riore sostiene interamente il perso corporeo.
La fase di swing è costituita da tre fasi che descrivono la tra- iettoria percorso dall’arto in volo durante la progressione. Per convenzione, il ciclo del passo comincia con la fase di contatto iniziale nella quale il piede scelto di riferimento impatta con il terreno tramite l’appoggio del tallone (heel strike).
Qui di seguito vengono analizzate in dettaglio tutte le fasi che compongono il ciclo del passo.
Initial contact (0 – 2 % del ciclo del passo)
Il contatto iniziale fra piede e suolo avviene per mezzo del tallone (“heel strike”). La reazione vincolare a terra (GRF) è localizzata anteriormente al livello di anca e ginocchio e po- steriormente rispetto alla tibia.
Nell’anca è indotto un momento flessorio contrastato dalla contrazione concentrica dei muscoli estensori e il ginocchio è esteso senza necessità di attività muscolare. Alla caviglia è indotto un momento plantarflessorio controllato dalla con- trazione eccentrica dei muscoli dorsiflessori.
Initial contact
Loading response
>> Fig. 10.3 (a): fasi del ciclo del passo.
Loading response (2 - 10% del ciclo del passo)
L’arto trasferisce su di sé il peso del corpo, in vista della fase di appoggio monopodalico. L’azione muscolare assorbe l’impatto al suolo, garantisce la stabilità sotto carico e con- serva la progressione garantita dal completamento del ro- tolamento sul calcagno.
La GRF si sposta posteriormente a livello di anca e ginoc- chio, anteriormente rispetto alla tibia.
All’anca permane un momento flessorio, mentre al ginoc- chio si innesta un momento flessorio di grande entità.La flessione del ginocchio è controllata dall’azione eccentrica del quadricipite, processo che consente di assorbire l’im- patto con il suolo.
Sul piano frontale la GRF determina un momento addutto- rio all’anca, ulteriore contributo alla stabilità sotto carico. Mid stance (10 – 30 % del ciclo del passo)
Rappresenta la fase iniziale di appoggio monopodalico. Lo scopo di questa fase è sostenere il peso del corpo per con- sentire la progressione in volo dell’arto controlaterale fino al raggiungimento della verticale.
La GRF è anteriore rispetto all’anca, posteriore rispetto al ginocchio e alla caviglia. Induce lo spostamento anteriore della tibia e innesca il secondo rotolamento sulla tibiotarsi- ca, consentendo la progressione del corpo in avanti.
Il lavoro muscolare di soleo e gastrocnemio permette il per- manere della GRF in posizione anteriore rispetto al ginoc- chio, consentendone l’estensione senza l’intervento di altre forze muscolari e, quindi, la stabilità sull’arto caricato.
Sul piano frontale l’attività del medio gluteo e del tensore della fascia lata contrastano il momento adduttorio e impe- discono la caduta controlaterale del bacino.
Terminal stance
Pre swing
>> Fig. 10.3 (b): fasi del ciclo del passo.
Terminal stance (30 – 50 % del ciclo del passo)
Questa fase segna il passaggio della verticale da parte dell’arto in volo, garantendo la progressione del corpo oltre il piede in appoggio e consentendo un’adeguata lunghezza del passo.
La GRF si sposta anteriormente nel piede e il peso del cor- po in caduta libera determina il sollevamento del tallone dal suolo, innescando il terzo rotolamento.
L’azione eccentrica del tricipite surale garantisce l’estensio- ne dell’anca e del ginocchio, stabilizzando l’arto in carico. La posizione arretrata della coscia rispetto alla tibia deter- mina uno spostamento posteriore della GRF al ginocchio, innescando il suo momento flessorio a fine Terminal Stance. Pre Swing (50 – 60 % del ciclo del passo)
Fase terminale di doppio appoggio, con due obiettivi fon- damentali: consentire la progressione in avanti mediante il meccanismo di push-off e pre-posizionare l’arto per l’oscil- lazione. Il trasferimento del carico sull’arto che ha comple- tato l’avanzamento svincola il tricipite surale dall’azione di stabilizzatore, consentendogli di esercitare un’azione con- centrica plantiflessoria a livello della tibiotarsica e flessoria a livello del ginocchio.
Initial swing (60 – 73 % del ciclo del passo)
Inizia con il distacco del piede dal suolo (foot off) e ha come obiettivi principali un adeguato sollevamento del piede (cle- arance) e l’avanzamento dell’arto in volo. I meccanismi che ne consentono la realizzazione sono: flessione dell’anca di circa 20°, flessione del ginocchio fino a 60°, recupero di 5° di dorsiflessione alla caviglia.
Si noti che la fase di oscillazione iniziale termina quando l’arto in volo raggiunge la verticale (zenith cross).
Mid swing
Terminal swing
>> Fig. 10.3 (c): fasi del
ciclo del passo. Mid swing (70 – 85 % del ciclo del passo) L’attività muscolare caratteristica di questa fase consente la
progressione, portando la tibia ad essere in posizione per- pendicolare rispetto al suolo. I meccanismi che consentono la progressione dell’arto in volo sono: raggiungimento della massima flessione d’anca di 30° circa, movimento pendola- re del ginocchio, attività del tibiale anteriore che consente di portare la caviglia in posizione neutra a 0°.
Terminal swing (85 – 100 % del ciclo del passo)
È la fase terminale di oscillazione, determina la transizione con la successiva fase di appoggio. L’attività muscolare è ri- volta a pre-posizionare l’arto per la fase di contatto iniziale. Il momento eccentrico degli ischiocrurali permette la fles- sione dell’anca e il controllo dell’estensione del ginocchio, completata dalla successiva attivazione del quadricipite fe- morale che prepara l’articolazione ad attutire l’impatto con il suolo.
È l'altezza del piede/delle dita del piede da terra durante la fase di oscillazione. Si tratta di un parametro importante dell'anda- tura che può essere direttamente correlato al rischio di caduta. Durante la deambulazione, la distanza dei piedi insufficien- te o fluttuante potrebbe portare direttamente a inciampa- re, una delle principali cause di caduta.