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Rimini La relazione fra le due entità città e litorale marino è data dalla fascia costituita dal

4.8 LE TERME NEL NOVECENTO

A partire dai primi decenni del Novecento, quando la vacanza risultò di pertinenza non più solo della classe aristocratica ma anche della borghesia, delle classi medie e successivamente dei ceti popolari e lavoratori, il turismo diventò un fattore economico rilevante, promuovendo le prime strutture specifiche, inizialmente di lusso, successivamente destinate ai ceti popolari. Le ville d’eaux vennero sempre più coinvolte nel sistema capitalistico, attirando gli interessi dell‟imprenditoria privata: legata ai principi di produzione e alla necessità di ricavare profitto, l‟edilizia termale, beneficiò dei capitali investiti dalla classe borghese nella costruzione di stabilimenti. Anche dal punto di vista istituzionale si ebbe un forte sviluppo del termalismo: nel 1919 venne istituito l‟ENIT (Ente Nazionale Italiano per il Turismo, oggi Azienda Nazionale per il Turismo) con il compito di provvedere alla promozione turistica dell‟Italia all‟estero; nel 1926 nacquero le Aziende autonome di cura e soggiorno per lo sviluppo dell‟offerta turistica locale. Pur variando le mode e i contesti socio-politici, gli alberghi termali continuarono a rappresentare un punto d‟incontro delle classi che governavano la politica, la cultura e l‟evoluzione dei costumi, a maggior ragione con l‟avanzare del fascismo, che si servì del turismo, della pratica dello sport e dell‟educazione alla salute come veicoli di consenso politico e controllo sociale. Si pensi ad esempio al caso di Castrocaro, che ebbe il suo periodo di crescita durante il fascismo, proprio per il diretto interessamento di Benito Mussolini e il conseguente incarico a Giovanni Piacentini di progettarvi l‟albergo43

. La diffusione e costruzione di strutture apposite andò perciò di pari passo con la riconosciuta efficacia terapeutica delle acque e con l‟estensione delle terapie a tutta la popolazione. In generale, l‟atteggiamento della strategia fascista fu precursore di quel fenomeno esploso nel dopoguerra che mutò l‟approccio nei confronti della città termale da luogo del benessere, a città ospedaliera e assistenzialista per la cura e tutela della salute della popolazione; questo fenomeno contribuì ad un importante aumento dei servizi, di cui si poteva usufruire alle terme, equiparabili a quelli ospedalieri.

Dal secondo dopoguerra in Europa, come era già avvenuto negli USA a partire dagli anni Venti, prese avvio la terza fase evolutiva del turismo, individuabile nel “turismo di massa”. La stabilizzazione politica, lo sviluppo economico e dei trasporti, la nuova organizzazione del lavoro, l‟avanzare del processo d‟industrializzazione, il riconoscimento delle ferie pagate, portò nuovi gruppi sociali alla conquista del tempo libero e alle vacanze diffuse, coinvolgendo un numero sempre crescente di utenti e generando una spinta verso la standardizzazione della domanda. Il raddoppio delle presenze, registrato negli anni Cinquanta e Sessanta, portò alla costruzione di nuovi edifici termali e alla ristrutturazione di impianti già esistenti. Questi processi videro il

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In cui si tenne la prima riunione del Consiglio dei Ministri del Nuovo Governo e dove fu proclamata la Repubblica Sociale di Salò.

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contributo dei più illustri architetti italiani: nel 1949, visto l‟interesse dell‟imprenditoria milanese, Vittoriano Viganò fu chiamato per la progettazione delle terme di Salsomaggiore; ad Ischia, nel 1951 Ignazio Gardella dovette affrontare la problematica del rapporto tra antico e moderno nel progetto di ricostruzione delle Terme delle regina Isabella, nel 1952, Pier Luigi Nervi sperimentò la prefabbricazione sulla forma ellittica della copertura del salone delle Nuove Terme di Chianciano; Gino Valle nel 1962 affrontò la questione del paesaggio nel progetto per lo Stabilimento termale Fonte Pudia ad Arta Terme; a Fiuggi, venne affidato a Luigi Moretti la ristrutturazione delle fonti di Bonifacio VIII (1965-1969) allo scopo di riorganizzare uno spazio reso disomogeneo dalla presenza di numerosi edifici e di realizzare nuovi padiglioni per le cure.

Negli anni Sessanta il termalismo assistito raggiunse l‟apice del proprio sviluppo, grazie all‟assistenza gratuita delle cure e al rimborso parziale delle spese di soggiorno, e grazie alla definizione dell‟offerta termale fondata su di un più razionale sfruttamento delle strutture. Nel 1960 nacque l‟EAGAT (Ente Autonomo di Gestione per le Aziende Termali), società per il supporto della proprietà delle Terme di Stato con la rappresentanza dell‟ente locale e con lo scopo di dare inizio ad una gestione imprenditoriale pubblica.

Fig. 172 Marcello Mastroianni in Otto e mezzo, un film di Federico Fellini, realizzato nel 1963. A partire dagli anni Sessanta il mondo termale appare in diverse realizzazioni cinematografiche, illustrando così in maniera indiretta il ricordo del glorioso passato delle terme. Tra le più importanti, a parte quella di Fellini, si deve menzionare L’anno dopo a Marienbad, di Alain Resnais, Nostalgia, di Andrei Tarkovski, e Gli occhi neri, di Nikita Mikhalkov.

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Negli anni Settanta il soggiorno nelle località termali venne riproposto sempre più nell‟accezione ospedaliera, con indicazioni medico-curative precise che resero sempre più lontano il ricordo degli antichi piaceri e svaghi inseriti un tempo a corollario delle pratiche idroponiche44. In questo periodo si assistette ad una crisi delle strutture economiche, ad una diminuzione del numero dei curandi, con il progressivo rallentamento dell‟espansione del fenomeno termale. Inoltre, in seguito ad un‟apposita legge (emanata nella metà degli anni Venti), che riconosceva ai comuni un ruolo strategico, coinvolgendoli in operazioni di pianificazione a più ampia scala, in seguito allo scioglimento dell‟EAGAT e ad una sempre maggior richiesta di qualità nei servizi, gli enti locali si videro investiti da una maggior responsabilità, riguardante il rinnovamento sia in termini di utenza sia di strutture. Nell‟edificazione di nuove strutture, le amministrazioni cercarono quindi di creare un connubio fra la parte tecnologica richiesta dai servizi medici e la qualità architettonica dell‟edificio. Caso esemplare è rappresentato da Salsomaggiore, in cui la pubblica amministrazione, bandì un concorso per soddisfare la crescente richiesta in termini quantitativi di spazi di cura che poi si concluse con l‟assegnazione dell‟incarico, nel 1963, agli architetti Franco Albini e Franca Helg per la redazione del progetto definitivo per il nuovo stabilimento termale, inaugurato nel 1971, e intitolato a Luigi Zoja. Il progetto si caratterizzò dalla tipologia organizzativa del blocco e da una composizione volumetrica articolata in tre bracci, con disposizione a croce, sviluppata in sei piani fuori terra aggregati intorno ad un nucleo centrale.

Nel corso degli anni Ottanta, in Europa si assistette alla crisi del termalismo, dovuta al sempre minor sostegno finanziario da parte dei Servizi Sanitari Nazionali e alla cessata crescita della popolazione, che contribuì al calo delle presenze negli stabilimenti e al ristagno dell‟attività edilizia. Per affrontare questa crisi, ci si orientò verso il superamento dell‟idea delle terme come solo luogo di cura, andando ad accogliere nuove funzioni in grado di attirare una differente tipologia di utenza: dal turismo congressuale, sportivo o culturale, all‟ecoturismo. Tale fenomeno fu più evidente in località nordeuropee, come ad esempio a Vichy, Aix-les-Bains, Royal e Dax in Francia, o in quasi tutte le località tedesche: fu il caso di Baden Baden, dove un terzo degli utenti sono curandi, un terzo congressisti ed un terzo turisti generici. Dopo che anche questa città visse un periodo di drastico calo delle presenze, riuscì a risollevarsi, proponendo circa tremila manifestazioni all‟anno sostenute in gran parte con i ricavi del Casinò, e dei concerti svolti nel Teatro, nella Rotonda e soprattutto nel Kurhaus. In pieni anni Ottanta, a fianco delle terme storiche, nacquero le Caracalla Therme, che proponevano l‟integrazione fra la struttura terapeutica e gli spazi ricreativi; il complesso era dotato di sette piscine, una zona attrezzata con saune, idromassaggi, sale di riposo e servizi. Questo progetto ripropone una rivisitazione degli elementi dell‟architettura termale storica e cittadina: il colonnato della Trinkhalle ottocentesca e

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l‟impianto monumentale e decorativo delle terme romane caratterizzano l‟immagine del complesso, costituito da una grande piscina coperta e due vasche all‟aperto circolari, poste a livelli planimetrici diversi.

Negli anni Novanta in tutta Europa, gran parte delle località termali sfruttarono il momento di crescita della domanda di benessere e di strutture dedicate alla salute e alla bellezza. Il panorama degli interventi si presentava estremamente differenziato, dal punto di vista funzionale, prestazionale e morfologico. In Italia vennero reputati più adatti alla cura e al relax gli stabilimenti entrati a far parte della memoria storica: ad esempio lo Stabilimento Lorenzo Berzieri di Salsomaggiore, lo Stabilimento Sillene a Chianciano, le Terme del Tettuccio a Montecatini, i quali associavano alle terapie tradizionali reparti di nuove prestazioni.

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In altri contesti, oltre al potenziamento ed adeguamento delle strutture esistenti, vennero eseguite numerose operazioni di ampliamento ed interventi ex novo che fanno delle terme un fattore di promozione di aree scarsamente turisticizzate. Come nel caso di molte località svizzere, trasformate in dinamici centri per il benessere, attraverso la creazione di uno stabilimento termale in un contesto dove storicamente non esistevano attrattive turistiche di quel genere. La ricerca della qualità ambientale è parte integrante, se non addirittura fattore di produzione di cura, rappresentando un aspetto fondamentale della neo-realtà termale.

“Lo spazio termale, sia esso “naturale” o organizzato, non costituisce uno spazio dai soli riscontri oggettivi. Prima ancora è uno spazio rappresentato e valorizzato secondo modalità guidate da valori e interessi che le società esprimono nel tempo, tra questi quelli connessi alla salute, al benessere e al tempo libero. Nel processo di “turisticizzazione” delle terme, il primo passo è rappresentato dalla scoperta delle risorse idroterapiche di un luogo. In questo processo gli elementi naturali reali vengono ricombinati e i simboli manipolati, trasformando così porzioni di spazio, architetture e intere regioni. L’analisi dei manufatti e delle sistemazioni del benessere e della salute termale ci permette di leggere valori ed aspirazioni di un’intera società, barometri del cambiamento turbolento che coinvolge l’uomo e il suo ambiente”45.

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E. Faroldi, F. Cipullo, M. Pilar Vettori, Terme e Architettura: progetti, tecnologie, strategie per una

moderna cultura termale, cit., p. 36.

Fig. 176 Terme Tettuccio, Montecatini, 1918-1928. Architetto Ugo Giovanozzi

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4.9

L‟ARCHITETTURA

TERMALE

OGGI:

SPAZI

E