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Mercato del lavoro

1.2 Economia italiana nell’area dell’euro

1.2.5 Mercato del lavoro

Nel corso del 2008 nell’area dell’euro la fase ciclica negativa ha determi-nato un progressivo deterioramento della situazione del mercato del lavoro. Sulla base delle stime di contabilità nazionale,7 si è passati da un incremento dell’occupazione dello 0,3 per cento nel primo trimestre a una flessione di medesima entità nel quarto. In termini settoriali, alla contrazione dell’occu-pazione in agricoltura si è affiancata una flessione nei settori delle costruzioni e dell’industria in senso stretto, mentre il settore dei servizi ha registrato un leggero incremento. Tra le maggiori economie dell’area, risalta la dinamica positiva della Germania (+1,4 per cento) e la significativa riduzione della Spagna (-0,5 per cento).

In Italia, la contrazione dell’attività produttiva ha determinato un forte rallentamento della crescita degli occupati: il tasso di incremento annuo è sceso dall’1,2 per cento del 2007 allo 0,3 per cento nel 2008. In termini di unità di lavoro standard, il risultato è stato meno favorevole: una flessione dello 0,1 per cento. Questa lievissima riduzione del volume di lavoro è deri-vata dalla contrazione della componente indipendente (-1,5 per cento), avvia-tasi già nel 2007, mentre quella alle dipendenze ha segnato una crescita (+0,5 per cento). Nel 2008, alla prosecuzione della riduzione delle unità di lavoro in agricoltura, si è associato un calo significativo nell’industria in senso stretto (-1,7 per cento), cui ha contribuito l’aumento del ricorso alla Cassa integra-zione guadagni (Cig) emerso nell’ultima parte dell’anno. Nelle costruzioni, dopo il marcato incremento del 2007 (+3,2 per cento), si è verificata una fles-sione dello 0,6 per cento. È invece proseguita la crescita delle unità di lavoro standard nei servizi (+0,6 per cento), seppur a un ritmo quasi dimezzato rispetto all’anno precedente.

In base ai risultati della Rilevazione sulle forze di lavoro, nel 2008 gli occupati sono aumentati dello 0,8 per cento (+183 mila persone). La crescita in media d’anno dell’occupazione è in realtà il risultato dell’espansione degli ultimi trimestri del 2007, proseguita sino all’inizio del 2008, e della graduale inversione di tendenza nella seconda parte dello scorso anno. L’evoluzione misurata sui dati depurati dei fattori stagionali è caratterizzata da una crescita ancora robusta nel primo trimestre (0,5 per cento), seguita da una stabilizza-zione nel secondo e da limitate variazioni negative nel terzo e nel quarto (rispettivamente -0,1 e -0,2 per cento; figura 1.16). Il calo congiunturale regi-strato in chiusura d’anno è stato particolarmente rilevante nel Mezzogiorno (-1,1 per cento), amplificando i divari territoriali.

Come nel 2007, anche nel 2008 la crescita dell’occupazione dipende prin-cipalmente dall’espansione della componente straniera e dal persistere nell’a-rea dell’occupazione dei dipendenti italiani con almeno 50 anni d’età.

L’incremento dell’occupazione ha interessato esclusivamente le regioni del Nord e del Centro (con variazioni rispettivamente dell’1,2 e dell’1,5 per cento), mentre nel Mezzogiorno, dopo essere rimasta stabile nel 2007, l’occu-pazione è diminuita dello 0,5 per cento. Peraltro, la crescita ha interessato esclusivamente la componente alle dipendenze (+1,6 per cento, pari a 279

ISTAT - RAPPORTO ANNUALE2008

40

7

Le stime di contabilità nazionale, basate sull’integrazione di informazioni di diversa natura, deter-minano il volume dell’input di lavoro corrispondente all’attività economica, conteggiato sia in posi-zioni lavorative che in unità di lavoro (Ula). La rilevazione sulle forze di lavoro, invece, registra la par-tecipazione al mercato del lavoro e lo status occupazionale della popolazione residente. Per queste ed altre ragioni (si veda il glossario) le due stime possono mostrare andamenti differenti sia per direzio-ne, sia per intensità.

Rallenta la crescita dell’occupazione in media annua...

… con una lieve flessione nella seconda parte del 2008

mila persone), mentre si è accentuato il calo, avviatosi nel 2007, della com-ponente indipendente, con una riduzione dell’1,6 per cento in media d’anno (-96 mila unità; Figura 1.17).

L’occupazione femminile continua a registrare una tendenza positiva, men-tre si è interrotta dopo un decennio la crescita dell’occupazione maschile; que-sta ha registrato nel Mezzogiorno una riduzione significativa (-1,4 per cento pari a -60 mila persone). Nonostante il risultato positivo del 2008, l’incidenza dell’occupazione femminile, salita al 39,9 per cento, continua a segnare un divario consistente rispetto all’insieme dell’Unione europea, in cui le donne hanno rappresentato lo scorso anno il 44,8 per cento dell’occupazione totale.

Nel 2008 gli occupati stranieri sono aumentati complessivamente di 249 mila unità; l’incremento ha interessato entrambe le componenti di genere e in misura maggiore le regioni del Nord e del Centro. L’incidenza dei lavoratori stranieri sul totale degli occupati è salita dal 6,5 per cento del 2007 al 7,5 del 2008; nel Centro-Nord la quota ha superato il 9 per cento.

Il tasso di occupazione della popolazione tra 15 e 64 anni è salito al 58,7 per cento, un decimo di punto in più rispetto all’anno precedente. Alla mode-rata crescita registmode-rata nel Nord e nel Centro si è associata una nuova, signifi-cativa flessione per la componente maschile del Mezzogiorno. Nonostante il tasso di occupazione femminile sia salito al 47,2 per cento i divari regionali permangono molto elevati: l’indicatore varia dal 62,1 per cento dell’Emilia-Romagna al 27,3 per cento della Campania. Come già osservato, il tasso di occupazione della componente straniera ha registrato una leggera flessione (-0,1 punti percentuali), attestandosi nel 2008 al 67,1 per cento. La riduzio-ne dell’indicatore ha riguardato esclusivamente gli uomini, per i quali è sceso dall’83,3 all’81,9 per cento, mentre per le donne straniere il tasso di occupa-zione è salito al 52,8 per cento (51,3 nel 2007).

41 1. LA CONGIUNTURA ECONOMICA 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111

I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro

Figura 1.16 - Occupati in complesso - Anni 2001-2008 (dati destagionalizzati, numeri indice base 2000=100)

Cresce l’occupazione femminile e quella straniera

L’incremento del lavoro subordinato ha riguardato sia la componente per-manente (+1,5 per cento, pari a 224 mila persone), sia quella a termine (+2,4 per cento, pari a 55 mila persone). La crescita del lavoro a tempo indetermi-nato continua a riflettere la tendenza dei dipendenti con più di 50 anni d’età a rimanere nella vita lavorativa. Come nel 2007, la crescita delle posizioni a tempo indeterminato ha riguardato nella quasi totalità dei casi le regioni del Nord e del Centro.

L’incidenza del lavoro a termine sul totale dei dipendenti è rimasta pres-soché invariata, portandosi al 13,3 per cento. Questa tipologia continua a essere più diffusa tra le donne e i giovani fino a 34 anni, con incidenze sul totale dei dipendenti pari, rispettivamente, al 15,6 e 23,7 per cento. Tra colo-ro che nel 2007 non erano occupati, la quota di chi, a un anno di distanza, è risultato inserito nel lavoro con impieghi temporanei (alle dipendenze e in regime di collaborazione) è pari al 46,8 per cento, con un’incidenza più ele-vata (53,7 per cento) tra i giovani fino a 34 anni.

Nel 2008 il lavoro a tempo parziale è cresciuto del 5,8 per cento, con un rafforzamento della dinamica positiva già registrata nel 2007. Anche il ritmo di crescita del lavoro a tempo parziale, particolarmente accentuato nei primi due trimestri dell’anno, ha poi registrato un progressivo rallentamento (1,3 per cento l’incremento tendenziale nel quarto trimestre). Lo sviluppo dell’oc-cupazione a orario ridotto è stato diffuso in tutte le ripartizioni, ha interessa-to prevalentemente il lavoro subordinainteressa-to e alcuni setinteressa-tori del terziario (com-mercio, alberghi e ristorazione; sanità; servizi alle imprese e alle famiglie) e ha coinvolto anche la componente maschile. Rispetto all’occupazione dipenden-te, la quota di lavoratori a tempo parziale è salita dal 14,1 per cento del 2007

ISTAT - RAPPORTO ANNUALE2008

-1,5 -1,0 -0,5 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5

I II III IV I II III IV I II III IV

2006 2007 2008

Indipendenti Dipendenti permanenti Dipendenti a termine Occupati totali

Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro

Figura 1.17 - Occupazione per posizione professionale e carattere dell’occupazione - Anni 2006-2008 (contributi percentuali alla variazione tendenziale del-l’occupazione)

Lavoro a termine più diffuso tra donne e giovani

Sale l’occupazione part time

al 14,8 nel 2008. Peraltro, la crescita del lavoro a tempo parziale ha riguarda-to, in tre casi su quattro, persone che dichiarano di svolgere un lavoro a ora-rio ridotto in mancanza di occasioni di impiego a tempo pieno.

In termini settoriali, a fronte della flessione degli occupati in agricoltura (-3,1 per cento, pari a 28 mila persone in meno rispetto al 2007) e nell’indu-stria in senso stretto (-1,2 per cento, pari a 63 mila persone), si è osservato un contenuto incremento nelle costruzioni (0,7 per cento, pari a 14 mila perso-ne), in netto rallentamento rispetto al 2007. Il calo degli occupati nell’indu-stria in senso stretto ha interessato sia i dipendenti sia, soprattutto, gli indi-pendenti e ha riguardato Nord-ovest e Mezzogiorno (Tavola 1.25). Nelle costruzioni la crescita ha interessato esclusivamente le regioni settentrionali.

Nell’industria, l’input di lavoro è stato ridotto in misura significativa attraverso il ricorso alla Cassa integrazione guadagni8 che nella media del 2008 è aumentato del 25 per cento, in termini di ore concesse; l’incremento ha riguardato soprattutto la componente degli interventi ordinari, cresciuti del 60,4 per cento rispetto all’anno precedente. L’utilizzo della Cig si è forte-mente ampliato nella parte finale dell’anno, con il progredire della caduta del-l’attività industriale: in particolare, nel quarto trimestre le ore concesse sono aumentate del 57 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Valori Var. Valori Var. Valori Var. Valori Var. Valori Var.

assoluti % assoluti % assoluti % assoluti % assoluti %

Agricoltura 166 5,6 180 -4,7 115 -5,2 434 -4,8 895 -3,1 Industria 2.331 -1,3 1.827 0,8 1.293 1,7 1.504 -3,6 6.955 -0,7 In senso stretto 1.792 -2,9 1.416 0,6 910 3,0 867 -4,9 4.985 -1,2 Costruzioni 539 4,5 411 1,6 383 -1,1 637 -1,7 1.970 0,7 Servizi 4.447 2,1 3.117 2,3 3.448 1,6 4.543 1,0 15.555 1,7 Totale 6.943 1,0 5.123 1,5 4.857 1,5 6.482 -0,5 23.405 0,8 Agricoltura 61 13,6 53 -8,8 49 -13,7 263 -4,3 425 -3,9 Industria 1.866 -1,5 1.474 1,7 984 2,1 1.175 -2,5 5.499 -0,3 In senso stretto 1.552 -2,7 1.235 1,2 751 3,1 711 -4,2 4.249 -0,8 Costruzioni 314 4,7 239 4,3 233 -1,3 464 0,1 1.250 1,7 Servizi 3.296 3,2 2.331 4,1 2.568 3,3 3.326 1,0 11.522 2,8 Totale 5.223 1,6 3.858 3,0 3.601 2,7 4.764 -0,2 17.446 1,6 Agricoltura 105 1,4 127 -2,8 67 2,1 172 -5,5 470 -2,3 Industria 465 -0,3 353 -2,8 309 0,8 329 -7,2 1.456 -2,3 In senso stretto 240 -4,2 181 -3,6 159 2,2 156 -8,0 736 -3,6 Costruzioni 225 4,2 172 -1,8 150 -0,7 173 -6,3 720 -1,0 Servizi 1.150 -1,0 785 -2,7 880 -3,0 1.217 0,9 4.033 -1,2 Totale 1.720 -0,7 1.265 -2,7 1.256 -1,8 1.718 -1,4 5.959 -1,6 TOTALE DIPENDENTI INDIPENDENTI

Nord-ovest Nord-est Centro Mezzogiorno

Italia SETTORI

Ripartizioni geografiche

Tavola 1.25 - Occupati per ripartizione geografica, posizione e settore di attività economica - Anno 2008 (valori assoluti in migliaia e variazioni percentuali rispetto all’anno precedente)

Fonte: Istat, Indagine sui prezzi al consumo

8

I dati sul ricorso alla Cassa integrazione guadagni sono forniti dall’Inps e sono disponibili presso la banca dati on line all’indirizzo www.inps.it.

Aumentano i posti di lavoro nelle

costruzioni ma solo al Nord

La stessa indagine sulle forze di lavoro ha colto il forte incremento del nume-ro dei lavoratori che nella settimana di riferimento dell’indagine hanno dichiarato di non avere lavorato, o di avere svolto un numero di ore inferiore alla norma perché in Cassa integrazione: dai 53 mila del quarto trimestre 2007 ai 115 mila del quarto trimestre 2008. Il ricorso a questo meccanismo di salvaguardia dell’occupazione ha continuato ad aumentare: nel periodo gennaio-marzo 2009 sono state autorizzate oltre 130 milioni di ore, pari a 2,8 volte quelle dello stesso periodo dell’anno precedente; per la componente ordinaria le ore sono cresciute di 4,6 volte.

Nel terziario, a una fase di crescita dell’occupazione più sostenuta nella prima parte dell’anno, ha fatto seguito una crescita modesta nel terzo e quar-to trimestre. Complessivamente, nel 2008 l’occupazione nei servizi è aumen-tata dell’1,7 per cento (260 mila persone in più).

La riduzione delle posizioni indipendenti si è manifestata in tutte le ripar-tizioni e in tutti i settori di attività economica, interessando specialmente gli uomini e i giovani con meno di 35 anni.

Nel 2008 l’insieme delle forze di lavoro è cresciuto dell’1,5 per cento (369 mila persone), con un incremento maggiore per le donne (+2,7 per cento) che per gli uomini (+0,7 per cento). Anche in questo caso, il risultato sintetizza una robusta espansione nella prima parte dell’anno e una dinamica pressoché stagnante nella seconda. A livello territoriale, il numero delle persone attive sul mercato del lavoro è aumentato in misura maggiore nel Nord e nel Centro (rispettivamente dell’1,6 e del 2,4 per cento) e minore nel Mezzogiorno (0,6 per cento). In quest’ultima ripartizione si è peraltro registrata una leggera fles-sione della componente maschile (-0,2 per cento), particolarmente accentua-ta nel quarto trimestre del 2008.

Il tasso di attività della popolazione tra 15 e 64 anni è salito dal 62,5 per cento del 2007 al 63,0. L’indicatore, invariato per gli uomini, è risultato in sensibile crescita per le donne. A livello territoriale, l’aumento è stato signifi-cativo nelle regioni settentrionali e soprattutto in quelle centrali, limitato nel Mezzogiorno.

Interrompendo una tendenza in atto da nove anni, nel 2008 il numero delle persone in cerca di lavoro è tornato a crescere (+12,3 per cento, pari a 186 mila unità). L’incremento, diffuso su tutto il territorio nazionale, ha riguardato sia gli uomini sia le donne. L’aumento della disoccupazione maschile (+98 mila unità) ha riguardato soprattutto quanti hanno perso il lavoro (+73 mila unità). L’allargamento dell’area della disoccupazione femmi-nile (+88 mila unità) può essere attribuito soprattutto all’uscita dalla condi-zione di inattività, in particolare nel Mezzogiorno. Per entrambe le compo-nenti di genere l’incremento della disoccupazione ha riguardato soprattutto le classi di età centrali.

Il tasso di disoccupazione è salito al 6,7 per cento, sette decimi di punto in più rispetto al 2007 (Tavola 1.26); il livello è rimasto lievemente al di sotto di quello registrato per l’insieme dell’Unione europea (7,0 per cento in media d’anno).

In termini destagionalizzati, nel nostro Paese la salita dell’indicatore, avviatasi nel terzo trimestre del 2007, è stata piuttosto ampia nei primi due trimestri del 2008 e, dopo una pausa nel terzo, è proseguita nel quarto (raggiungendo il 6,9 per cento). L’aumento del tasso di disoccupazione medio annuo ha riguardato sia gli uomini (dal 4,9 per cento del 2007 al 5,5 del 2008) sia le donne (dal 7,9 per cento del 2007 all’8,5 del 2008) ed è stato più accentuato nelle regioni centrali e meridionali. Restano peraltro elevati i divari territoriali: il tasso di disoccupazione nel Mezzogiorno è rimasto pari a

ISTAT - RAPPORTO ANNUALE2008

Forte ricorso alla Cassa integrazione Lavoratori autonomi in calo in tutti i settori Risale il tasso di disoccupazione ma meno che nell’Uem

circa il triplo di quello del Nord. In termini regionali la forbice è ancora più ampia, con la Sicilia che presenta un livello (13,8 per cento) cinque volte più elevato di quello del Trentino-Alto Adige (2,8 per cento).

Per la componente straniera il tasso di disoccupazione è stato pari all’8,5 per cento, due decimi di punto in più che nel 2007, a sintesi di un incre-mento per gli uomini (dal 5,3 al 6,0 per cento) e di una riduzione per le donne (dal 12,7 all’11,9 per cento).

Dopo la riduzione registrata nel 2007, il tasso di disoccupazione per i gio-vani in età compresa tra 15 e 24 anni è tornato a salire, portandosi nel 2008 al 21,3 per cento (un punto percentuale in più rispetto all’anno precedente). L’incremento, diffuso in tutte le ripartizioni con l’esclusione del Nord-ovest, ha interessato gli uomini e in misura più accentuata le donne. Anche il tasso di disoccupazione di lunga durata è cresciuto: dal 2,8 del 2007 al 3,0 per cento del 2008. Tuttavia, l’incidenza della disoccupazione di lunga durata in rapporto alla disoccupazione complessiva, pari al 45,2 per cento, è legger-mente diminuita rispetto all’anno precedente, per effetto dell’ampliarsi della quota di quanti hanno perso il lavoro nel corso dell’anno.

Nel 2008 le non forze di lavoro tra 15 e 64 anni sono diminuite di 110 mila unità (-0,8 per cento). Il risultato è la sintesi della riduzione registrata nelle regioni settentrionali e centrali e del leggero aumento in quelle meri-dionali. L’allargamento dell’area dell’inattività nel Mezzogiorno è a sua volta la media di una flessione nei primi due trimestri e di un incremento nella seconda parte dell’anno.

La dinamica salariale nel 2008 ha registrato una moderata accelerazione, essenzialmente per effetto dei molti e rilevanti rinnovi contrattuali che hanno dato luogo a incrementi retributivi diffusi a tutti i settori. Nel totale dell’eco-nomia le retribuzioni lorde per unità di lavoro equivalenti a tempo pieno (Ula) sono cresciute del 3,3 per cento, a fronte del 2,3 registrato nel 2007.

L’andamento complessivo delle retribuzioni di fatto è la risultante di dina-miche non molto dissimili per i principali settori. Incrementi

significativa-Valori Variazioni Valori Variazioni Valori Variazioni Valori Variazioni Valori Variazioni

% in p.p. % in p.p. % in p.p. % in p.p. % in p.p. Maschi 3,3 0,4 2,4 0,3 4,6 0,7 10,0 1,1 5,5 0,6 Femmine 5,4 0,6 4,8 0,3 8,2 1,0 15,7 0,8 8,5 0,7 Totale 4,2 0,5 3,4 0,3 6,1 0,9 12,0 1,0 6,7 0,7 Maschi 12,0 -0,9 8,7 1,5 16,9 1,6 30,2 1,3 18,9 0,7 Femmine 16,6 1,4 13,4 0,4 23,2 1,9 39,3 1,0 24,7 1,3 Totale 13,9 0,0 10,7 1,1 19,6 1,7 33,6 1,3 21,3 1,0 Maschi 1,1 0,1 0,6 0,1 1,7 0,1 5,0 0,4 2,4 0,2 Femmine 2,2 0,3 1,5 -0,1 3,4 0,0 8,9 0,5 4,0 0,2 Totale 1,6 0,2 1,0 0,0 2,4 0,1 6,4 0,5 3,0 0,2 DI LUNGA DURATA SESSO TOTALE 15-24 ANNI

Nord-ovest Nord-est Centro Mezzogiorno

Italia Ripartizioni geografiche

Tavola 1.26 - Tasso di disoccupazione totale, giovanile e di lunga durata per ripartizio-ne geografica e sesso - Anno 2008 (valori percentuali e variazioni in punti percentuali rispetto all’anno precedente)

Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro

Crescita delle retribuzioni guidata dalla componente contrattuale

mente superiori alla media (4,0 per cento) si sono registrati solo per l’aggre-gato delle altre attività di servizi, comprendente anche le attività della pub-blica amministrazione, che aveva segnato un aumento particolarmente conte-nuto nel 2007. La crescita è stata più modesta per gli altri due insiemi di atti-vità del terziario: 2,4 per cento nell’aggregato che include commercio, alber-ghi e pubblici esercizi, trasporti e comunicazioni e 2,8 per cento nel settore dell’intermediazione finanziaria e servizi alle imprese. La dinamica retributi-va è rimasta analoga a quella dell’anno precedente nell’industria in senso stretto, con un incremento del 3,1 per cento, mentre per il settore delle costruzioni si è registrato un aumento medio del 2,9 per cento, leggermente superiore a quello del 2007.

Nel 2008 la crescita delle retribuzioni medie di fatto per l’intera econo-mia è risultata leggermente inferiore a quella delle retribuzioni contrattuali, all’opposto di ciò che era accaduto nei due anni precedenti quando il diffe-renziale, pur molto contenuto, era stato a favore delle prime (Figura 1.18).

La dinamica relativamente vivace delle retribuzioni contrattuali per dipendente è stata alimentata dai miglioramenti retributivi riguardanti gran parte dei principali contratti. Nel 2008 l’attività negoziale ha portato al rin-novo di 35 contratti, che regolano la determinazione del salario di più di 8,4 milioni di dipendenti e ai quali corrisponde il 62,4 per cento del monte retri-butivo contrattuale complessivo. In particolare, nel 2008 sono stati rinnovati quasi tutti i principali contratti del settore industriale. Tra questi ve ne sono alcuni che, coinvolgendo un’ampia platea di lavoratori, rappresentano anche una quota significativa del monte retributivo totale: il settore moda (tessili

ISTAT - RAPPORTO ANNUALE2008

1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5

I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV

2004 2005 2006 2007 2008 Retribuzioni contrattuali (var. annue) Retribuzioni di fatto (var. annue) Retribuzioni contrattuali

Fonte: Istat, Conti economici nazionali; Indagine sulle retribuzioni contrattuali

Figura 1.18 - Retribuzioni contrattuali per dipendente a tempo pieno e retribuzioni di fatto per Ula: totale economia - Anni 2004-2008 (variazioni percentuali rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente e variazioni medie annue)

vestiario e maglierie, calzature, pelli e cuoio, conciarie) che rappresenta il 3,1 per cento del monte retributivo totale, la metalmeccanica (16,2 per cento) e l’edilizia (5,2 per cento). Tra i contratti rinnovati appartenenti ai servizi pri-vati sono da ricordare quelli del commercio (che rappresenta il 13,5 per cento del monte retributivo totale) e del credito (4,2 per cento). Relativamente alla pubblica amministrazione i principali contratti siglati (riferiti al biennio 2006-2007) sono stati: regioni e autonomie locali e servizio sanitario nazio-nale, con quote del monte retributivo del totale dell’economia, rispettiva-mente, del 3,9 e 4,6 per cento.

Alla fine del 2008, la quota complessiva di contratti vigenti, espressa in termini di monte retributivo,9 è risultata pari al 67,2 per cento, superiore di quasi 17 punti percentuali rispetto a quella di fine 2007. Nel complesso del-l’economia, le retribuzioni contrattuali medie per dipendente sono cresciute nel 2008 del 3,5 per cento, con una discreta accelerazione rispetto all’anno precedente, quando l’incremento era stato del 2,2 per cento. L’industria in senso stretto ha registrato un incremento del 3,4 per cento, superiore a quel-lo del 2007 (2,8 per cento). Il comparto dell’edilizia ha presentato un aumen-to lievemente più marcaaumen-to (3,8 per cenaumen-to) ma in rallentamenaumen-to rispetaumen-to all’an-no precedente. Nel settore dei servizi di mercato la crescita è stata del 3,2 per cento, in significativo rafforzamento rispetto all’incremento dell’1,9 per cento registrato nel 2007. Un’accelerazione più marcata è emersa per il settore delle attività della pubblica amministrazione, con un aumento delle retribuzioni per dipendente del 4,1 per cento, contro l’1,4 dell’anno precedente.

Le retribuzioni di fatto dei dipendenti regolari occupati nel settore priva-to extragricolo dell’economia, misurata dalla rilevazione Oros (si veda il glos-sario) per le qualifiche degli operai e degli impiegati, nella media del 2008 hanno registrato un aumento del 4,3 per cento, nettamente più elevato di quello dell’anno precedente (2,2 per cento). La dinamica è stata piuttosto altalenante in corso d’anno, a causa del concentrarsi degli effetti di rinnovi contrattuali di particolare rilevanza in specifici periodi (in particolare nel primo e nel terzo trimestre). Alla fine dell’anno, il tasso di crescita tendenzia-le è risultato più etendenzia-levato nei servizi privati (3,9 per cento) che nell’industria (3,2 per cento).

Per quel che riguarda l’evoluzione più recente, nel primo trimestre del 2009 la dinamica delle retribuzioni contrattuali per dipendente è rimasta ancora piuttosto elevata, con un aumento tendenziale del 3,8 per cento deter-minato essenzialmente dagli effetti degli aumenti tabellari fissati dai numero-si accordi rinnovati nel corso del 2008. Per effetto della sola applicazione dei contratti in vigore alla fine di marzo 2009, l’indice delle retribuzioni orarie