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Performance e struttura finanziaria

2.2 Imprese italiane ed europee a confronto

2.2.2 Performance e struttura finanziaria

L’analisi del contesto europeo viene approfondita anche per i principali in-dicatori di performance articolati per macrosettore. Per ciò che riguarda i valo-ri unitavalo-ri di fatturato e valore aggiunto, nel 2006 l’Italia presenta in generale li-velli sensibilmente inferiori a quelli dei principali partner, a eccezione della Spagna; le differenze sono più pronunciate nell’industria (Tavola 2.3). Tuttavia, grazie a livelli inferiori del costo unitario del lavoro, lo svantaggio delle impre-se italiane (in modo particolare nell’industria) è più contenuto in termini di competitività, misurata come rapporto tra valore aggiunto per addetto e costo del lavoro per dipendente. Il tasso di investimento, invece, vede il nostro Paese ampiamente in linea con i valori medi delle principali economie, sia nel com-plesso, sia nel dettaglio delle principali attività economiche. La redditività del-le nostre imprese (calcolata come rapporto fra margine operativo lordo, corret-to per la presenza dei lavoracorret-tori indipendenti, e valore aggiuncorret-to), infine, mostra valori inferiori alla media dei paesi considerati, ma dà segnali di tenuta nei set-tori dell’industria e delle costruzioni.

I risultati complessivamente poco brillanti del nostro sistema produttivo so-no verosimilmente condizionati dalla rilevante presenza di microimprese (classe 1-9 addetti), in genere caratterizzate da minore intensità di capitale e, di conse-guenza, da livelli di produttività inferiori. I dati disponibili per i confronti in-ternazionali consentono di approfondire questo aspetto soltanto per il settore

63 2. LE REALTÀ PRODUTTIVE TRA NUOVI RISCHI E POTENZIALITÀ

Composizioni percentuali 0 20 40 60 80 100

Italia Francia Germania Regno Unito Spagna

0,6 0,7 0,8 0,9 1,0 1,1 1,2 1,3 1,4 1,5

Italia Francia Germania Regno Unito Spagna

Intermedi Strumentali Di consumo durevoli Di consumo non durevoli

Coefficienti di localizzazione

Fonte: Elaborazione su dati Eurostat, Structural Business Statistics (a) Si veda il glossario.

Figura 2.2 - Valore aggiunto per destinazione economica dei beni - Anno 2006 (com-posizioni percentuali e coefficienti di localizzazione)(a)

Italia recupera competitività grazie al costo del lavoro più basso

manifatturiero: la performance della classe dimensionale micro, in termini sia di competitività sia di redditività, risulta piuttosto deludente rispetto alle omolo-ghe imprese europee. Al crescere del numero di addetti la performance delle no-stre imprese manifatturiere migliora rispetto a quella delle altre imprese europee e, per quelle di medie dimensioni, si osserva anche una produttività superiore al-la media. Il risultato complessivo, tuttavia, rimane fortemente influenzato dalal-la presenza schiacciante delle microimprese (Figura 2.3).

Per completare la panoramica sulle caratteristiche strutturali e di perfor-mance delle imprese italiane in ambito europeo, si propone un

approfondi-ISTAT - RAPPORTO ANNUALE2008

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ATTIVITÀ ECONOMICHE Italia Francia Germania Regno Unito Spagna Media dei5 paesi

Industria 239,2 269,0 274,3 266,1 219,9 258,0 Costruzioni 121,1 121,9 102,2 184,2 105,3 122,9 Servizi tradizionali 214,8 296,2 229,8 231,7 169,1 227,7 Altri servizi 108,6 142,4 111,7 135,0 101,3 121,3 Totale 182,7 218,1 201,1 200,0 147,6 191,5 Industria 51,9 63,3 68,3 86,3 55,6 65,1 Costruzioni 34,3 42,1 37,0 70,1 33,7 41,4 Servizi tradizionali 30,3 42,5 37,1 38,0 28,5 35,5 Altri servizi 45,6 61,3 56,1 68,4 42,5 56,5 Totale 41,6 54,2 53,6 60,5 38,6 50,5 Industria 34,9 45,2 48,1 43,1 31,7 42,3 Costruzioni 27,7 37,7 32,6 39,0 26,8 32,0 Servizi tradizionali 26,4 33,4 24,2 22,4 21,7 25,2 Altri servizi 31,8 43,9 31,2 39,9 26,1 35,6 Totale 31,2 40,6 35,7 33,9 26,1 34,0 Industria 148,7 140,1 141,9 200,4 175,3 153,9 Costruzioni 123,8 111,8 113,4 179,8 125,9 129,2 Servizi tradizionali 114,5 127,2 153,3 169,5 131,3 140,8 Altri servizi 143,4 139,6 179,7 171,4 162,9 158,6 Totale 133,1 133,5 150,4 178,5 148,0 148,3 Industria 16,6 15,6 12,2 14,8 20,4 14,9 Costruzioni 15,9 7,6 6,0 7,3 11,4 9,6 Servizi tradizionali 14,8 13,3 6,2 12,5 15,6 11,9 Altri servizi 22,0 30,7 19,1 17,3 30,6 22,6 Totale 17,7 20,1 12,9 14,6 20,7 16,4 Industria 32,8 28,6 29,5 50,1 43,0 35,0 Costruzioni 19,2 10,5 11,8 44,4 20,6 22,6 Servizi tradizionali 12,7 21,4 34,8 41,0 23,8 29,0 Altri servizi 30,3 28,4 44,3 41,7 38,6 36,9 Totale 24,9 25,1 33,5 44,0 32,4 32,6

INVESTIMENTI SU VALORE AGGIUNTO (valori percentuali)

REDDITIVITÀ LORDA (b) (valori percentuali) FATTURATO PER ADDETTO (migliaia di euro)

VALORE AGGIUNTO PER ADDETTO (migliaia di euro)

COSTO DEL LAVORO PER DIPENDENTE (migliaia di euro)

COMPETITIVITÀ (a) (valori percentuali)

Tavola 2.3 Indicatori di performance nei principali paesi europei per macrosettore -Anno 2006

Fonte: Elaborazione su dati Eurostat, Structural Business Statistics

(a) Rapporto tra valore aggiunto per addetto e costo del lavoro per dipendente.

(b) Rapporto tra margine operativo lordo, corretto per la presenza dei lavoratori indipendenti, e valore aggiunto.

La dimensione d’impresa fattore decisivo per le performance economiche CAP_2+indice.qxd 15/05/2009 13.07 Pagina 64

mento sulla struttura finanziaria delle società di capitale, raggruppate in tre classi di fatturato, effettuato con riferimento agli indicatori e per i paesi ripor-tati nella tavola 2.4.4

Il primo indicatore proposto prende in considerazione l’indebitamento complessivo delle imprese, misurato dal rapporto tra debiti finanziari e impie-ghi finanziari. Sotto questo profilo le nostre imprese, con valori generalmente superiori al 50 per cento, appaiono mediamente più indebitate di quelle spa-gnole e di quelle francesi e mostrano valori molto simili a quelle tedesche. So-no più svantaggiate le imprese che cadoSo-no nelle prime due classi dimensionali e soprattutto quelle dell’industria. Questa situazione può essere ascritta almeno in parte alle normative fiscali italiane che fino al 2007, se si esclude il periodo di applicazione della dual income tax, hanno incoraggiato la deducibilità degli interessi passivi, disincentivando dunque il ricorso all’autofinanziamento (cioè mediante capitale proprio). Analizzando la struttura per scadenze del debito, emerge una spiccata preferenza delle nostre aziende per i debiti a breve (con quote in genere superiori al 70 per cento e talvolta anche all’80 per cento); nel confronto con gli altri paesi emergono differenze più rilevanti soprattutto nel settore dei servizi e nella classe dimensionale inferiore. L’analisi della liquidità delle aziende, svolta utilizzando il rapporto tra liquidità e passività correnti, mostra nuovamente una situazione relativamente peggiore per le imprese italia-ne e in particolare per quelle più piccole, in cui il valore dell’indice di liquidità

65 2. LE REALTÀ PRODUTTIVE TRA NUOVI RISCHI E POTENZIALITÀ

4

L’analisi è resa possibile dall’utilizzo della banca dati europea Bank for the Accounts of Companies Harmonised, che raccoglie circa 600 mila bilanci di società di capitale.

0,7 0,8 0,9 1,0 1,1 1,2 1-9 10-49 50-249 250 e oltre Totale

Produttività Costo lavoro dipendente Competitività Redditività lorda

Fonte: Elaborazione su dati Eurostat, Structural Business Statistics (a) Si veda il glossario.

Figura 2.3 - Indicatori di performance della manifattura italiana per classe di addetti - Anno 2006 (coefficienti di localizzazione rispetto alla media dei quattro principali paesi) (a)

In Europa, le piccole imprese industriali italiane sono le più indebitate

è sensibilmente inferiore a quello delle omologhe imprese europee, soprattutto nel settore dei servizi. La liquidità delle imprese più grandi è invece in linea con quella riscontrata negli altri paesi. Nel complesso, perciò, la struttura finanzia-ria delle imprese italiane appare più vulnerabile rispetto a quella di altre econo-mie. Tuttavia, come si vedrà meglio nel prossimo paragrafo, elevati livelli di in-debitamento non si associano a performance inferiori delle imprese; gli ele-menti che destano maggiore preoccupazione, perciò, sono soprattutto l’elevato indebitamento a breve e la scarsa liquidità.

ISTAT - RAPPORTO ANNUALE2008

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CLASSI DI FATTURATO

ATTIVITÀ ECONOMICHE Italia Francia Germania Spagna

MENO DI 10 MILIONI DI EURO

Industria 55,8 35,9 58,8 39,0 Servizi 59,1 43,3 59,6 43,5

Totale 57,0 42,4 59,4 42,1

TRA 10 E 50 MILIONI DI EURO

Industria 53,4 34,4 50,3 34,4 Servizi 57,0 44,9 63,5 40,6

Totale 54,6 42,9 59,1 38,9

50 E PIÙ MILIONI DI EURO

Industria 42,5 38,5 48,6 46,7 Servizi 60,4 47,7 56,1 54,8

Totale 51,1 44,2 51,5 51,9

MENO DI 10 MILIONI DI EURO

Industria 78,6 71,9 73,1 71,3 Servizi 77,4 38,8 41,2 52,8

Totale 78,2 45,4 50,9 59,2

TRA 10 E 50 MILIONI DI EURO

Industria 80,7 75,4 74,9 73,9 Servizi 82,1 46,4 39,7 52,0

Totale 81,2 54,1 52,0 58,8

50 E PIÙ MILIONI DI EURO

Industria 77,2 65,9 86,7 60,3 Servizi 67,4 48,1 60,3 42,5

Totale 72,2 55,6 76,9 49,2

MENO DI 10 MILIONI DI EURO

Industria 10,7 23,0 20,6 16,1 Servizi 13,6 26,7 30,5 19,1

Totale 11,8 25,5 26,2 17,8

TRA 10 E 50 MILIONI DI EURO

Industria 10,7 12,6 18,8 11,3 Servizi 10,4 18,5 24,1 13,6

Totale 10,6 16,3 21,4 12,7

50 E PIÙ MILIONI DI EURO

Industria 7,8 7,5 12,4 3,5 Servizi 8,4 11,5 11,1 7,3

Totale 8,1 9,5 12,0 5,5

QUOTA DI DEBITI A BREVE RAPPORTO DI INDEBITAMENTO (a)

INDICE DI LIQUIDITÀ (b)

Tavola 2.4 - Indicatori di struttura finanziaria delle società di capitale nei principali paesi europei per classe di fatturato e macrosettore - Anno 2007 (valori percentuali)

Fonte: Elaborazione su dati Bach (Bank for the Accounts of Companies Harmonised) (a) Rapporto fra debiti finanziari e impieghi finanziari.

(b) Rapporto fra liquidità immediata, differita e passività correnti.

67 2. LE REALTÀ PRODUTTIVE TRA NUOVI RISCHI E POTENZIALITÀ

In Europa la diffusione delle tecnologie informa-tiche (Ict) di base ha ormai raggiunto livelli di satu-razione: circa il 96 per cento delle imprese con alme-no 10 addetti utilizza computer e, tra queste, circa il 93 per cento ha una connessione a Internet. Considerando, invece, indicatori di adozione e uti-lizzo più evoluti di Ict, provenienti da un’indagine armonizzata a livello europeo, emergono livelli mediamente più bassi e con divari consistenti sia tra paesi sia tra classi dimensionali delle imprese.

Valori ampiamente superiori al 50 per cento si registrano nell’Ue27 per l’utilizzo della banda larga (81,1 per cento) e di servizi on line della pubblica amministrazione (68,1 per cento); per la presenza di siti web (63,3 per cento, Tavola 2.5). All’estremo opposto lo scambio elettronico di informazioni con

La dotazione Ict delle imprese con almeno

10 addetti in Europa

fornitori e/o clienti sulla filiera produttiva (15,5 per cento) e l’utilizzo di Internet per le vendite on line sono fenomeni ancora poco diffusi (17,2 per cento). Punte di eccellenza si registrano in genere nei paesi scandinavi, in Belgio, nei Paesi Bassi e in Germania; le performance peggiori appartengono ad alcuni dei paesi di recente accesso.

La relazione positiva tra valori degli indicatori e dimensione aziendale è comune a tutti gli indicatori. I risultati delle piccole imprese, generalmente caratteriz-zati da una minore variabilità, presentano valori più bassi soprattutto per gli indicatori di utilizzo di stru-menti Ict più avanzati (scambio di informazioni sulla filiera produttiva, vendite on line) (Figura 2.4). Le medie imprese si caratterizzano per una maggiore variabilità nell’utilizzo delle reti interne (Intranet) e

X

Intranet Banda Sito Servizi Scambio Scambio Acquisti Vendite larga web on line automatizzato informazioni on line on line

della Pa di dati sulla filiera produttiva Italia 21,2 81,1 58,1 81,8 34,8 21,1 28,5 4,9 Austria 30,6 76,4 79,2 80,4 43,5 19,9 44,9 16,6 Belgio n.d. 91,4 75,6 68,8 61,3 35,5 42,1 18,5 Bulgaria 23,3 61,8 32,9 58,1 41,5 14,4 5,1 3,5 Cipro 20,0 78,8 47,9 64,9 11,1 7,6 23,7 7,1 Danimarca 42,2 79,7 86,7 89,9 63,2 22,4 61,8 25,1 Estonia 25,0 87,8 66,3 77,2 47,0 12,7 23,4 12,2 Finlandia 36,5 92,1 82,1 94,7 48,5 19,9 41,8 16,4 Francia 42,2 92,3 54,2 73,5 48,1 12,0 25,3 13,5 Germania 37,2 84,0 76,5 56,1 52,9 12,0 n.d. n.d. Grecia 23,8 70,6 56,9 77,7 28,3 19,8 11,2 7,3 Irlanda 48,5 82,6 64,5 90,6 29,9 10,4 54,9 25,5 Lettonia 30,1 62,1 41,8 55,1 28,6 19,8 18,7 7,3 Lituania 32,2 56,5 54,9 86,1 52,0 29,3 27,9 24,1 Lussemburgo 53,6 86,9 64,4 89,9 45,2 23,0 33,7 11,1 Malta 31,0 89,2 57,4 74,3 34,4 19,4 13,2 12,9 Paesi Bassi 32,2 85,8 85,0 84,7 75,4 13,3 44,7 32,3 Polonia n.d. 58,7 56,6 67,9 38,6 14,1 19,9 9,1 Portogallo 21,6 80,7 46,3 74,5 47,8 30,6 29,1 19,2 Regno Unito 25,0 87,1 75,5 63,9 20,0 7,2 55,7 35,3 Repubblica Ceca 20,5 79,2 73,8 72,6 29,0 11,7 29,5 15,5 Romania 25,7 43,6 27,3 38,8 21,4 7,2 4,6 3,5 Slovacchia 49,1 79,0 72,6 87,9 48,2 20,3 15,7 6,0 Slovenia 30,1 84,3 70,7 88,4 39,5 26,5 27,6 10,7 Spagna 18,1 92,1 54,4 63,6 31,9 19,9 21,4 11,0 Svezia 42,7 89,4 85,9 77,5 32,5 26,8 68,3 19,9 Ungheria 16,6 72,1 48,0 60,1 30,0 14,0 17,7 6,5 Ue27 29,3 81,1 63,6 68,1 40,2 15,5 36,5 17,2 E-commerce PAESI

Adozione tecnologica Utilizzo di Internet E-business

Fonte: Elaborazione su dati Eurostat, Information Society

Tavola 2.5 - Indicatori Ict delle imprese nei paesi dell’Unione europea - Anni 2007-2008 (valori percentuali sul totale delle imprese con almeno 10 addetti)

X

ISTAT - RAPPORTO ANNUALE2008

degli acquisti on line. Per le grandi si nota una eleva-ta disparità di comporeleva-tamento nell’adozione di solu-zioni di e-commerce e livelli diversificati di utilizzo di Internet nei rapporti con la pubblica amministrazione. Per la maggior parte degli indicatori considerati, l’Italia si colloca su livelli inferiori a quelli medi dell’Ue27. Il ritardo più consistente si registra con riferimento alla realizzazione di vendite on line, effettuate da meno di un’impresa su 20 in Italia, meglio solo di Bulgaria e Romania. Seguono la pre-senza di reti Intranet, registrata nel 21,2 per cento delle imprese italiane e nel 29,3 per cento di quelle europee e gli acquisti on line (28,5 e 36,5 per cento rispettivamente). La peggiore performance delle

imprese italiane accomuna tutte le classi dimensiona-li, ma la distanza rispetto alle imprese europee si riduce al crescere della dimensione.

L’utilizzo di Internet per i rapporti con la pub-blica amministrazione (e-government) e lo scambio elettronico di informazioni per la gestione della filie-ra produttiva, invece, sono i due indicatori in cui la performance media italiana è superiore a quella media europea. Anche in questo caso la migliore performance si osserva in tutte le classi dimensionali e sono proprio le piccole imprese italiane a mostrare i risultati relativamente migliori, contribuendo alla performance complessiva del Paese soprattutto per lo scambio elettronico di informazioni.

Romania Bulgaria Romania Romania Svezia Svezia Svezia Svezia 0 20 40 60 80 100 10-49 50-249 250 e oltre Totale Acquisti on line Bulgaria Bulgaria Romania Bulgaria Regno Unito Regno Unito Regno Unito Regno Unito 10-49 50-249 250 e oltre Totale Vendite on line Romania Germania Romania Romania Finlandia Lituania Finlandia Finlandia

Servizi on line della PA

Regno Unito Romania Romania

Regno Unito Portogallo Belgio Svezia Belgio

Scambio informazioni filiera produttiva

Romania Romania Romania Romania Danimarca Svezia Svezia Danimarca 0 20 40 60 80 100 Sito web Cipro Cipro Cipro Cipro Paesi Bassi Paesi Bassi Paesi Bassi Paesi Bassi 0 20 40 60 80 100

Scambio automatizzato di dati

Romania Romania Romania Romania Francia Francia Francia Spagna Banda larga Rep. Ceca Bulgaria Bulgaria Ungheria Lussem-burgo Svezia Svezia Lussem-burgo 0 20 40 60 80 100 Intranet

Italia Min 1° quart. Mediana 3° quart. Max

Fonte: Elaborazione su dati Eurostat, Information Society

Figura 2.4 - Indicatori Ict delle imprese nei paesi Ue per classe di addetti - Anni 2007-2008 (valori per-centuali sul totale delle imprese con almeno 10 addetti)

69 2. LE REALTÀ PRODUTTIVE TRA NUOVI RISCHI E POTENZIALITÀ