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Reggio Calabria I terremoti che hanno devastato lo stretto di Messina hanno generato svilupp

urbani complessi nelle due città di Reggio e Messina, ed in particolare circa la formazione delle facciate marittime, di distruzioni, rifacimenti, vere e proprie metamorfosi. A Reggio Calabria la metamorfosi non si è arrestata con la ricostruzione successiva al terremoto del 1908, com‟è invece accaduto a Messina, ma è proseguita con un recente ed emblematico intervento di ristrutturazione urbanistica che ha cambiato una situazione diffusa in molte altre località costiere, creando nell‟affaccio a mare del centro storico una grande e moderna passeggiata che consente di apprezzare il panorama dello stretto con la visione di Messina e lo sfondo dei monti Peloritani e dell‟Etna. Fino alla fine del XVIII secolo il mare è stato teatro di scontri navali e scorribande piratesche per proteggersi dalle quali Reggio aveva trattato il lato marittimo come linea di fortificazioni composta di cinte murarie greche e romane e di successivi manufatti quali bastioni, forti e torri. Fu il terremoto del 1783 a generare a Reggio l‟idea di una nuova città che “traeva dal mare i suoi presupposti illuministi”. Venne realizzata la cosiddetta “Palazzina a mare”, l‟edificazione continua e unitaria che sostituì l‟antica cinta muraria, mentre i compiti di protezione Fig. 98 Veduta dall‟alto del Passeio Atlantico, Matosinhos.

Università degli studi di Bologna – Facoltà di Architettura “Aldo Rossi” – Sede di Cesena

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del litorale furono affidati a nuove postazioni di batterie; è il primo passo verso un‟interpretazione in senso urbano del rapporto col mare. Il complesso fu costruito sulla base di regole architettoniche, di allineamento e altezza costanti, uniformità delle facciate con portico a piano terra, probabilmente ispirate dalla più imponente Palazzina di Messina. Il primo lungomare di Reggio Calabria, la nuova via Marina, fu tracciato nel 1824 a fianco dei lunghi porticati della Palazzina a mare. Il lungomare, largo 20 metri, era sopraelevato di 3 metri rispetto alla quota della battigia dove si trovavano da tempo diverse fontane. Nel 1864 la via Marina venne prolungata oltre la chiesa di Porto Salvo; contemporaneamente fu iniziato il tronco ferroviario Reggio- Metaponto. Verso sud, fu costruita nel 1871 la stazione centrale e due anni dopo iniziarono i lavori per il nuovo porto a nord. Nel 1881 fu realizzata la ferrovia litoranea che collegava la nuova stazione marittima di Reggio-Porto con la stazione centrale; la nuova infrastruttura si attesta fra la battigia e gli edifici della Palazzina. La sua creazione comportò numerosi sventramenti e demolizioni ma soprattutto creò un diaframma permanente fra città e linea di costa. Nella seconda metà dell‟Ottocento, man mano che il litorale perdeva le sue funzioni di approdo per le barche, si sviluppò la pratica dei bagni a mare che sorgevano su palafitte oltre la ferrovia e la strada, data la ristrettezza della spiaggia. Dopo il disastroso terremoto del 28 dicembre 1908 la Palazzina scomparve insieme a tutti gli altri edifici del litorale ed il 9 ottobre del 1909 fu presentato il primo piano di ricostruzione della città. Dopo varie proposte, nel 1912 venne approvato il progetto dell‟ingegnere Camillo Autore, progettista, assieme ad altri, anche del piano di ricostruzione di Messina. Fu previsto un muro lungo tutta la via della Marina bassa, a 6 metri dalla linea ferrata, costruito in modo tale da sostenere il terrapieno soprastante largo circa 45 metri, dove vennero tracciate due vie a differente livello: una a monte, l‟altra a valle. Lo spazio compreso tra le due venne previsto a verde, con palme, aiuole, fontane, chioschi e palchi per la musica; questa scelta fu influenzata dalle passeggiate realizzate a Nizza, Sanremo e Livorno. La ricostruzione dei fronti edilizi si è sviluppata nei decenni successivi, senza seguire regole architettoniche paragonabili a quelle della Palazzina, salvo l‟allineamento sul fronte e le altezze. La ricostruzione ha sancito anche la progressiva espansione dell‟uso balneare del litorale. La cesura provocata dalla linea ferroviaria si aggravò quando il binario fu raddoppiato e la linea elettrificata; la barriera ferroviaria ridusse d‟importanza la facciata marittima rafforzando il ruolo dell‟asse centrale. Le prime previsioni urbanistiche relative ad una nuova sistemazione del lungomare risalgono ad un Regolamento Edilizio del 1969, che destinava a verde pubblico alcune aree limitrofe alla riva e proponeva l‟interramento della ferrovia. Quest‟ultima previsione si è realizzata negli anni Ottanta, vigente il P.R.G. di Ludovico Quaroni. Tra la fine degli anni Settanta e l‟inizio degli anni Ottanta la linea ferroviaria lungomare fu interrata e coperta grazie alla realizzazione di un tunnel. Solo nel corso degli anni Novanta le opere di assetto urbanistico e di arredo sono state finalmente compiute, ridimensionando i progetti originari (solo la ferrovia è stata coperta, per ricavare un ampio spazio pedonale sulla copertura).

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La nuova passeggiata marittima prevede una radicale separazione delle funzioni disposte su due livelli collegati da complessi sistemi di discesa; essa svolge ora la funzione di “piazza lineare”, sulla quale si concludono tutte le strade di connessione col corso Garibaldi: il più importante spazio pubblico della città, una terrazza belvedere da cui ammirare lo scenario naturale dello stretto.

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3.4 GIARDINI SULL‟ACQUA

Accanto alla passeggiata come strada pedonale pavimentata, molte città propongono un‟articolazione dello spazio pedonale della promenade lungomare sottoforma di sequenze ripetute di giardini, spesso organizzati in modo regolare, a volte dotati di alberature e frequentemente associati a padiglioni, a gazebo destinati al divertimento. Effettivamente oggi la riqualificazione o la “riconquista” dello spazio urbano lungo il margine acquatico costituisce spesso l‟occasione per dotare la città di nuovi parchi pubblici per la libera fruizione da parte della popolazione urbana o degli utenti della spiaggia.

3.4.1 CASI EUROPEI: