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Attività produttiva settoriale

1.2 Economia italiana nell’area dell’euro

1.2.3 Attività produttiva settoriale

Il calo dell’attività registrato nel 2008 ha riguardato tutti i principali settori, a eccezione di quello agricolo, che ha segnato una variazione positiva dopo tre anni di consistente flessione. La diminuzione più accentuata si è osservata nell’indu-stria in senso stretto, ma anche il settore dei servizi e quello delle costruzioni hanno registrato variazioni negative (Tavola 1.12).

Nell’industria in senso stretto il livello di attività ha mostrato nel 2008 un calo significativo, con una netta inversione rispetto al precedente biennio: il valore aggiunto è diminuito del 3,2 per cento, con una flessione che si è accentuata nel corso dell’anno. Poiché nell’area Uem il calo è stato molto più contenuto (-0,6 per cento) il differenziale negativo nella dinamica dell’attività industriale si è ulterior-mente ampliato.

La caduta dell’attività si è manifestata con uguale intensità nel comparto manifatturiero e in quello estrattivo (-4,5 per cento). In controtendenza è, inve-ce, risultata l’evoluzione del settore energetico,1per il quale si registra una

cresci-SETTORI 2005 2006 2007 2008

Agricoltura -4,5 -1,1 -0,3 2,4

Industria in senso stretto -0,2 3,1 1,8 -3,2

Costruzioni 2,1 1,8 0,0 -1,2

Servizi 1,1 1,8 1,9 -0,3

di cui:

Commercio, riparazione di autoveicoli e beni per la casa,

alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni 1,9 1,5 2,1 -1,8

Intermediazione monetaria e finanziaria; attività immobiliari,

noleggio e attività professionali e imprenditoriali 0,8 2,7 2,5 0,8

Altre attività di servizi 0,5 1,1 0,8 0,1

Totale 0,7 2,0 1,7 -0,9

Agricoltura -6,5 -1,8 0,6 1,8

Industria in senso stretto 1,8 3,9 3,6 -0,6

Costruzioni 1,8 2,8 3,0 -0,8

Servizi 1,9 2,7 2,7 1,5

di cui:

Commercio, riparazione di autoveicoli e beni per la casa,

alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni 1,5 3,1 2,6 0,7

Intermediazione monetaria e finanziaria; attività immobiliari,

noleggio e attività professionali e imprenditoriali 2,8 3,6 3,7 1,9

Altre attività di servizi 1,4 1,2 1,6 1,6

Totale 1,7 2,8 2,9 0,9

ITALIA

UEM

Tavola 1.12 - Valore aggiunto a prezzi base in Italia e nell’Uem per settore di attività economica - Anni 2005-2008 (variazioni percentuali rispetto all’anno precedente, valori concatenati)

Fonte: Istat, Conti economici nazionali; Eurostat

1

Il settore energetico qui considerato è costituito dalla sola sezione E “Produzione e distribuzione di energia elettrica, di gas, di vapore e acqua” della Ateco 2002. Più avanti, dove si analizza la produ-zione industriale, ci si riferisce invece al settore energetico in una acceprodu-zione più ampia (coincidente con il gruppo principale d’industrie “Energia”); esso comprende la produzione e distribuzione di ener-gia elettrica, gas, l’estrazione di minerali energetici e la fabbricazione di coke, le raffinerie di petrolio, il trattamento dei combustibili nucleari. Occorre inoltre segnalare che gli indicatori congiunturali in base 2005, utilizzati in questo paragrafo, sono espressi nella nuova classificazione Ateco 2007, men-tre le informazioni di contabilità nazionale (quali quelle riferite al valore aggiunto e alle Ula) si rife-riscono, e continueranno a riferirsi nel prossimo futuro, a settori definiti sulla base della precedente Ateco. Tale pratica è comune a tutti i paesi della Ue.

Il valore aggiunto si contrae in tutti i settori, salvo che in agricoltura

Livelli di attività in calo nell’industria manifatturiera

ta del valore aggiunto del 10,0 per cento. Alla forte contrazione dell’attività l’industria in senso stretto ha corrisposto, nella media annuale, una riduzione del-l’input di lavoro di intensità decisamente inferiore, come accade di consueto nelle fasi di inversione ciclica negativa. Di conseguenza, la produttività del lavoro misu-rata in termini di valore aggiunto per unità di lavoro (Ula), dopo il netto recupe-ro del biennio precedente, ha mostrato una significativa flessione (-1,5 per cento) (Tavola 1.13).

Nel 2008, l’attività dell’industria delle costruzioni, che già aveva visto con-cludersi nell’anno precedente la lunga fase di crescita, ha subito un netto calo: il valore aggiunto del settore, dopo aver segnato nel 2007 una variazione nulla, è sceso dell’1,2 per cento. La contrazione è risultata solo lievemente più accentua-ta rispetto al complesso dell’Uem, che dopo la forte cresciaccentua-ta del 2007, ha regi-strato una riduzione dello 0,8 per cento. Nel caso delle costruzioni la dinamica delle unità di lavoro è stata quasi analoga a quella del valore aggiunto, dando luogo a una discesa della produttività limitata (-0,6 per cento) e molto meno intensa di quella dell’anno precedente.

Anche l’attività del settore dei servizi, che nei due anni precedenti era cre-sciuta a un ritmo vicino al 2 per cento, ha registrato nel 2008 una battuta d’arre-sto. Il valore aggiunto è diminuito dello 0,3 per cento, risentendo del marcato calo (-1,8 per cento) relativo al comparto che include commercio e riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni, solo in parte compensato dalla crescita modesta registrata per il raggruppamento che include intermediazione monetaria e finanziaria e attività immobiliari e imprenditoriali (+0,8 per cento) e dalla sostanziale stabilità delle altre attività dei servizi (+0,1 per cento). L’evoluzione negativa del valore aggiunto è stata particolarmente accentuata nel commercio all’ingrosso (-3,6 per cento) e nel commercio al dettaglio (-1,2 per cento), mentre è stata moderata nei servizi di ricezione alberghiera e dei pubblici esercizi e in quelli di trasporto, magazzinaggio e comunicazioni (-0,5 per cento entrambi). Sia per il comparto dei servizi nel suo complesso, sia per le sue princi-pali articolazioni, i risultati sono molto inferiori a quelli registrati per l’area Uem, con un differenziale dei tassi di variazione che per l’aggregato totale si è avvicina-to ai 2 punti percentuali. Alla diminuzione dell’attività dei servizi ha corrisposavvicina-to,

ISTAT - RAPPORTO ANNUALE2008

Totali Dipen-

Indipen-denti denti

Agricoltura, silvicoltura e pesca 2,5 2,4 4,6 0,7 -2,1 -1,8 -2,3

Industria in senso stretto 21,6 -3,2 -1,5 3,3 -1,7 -1,5 -2,7

Estrazione di minerali 0,4 -4,5 -2,5 4,7 -2,1 -2,9 5,3

Attività manifatturiera 18,9 -4,4 -2,8 3,2 -1,7 -1,5 -2,7

Produzione e distribuzione di energia elettrica,

gas e acqua 2,3 10,0 12,1 4,3 -1,9 -1,9 0,0

Costruzioni 5,4 -1,2 -0,6 3,1 -0,6 -0,4 -0,8

Servizi 70,5 -0,3 -0,9 3,3 0,6 1,4 -1,3

Commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti,

trasporti e comunicazioni 23,8 -1,8 -1,5 2,7 -0,3 0,9 -2,2

Intermediazione monetaria e finanziaria,

attività immobiliari e imprenditoriali 26,5 0,8 -1,1 2,6 2,0 3,3 -0,2

Altre attività di servizi 20,2 0,1 -0,7 3,8 0,8 0,9 -0,5

Totale 100,0 -0,9 -0,8 3,3 -0,1 0,5 -1,5 SETTORI Unità di lavoro Quota % sul valore aggiunto a prezzi base Valore aggiunto a prezzi base per addetto in valori concatenati Reddito da lavoro dipendente per addetto Valore aggiunto a prezzi base in valori concatenati

Tavola 1.13 - Aggregati di contabilità nazionale per settore di attività economica - Anno 2008 (quote e variazioni percentuali rispetto all’anno precedente)

Fonte: Istat, Conti economici nazionali Battuta d’arresto

in media d’anno, un aumento contenuto dell’input di lavoro del settore (+0,6 per cento), determinando così una riduzione della produttività del lavoro (il valore aggiunto per Ula è sceso dello 0,9 per cento) che era invece aumentata legger-mente nel 2007.

Nel corso del 2009 l’Istat ha avviato la pubblicazione dei nuovi indicatori congiunturali dell’attività dell’industria e dei servizi, con base di riferimento 2005 e che utilizzano la nuova classificazione delle attività economiche Ateco 2007 (versione italiana della Nace Rev. 2); quelli prodotti in precedenza consideravano l’anno 2000 come base di riferimento ed erano definiti nella classificazione Ateco 2002. L’insieme delle operazioni di aggiornamento della base e di migrazione alla nuova classificazione Ateco ha prodotto, per alcuni indicatori, una significativa revisione del profilo temporale precedentemente misurato.2È da notare che un’a-naloga operazione di aggiornamento della base e della classificazione di riferi-mento è stata condotta, contestualmente, in tutti paesi della Ue.

Per quel che riguarda il settore industriale, i nuovi indicatori disegnano un pro-filo ciclico dell’attività per alcuni versi differente da quello misurato in precedenza. La ripresa diviene robusta nel 2006 per poi rallentare in modo netto all’inizio del 2007, quando inizia una fase caratterizzata da un’evoluzione assai discontinua seb-bene ancora debolmente positiva;3 l’espansione ciclica dell’industria (Figura 1.11) prosegue sino al primo trimestre del 2008, quando la produzione registra ancora un incremento significativo (+2,0 per cento in termini congiunturali su dati

destagio-70 74 78 82 86 90 94 98 102 106 110 114 118 122

gen-05 gen-06 gen-07 gen-08 gen-09

Indice generale Beni intermedi Beni di consumo

Energia Beni strumentali

Fonte: Istat, Indagine mensile sulla produzione industriale

Figura 1.11 - Indici della produzione industriale in Italia per raggruppamenti principali di industrie. Base 2005=100 - Anni 2005-2009 (dati mensili destagionalizzati)

2

Le operazioni di ribasamento e di migrazione alla nuova classificazione hanno riguardato, oltre alla produzione industriale, i seguenti indicatori appartenenti all’insieme di quelli definiti dal Regolamento comunitario sulle statistiche economiche congiunturali: fatturato e ordinativi dell’in-dustria, prezzi alla produzione dei prodotti industriali, indice delle vendite al minuto; in occasione della diffusione dei dati relativi al primo trimestre verrà operato un analogo passaggio anche per gli indici di produzione delle costruzioni e per quelli del fatturato degli altri servizi, entrambi a cadenza trimestrale.

3

Per i dettagli si veda Istat. 2009. Il nuovo indice della produzione industriale in base 2005. (Nota informativa 18 marzo) disponile al sito www.istat.it all’interno della sezione industria e costruzioni.

Produzione industriale ancora in crescita a inizio 2008, poi in forte discesa

nalizzati). Il secondo trimestre segna, con una caduta dell’1,4 per cento, l’inizio della fase di recessione dell’attività industriale che diviene via via più intensa nei trimestri successivi (-3,2 per cento nel terzo e -8,1 nel quarto).

Il nuovo indice della produzione rende meno sfavorevole, rispetto a quanto emergeva in precedenza, la comparazione dell’andamento dell’attività industriale del nostro Paese sia con l’insieme dell’area dell’euro, sia con i principali paesi euro-pei. Nel 2006 il tasso di crescita annuo della produzione italiana (+3,6 per cento, al netto degli effetti di calendario) è sostanzialmente in linea con quello dell’area euro (+4,0) e superiore a quello francese, mentre nel 2007 l’aumento registrato nel nostro Paese (+2,1 per cento) è ancora maggiore di quello conseguito dalla Francia ma risulta significativamente inferiore a quello del complesso dell’area dell’euro (3,7 per cento). Nel 2008, invece, la produzione ha subito un calo marcato in Italia (-3,3 per cento), inferiore a quello della Spagna ma decisamente più inten-so di quello (pari a -1,8 per cento) registrato nell’area euro (Tavola 1.14).

In termini di profilo ciclico, la dinamica della produzione ha assunto lo scor-so anno comportamenti piuttosto omogenei all’interno dell’Uem, con l’inizio nei mesi primaverili, per tutti i principali paesi, di una veloce discesa che ha poi segnato una progressiva accelerazione prendendo, a partire dall’autunno, le carat-teristiche di una severa contrazione (Figura 1.12).

ISTAT - RAPPORTO ANNUALE2008

PAESI 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Italia -0,5 -0,4 -0,8 3,6 2,1 -3,3 Francia -1,2 1,4 0,3 1,5 1,4 -2,5 Germania 0,5 3,0 3,5 5,7 6,0 0,0 Spagna 1,3 1,8 0,8 4,0 2,0 -7,3 Ue 1,0 2,2 1,1 4,0 3,7 -1,8 Uem 0,2 2,1 1,3 4,2 3,7 -1,8

Tavola 1.14 - Indici della produzione industriale corretti per gli effetti di calendario nell’Uem e nei principali paesi. Base 2005=100 - Anni 2003-2008 (variazioni percentuali rispetto all’anno precedente)

Fonte: Eurostat 84 87 90 93 96 99 102 105 108 111 114 117

gen-05 gen-06 gen-07 gen-08 gen-09

Uem Italia Germania Francia Spagna

Fonte: Eurostat

Figura 1.12 - Indici della produzione industriale nell’Uem e nei principali paesi. Base 2005=100 - Anni 2005-2009 (dati mensili destagionalizzati)

La flessione della produzione industriale nel nostro Paese ha riguardato tutti i set-tori di attività. In termini di media annua (al netto degli effetti di calendario) la cadu-ta è scadu-tacadu-ta particolarmente intensa (-5,5 per cento) per i beni intermedi ed è risulcadu-tacadu-ta ampia (-2,8 per cento) anche per i beni strumentali, i quali avevano mantenuto una dinamica vivace nel 2007. Il calo della produzione ha toccato con minore intensità la componente dell’energia (-1,9 per cento) e, soprattutto, quella dei beni di consu-mo (-1,1 per cento) che ha beneficiato della relativa tenuta dei beni non durevoli. Il profilo congiunturale è stato simile ma la contrazione dell’ultimo trimestre del 2008 e dei primi due mesi del 2009 è risultata molto più marcata per i beni strumentali e per quelli intermedi, mentre la componente dei beni di consumo ha segnato un decli-no relativamente moderato, frenato dalla tendenza solo debolmente negativa dei prodotti non durevoli. In particolare, nel confronto tra il periodo dicembre-febbraio e i tre mesi immediatamente precedenti, è diminuita del 12,4 per cento la produzio-ne di beni intermedi e dell’8,7 quella di beni strumentali, mentre per i beni di con-sumo non durevole il calo è stato dell’1,1 per cento.

A livello più disaggregato, la diffusione e la dimensione della contrazione del-l’attività produttiva nella fase più acuta di crisi può essere colta considerando il livello medio della produzione nel semestre settembre 2008-febbraio 2009 rispet-to a quello dei sei mesi immediatamente precedenti. In tale confronrispet-to, tutte le sot-tosezioni dell’industria manifatturiera segnano un calo, con la sola eccezione della farmaceutica. I casi di riduzione relativamente contenuta (compresa tra il 3 e il 6 per cento) riguardano i prodotti alimentari, quelli tessili, dell’abbigliamento e cal-zature e la fabbricazione di prodotti dell’elettronica. All’opposto, le situazioni di caduta verticale (con diminuzioni dell’ordine del 15-20 per cento sulla media del semestre) sono quelle della fabbricazione di apparecchiature elettriche, della metallurgia e prodotti in metallo, della fabbricazione di mezzi di trasporto.

Quanto alle prospettive immediate, gli indicatori anticipatori non sembrano segnalare ancora un’inversione di tendenza sebbene lascino intravedere almeno un’interruzione della caduta dell’attività industriale. In particolare, gli ordinativi hanno mostrato a febbraio una prima interruzione del peggioramento per la com-ponente estera (Tavola 1.15). Inoltre, i risultati delle inchieste mensili dell’Isae relative alle valutazioni degli operatori su ordini e produzione hanno messo in luce ad aprile una lieve risalita dopo la pesantissima caduta dei mesi precedenti.

Costruzioni

Produzione Fatturato Fatturato Ordinativi Ordinativi Indice di Alimentari Non Totale

industriale nazionale estero nazionali esteri produzione alimentari

(a) I trimestre 2,0 5,0 6,2 3,4 1,4 2,5 0,9 -0,3 0,1 II trimestre -1,4 -1,7 -1,5 -4,0 -4,8 -3,6 0,1 -0,5 -0,3 III trimestre -3,2 -2,8 -2,6 -4,4 -3,4 -3,0 -0,3 -0,6 -0,5 IV trimestre -8,1 -8,8 -9,7 -13,3 -18,6 -5,9 -0,4 -0,7 -0,6 Gennaio-febbraio (b) -5,1 -6,1 -9,2 -7,3 -2,5 - -0,2 -0,4 -0,3 Febbraio (c) -3,5 -3,0 -3,5 -4,1 3,5 - 0,3 -1,0 -0,7 ANNO 2009 ANNO 2008 Vendite TRIMESTRI Industria

Tavola 1.15 - Principali indicatori congiunturali dell’industria, delle costruzioni e delle vendite. Base 2005=100 - Anni 2008-2009 (variazioni percentuali rispetto al periodo precedente)

Fonte: Istat, Indagini mensili sulla produzione industriale, sul fatturato e gli ordinativi dell’industria, sulle vendite del commercio fisso al dettaglio; Inda-gine trimestrale sulla produzione delle costruzioni

(a) Calcolato in base 2000=100.

(b) Variazione percentuale rispetto al bimestre novembre-dicembre 2008. (c) Variazione percentuale rispetto a gennaio 2009.

Crisi estesa a tutti i settori industriali

Nel settore delle costruzioni l’andamento congiunturale dell’attività è stato caratterizzato da un netto declino già a partire dal secondo trimestre dell’anno. L’indice di produzione delle costruzioni, in discreta risalita per buona parte del 2007, ha toccato un picco nel primo trimestre (con un incremento in termini destagionalizzati del 2,5 per cento) e ha poi segnato cali congiunturali dell’ordine del 3 per cento nel secondo e terzo trimestre e una caduta più marcata (del 5,9 per cento) nel quarto.

Gli indicatori congiunturali sull’attività produttiva nei servizi confermano, pur con importanti differenziazioni, una tendenza complessivamente negativa, in accentuazione nella parte finale dell’anno. In particolare risaltano il ristagno del commercio al dettaglio, il progressivo peggioramento dell’attività del settore turi-stico, l’esaurirsi della tendenza positiva del fatturato delle telecomunicazioni e la significativa tenuta di quello delle manutenzioni e riparazioni di autoveicoli e delle attività dell’informatica.

Riguardo al settore del commercio al dettaglio, l’indice del valore delle vendi-te misurato a prezzi correnti ha segnato nel 2008 un lieve calo (-0,3 per cento) che corrisponde a una netta caduta dei volumi venduti, considerando la dinamica dei prezzi al consumo dei beni non energetici. All’andamento negativo del commer-cio ha corrisposto un ulteriore spostamento delle quote di mercato a favore della distribuzione moderna rispetto a quella tradizionale; per la prima le vendite sono aumentate in misura significativa (+1,6 per cento) mentre per gli esercizi di pic-cola dimensione si è registrato un calo significativo (-1,7 per cento) che segue il risultato già negativo del 2007. In termini congiunturali, la discesa dell’indice delle vendite è iniziata nel secondo trimestre del 2008 ed è proseguita con la stes-sa intensità nel terzo, divenendo più marcata nel quarto (con diminuzioni rispet-tivamente dello 0,4 e 0,6 per cento); nei primi due mesi dell’anno la tendenza discendente ha mantenuto un ritmo appena inferiore.

I dati provvisori rilevati dall’Istat su arrivi e presenze di clienti italiani e stranie-ri indicano che il settore stranie-ricettivo ha registrato lo scorso anno un stranie-risultato comples-sivamente sfavorevole; nella media del 2008 le presenze (ovvero le notti spese negli esercizi ricettivi) sono diminuite del 2,8 per cento, con un’inversione di tendenza rispetto alla crescita del precedente triennio. Il numero di arrivi è sceso in misura quasi analoga (-3,1 per cento) indicando una sostanziale stabilità della permanenza media. Alla riduzione complessiva dei flussi di clienti nelle strutture ricettive ha con-tribuito in misura più marcata la componente straniera, le cui presenze sono dimi-nuite del 3,8 per cento, mentre per quella nazionale il calo è stato minore (-2,0 per cento). Riguardo all’andamento in corso d’anno, le presenze hanno registrato una prima caduta nel secondo trimestre, una riduzione più limitata nel terzo (con una diminuzione tendenziale del 2,3 per cento) e un risultato molto negativo nel quar-to (-6,8 per cenquar-to) dovuquar-to soprattutquar-to alla contrazione dei flussi di clienti stranieri.

In quasi tutti i comparti dell’insieme degli “altri servizi”, l’evoluzione degli indici di fatturato ha messo in luce un progressivo indebolimento congiunturale che ha poi lasciato il passo, nel quarto trimestre, a cadute generalizzate del giro d’affari (Tavola 1.16). Il settore della manutenzione e riparazione di autoveicoli è stato l’unico, tra quelli inclusi nella rilevazione, a mantenere una dinamica costan-temente positiva nel corso del 2008, con un incremento annuo del fatturato del 2,8 per cento. Il commercio all’ingrosso ha registrato incrementi tendenziali signi-ficativi nel secondo e terzo trimestre, soprattutto per effetto della crescita dei prez-zi, ma nel quarto trimestre ha subito una netta caduta (-3,7 per cento in termini tendenziali). Analogamente, il fatturato dei servizi informatici ha fatto registrare una crescita robusta nella prima parte dell’anno, ma una decisa contrazione (-2,9 per cento) nel quarto trimestre. Tanto nei trasporti marittimi che nei servizi posta-li, la dinamica è risultata debolmente negativa in media d’anno ma con un forte peggioramento nel quarto trimestre. Infine, per il settore delle telecomunicazioni,

ISTAT - RAPPORTO ANNUALE2008

Flessione nelle costruzioni …

… e nei servizi

Risultato negativo del turismo, specie per la componente straniera

che aveva già registrato una tendenza alla discesa nella seconda parte del 2007, l’indicatore ha registrato un calo dell’1,9 per cento nella media del 2008, con il permanere di una dinamica moderatamente negativa.