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Dallo studio dell’elaborato ICRAM emergono le seguenti informazioni e a nostro avviso gli elementi di debolezza ai quali si è cercato di dare risposta/avanzare ipotesi di lavoro successivo con il presente lavoro di tesi. Infatti in seguito all’approfondito studio del modello di flusso della falda principale e relativa descrizione spaziale dei flussi di falda in un mezzo poroso, al dominio di calcolo e ricostruzione dell’ assetto piezometrico locale si può constatare che la fascia pedemontana, dove il flusso di falda segue il pendio topografico, è caratterizzata dalla presenza di gradienti idraulici elevati. Nel resto della pianura si rilevano zone di alto e di basso relativo della superficie freatica, con flussi idrici variamente orientati, in dipendenza dallo sfruttamento della falda e dalla sua alimentazione.

Inoltre ne deduco che la ricarica della stessa falda, che interessa principalmente la fascia pedemontana, è fornita dall’infiltrazione negli alvei fluviali di precipitazioni meteoriche, che come sappiamo, dipendono dalla stagionalità, dalle acque di ruscellamento superficiale. Questo andamento, infatti si riscontra nella campagna piezometrica estiva citata precedentemente (Figura5.2). In seguito all’elevato numero di punti di controllo considerati, l’attendibilità della superficie piezometrica ricostruita all’interno dei confini del S.I.N. è da ritenersi buona. Il comportamento medio della falda e le principali direttrici di flusso sono stati individuati a scala regionale: i valori piezometrici più bassi si rinvengono nella fascia mediana della pianura, dove le linee di flusso evidenziano uno sfruttamento della falda in atto da parte di pozzi ad uso industriale e più precisamente si riscontrano dei importanti cono di depressione nella macroarea B(zona Stadio di Massa e S.A.B.E.D) e nella macrorea A( Ex-Farmoplant) tra il periodo 2003-2007. Infatti i dati che hanno suscitato particolare interesse sono quelli che mettono in evidenza le aree con le maggiori depressioni piezometriche, alcune della quali permangono, come si è visto, anche in primavera sono quelle delle zone industriali di Massa e Carrara, nella fascia di pianura compresa fra i rilievi apuani e l’autostrada A12.

Vi sono molti fattori d’incertezza, legati al fatto che la stima dei prelievi, per molti pozzi industriali e irrigui, deriva dai dati dichiarati dai gestori e non da misura diretta mediante contatori. Si sottolinea inoltre che dalla stima sono esclusi i molti pozzi ad utilizzo domestico, di cui non è nota una stima affidabile della portata emunta.

D’altra parte, ai fini di una corretta valutazione dello stato di sfruttamento dell’acquifero e di una valida ricostruzione del reale assetto piezometrico mediante l’ausilio di modellistica sub- superficiale è importante rilevare l’effettivo stato degli emungimenti attivi nell’area di interesse. La piezometria risultante dalla modellazione trae infatti validità se confrontata con quella realmente osservata, frutto dell’interpolazione dei livelli idrici misurati, che risentono dei pompaggi attivi nei

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pozzi circostanti: la superficie freatica di riferimento deve essere considerata quindi in situazione dinamica.

Dallo studio appena presentato emerge la presenza di un diffuso inquinamento all'interno della Zona Industriale Apuana, imputabile a diverse fonti, sia puntuali che diffuse, e la presenza di molteplici sostanze inquinanti, caratterizzate da una notevole variabilità in termini di caratteristiche di persistenza, tossicità e biodegradabilità.

D’altro canto a nostro avviso dallo studio appena presentato emergono alcune criticità che possono sintetizzarsi nei seguenti punti:

1. La contaminazione appena descritta è stata perimetrata nell’areale del SIN, ma non sono chiare le dinamiche di diffusione degli inquinanti nel tempo, che dipendono imprescindibilmente dallo storico sfruttamento della risorsa idrica sotterranea. La conoscenza di carte piezometriche costruite nel tempo permetterebbe di comprendere la movimentazione degli inquinanti ad opera degli emungimenti, e chiarirebbe alcune anomalie di concentrazione che, sulla base delle aziende che insistono in superficie risulterebbero ad oggi inspiegabili. Va comunque fatto presente che l’entità di questi emungimenti e la loro localizzazione, trovandosi principalmente in corrispondenza di una “valle piezometrica” rendono evidente la relazione fra assetto piezometrico e localizzazione dei punti di prelievo, come già evidenziato anche quantitativamente dalla calibrazione del modello.

2. L’acquifero del sito di interesse nazionale è stato indagato non in maniera sufficiente per quanto riguarda l’andamento della contaminazione in senso verticale. In particolare, le caratteristiche dell’acquifero stesso, in rapporto ad alcuni contaminanti, fa ipotizzare un andamento crescente della contaminazione all’aumentare della profondità di prelievo della falda. Questa situazione, specifica per i solventi alogenati clorurati, deve essere chiarita in maniera esaustiva in quanto potrebbe essere possibile, la presenza di un accumulo alla base dell’acquifero di queste sostanze, che per effetto diffusivo tendono a solubilizzarsi nella falda ed essere richiamate verso la superficie dagli emungimento.

3. I dati a cui si fa riferimento sono datati, nella migliore delle ipotesi, al 2007/2008, e per questo sarebbe opportuno approfondire/aggiornare lo stato di conoscenza ambientale e creare/aggiornare un database per ottenere un miglior quadro conoscitivo.

4. Non risulta inoltre sufficientemente chiaro il rapporto tra idrografia superficiale e idrogeologia, in particolare in corrispondenza delle zone in cui gli strati sotterranei sono più continui e potenti, ed in cui la bibliografia rileva la presenza di situazioni di confinamento locale dell’acquifero, tipo nell’area compresa tra il Torrente Carrione e il Fosso Lavello. Tale situazione potrebbe permettere il verificarsi della migrazione dei contaminanti delle acque di falda negli strati sottostanti quello a bassa permeabilità, giungendo in tal modo e in ogni caso, al mare.

L’elemento più importante che emerge dai dati piezometrici e qualitativi è che, a causa della “valle piezometrica” presente alla pendici delle Alpi Apuane, la contaminazione diffusa presente nel sottosuolo della Zona Industriale Apuana sembrerebbe non aver raggiunto l’Area Residenziale di Marina di Massa, il cui stato di qualità è stato giudicato accettabile, sulla base delle analisi del 2007/2008; sarebbe sicuramente opportuno verificare il permanere di questa situazione di tutela ambientale.

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7. Ampliamento stato di conoscenza ambientale delle acque sotterranee. – Dati