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CANZONE DI QUANDO

Nel documento De Ferraro Domenico - Teatro Canzoni Jazz (pagine 39-43)

Quando un padre sarà sepolto dentro la sua tomba , sentirai canterà la triste canzone del figlio della sua morte , sarà quello il giorno dell’amore . Quando sfilerà il corteo funebre per le strade della citta in cui lui scelse di vivere. Quando non ci saranno più giudici a giudicare la nostra vita , quando la pioggia bagnerà la tomba , quando tutto finirà , il padre risorgerà senza dire parole che trascendono il senso dell’essere , ne il senso di un discorso che non conosce il nesso logico di cosa siamo , di cosa stiamo divenendo . Quando il cranio dei morti sporgerà dalla terra, illuminato dalla luce del sole, il corvo volerà in alto e canterà la sua canzone di gioia , insieme ai tanti spettri che si prendono per mano e corrono intorno a mille povere tombe

Quando tutto questo accadrà , questa morte colorerà l’essere nell’ora prossima e le ceneri saranno portati via da un soffio di vento , attraverso il tempo che passa , che porta con se una nuova legge , una nuova condizione morale . Cosi ci sarà chi si allenerà contro ogni pregiudizio , nell ’inizio di un altra storia , chi dipingerà il vivere di molte frasi inutili , di molte dilemmi , di molti dubbi misti alla ragione antica . E la calda intimità seguirà il senso di cosa siamo diventati . Attraverserò questo inferno di parole che

animano il mio dire ed il mondo tornerà ad essere quello che era un tempo , ogni cosa emergerà nella parabola che induce una nuova ragione , una nuova teologia . Quando saremo diventati polvere , alla fine, sarà giunto il tempo della speranza ci sarà l’inizio di un nuovo raccolto nel giardino delle varie esperienze che si sono susseguite nell’indifferenza dei giorni qualsiasi , che ci hanno accompagnano per mano a scuola o a lavoro.

Invitati in questo inferno ove ballano le parole in bocca alla donna seduta , sotto un cielo cupo , mistico, lasso in una nuova conclusione che ha deriso il senso del nostro capire che ha riassunto ogni scrivere senza alcun senso.

Non vorrei mistificare , ne disturbare, ne spingere , queste parole lungo le scale , per andare poi verso il cielo , salire nel senso delle cose nascoste che nascono nell’animo . E nella specie estrema di un circuire il proprio io , attraverso un mondo alla deriva , nella legge delle parole dette , trovarai il senso dei concetti , sbaciucchianti nell’incerto dire , mostrare il loro lato insignificante.

Dunque quando l ’ombra di una donna , allungherà il passo nella sera questo sarà un passo falso. Saremo diretto , verso l’orlo di un baratro ,senza certezze , assiomi misti a versi che tingono di varie bellezze mezze misure il tuo viso, il tuo stupore, il tuo timore di morire per ire e poi ritornare nell’ossesso di un sesso frutto di un caos senza alcuna forma . Quando , questo avverrà , apriremo il nostro cuore all’illusione di una nuovo percorso mistico , ci caleremo in una nuova ideologia , mista di varie vergogne che lasse emergono dall’animo dall ’ essere noi stessi . Riversi in una lunga storia , che va verso l’indefinito sistema in una equazione di termini

precisi che non riscattano il proprio idioma , la prioria ideologia , nella pratica clinica.

Il suo corpo ti dirà che è notte. E nella calma della morte , nella sorte che nasce nell’attimo di forme concentriche, attraverso il sistema periodico , di molte congiunzioni , il suo sorriso ti annuncerà il mattino. E quando la vedrai , ritornerai di nuovo , verso una nuova ragione fatta di mezze misure , di forme psichiche che celano l’intuizione , spezzata in questo discorrere che salta il nesso logico di ogni dialogo. Quando il sonno ti porterà verso un nuovo domani , quando sarai cosciente del conoscere che sboccia tra i tuoi versi , quando sarai libero di sentire le tue parole tra il vento che passa , la poesia ti porterà dove vivono le donne di colore che toccano il cielo con un dito. Quando questo sarà possibile , tutto diventerà cosi insignificante da farti cambiare abito , da farti cambiare casa, luogo di lavoro , quando questo sarà , verrà la sera in punta di piede con i suoi dubbi, i suo dire che trascendo il senso delle cose dette.

Quando nell ’andare contro corrente, contro ogni altra finzione ci sarà sempre qualcuno ad attenderci per portarci dove già siamo stati , per essere non essere , un mezzo logico, una parvenza di quella idiozia che sorge dal nostro verseggiare. La citta è troppo piccola e troppa breve questa via che conduce al camposanto dove riposano le anime migranti.

Quando i vetri della stanza diventeranno scuri , quando attraverso le finestre , vedremo le stelle della sera , allora potremo dire d’essere salvi in giusta ragione . Nascosti, sotto la gonna di una donna , con la corda intorno al collo in questa canzone che sa di fragola e favole , dolce nell’idioma congeniale . Ove prende forma il potere della mente , nel discorso perseguito in questo artificio di rime migranti , di

sensazioni estetiche , che spremono i brufoli sulla fronte di uno scrivere che scivola nella vaga impressione surreale, saremo o non saremo ad un passo dall’essere rinati a nuova vita.

Nel documento De Ferraro Domenico - Teatro Canzoni Jazz (pagine 39-43)