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Modelli di dialogo: testi virtuali e dubbi sull’epistemologia digitale

Luciano Longo, Università di Palermo

Chi nel presente libro cercasse una ricetta universale per l’edizione critica, si troverebbe deluso. (Pasquali, Storia, 21)

Se insegni, insegna anche a dubitare di ciò che insegni (O. y Gasset)

L’intervento proposto si interroga dapprima sulla possibile applicazione in ambito digitale della nozione di testo unico o di testo definitivo e sul concetto epistemologico di ultima volontà d’autore; successivamente la riflessione si concentrerà sull’edizione critica dal testo come prodotto per la lettura al testo come processo creativo. L’esemplificazione verterà su testi intesi comemobili, dinamici, virtuali, e come atto di pensiero; essi sono raggruppati in quattro tipologie. I testi oggetto dell’esemplificazione sono il prodotto di quattro progetti in itinere; di essi si portano i primi risultati raggiunti.

Prima tipologia: testi inediti in cui non è espressa l’ultima volontà d’autore, nei quali i processi compositivi risultano fluidi e instabili: è il caso di alcuni autografi inediti di Attilio Bertolucci risalenti agli anni ’30-’40 del Novecento;1

Seconda tipologia: testi inediti che oltre a possedere le caratteristiche sopra citate pon- gono problemi di rappresentazione e di intelligibilità del testo, oltre a un problema di pos- sibileriscrittura coatta a scopo difensivo: l’esempio preso a esame è il manoscritto autografo 2Qq E 29 (sec. XVII ex.) di Teresa di S. Geronimo che riporta il testo de Il Castello dell’ani- ma, diviso in tre libri per l’anime incipienti, proficienti e perfette, opera mistica di suor Teresa di S. Geronimo monaca terziaria de’ carmelitani scalzi2;

Terza tipologia: testi preparatori di un progetto letterario non realizzato e documen- tato da diversi testimoni, uno dei quali viene pubblicato senza espressa volontà dell’au- tore ma che esprime la volontà dell’editore: in questo caso verrà presentato il cosiddetto «manoscritto di Populonia» (1959-1961) di Elio Vittorini3;

1Luciano Longo, “Gli «scartafacci» di Attilio Bertolucci. Edizione critica digitale” (PhD project diss., Università degli Studi di Palermo, 2017).

2Suor Teresa de’ Cermelitani Scalzi, Castello dell’anima. Edizione critica, ed. Rosa Casapullo and Luciano Longo et al., (Alessandria: Casa Editrice dell’Orso, 2015).

3Luciano Longo, “Molteplicità testuale e movimenti compositivi nel «ms. di Populonia»: ipotesi di un lavoro digitale”, Convegno: “Vittorini nella città Politecnica”, Milano 19-20 febbraio, Università degli Studi di Milano- Università Cattolica del Sacro Cuore Milano.

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Quarta tipologia: testi editi che presentano testimoni che esibiscono in alcuni casi una testualità autonoma rispetto all’edizione definitiva a stampa, in altri una testualità nascosta volontariamente dall’autore e in altri casi ancora una testualità interrotta; l’attenzione si è concentrata suI Viceré di Federico De Roberto, testimoniato da due redazioni manoscritte (un ms. datato 1892 e un secondo datato 1893) e da tre edizioni a stampa: 1894, Vecchi Galli- Catania; 1920, F.lli Treves, Milano (T920); 1935, F.lli Treves- Milano4.

I testi verranno presentati secondo diversi modelli di codifica in XML-TEI. che ha visto nella sua prima fase un lavoro sulla semantizzazione e sulla concettualizzazione deivalori degli attributi deitag e poi successivamente sulla loro rappresentazione, e infine sulla poten- ziale dinamica ipotestuale. La difficoltà maggiore del modello di marcatura dei testi sopra citati nasce dal fatto che le redazioni manoscritte e/o dattiloscritte presentano una straor- dinaria molteplicità di interventi correttivi immediati a cui si sovrappongono interventi tardivi, varianti sovrapposte di tipo instaurativo, sostitutivo e ri-propositivo che rendono molto complessa la trasposizione in XML-TEI. A questo si deve aggiungere una diversità di inchiostrazione e una struttura compositiva deitestimonia che non è quasi mai specula- re e rende complesso il lavoro di individuazione di strutture narrative contigue. I modelli di codifica proposti vogliono rappresentare l’atto di ricostruzione del testo comeprocesso, o per meglio dire, come atto di rivitalizzazione di un percorso scrittorio che daatto si fa attività e da attività diviene processo per esaurirsi in fatto, in prodotto finito o interrotto. L’edizione digitale proposta conterrà tre diverse informazioni: 1. la codifica del documento elettronico e dei testimoni; 2. la codifica base del testo; 3. la codifica del sistema variantistico dei testimoni.

Le caratteristiche deitestimonia presi in esame conducono subito a una prima riflessio- ne per la strutturazione della codifica: i documenti testuali possedendo molteplici stesure manoscritte con varie caratteristiche, i fenomeni correttori da marcare conducono ad af- frontare seri problemi dioverlapping. Inoltre, un’altra problematica affrontata si basa sulle correzioni che essendo multiformi non permetteno un agevole confronto tra le diverse ste- sure, e rendono difficoltosa la ricostruzione della tessitura testuale, sia a livello di lemma/ variante sia a livello di segmentazione testuale. Per questo motivo si sceglie di codificare le campagne correttorie non registrando soltanto il fenomeno, ma cercando di codificarne le motivazioni e la stratificazione tramite l’uso di attributi. Il lavoro evidenzia il fenomeno correttorio e di conseguenza del suo strutturarsi in strati e testualità, su tre livelli: 1. codifi- ca dei fenomeni correttori; 2. codifica delle campagne correttorie; 3. codifica interpretativa tramite l’uso di attributi per entrambi i fenomeni.

L’intervento non solo propone quindi un possibile modello di codifica e di rappresen- tazione, ma si pone in dialogo con l’ecdotica tradizionale cercando di interrogarsi su alcuni dubbi metodologici alla base di una edizione critica. La proposta, tramite i testi presi in esa- me, cercherà di riflettere sul peso dell’atto ricostruttivo rispetto all’atto costruito (il testo definitivo); sulla tipologia di testo che si edita, se bisogna intenderlo come finito o “interrot- to”; e sulle potenzialità “concorrenziali” che può avere la procedura di codifica e l’utilizzo ditool e di output rispetto alle testualità presentate da una edizione a stampa.

4Luciano Longo, “The ‘insane’ manuscript of I Viceré by Federico De Roberto”, Convegno: SIS Biennal Conference, Oxford 28-30 September, University of Oxford.

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Bibliografia

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Quale futuro per le edizioni digitali?