Il panel di esperti del WCRF e dello IARC, hanno riscontrato un'evidenza molto forte su come alte dosi di supplementi nutrizionali possano aumentare il rischio di cancro per diverse sedi tumorali. Gli effetti delle sostanze bioattive variano in base alle quantità assunte e, spesso, la loro assunzione è maggiore con il consumo di supplementi dietetici, rispetto al consumo di alimenti.
Per lo stesso motivo, l'assunzione di supplementi dietetici, apporta alte dosi di nutrienti o sostanze bioattive, e per questo è definita come "dose farmacologica" o "mega dose", mentre l'assunzione di nutrienti attraverso gli alimenti, è a basse dosi e per questo definita come "dose fisiologica".
Un nutriente che ha un dato effetto a una dose fisiologica, a bassi livelli, può averne un altro, diametralmente opposto ad alti livelli: un nutriente può avere un effetto protettivo a basse dosi, mentre a dosi elevate, dare un effetto tossico o patogeno. Per esempio, le vitamine liposolubili possono anche non essere assunte tutti i giorni, in quanto si accumulano a livello epatico e nel tessuto adiposo, perciò una loro assunzione ad alte dosi può dare effetti tossici.
Inoltre, i nutrienti in forma sintetica, sono spesso, ma non sempre, chimicamente identici ai nutrienti presenti negli alimenti, ciò determina effetti biochimici differenti. Questa diversità, oltre ai differenti livelli di assunzione, è data anche dalla mancanza nei supplementi dietetici della matrice nutrizionale presente invece negli alimenti. All'inizio del ventesimo secolo, l'introduzione nel commercio degli alimenti fortificati, ha ridotto notevolmente le carenze nutrizionali: i nutrienti sono stati addizionati in forma sintetica agli alimenti, garantendo la copresenza di vitamine, ferro, iodio e altri nutrienti, con la matrice alimentare.
Le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali sono responsabili dei maggiori programmi di fortificazione, l'assunzione dei nutrienti provenienti dagli alimenti fortificati, in molti casi, apporta da sola il soddisfacimento, quasi totale, della dose raccomandata per quel nutriente.
Per esempio è stato stimato che l'integrazione di acido folico, per prevenire i difetti del tubo neurale del feto, apporti più di un terzo della dose di assunzione raccomandata giornalmente. [88]
Nel report del WCRF vengono riassunte e giudicate le evidenze circa l'assunzione di macronutrienti e micronutrienti, in forma di supplementi, e di fitochimici, quali i costituenti bioattivi delle piante.
Il panel ha espresso con giudizio poco convincente che, l'assunzione di macronutrienti isolati possa influenzare il rischio di cancro, mentre in alcuni casi, l'evidenza che certe vitamine e minerali possano influenzare il rischio di cancro è risultata essere convincente.
Nell'ambito di questo report, le evidenze più forti, corrispondenti ai giudizi "convincenti" o "probabili", mostrano come una supplementazione con alti livelli di beta carotene, nei fumatori di tabacco, aumenti significativamente il rischio di cancro
ai polmoni, come il calcio protegga, probabilmente, il rischio di cancro al colon-retto ed il selenio quello alla prostata.
Le evidenze circa la riduzione del rischio di cancro nell'assunzione, a dosaggi specifici, di retinolo, alfa tocoferolo e selenio, rispettivamente per il carcinoma squamoso cutaneo, il tumore alla prostata, ai polmoni e al colon-retto, sono limitate. Così come lo sono l'assunzione di supplementi di retinolo e selenio per l'aumento del rischio di cancro ai polmoni e alla pelle. Infine, è stato giudicato, con effetto improbabile, l'assunzione di beta-carotene, circa un aumento o una riduzione dell'incidenza di cancro prostatico e di tumore alla pelle, ad esclusione dei melanomi. [89]
Cinque studi randomizzati di controllo e uno studio di corte hanno indagato l'associazione tra l'assunzione di supplementi di beta-carotene e il cancro al polmone: quattro fra questi hanno dimostrato, durante la fase d'intervento, un aumento del rischio, questo si è dimostrato particolarmente significativo in due studi, mentre uno studio ha rivelato una diminuzione del rischio, tuttavia non significativa.
I due studi, che hanno riportato un aumento del rischio particolarmente significativo, sono lo studio CARET e lo studio ATBC.
L'esigenza di condurre questi trials è nata da studi osservazionali, dai quali è emersa la prova che le persone con concentrazioni sieriche maggiori di beta-carotene, ottenute attraverso l'assunzione di frutta e verdura ricca di beta-carotene e retinolo, avevano tassi più bassi di cancro al polmone.
Lo studio di efficacia CARET, "Beta Carotene e Retinol Efficacy Trial", randomizzato e in doppio cieco, controllato con placebo, è nato per definire, attraverso l'assunzione di una combinazione giornaliera di 30 mg di beta-carotene e 25.000 UI di retinile palmitato, l'efficacia della prevenzione del cancro ai polmoni in 18.314 persone ad alto rischio per il suddetto tumore.
I ricercatori hanno studiato due popolazioni ad alto rischio: 4.060 uomini con un'ampia esposizione professionale all'amianto e 7.965 uomini e 6.289 donne, fra fumatori ed ex fumatori (in media di 20 sigarette al giorno).
Gli effetti dell'assunzione dei supplementi, sull'incidenza di cancro al polmone, sono stati confrontati con quelli del placebo: sono stati diagnosticati un totale di 388 nuovi casi di cancro al polmone, durante il follow-up di 73.135 persone nell'arco di un anno (durata media del follow-up 4 anni). Il gruppo di trattamento attivo ha riportato un RR di cancro al polmone di 1.28, rispetto al gruppo placebo.
Non ci sono state differenze statisticamente significative nei rischi di altri tipi di cancro.
Nel gruppo con trattamento attivo, il RR di morte per qualsiasi causa era 1.17; di morte per cancro polmonare 1.46; di morte per malattie cardiovascolari 1.26. Alla luce di questi risultati, lo studio è stato interrotto 21 mesi prima, per prove evidenti di nessun beneficio e di prove sostanziali di possibili danni. [90]
I risultati sono altamente coerenti con quelli trovati per il beta-carotene nello studio ATBC, "Alfa-Tochoferol, Beta-Carotene Cancer Prevention". In breve, questo è stato uno studio randomizzato in doppio cieco, condotto su 29.133 fumatori maschi finlandesi, d'età compresa tra i 50 e i 69 anni, assegnati in modo casuale a uno dei quattro regimi: alfa-tocoferolo (50 mg al giorno) da solo, beta carotene (20 mg al giorno) da solo, sia alfa-tocoferolo e beta carotene o placebo, per 5 o 8 anni.
l'alfa-tocoferolo, al contrario, è stata osservata un'inaspettata maggior incidenza di cancro ai polmoni tra gli uomini che hanno ricevuto beta-carotene.
Inoltre, è stata registrata una riduzione di casi di cancro alla prostata e nessun effetto apparente sulla mortalità totale tra gli uomini che assumevano alfa-tocoferolo, mentre, l'assunzione del beta-carotene ha riportato, in coloro che l'assumevano, un aumento della mortalità superiore dell'8%. [91]
Per spiegare questo risultato inatteso si ipotizzò che la dose non fosse stata sufficiente, che la dose fosse stata troppo alta, che alte dosi di sostanze antiossidanti avessero impedito alle cellule di attivare il meccanismo di apoptosi, il suicidio cellulare programmato, che richiede la presenza di radicali liberi.
E' interessante notare che, nel braccio di controllo dello studio ATBC, chi aveva livelli più bassi di beta-carotene nel sangue si ammalò di più di cancro al polmone. Lo studio confermava quindi che una dieta ricca di alimenti contenenti beta-carotene, tale da farne aumentare la concentrazione nel sangue, è protettiva, tenendo presente che una dieta non fornisce solo beta carotene, bensì migliaia di altre sostanze che probabilmente cooperano con esso per costruire un ambiente protettivo.
Nello studio ATBC si esaminò anche l'effetto della vitamina E, che come un precedente studio basato sull'assunzione di selenio (200 mg al giorno), determinò un'incidenza inferiore di tumore alla prostata.
Poichè poteva trattarsi di risultati casuali occorreva un nuovo studio che esaminasse specificamente l'ipotesi che gli integratori di vitamina E e selenio siano utili per prevenire i tumori della prostata.
Nel 2001 iniziò lo studio SELECT "Selenium and Vitamin E Cancer Prevention
Trial", in cui 35.000 uomini statunitensi di età compresa fra 58 e 68 anni furono
randomizzati in quattro gruppi: chi assumeva selenio e vitamina E; chi solo selenio; chi solo vitamina E; chi solo placebo.
Anche questo studio fu interrotto prima del tempo (nel 2008 anzichè nel 2013), perchè chi assumeva 400 UI di vitamina E al giorno, si ammalava del 13% in più di cancro prostatico rispetto al gruppo di controllo, e chi assumeva solo selenio non mostrava alcuna protezione per la prostata, ma si ammalava di più di diabete.
E' interessante che anche in questo caso si trattava di persone che ospitavano un gran numero di tumori latenti, per cui si può ipotizzare che l'inibizione dell' apoptosi da parte di sostanze antiossidanti ne possa indurre qualcuno a crescere. [92]
Una meta-analisi di 47 sperimentazioni con antiossidanti condotte sull'uomo e giudicate di elevato rigore scientifico, cioè basate su una suddivisione in gruppi rigorosamente casuale, sulla conduzione in cieco dello studio e sulla completa sorveglianza della mortalità, ha mostrato che la vitamina E aveva aumentato la mortalità del 4%, il betacarotene del 7% e la vitamina A del 16%, mentre il selenio e la vitamina C apparentemente non influenzavano la mortalità.
Il WCRF riporta con giudizio probabile che, l'assunzione di supplementi di calcio, riduca il rischio di cancro al colon.
Questa evidenza è stata supportata da sette studi di coorte, sei di questi hanno mostrato una riduzione del rischio, fra questi uno ne ha riportata una statisticamente significativa.
La stima del RR, sulla base dei risultati provenienti da questi studi di coorte è mostrata nel plot sottostante, a partire dalla categoria esposta ad un rischio maggiore verso quella esposta ad uno minore.
Figura 7. I supplementi di calcio e il cancro al colon retto, il RR proveniente dagli studi di corte in riferimento agli alti e ai bassi livelli di assunzione
Un meccanismo plausibile che attribuisce alla supplementazione di calcio il suddetto effetto benefico potrebbe essere attribuibile al calcio intracellulare, un importante secondo messaggero che agisce su molte funzioni cellulari, fra cui quella di crescita. E' stato ampiamente dimostrato che il calcio è direttamente coinvolto nel controllo della proliferazione, della differenziazione e dell'induzione all'apoptosi, sia nelle cellule normali, che in quelle del colon-retto affette da carcinogenesi.
Le evidenze fin'ora trattate, hanno dimostrato come alte dosi di supplementi nutrizionali possano essere protettive per alcuni tumori o aumentarne l'incidenza per altri.
Una raccomandazione generale di consumare supplementi dietetici per la prevenzione del cancro potrebbe avere effetti inattesi: gli effetti probabili di riduzione del rischio nella carcinogenesi al colon-retto e alla prostata, evidenziati dalla supplementazione di calcio e selenio, si applicano in contesti specifici e a dosi specifiche.
Una loro raccomandazione per il consumo di routine nella popolazione generale, potrebbe mostrare un diverso bilancio di rischi e benefici che non sono prevedibili con certezza.
Le raccomandazioni di questo report, in comune con il suo approccio generale, sono basate sul cibo e su come un corretto apporto di macro e micronutrienti, vitamine e sali minerali attraverso la dieta rappresenti la miglior fonte di nutrimento per il mantenimento della persona in buona salute.
In generale per le persone con qualche deficit nutrizionale, l'inadeguatezza dell'assunzione di nutrienti è più soddisfacentemente risolvibile con un'equilibrata assunzione di specifici nutrienti attraverso la dieta e non dagli integratori, poichè questi non aumentano il consumo di altri costituenti alimentari potenzialmente benefici.
Il gruppo di esperti riconosce, tuttavia, che gli integratori alimentari, associati ad una corretta alimentazione, possano essere utili a specifiche categorie di persone, principalmente fra queste: le persone anziane, con difficoltà di assorbimento della vitamina B12; una supplementazione di acido folico, per le donne gravide o che programmino una gravidanza nel breve termine; un'integrazione di vitamina D per le persone non sufficientemente esposte alla luce solare o che non ne sintetizzano una
Per queste persone, a cui è stata valutata la necessità di assumere specifici integratori, il panel sconsiglia l'auto-somministrazione e raccomanda la consultazione di un professionista adeguatamente qualificato. [93]