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Mauro Zanchetta

Il contributo proposto si concentra sull’edizione digitale di un testo cronistico italiano tar- domedievale, noto comeCronaca dello Pseudo Brunetto (Latini), o, secondo la sua edizione più affidabile, comeCronica fiorentina compilata nel secolo XIII. Si tratta di un’opera storio- grafica adespota e incompiuta, allo stato di abbozzo, redatta in volgare tra fine Duecento e inizio Trecento, che narra la storia dei papi e degli imperatori da Cristo e da Augusto fino a inizio Trecento, concentrandosi però progressivamente, nei suoi tratti finali, che sono an- che i più interessanti, sulla storia degli ultimi due/tre secoli della città di Firenze. Questo assetto è il risultato di una trafila testuale complessa, essendo l’opera sostanzialmente un’e- laborazione e un ampliamento della cosiddetta Cronaca dello Pseudo Petrarca, che è a sua volta un volgarizzamento, ampliato con inserzioni di storia fiorentina, delChronicon pon- tificum et imperatorum di Martino Polono (pubblicato attorno al 1275; il volgarizzamento è immediatamente successivo). Quanto al testimoniale, la cronachetta è tràdita, oltre che da un apografo quattrocentesco completo (ms. Gaddi 77 della Biblioteca Medicea Lauren- ziana) e da alcuni frammenti di Età Moderna, da un autografo acefalo di 15 cc., contenute nel ms. II.IV.323 della biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Quest’ultimo è in realtà una copia di lavoro, un esemplare di servizio, non una copia in pulito, e pertanto pone di fronte al filologo delicati problemi di carattere ecdotico. L’importanza del testo in esame, anche per la sua parziale autografia, non è secondaria, tanto dal punto di vista storiografico, quanto linguistico, letterario e culturale; tuttavia di esso non è disponibile un’edizione che soddisfaccia alle più moderne e complesse esigenze ecdotiche.

La lacuna bibliografica sta per essere colmata, almeno parzialmente, grazie all’edizione digitale dell’autografo dellaCronaca, ormai in via di compimento: l’edizione è basata sulla codifica TEI XML e da me allestita tramite il software EVT 1.0, sviluppato da un gruppo di ricerca coordinato dal professor Roberto Rosselli Del Turco dell’Università di Torino. Questo software permette, una volta completata la codifica XML del testo da pubblicare: la visualizzazione a computer e la fruibilità online di riproduzione fotografica, trascrizio- ne diplomatica ed edizione interpretativa (critico-interpretativa) del manoscritto suframes separati, e quindi il loro confronto; la possibilità di zoom in/out per le immagini del co- dice; il collegamento testo-immagine; la presenza dihotspots per i dettagli più intreressanti del manoscritto; la ricerca, attraverso un’apposita maschera, di parole o combinazioni più piccole di caratteri e l’individuazione precisa delle loro occorrenze nell’opera; la creazio- ne, grazie almarkup semantico, di liste di antroponimi, di toponimi e di dati cronologici; l’inserimento, infine, da parte del curatore, di prolegomena al testo e di note esplicative di qualsiasi tipo: filologico-testuale, linguistico, storiografico, ecc.

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L’allestimento di un’edizione tramite EVT 1.0 di un’opera come quella in esame in particolare permette:

• un accertamento del testo che sia presumibilmente più vicino alla volontà dell’au- tore rispetto a quello delle pur benemerite edizioni di fine Ottocento e della pri- ma metà del Novecento, perché costantemente riscontrato sul codice autografo, base dell’edizione;

• la fruizione agevole e vasta dell’edizione (grazie alla pervasività del mezzo informati- co e del web, e alla distribuzioneopen-source) da parte di un pubblico differenziato, formato ad esempio da: 1. codicologi e paleografi, verosimilmente interessati alla ri- produzione fotografica e alla trascrizione diplomatica del manoscritto; 2. storici della lingua e della grafia, interessati, oltre che alla lettura diretta del manoscritto e del- la trascrizione del testo, alla ricerca di combinazioni grafiche, di lessemi, di forme e costrutti individuabili grazie alla maschera di ricerca; 3. storici medievalitout court, ai quali è messa a disposizione un’importante fonte, corredata da note di commen- to, da rinvii alle fonti, da un apparato formato da liste di nomi, di luoghi e di date; 4. italianisti, e filologi in particolare, che, oltre a disporre di un testo ecdoticamente più solido, hanno la rara opportunità di leggere un esemplare di lavoro di veneran- da antichità e quindi di entrare, per così dire, nel laboratorio di uno scrittore delle Origini e di vedere il testo nel suo progressivo divenire; dal punto di vista filologico, inoltre, il confronto continuo del testo ‘definitivo’ con la riproduzione fotografica dell’autografo permette forse di superare un limite, da più parti avvertito, della fi- lologia d’autore, cioè l’eccessiva formalizzazione e complessità, insomma la difficile leggibilità, anche da parte degli addetti ai lavori, degli apparati diacronici delle va- rianti; 5. ultimi, ma non meno importanti, studenti delle facoltà umanistiche, ‘allievi filologi’, che possono confrontare diverse modalità di trascrizione di un testo e vedere concretamente esemplificate le operazioni che conducono dal testo manoscritto alla sua edizione scientifica.

I temi di riflessione sollecitati dalcall for papers del convegno AIUCD 2016 hanno certo a che fare con l’ottica in cui si iscrive il mio lavoro, segnatamente:

• il dialogo attorno al testo da parte di comunità scientifiche diverse;

• il superamento della dicotomia tradizionale tra edizione diplomatica ed edizione criti- ca (e, aggiungerei, edizione commentata), grazie all’elasticità e alla fruibilità per livelli differenziati permesse dall’edizione digitale di un testo;

• (strettamente connesso col punto precedente) l’avvicinamento tra la comunità delle Digital Humanities e la comunità delle discipline umanistiche tradizionali.

Bibliografia

Martino Polono e le compilazioni storiche universali tardomedievali – Ed. di riferi- mento

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La Cronaca dello pseudo-Brunetto – Ed. di riferimento

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La Cronaca dello pseudo-Brunetto

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Il Progetto “I libri dei Patriarchi 2.0. Un