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LA BALLATA DEL FORESTIERO

Nel documento De Ferraro Domenico - Teatro Canzoni Jazz (pagine 183-187)

Un tempo vivevo fuori citta , ero uno di loro , un forestiero . Indossavo giacca e cravatta , mi

trascinavo ovunque andassi una bara , calpestavo la polvere, con il cuore appeso al collo , andavo a lavoro. Andavo verso la cima del sacro monte ,

andavo a donne e sapevo ballare tra le onde del mare e cercavo sempre una via di uscita dalla nostalgia che veniva a volte a consolarmi di sera , quando le stelle erano scintillanti e solitarie nel cielo.

Vivevo fuori città con mia moglie e cinque bambini Vivevo fuori città con mia moglie e cinque bambini E cercavo di essere un buon padre ed un buon forestiero.

Andavo a lavoro con la mia vecchia macchina, salivo fino al cielo per lavorare duro , con tante domande irrisolte in seno.

E nel cuore della mia donna che amavo , vivevano tanti giorni mediocri, un sogno breve come il tempo che passava.

Ed io non avevo paura di cadere , di andare e venire dalla casa della musica che mi sollevava

dall’angoscia e dall ’indifferenza dalle tante calunnie sul mio conto .

Sapevo ,saltellare con le mie rime , ero il signore del mio cuore , ero il signore in meditazione sotto l’albero di fico , mi muovevo nell ’ombra , mi elevavo da ogni fatica ed ogni preoccupazione ero un

microcosmo nel macrocosmo.

Ed il mio verso , fuggiva verso il confine di una conoscenza metafisica. Ero non ero , il signor

nessuno che stringeva a se la sua dolce bambina dalle trecce d ’oro.

prato verde , dove venivano tutti gli ultimi di questo mondo. E c’era sempre una festa da fare , si

beveva , si mangiava , si baciava il sedere di un Dio ermafrodito che ingravidava di notte le vacche sacre d’Iside. Generava delle idee poverine ,

lampadine che illuminavano la stanza della mia coscienza.

Ho cercato un lavoro e del denaro Ho camminato per un lungo miglio Ho cercato un lavoro e del denaro Ho camminato per un lungo miglio

Nessuno mi ha fatto entrare nella sua casa.

Solo tu bambina dalle mille lentiggini , mi hai regalato un sorriso lungo questo cammino.

Ed io sono risorto in una nuova vita e nel vento , sono andato come fossi un passero solitario , sono andato di casa in casa, in nido in nido , ho pianto ed ho trascinato, le mie penne bagnate di lacrime, sotto il cielo dell ’incomprensione. Bambina hai

bussato alla porta del mio cuore , quando ero stanco di uscire a cantare la mia canzone d’amore.

I miei bambini sono così affamati

Che non sanno come si fa a sorridere alla gente Ci sono cimici sui i miei bambini

e ci sono pulci su mia moglie Ci sono cimici tra i bambini e ci sono pulci su tua moglie

La cancrena si sta insinuando nella nostra società Tu amico ti sta tagliando con un coltello affilato di

idiozie.

La malattia ha generato una strano sentimento. Tutto

ora mai è morto. Una porta , sapre e si chiude, in

una dimensione plastica che trascina questo amore, per mano verso il terribile covid .

Quante domande ancora senza alcuna risposta. E la confusione genera una sorte peggiore , genera

un amore, dal colore giallo limone che pende ad un albero là in giardino. Egli diventa, ogni giorno che passa sempre più giallo. Un amore che non ha più domani ,ne denti per mangiare questa carne putrida, d’operaio.

Gli occhi dei miei bambini sembrano folli . Mentre cercano la madre .

Gli occhi dei miei bambini sembrano folli . Mentre cercano la madre .

Ed io cammino avanti e indietro e mi chiedo perché ad ́ ogni mio respiro.

I topi hanno mangiato il mio granoturco. Un cattivo sangue scorre nelle mie vene. I topi hanno mangiato la mia gatta

Un cattivo sangue scorre tra la gente Se c'è qualcuno che sà si faccia avanti Ho pregato il Signore lassù̀

Di darmi un amico

Ho pregato il Signore lassù̀ Di mandarmi un amico

Ero morto poi sono rinato

Hai avuto fortuna amico mi dicesti

Ma ora non ho denaro, amico per pagarti Non ho amici con cui parlare

I miei bambini piangono forte martellando il mio cervello I miei bambini piangono forte martellando il mio cervello

Le grida di mia moglie mi pugnalano alle spalle Come la sporca pioggia cadente

La mia erba sta diventando scura Non c'è acqua nel mio pozzo

La mia erba sta diventando scura Non c'è acqua nel mio pozzo

Ho speso gli ultimi miei euro Per sette proiettili

Fuori sulla cima della montagna

Un lupo infreddolito, ulula alla luna Sì, fuori sulla montagna

Un lupo grida aiuto , infreddolito ulula I suoi occhi fissano il mio fucile

Il quale è stato appeso a lungo al muro della mia casa cadente.

Le mie ferite stanno sanguinando E le mie gambe non stanno in piedi I miei occhi fissano il fucile

Cosa tieni tra le tue mani Ho il mio destino

Ero convinto che c’è l’avremmo fatto a salvarci Tutto è stato tanto tempo fa

Sei stato bravo a sfuggire alla storia Non mi dire , ero preparato al peggio E stato un gioco crudele

Povero lupo , povera luna Sono in macchina.

Vado a lavoro chiamo mia moglie Non fare tardi lei mi dice

Chi darà da mangiare ai miei figli ,quando non ci sarò più

Chi darà da mangiare ai miei figli, quando non ci sarò più

Non andare verso le stelle del sud .

Ci sono sette venti che soffiano tutt'attorno alla porta della tua casa. Ci sono sette venti che soffiano

tutt’attorno alla porta della mia casa.

Sette colpi risuonano , come il frastuono dell'oceano Ci sono sette persone morte fuori l ’uscio della mia casa.

Da qualche parte lontano ci sono sette persone appena nate.

Ed io canto , con il mio dolore di sempre , che mi porta oltre quello che credo e risorgo come un raggio di sole, illuminante questa oscurità , scivolo ed esco , allo scoperto senza abiti con il mio buffo sorriso di forestiero che crede che la vita ritorni dopo la morte .

Nel documento De Ferraro Domenico - Teatro Canzoni Jazz (pagine 183-187)