Rimini La relazione fra le due entità città e litorale marino è data dalla fascia costituita dal
4.3 LE TERME IN ETA‟ ROMANA
4.3.2 I BALNEA IN ITALIA ALLA FINE DELL‟ETA‟ REPUBBLICANA ARCHEOLOGIA E TRADIZIONE LETTERARIA.
Al di fuori della Campania, le testimonianze anteriori all‟età augustea sono molto scarse. Il fenomeno dipende in gran parte dalla mancanza di tracce archeologiche, perché è difficile immaginare che le colonie e i municipi del III e del II secolo a.C. non abbiano avuto impianti termali, che sappiamo molto diffusi a Roma a partire dalla fine dell‟età repubblicana. E‟ però indiscutibile che al di fuori dei distretti ellenizzati della Campania, della Magna Grecia e della Sicilia i modelli architettonici dei balnea si siano imposti con estrema lentezza e non sempre abbiano assunto un aspetto monumentale.
L‟importanza rivestita dalle pratiche termali ebbe un riscontro anche nella letteratura del tempo, tanto che vennero spesso citati episodi avvenuti alle terme, o componimenti poetici o satirici riguardanti luoghi termali e i personaggi che li frequentavano. Nell‟ambito della trattatistica, nel I secolo a.C. Vitruvio Pollione, architetto ed ingegnere, consulente di Agrippa quando questi ricoprì l‟incarico di curator aquarum (responsabile delle acque), nel Libro V del suo De Architectura codificò la tipologia dell‟edilizia termale accostando ancora la palestra al nucleo delle terme, ed avviando, al contempo, il processo di lenta separazione tra le due funzioni, definendo la prima come edificio derivato dagli usi greci, semplificandone i contenuti. Il nucleo termale, nella descrizione, si compone del tepidarium, del calidarium, ossia di una sala voltata a botte con le estremità concluse da un‟abside (labrum) e da un‟esedra quadrangolare (alveus); inoltre, descrive dettagliatamente il sistema ad ipocausto, soffermandosi brevemente sul frigidarium, fornendo l‟indicazione di collocarlo a breve distanza dai bagni di vapore. Vitruvio espose anche i metodi per scoprire le fonti e le specifiche proprietà di ciascuna acqua. In particolare, precisava che “bisogna cercare e scegliere le fonti con grande zelo”, invitando chi andasse alla ricerca dell‟acqua a “rivolgere la propria attenzione ai diversi tipi di terreno”, distinguendo le acque a seconda che si trovassero nell‟argilla, nella sabbia di grana grossa, nella terra nera, nella ghiaia, nel sabbione argilloso, nella sabbia, nella terra rossastra e nella roccia rossa. Pur contemplando alla propria origine ragioni di carattere igienico-terapeutiche, il bagno progressivamente divenne per la società romana, un raffinato piacere: le terme rappresentarono un luogo d‟incontro al pari del foro e accanto agli stabilimenti vennero creati spazi per le passeggiate, parchi, giardini, musei e biblioteche.
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4.3.3. L‟ETA‟ AUGUSTEA E GIULIO-CLAUDIA
Le prime terme, indicate da Plinio il Vecchio come tali in sostituzione del concetto di balnea, si devono ad Marco Vipsanio Agrippa, genero dell‟imperatore Augusto, che forte della sua carica di “edile”, rese gratuito l‟accesso alle strutture termali della città, e tra il 25 ed il 19 a.C., fece costruire, non lontano dal Pantheon, il primo edificio termale. L‟età augustea costituì quindi un momento decisivo in cui la diffusione degli edifici in Italia e nelle province fu all‟origine di molteplici progressi sia sul piano tecnico sia su quello monumentale. Le terme costruite per iniziativa di Agrippa nel Campo Marzio, immediatamente a nord del lago Argentina, rappresentarono l‟inizio di una lunga serie, ogni esemplare della quale sarà caratteristico del proprio tempo e si configurerà come prototipo di una nuova serie tipologica.
Va innanzitutto osservato che con le thermae Agrippae venne compiuto un passo irreversibile: per la prima volta un edificio termale occupò uno spazio considerevole all‟interno dell‟Urbs, giacché i bagni veri e propri non potevano essere disgiunti dagli adiacenti giardini che fungevano da palestra e dall‟enorme piscina (stagnum) ad essi connessa. F. Coarelli ha recentemente dimostrato che il solo stagnum (specchio d'acqua ricavato dalla regolarizzazione del bacino naturale della palus Caprae), a ovest della composizione, occupava una superficie di più di quattro ettari; esso verrà usato come natatio (piscina per il nuoto) nelle terme di Nerone.
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Il centro delle thermae Agrippae31 era a quanto pare una grande sala circolare con absidi a raggiera; con ogni probabilità si trattava di un enorme laconico con cupola (il suo diametro interno era di circa 25 metri).
31 Le terme erano ornate dalle statue dell'Apoxyómenos e di un leone giacente di Lisippo. Furono restaurate
dopo un incendio nell' 80 a.C. e ancora sotto Adriano, in età severiana, da Massenzio e infine nel 345 a.C. Sidonio Apollinare le descriveva come ancora funzionanti nel V secolo. Tra i resti attualmente visibili è l'"Arco della Ciambella", tratto della parete di una sala rotonda inserito nelle facciate della via omonima presso il Pantheon, pertinente probabilmente ai restauri del II o III secolo.
Fig. 139 Terme di Agrippa, Roma. Pianta
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Secondo alcuni studiosi si sarebbe trattato sin dall‟inizio di una sala provvista di una vasca d‟acqua fredda, ritenendo la grande ampiezza dell‟ambiente inadatta a creare le condizioni favorevoli per i bagni di vapore. La disposizione planimetrica, che prevedeva la presenza di ampi giardini e di una piscina, distribuita su oltre cento metri di sviluppo secondo un asse orientato a nord, rappresentò la massima evoluzione della tipologia in linea.
Contemporaneamente, si assistette ad una diffusione dei balnea in tutti i territori dell‟Impero: persino nelle province occidentali, storicamente estranee alla cultura locale, trovarono ampio utilizzo sebbene costruiti in forma semplificata rispetto ai modelli romani e privi della sala rotonda. Tra gli esempi contemporanei alle terme di Agrippa, va sicuramente citato Pergamo, uno dei pochi edifici orientali di impianto termale in linea. In Spagna, a Baetulo, i ben conservati balnea, databili nella metà del I sec. a.C., mostravano, nella loro prima fase, l‟esempio di una disposizione lineare molto rigorosa in cui si ha la sequenza frigidarium, tepidarium, caldarium, con ognuna di queste sale provvista di nicchiette arcuate poste ad altezza d‟uomo che ricordavano da vicino le scaffalature degli apodyteria delle terme pompeiane; l‟assenza di suspensurae negli ambienti caldi testimonia il carattere piuttosto antico dell‟impianto, ove soltanto la piscina del caldarium poggiava su di un ipocausto collegato direttamente ad un forno. In età augustea questo stabilimento venne interessato da consistenti rifacimenti; alcune sale vennero ridecorate, ma la piccola palestra quadrangolare contigua al frigidarium sembra essere sopravvissuta a tutti gli interventi successivi.