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Assistenza abitativa e integrazione sociale di persone senza dimora

Marta Gaboardi, Michela Lenzi, Massimo Santinello

Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione

* massimo.santinello@unipd.it

Introduzione |

Dalla ricerca riguardo al tema dell’homelessness, emerge come l’housing, inteso come stabilità abitativa, sia il bisogno guida nella comprensione e nel contrasto del fenomeno. Diverse sono le strategie messe in atto per raggiungere tale obiettivo, tra cui l’adozione di un nuovo modello di intervento per persone senza dimora denominato “Housing First”, nato negli U.S.A., ma col tempo diffusosi come un vero e proprio fenomeno globale, il quale identifica nell’assistenza abitativa il requisito fondamentale per risolvere altri problemi, di tipo sociale, di salute o occupazionale (Tsemberis et al., 2004).

Oltre a fornire il supporto abitativo è necessario attivare delle reti di sostegno sociale per rompere il ciclo dell’homelessness e favorire il benessere dell’individuo.

Infatti, il fenomeno dell’homelessness è connesso a un processo di marginalizzazione che si estende oltre alla sola mancanza di una casa; non è sufficiente avere una casa per risolvere problemi quali lo stigma o l’esclusione sociale.

Molte ricerche si sono concentrate sul verificare come programmi di assistenza abitativa possano favorire un miglioramento nella salute e nella stabilità abitativa in persone senza dimora, ma sono poche quelle che dimostrano come essi possano favorire l’integrazione sociale nei beneficiari (Pleace & Quilgars, 2013).

Un recente studio, per esempio, mostra come oltre al vivere in un’abitazione stabile, anche i cambiamenti nel sostegno sociale sono predittori di benessere nelle persone senza dimora (Johnstone et al. 2015).

Per capire il ruolo delle caratteristiche dei programmi in cui le persone sono inserite, Wong e Solomon (2002) hanno elaborato un concetto teorico multidimensionale di integrazione, intesa come community integration, che comprende le dimensioni: fisica,

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di partecipazione ad attività; psicologica, come senso di appartenenza; sociale, come sviluppo delle relazioni/interazioni. La community integration è vista come il risultato dell’interazione tra fattori individuali e caratteristiche dei programmi in cui le persone sono inserite.

Da alcuni studi emerge come vivere in appartamenti indipendenti favorisca maggiore libertà di scelta, ed essa a sua volta sia collegata ad una maggiore integrazione psicologica (Gulcur et al., 2007). Inoltre, una maggior integrazione psicologica è connessa a un maggior livello di soddisfazione per la propria vita (Aubry et al., 2013). La difficoltà, però, nello studiare l’integrazione riguarda principalmente l’operazionalizzazione del costrutto, che investe sia la dimensione individuale che quella di contesto, e la mancanza di strumenti che tengano conto di quale sia l’idea di inclusione sociale delle persone in grave marginalità (Tsai et al., 2012).

La presente ricerca ha l’obiettivo di indagare l’integrazione sociale di persone senza dimora inserite nei programmi Housing First italiani.

Metodi |

In Italia, nel 2014 è nato il network Housing First Italia, coordinato da fio. PSD (Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora), con l’intenzione di sperimentare il nuovo modello di intervento Housing First.

L’obiettivo della ricerca è quello di indagare la relazione tra il grado di integrazione sociale dei partecipanti al programma HF, la soddisfazione per il servizio e la qualità dell’inserimento abitativo.

Per la ricerca sono stati contattati 47 soggetti inseriti da almeno sei mesi all’interno di alcuni programmi HF in diverse città italiane. Ad essi sono state somministrate telefonicamente le seguenti scale di misura (Ornelas et al., 2014):

Community Integration Scale. Indaga due diverse aree: una relativa all’integrazione

fisica, intesa come presenza all’interno della comunità, con 8 domande a risposta dicotomica (si/no) riguardanti lo svolgimento di alcune attività ludico-ricreative; l’altra riguarda l’integrazione psicologica, intesa come senso di appartenenza, con 4 item riguardati la propria abitazione e il proprio quartiere che chiedono di esprimere un grado di accordo assegnando un valore da 1 a 5.

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Scala di Soddisfazione sul Servizio Erogato. Consiste in una scala di valutazione

del servizio, in particolare con 9 item in cui viene chiesto di esprimere una valutazione, in una scala da 1 a 5, sulla soddisfazione per il sostegno ricevuto e in cui viene chiesto di ripensare a tutte le opportunità vissute negli ultimi quattro mesi, alle varie forme di sostegno ricevute e alla loro qualità.

Scala Valutazione Qualità Inserimento Abitativo. Lo strumento misura due aree: una

relativa alla possibilità di scelta nel progetto, con 3 item in cui viene chiesto di indicare il livello di soddisfazione in una scala a 5 punti; l’altra relativa alla qualità dell’attuale sistemazione abitativa con 5 item in cui viene chiesto di indicare il livello di soddisfazione su una scala a 5 punti.

Per stimare il grado di integrazione sociale si è proceduto a confrontare i punteggi con quelli di un campione di persone inserite in un programma HF a Lisbona e con quelli di un gruppo di persone senza dimora italiani inseriti in altri tipi di programmi.

Risultati |

Il gruppo dei soggetti intervistati è composto da 10 femmine e 37 maschi, di

età compresa tra i 26 e gli 87 anni, di cui l’82% italiani e il 17% stranieri.

Dai risultati emerge che, in una scala da 0 a 8, la media di integrazione fisica è di 3,06, mentre, in una scala da 4 a 25, la media di integrazione psicologica è di 14,83. Per quanto riguarda la soddisfazione per il servizio e la percezione di possibilità di scelta e di qualità della casa, emergono risultati molto vicini al punteggio massimo (5).

Nella correlazione tra le dimensioni indagate emerge come la soddisfazione per il servizio abbia una correlazione di .449 (p.< .01) con l’integrazione psicologica. Inoltre, la soddisfazione riporta una correlazione con la percezione di qualità della casa di .402 (p. < .01). La qualità della casa, a sua volta, ha una correlazione con la possibilità di scelta di .548 (p. < .01).

Per quanto riguarda il confronto con un campione di 45 soggetti inseriti nel programma HF “Casa Primeiro” di Lisbona (Ornelas et al., 2014), emerge come le risposte ai singoli item della Community Integration Scale siano simili tra i due campioni.

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le percentuali di risposta affermativa dei due campioni in oggetto ai singoli item della scala.

Nella tabella 2 , per quanto riguarda la dimensione di integrazione psicologica, vengono riportate le percentuali di risposta di accordo dei due campioni in oggetto ai singoli item della scala.

In particolare, per quanto riguarda l’item “mi sento a casa nel luogo in cui vivo” entrambi i campioni riportano una percentuale molto alta di risposte affermative.

Tabella 1: confronto delle percentuali di risposta agli item relativi all’integrazione fisica

Integrazione territoriale HFI (n.=47) Lisbona (n.=45)

Sei andato al cinema o a vedere un concerto

nell’ultimo mese? 10,60% 6,7%

Hai partecipato ad attività sportive e/o ricreative

nell’ultimo mese? 21,70% 15,6%

Hai incontrato persone per un caffè o per pranzare/

cenare insieme nell’ultimo mese? 76,60% 46,7%

Hai partecipato a qualche evento organizzato dalla

comunità nell’ultimo mese? 38,3% 8,9%

Hai frequentato luoghi di culto e/o spirituali

nell’ultimo mese? 40,42% 26,7%

Hai partecipato a qualche attività come volontario

nell’ultimo mese? 36% -

Hai frequentato qualche biblioteca nell’ultimo mese? 19% 15,6% Hai fatto amicizia con nuove persone al di fuori

dell’alloggio?

(item aggiunto nella scala in italiano)

63,8%

Tabella 2: confronto delle percentuali di risposta agli item relativi all’integrazione psicologica

Integrazione psicologica Accordo HFI=47 Lisbona=45

Conosco una parte delle persone che abitano vicino

all’abitazione 40,40% 33,4%

Nel quartiere è facile avere buone relazioni sociali 46,80% 22,2% Mi sento a casa nel luogo in cui vivo 80,85% 71,8% Mi sento legato/ affezionato al quartiere in cui vivo 68% 55,6%

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