Rimini La relazione fra le due entità città e litorale marino è data dalla fascia costituita dal
4.6 LE TERME NEL RINASCIMENTO
L‟interesse sempre maggiore sul tema, anche in seguito alla diffusione della pratica curativa, permise uno sviluppo degli studi idrologici che, comunque, nel Rinascimento non progredirono significativamente rispetto al Tardo Medioevo, volti per lo più alla divulgazione delle conoscenze acquisite nel tempo. La riscoperta delle cure termali si manifestò in un atteggiamento ambivalente: da un lato il riconoscimento della scienza medica che le promosse come efficace terapia all‟interno di numerosi trattati di medicina e, dall‟altro, l‟interpretazione delle terme come luoghi di svago e occasioni di socializzazione. Durante il XV secolo si svilupparono e diffusero i primi studi relativi alle proprietà delle acque, all‟interno dei primi trattati che, proprio in quel periodo, videro la luce. Al 1417 risale, infatti, il primo trattato di idrologia medica, ovvero il Tractatus de Balneis di Ugolino da Montecatini, che elaborò una rassegna delle più importanti terme italiane, illustrando, per primo, le collaudate proprietà balneo-fango terapiche e idropiche delle acque di Montecatini. Anche l‟illustre medico Michele Savonarola, professore all‟università di Padova e Ferrara, e nonno del più noto Girolamo, scrisse nel 1440 il De Balneis et thermis naturalibus omnibus Italiae sique totius orbis proprietatibusque eorum, mentre alla fine del Quattrocento, Leonardo descriveva le terme di Bormio, frequentate in quel periodo da Ludovico il Moro. Le terme furono elette a meta ambita non solo da letterati, ma anche da personaggi “in vista” della società, rappresentanti delle famiglie più importanti del periodo rinascimentale che vi si recavano talvolta per svago, talvolta per trarre beneficio dalle sorgenti. Le cure termali non costituirono più un momento riservato alle terapie ed al riposo: le terme divennero sinonimo di luoghi di delizie, in cui il tema letterario iconografico della “Fontana della Giovinezza”, spogliato di ogni connotazione mistica o religiosa, poteva tradursi in affascinante realtà. Qui potevano concentrarsi gli influssi di Venere e liberamente manifestarsi.
4.7
LE TERME NEL SEI-SETTE-OTTOCENTO
Nel Seicento i bagni sono considerati luoghi di vanità dove “i stufaroli attendono a lavare, a far sudare, a mettere cornetti, a cacciare i peli”, ma soprattutto sono “ricetto di mille vergognose, e dishoneste libidini carnali”41. Prescindendo dalla condanna moralistica, si può ritenere che le non molte riprese seicentesche delle ragioni del bagno termale, ruotino attorno alla tematica erotica svolta con accenti intensamente sensuali e attraverso un linguaggio fortemente metaforico ed allusivo.
41
E. Faroldi, F. Cipullo, M. Pilar Vettori, Terme e Architettura: progetti, tecnologie, strategie per una
Università degli studi di Bologna – Facoltà di Architettura “Aldo Rossi” – Sede di Cesena
170
Solo nel Settecento si assistette ad una svolta scientifica e decisa dell‟idrologia, dovuta all‟introduzione dell‟approccio fenomenologico, allo sviluppo del metodo sperimentale e al conseguente progresso scientifico della medicina e della chimica, che rese possibile le prime indagini sulla composizione delle acque minerali. Da allora le cure termali divennero oggetto dell‟interesse di studiosi nel quadro della grande fioritura scientifica dell‟età dell‟Illuminismo.
Nell‟Ottocento, con gli sviluppi positivisti della chimica e della farmacologia, l‟idrologia ottenne finalmente una più considerevole dignità scientifica a cui si affiancò una cultura della diversificazione della cura in funzione delle diverse tipologie di acque termali; anche le indagini sulla composizione delle acque minerali contribuirono alla sua affermazione. All‟interesse scientifico delle località dei bagni si unì quello economico: è in questo periodo che le città d‟acqua, da luoghi di svago, vennero considerate vere e proprie industrie, aziende in grado di produrre ricchezza, introducendo la valorizzazione delle fonti nella razionale gestione del territorio e dello sfruttamento delle sue risorse. L‟incremento di studi e gli interessi relativi agli stabilimenti termali portò alla nascita, nel XIX secolo, di numerose località termali, alcune di queste fino ad allora sconosciute. L‟ampliamento dei campi d‟intervento delle acque previde una diversificazione delle metodiche di applicazione, con il conseguente rinnovamento dell‟organizzazione delle stazioni termali. Per tale motivo i nuovi stabilimenti non poterono basarsi su modelli precedenti, dato che il principale riferimento storico costituito dalle terme romane, muoveva da obbiettivi totalmente diversi perché era l‟espressione di una concezione di vita che considerava gli aspetti edonistici del bagno come esigenza sociale quotidiana. La stazione termale incominciò ad evolversi e da luogo puramente di svago, quale era nel Settecento, incominciò ora a dotarsi di strutture imponenti e fastose come parchi, giardini, luoghi d‟incontro e lussuosi alberghi. Nell‟Ottocento anche i ceti medi iniziarono a frequentare le terme, grazie al miglioramento delle condizioni economiche e sociali ed alla creazione di un sistema di infrastrutture ferroviarie che resero tali località accessibili ad una maggiore quantità di utenti. I progressi delle tecnologia nella sua “seconda rivoluzione” portarono all‟introduzione dell‟elettricità, con il conseguente affermarsi di nuovi strumenti terapeutici, quali l‟inalatore meccanico. Tra la fine del XVIII secolo e i primi decenni del XIX, grazie allo sviluppo dei mezzi di trasporto, cominciò a diffondersi fra la borghesia agiata e fra artisti e letterati, la moda del Grand Tour, alla ricerca di bellezze naturali e paesaggistiche di cui, l‟Italia in particolare, poteva offrire ampie opzioni. Cambiò il significato del soggiorno termale per cui le finalità curative si trovarono a convivere con la ricerca di svago e mondanità: i nuovi simboli delle terme diventarono le case da gioco, i saloni per le feste e le passeggiate. L‟avvento della rivoluzione industriale accompagnò un periodo di grandi cambiamenti che portarono alla trasformazione delle città, in cui si manifestarono da subito gli effetti negativi della produzione meccanizzata: da qui il sempre più forte desiderio di ritrovare benessere nella natura, fuori dall‟ambiente malsano della
171
città. Come naturale conseguenza della rivoluzione industriale, in Germania e in Inghilterra nacque la moda della villeggiatura tematica. “La città-loisir è l’espressione spazio-territoriale di un prodotto di consumo pregiato delle classi capitalistiche (…) qui si evidenziano e si esaltano quei valori della civiltà preindustriale che, già mitizzati, vanno scomparendo dalla città borghese”. Sorsero delle vere e proprie città del loisir, in Inghilterra (Buxton, Bath, Bristol) e poco dopo nell‟Europa Continentale (Germania, Francia, Belgio), in cui accanto all‟assistenza terapeutica, venivano offerti servizi e attività di svago. Un esempio eclatante è rappresentato dalla cittadina inglese di Bath, un healthy place già frequentato in epoca romana, divenuta centro di grande richiamo già nel Settecento, nonché scenario di alcuni dei più noti romanzi della letteratura inglese coeva; o alla località belga di Spa42, il cui nome si ritiene possa rappresentare l‟origine della terminologia anglosassone di “terme”.
42
Questa città, promossa dagli inglesi per la qualità delle sue acque, costituirà la prima città del continente a imitare il modello di Bath.
Università degli studi di Bologna – Facoltà di Architettura “Aldo Rossi” – Sede di Cesena
172 Fig. 168 Bath (Gran Bretagna). Raccordo tra
il Circus e eil Royal Crescent
Fig. 169 “King‟s Bath”, Bath (Gran Bretagna).
173
Su tali principi fiorirono e si strutturano molte altre località: Vichy, Aix-les-Bains alla fine del XVIII in Francia; Baden Baden, Carlsberg, Karlsbad, Marienbad, Wiesbaden, Ems e Kissingen in Germania; Toeplitz Schoenau in Boemia; Montecatini, Salsomaggiore, Abano Terme in Italia; fu in questo contesto che il termalismo prese grande impulso. I nuovi frequentatori delle terme appartenevano all‟aristocrazia e alla ricca borghesia, con un alto tenore di vita che richiedeva, accanto all‟assistenza medica e alle cure idroponiche, alloggiamenti consoni e attrattive mondane. La cura del corpo, l‟attenzione per la salute, incentivarono spostamenti, riservati alle classi agiate, diffondendo di nuovo la moda del viaggio terapeutico e la passione per le terme. La nuova dimensione borghese del vivere il tempo libero attraverso la villeggiatura, favorì il costituirsi progressivo di veri e propri centri di turismo balneare, che coniugavano esigenze igienico-salutari a divertimento e svago. La cura dell‟acqua prevedeva lunghe permanenze presso gli stabilimenti, frequenti bagni e passeggiate nel verde dei viali alberati e nei parchi, in una sintesi di natura, architettura, salute e cultura. Caratteristiche ricorrenti dei luoghi termali sono l‟ubicazione in posizione scenografica ed il verde, portatore di salubrità e di godimento estetico, tema primario dell‟Illuminismo e del Romanticismo: parchi e viali alberati costituirono le invarianti della programmazione e progettazione urbana. Il rito della passeggiata corrispose ad una precisa necessità terapeutica, ed il modello urbano termale, che si andava diffondendo in Europa, vedeva la propria ossatura nel parco: la commissione tra natura e architettura aveva il compito di mettere in relazione gli edifici di cura, i tempietti delle fonti, i padiglioni per la musica, le passeggiate coperte che garantivano la possibilità di moto anche nei periodi di clima avverso, come a Karlsbad e a Baden Baden. La fortuna di molte città termali ebbe infatti la sua origine nell‟associazione tra pratiche “mediche”, divertimenti e vita sociale, tanto che sorsero numerosi casinò nei pressi di tali realtà. Alla fine del XVIII secolo le stazioni termali ricoprirono quindi quel ruolo, ereditato poi dalle località balneari successivamente alla prima guerra mondiale, di località turistiche moderne attrezzate con un‟ampia gamma di servizi e svaghi. Le città termali assunsero connotazioni particolari e richiesero la stesura di piani regolatori che, basati sull‟assunto di specificità, vennero sviluppati a partire dal concetto di città giardino, all‟interno del quale la componente “acqua” pretendeva un ruolo di primo piano. Le città termali rappresentarono quindi luoghi di sperimentazione urbanistica, architettonica e stilistica, in quanto prive di una tipologia e di un‟immagine radicata nel passato. Le stazioni termali di tale generazione risultano anticipatrici del successivo sviluppo del turismo, che lentamente passò dall‟essere elitario a costituirsi come turismo di massa, precursore di un modello poi adottato dalle località marittime. Infatti, da principio le terme vennero indicate con il termine Bagni (Bagni di Lucca, di Abano) e solo con la diffusione del bagno marittimo mutarono il proprio nome in Terme (dal 1928, per esempio, i Bagni di Montecatini vennero denominati Montecatini Terme) mentre altre mantennero la propria denominazione.
Università degli studi di Bologna – Facoltà di Architettura “Aldo Rossi” – Sede di Cesena
174 Fig. 171 Salsomaggiore, 1911. Progetto per il parco.
175