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IV.III CRISI DELLA BANCA

IV.V ATTUALE SITUAZIONE IN MPS

Seduta in rosso per il titolo Banca Mps a Piazza Affari, complice uno studio di Mediobanca Securities sul comparto bancario italiano all’indomani della fumata nera con cui si è concluso l’incontro a Roma dei rappresentanti delle maggiori banche italiane, della vigilanza di Banca d’Italia e del presidente del Supervisory Board della Bce, Daniele Nouy. Nouy ha infatti ribadito la necessità di procedere senza esitazione in una ulteriore pulizia di bilancio, confermando l’entrata in vigore dal prossimo marzo dell’addendum della Bce che prevede una più rigida disciplina nella copertura dei crediti deteriorati (copertura al 100% per i crediti deteriorati non garantiti entro 2 anni, entro 7 anni per quelli garantiti).


Mps per Mediobanca deve cedere altri Npl .Concentrandosi su Mps, gli 212 uomini di Piazzetta Cuccia hanno sottolineato in particolare come oltre alla prevista cessione di 26,1 miliardi di sofferenze, ormai in dirittura d’arrivo, l’istituto guidato da Marco Morellidovrà comunque cedere altri 11 miliardi di euro di Npl (a fronte di 19,6 miliardi di Npl lordi esistenti a fine

settembre, ndr) per far calare entro il 2019 l’Npe ratio, ossia il rapporto fra Npe (Non performing exposures) lordi e crediti lordi, entro il 10%.

Il problema è che 2 di questi 11 miliardi secondo gli analisti non sono ancora previsti nel business plan della banca senese (che per il 2018 prevede la cessione di portafogli minori e legati a crediti di leasing per 2,6 miliardi di euro in totale). La buona notizia, se così si vuole, è che in base alle

ultime transazioni principali su portafogli di Npl gli uomini di Mediobanca

www.ilsole24ore.it, articolo di Gerardo Graziola, 19 Dicembre 2017.

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crediti deteriorati, noti a livello internazionale come Non-performing loans (NPL).

prevedono che la cessione degli Npl senesi possa avvenire ad un valore pari al 20% del valore nominale dei crediti.

Ciò sarebbe in linea con quel 21% a cui sono stati ceduti i primi 26,1 miliardi di sofferenze (con una minusvalenza, già contabilizzata a fine giugno, di 3,9 miliardi di euro). Solo un mese fa Equita Sim, ipotizzando a sua volta un’accelerazione delle cessioni di Npl nel 2018 per ridurre dal 14,4% al 10% l’Npe ratio del sistema bancario italiano nel suo complesso, aveva previsto la cessione di 50 miliardi di Npl lordi quest’anno, per la maggior parte (26 miliardi) rappresentati da crediti “unsecured”, ossia non coperti da garanzie immobiliari. Per tali asset Equita Sim ipotizzava la vendita mediamente al 10% del valore nominale, così delle due l’una: o il grosso degli ulteriori Npl di Mps saranno valutati come crediti “secured” o la valutazione media di mercato degli Npl italiani si sta ulteriormente alzando, dando una mano a Morelli.

Tuttavia gli analisti di Goldman Sachs hanno previsto che in base all’attuale trend di accantonamenti (anche in vista dei nuovi standard Ifrs9) la banca toscana possa veder scendere il suo Npe ratio lordo al 14,3% nel 2019 (dal 19,8% a fine settembre scorso) e al 12,9% nel 2021.

Un trend positivo, ma che potrebbe non bastare a Morelli per fugare tutti i dubbi della Bce (e del mercato) se hanno ragione gli esperti di Alberto Nagel. Accelerare la pulizia di bilancio di un paio di miliardi rischia di costare a Mps altri 750-800 milioni circa di minusvalenze, visto che i crediti “unlikely to pay” che costituivano il 73% degli Npl in portafoglio a fine settembre erano coperti per il 41,2%. Quanto basta per rinviare il ritorno al profitto di Mps almeno per un trimestre, o forse più . 213

Articolo Luca Spoldi, affariitaiani.it.

CONCLUSIONI

Nello svolgimento dell'elaborato, abbiamo posto la nostra attenzione sulla crisi delle imprese in generale e sul loro risanamento soffermandoci ad approfondire la crisi degli istituti di credito ed in particolar modo il processo di Turnaround della banca Monte dei Paschi di Siena. Partendo dalla

descrizione delle crisi che si sono succedute negli anni che vanno dal 2007 fino ad oggi, abbiamo in un primo momento descritto la banca, la sua storia, le attività fino a quel momento svolte, ed in seguito siamo passati ad

affrontare l'argomento di maggiore interesse: l'attuale crisi di MPS, le cause, come si intende risolverla e, ancor più importante, se gli strumenti adottati per la risoluzione del problema risulteranno o meno adeguati. MPS, come del resto le altre banche italiane, ha vissuto sin dai primi anni '90 un

ampliamento delle attività da essa svolte, attraverso l'espansione del gruppo in nuovi segmenti di mercato. Questo ha permesso ad MPS di divenire il terzo gruppo bancario del Paese per totale di attività. Tuttavia, alcune operazioni di espansione e di aggregazione sono in seguito risultate non redditizie come ci si sarebbe potuti aspettare. Tali operazioni (Banca del Salento , Banca Antonveneta) sono figlie di scelte non orientate ad una prudente ed oculata espansione, ma sono state tuttavia indirizzate all'

adempimento di certi indirizzi politici che rispondevano ad obiettivi di breve periodo e di mantenimento del controllo della banca da parte dell'ente Fondazione Monte dei Paschi. Tramite quest'ultima si è infatti venuto a creare quello che è stato più volte definito il "groviglio armonioso", cioè quel legame tra banca, ente fondazione e politica locale con obiettivo primario non di creare un solido tessuto economico su cui sviluppare l'economia del territorio, ma di mantenere e rafforzare un consenso politico tramite gli utili della banca, i posti di lavoro che essa metteva a disposizione e la ricchezza da essa generata. In seguito, quando alla gestione della banca orientata anche allo sviluppo del territorio si è sostituita la finanza

strutturata, si è dato luogo ad una serie di ulteriori operazioni, questa volta attraverso l'utilizzo di strumenti derivati (Santorini, Alexandria e Nota Italia), attraverso le quali MPS è incorsa in ulteriori perdite di bilancio che ne hanno ancor più compromesso la stabilità finanziaria, economica e patrimoniale. Inoltre, per mezzo di tali operazioni, MPS ha visto gonfiare il proprio portafoglio di titoli ad alto rischio di interesse che, a seguito delle svalutazioni effettuate, hanno determinato ulteriori perdite di bilancio, con conseguente shortfall patrimoniale e criticità dal punto di vista economico e

finanziario. Negli ultimi anni MPS ha fatto registrare ingenti perdite di bilancio. Tutto questo ha determinato la necessità per la banca di

riorganizzarsi, di ristrutturarsi, anche con l’intervento diretto della Banca d’Italia, e di provvedere all'eliminazione dell'inadeguatezza patrimoniale che ne ha compromesso e ne continua a compromettere l'esistenza. Il susseguirsi dei vari aumenti di capitale e i Piani di Ristrutturazione della Banca, il primo del 2013-2017, con l’aggiornamento nel 2015, e l’ultimo del 2017-2020 hanno indivudiato e continuano ad porre in evidenza una serie di attività su cui focalizzarsi e su cui fare perno per poter risolvere la crisi societaria. L'attuale management non nasconde le difficoltà ma rimane tuttavia fiducioso sulla buona riuscita degli obiettivi e delle sfide poste in capo alla banca per i prossimi anni.