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Quando “vecchi stereotipi” filtrano e modellano la percezione di nuovi gruppi:

il caso dei rom romeni in Italia

Anna Maria Meneghini, Francesco Fattori Università degli Studi di Verona

* anna.meneghini@univr.it

Introduzione |

La migrazione e la conseguente presenza di popolazioni rom in Italia è

attualmente un fenomeno molto rilevante a livello sociale e pone interessanti riflessioni sulla possibilità di convivenza tra gruppi sociali culturalmente diversi. Studi italiani (per una rassegna si veda Meneghini, under review) e studi cross-culturali (Costarelli, 1999; Meneghini, Fattori & Cousin, submitted) sull’atteggiamento nei confronti delle popolazioni rom, hanno evidenziato un marcato pregiudizio, ampiamente fondato su stereotipi antichi e consolidati che inducono discriminazione e stigmatizzazione nei confronti dell’outgroup (cfr. al concetto di “antiziganismo”: Piasere, 2012).

Negli ultimi decenni l’Italia ha visto consistenti migrazioni rom prima dai paesi balcanici, poi dalla Romania. Tali flussi migratori hanno contribuito a dare maggiore salienza al gruppo a livello di discussioni politiche e di mass media. Ad esempio i rom romeni (RR), dei quali in Italia si è recentemente stimata la presenza in circa 20.000 unità (Agoni, 2016), sono risultati destinatari di una forte stigmatizzazione, maggiore anche rispetto ad altri gruppi sociali come quelli dei romeni o degli immigrati di altra origine (Meneghini & Fattori, 2016).

Partendo da queste considerazioni, nell’ambito del progetto europeo The Immigration of Romanian Roma to Western Europe: Causes, Effects, and Future Engagement Strategies (2013-2017), si è condotta un’indagine che mirava a rilevare l’atteggiamento degli italiani nei confronti dell’outgroup dei RR. Le aspettative erano di riscontrare un generale atteggiamento sfavorevole dei partecipanti verso l’outgroup, atteggiamento accompagnato da emozioni e stereotipi negativi. Inoltre ci si aspettava di rilevare una diffusa percezione di minaccia.

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Esiste infatti una vasta letteratura che attesta il legame tra percezione di minaccia e pregiudizio (per una rassegna: Riek, Mania, & Gaertner, 2006). In particolare sono stati evidenziati 4 tipi di minaccia (realistica, simbolica, ansia intergruppi e stereotipi negativi: Stephan & Stephan, 1996) il cui livello percepito influisce sull’intensità del pregiudizio con modalità diverse a seconda delle caratteristiche dei gruppi coinvolti nella relazione. Ciò induce ad analizzare gli effetti della minaccia sul pregiudizio in specifici contesti d’interazione per poter prevedere e comprendere reazioni comportamentali e individuare modalità di intervento efficaci per migliorare le relazioni intergruppi. Per quanto riguarda i rom, alcuni studi condotti in Olanda e Serbia hanno riscontrato la presenza di romaphobia, una forma di pregiudizio che gli autori (Ljujic, Vedder, Dekker & van Geel, 2012) hanno riscontrato essere un pregiudizio “unico”, riservato dalle maggioranze (almeno quelle da loro indagate) alle popolazioni rom e la cui intensità è legata al grado di minaccia percepita dai membri della maggioranza (Lujic, Vedder, Dekker & van Geel, 2013). Ulteriore obiettivo dello studio era dunque testare un modello statistico di predittori dell’atteggiamento verso i RR. Tale modello fa riferimento sia al modello bioculturale di Neuberg e Cottrell (2002) che affronta la questione della minaccia intergruppi dalla prospettiva del modello bioculturale delle emozioni focalizzandosi sull’analisi delle cause del pregiudizio, sia sul Potential model of intergroup threat di Riek et al. (2006). L’ipotesi era che le emozioni negative mediano la relazione tra percezione di minaccia e stereotipi negativi da una parte e atteggiamento sfavorevole dall’altra (Fig.1).

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Metodi |

Hanno preso parte all’indagine 660 italiani (Metà=24.38, DS=7.6; femmine=78%) provenienti da tutto il territorio nazionale e che hanno compilato un questionario online. I partecipanti hanno dichiarato nella stragrande maggioranza (92%) di non avere alcun contatto diretto con i RR e il 46,2% ha dichiarato che le informazioni da loro possedute sull’outgroup derivano dai media. Per maggiori dettagli sul questionario, sulle scale che lo componevano e sulle caratteristiche dei partecipanti si rimanda al report finale della ricerca1.

Per il presente lavoro, tra le molteplici variabili indagate, vengono considerate: le emozioni suscitate dai RR (9 positive; 7 negative); gli stereotipi attribuiti ai RR (9 positivi; 8 negativi); l’intensità dell’atteggiamento sfavorevole, misurata per mezzo di 4 attributi (freddo, favorevole, ostile, amichevole); la percezione di minaccia operazionalizzata in giudizi di intensità rispetto ai seguenti ambiti: igiene, sicurezza fisica e della proprietà privata, stabilità economica del paese, opportunità lavorative e abitative, diritti e libertà dei cittadini, mantenimento di tradizioni e valori della cultura italiana. Le scale, costruite ad hoc per lo studio avevano come modalità di risposta una scala Likert a 5 passi (da 0 = “per nulla” a 4 = “moltissimo”).

Innanzitutto sono state create le variabili aggregate per: emozioni positive (α =.890), emozioni negative (α =.914), stereotipi positivi (stereotipo “fiducia” α = .837 – stereotipo “socialità” α = .751) e stereotipi negativi (α = .872). Gli otto item relativi alla minaccia sono stati sottoposti ad analisi fattoriale (metodo della fattorizzazione dell’asse principale) che ha restituito una struttura monofattoriale che spiega il 57.6% della varianza (α =.914). Infine l’intensità dell’atteggiamento sfavorevole (α =.839) (cfr. Pagotto, Voci & Maculan, 2010) è stato conteggiato riversando i punteggi relativi agli item favorevole e amichevole e calcolandone il valore medio.

Risultati |

Complessivamente i dati attestano, come ipotizzato, la presenza di un atteggiamento sfavorevole verso l’outgroup (M = 2.15) accompagnato da percezione di minaccia e da emozioni e stereotipi negativi più intensi rispetto ai positivi. Nello specifico 1 https://www.dropbox.com/s/0y7vijp871h6zxd/Report%20Follow%20up%20Survey_Universi- ty%20of%20Verona.pdf?dl=0

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le singole minacce indagate hanno ricevuto valutazioni medie comprese tra i valori di 2.59 (igiene pubblica e salute) e 1.25 (tradizioni/valori della cultura italiana).

Per quanto riguarda l’ipotesi che le emozioni negative possano mediare la relazione tra percezione di minaccia e stereotipi negativi (antecedenti) e l’atteggiamento sfavorevole (outcome), attraverso il metodo delle equazioni strutturali (Byrne, 2010), grazie al software Amos v.21, si è proceduto alla verifica statistica del modello da noi denominato MigRom Attitude Model (MAM) e riportato in fig. 1.

L’ipotesi teorica iniziale non ha ottenuto indici di fit accettabili (Χ2 = 15.875 p = .000

RMSEA = .103 (95% CI: [.60 - .152]), TLI = .967, CFI = .989) per cui ci siamo serviti degli indici di modifica per testare modelli alternativi. Il modello in figura 2 ha ottenuto ottimi indici di fit (Χ2 = 3.994, p = .046, RMSEA = .067 (95% CI: [.008–.142]), TLI = .986,

CFI = .998), spiegando il 50% della varianza. I risultati indicano quindi che il legame tra percezione di minaccia e la variabile outcome “atteggiamenti negativi” è sia diretto sia parzialmente mediato dalle emozioni negative. Il legame tra stereotipi negativi ed atteggiamenti negativi è invece totalmente mediato dalle emozioni negative. Inoltre, come previsto, gli antecedenti, ossia percezione di minaccia e stereotipi negativi sono significativamente correlati tra loro (r = .60, p = .000).

Figura 2. MigRom Attitude Model

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Discussione

I risultati confermano l’atteggiamento negativo dei partecipanti nei confronti dell’outgroup e suggeriscono che i RR sono percepiti come minaccia più per quanto riguarda la salute e la proprietà privata (minacce realistiche) che per le tradizioni culturali (minacce all’identità sociale). Le intensità relative alle diverse minacce indagate tuttavia non raggiungono valori particolarmente elevati: ciò probabilmente per la mancanza di contatto diretto con l’outgroup (come precisato sopra, infatti, solo l’8% del campione ha avuto contatti, per lo più scarsamente approfonditi, con i RR).

Viene confermato il ruolo di mediatore delle emozioni negative nella relazione tra rappresentazione negativa dell’outgroup e atteggiamento verso i RR. Più complessa appare invece la relazione tra percezione di minaccia e atteggiamento, relazione che emerge solo parzialmente mediata dall’intensità dei sentimenti negativi provati dai partecipanti.

Conclusioni |

La conferma del modello ribadisce innanzitutto il ruolo importante delle emozioni intergruppi che, come sostengono Mackie, Smith e Ray (2008, p. 1875): «are a powerful force for both directing and regualting interactions between social groups». Inoltre, le indicazioni da noi ottenute circa i legami tra le variabili inserite nel modello, che concordano solo parzialmente con quanto scaturito in precedenti studi con altri gruppi etnici (Riek et al., 2006), confermano indirettamente la peculiarità del pregiudizio verso le popolazioni rom (romaphobia: Ljujic, et al., 2012) ed evidenziano la necessità di studiare le relazioni intergruppi in modo specifico e non generalizzato, potendo così individuare le componenti dell’atteggiamento verso un outgroup su cui lavorare per pianificare interventi efficaci alla riduzione del pregiudizio e della conflittualità sociale.

Riferimenti bibliografici

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programming. New York: Taylor & Francis.

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Lujic, V., Vedder, P., Dekker, H. & van Geel, M. (2012). Romaphobia: A unique phenomenon?

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Mackie, D. M., Smith, E. R., & Ray, D. G. (2008). Intergroup emotions and intergroup relations. Social

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Neuberg, S. L., & Cottrell, C. A. (2002). Intergroup emotions: A biocultural approach. In D. Mackie & E. Smith (Eds.), From prejudice to intergroup emotions: Differentiated reactions to social

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Pagotto, L., Voci, A., & Maculan, V. (2010). The effectiveness of intergroup contact at work: Mediators and moderators of hospital workers’ prejudice towards immigrants. Journal of Community &

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Piasere, L. (2012). Scenari dell’antiziganismo. Tra Europa e Italia, tra antropologia e politica. Firenze: SEID.

Riek, B. M., Mania, E. W., & Gaertner, S. L. (2006). Intergroup threat and outgroup attitudes: A meta- analytic review. Personality and Social Psychology Review, 10(4), 336-353.

Stephan, W. G., & Stephan, C. W. (1996). Predicting prejudice. International Journal of Intercultural

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Fenomenologia delle esperienze affettive