• Non ci sono risultati.

STUDIO RICOGNITIVO SULL'ANDAMENTO DELL'INQUINAMENTO DELLA FALDA ACQUIFERA NEL SITO DI INTERESSE NAZIONALE DI MASSA-CARRARA

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "STUDIO RICOGNITIVO SULL'ANDAMENTO DELL'INQUINAMENTO DELLA FALDA ACQUIFERA NEL SITO DI INTERESSE NAZIONALE DI MASSA-CARRARA"

Copied!
141
0
0

Testo completo

(1)
(2)

2

1. INTRODUZIONE: CONTESTO E SCOPO DEL LAVORO

Il presente lavoro di tesi avente titolo “STUDIO RICOGNITIVO SULL’ANDAMENTO DELLA FALDA ACQUIFERA NEL SITO DI INTERETESSE NAZIONALE DI MASSA-CARRARA” ha lo scopo di verificare l’andamento della contaminazione della falda all’interno del SIN/SIR di Massa e Carrara, a circa 10 anni dalla sottoscrizione dell’accordo di programma in data 28 maggio 2007.

Questo lavoro si rende necessario in quanto nell’anno 2014 è stata approvata una deperimetrazione del SIN a SIR, in cui la Regione Toscana subentra come ente istruttore al MATTM nella approvazione dei procedimenti di bonifica nell’area Ex SIN.

L’accordo di programma voluto dal MATTM del 2007 prevedeva una gestione integrata e consortile della bonifica della falda all’interno del SIN; questa situazione richiese la predisposizione di uno studio di fattibilità, redatto da ICRAM (oggi ISPRA), utile alla progettazione definitiva di un impianto di messa in sicurezza di emergenza (MISE) dell’acquifero nel suo complesso.

Il presente lavoro di tesi partendo dalle informazioni note e desumibili dallo studio ICRAM, ha integrato lo stato di conoscenza ambientale della matrice acqua sotterranea andando ad ipotizzare un nuovo possibile modello concettuale del sito, non più rivolto all’installazione di un impianto di messa in sicurezza di emergenza, ma volto all’individuazione delle possibili fonti primarie di contaminazione da utilizzare come base di studio per un progetto di bonifica della falda.

Prima di procedere alla descrizione del lavoro di tesi si riportano nei paragrafi seguenti gli esiti dello studio ICRAM che costituisce la base di conoscenza su cui è stato sviluppato il seguente lavoro.

1.1. STUDIO ICRAM 2007

Considerata la necessità e l’urgenza di procedere agli interventi di caratterizzazione ed eventuale messa in sicurezza d’emergenza e bonifica delle aree contaminate incluse all’interno della perimetrazione del Sito di interesse Nazionale (di seguito S.I.N.) e al fine di favorire e sostenere gli obiettivi di sviluppo e recupero ambientale, in data 28 maggio 2007 è stato sottoscritto l’ “Accordo di programma per la bonifica del Sito di Interesse Nazionale di Massa Carrara”.

Tale accordo, nato da un’azione comune improntata alla collaborazione istituzionale fra il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (M.A.T.T.M.) e la Regione Toscana, ARPAT, ICRAM, Provincia di Massa e Carrara, Comune di Massa e Comune di Carrara prevedeva uno “Studio per verificare la necessità di realizzare interventi di messa in sicurezza di emergenza della falda acquifera e valutazione della fattibilità”, le attività previste dall'Accordo sono:

 Realizzazione del Piano di Caratterizzazione dell’area marina compresa nel S.I.N.;

 Elaborazione del Progetto Preliminare di bonifica dell’area portuale e dell’area marina compresa nel perimetro del S.I.N.;

 Caratterizzazione falda degli arenili;

 Progetto di Bonifica dei ravaneti di Sponda, Ponti di Vara e Canale Boccanaglia siti nel comprensorio estrattivo del comune di Carrara;

 Piano di caratterizzazione dei siti di castagnola di sotto, Zona Stadio ed Alteta ubicati nel Comune di Massa ed inseriti all'interno della perimetrazione del S.I.N.di Massa Carrara;  Piano di caratterizzazione del sito di Buca degli Sforza ubicato nel Comune di Massa;

(3)

3  Attività di istruttoria, verifica e controllo.

Obiettivo del presente studio è la valutazione della necessità di interventi di Messa in Sicurezza di Emergenza (successivamente M.I.S.E.) sulle acque di falda alla scala del S.I.N. e l’individuazione delle migliori soluzioni per la loro realizzazione.

Le finalità dell'intervento di M.I.S.E. sono:

 Evitare la dispersione della contaminazione verso i corpi idrici ricettori attraverso un idoneo sistema di confinamento;

 Rimuovere, ove presenti, le contaminazioni localizzate che costituiscono un rischio per la salute umana;

 Generare condizioni favorevoli e sinergiche al fine di bonificare l'area di interesse.

Alla redazione dello studio hanno partecipato il “Centro Internazionale di Idrologia Dino Tonini” dell'Università di Padova per gli aspetti idrogeologici e di modellistica.

Tale percorso è stato adattato man mano che il quadro conoscitivo andava componendosi e che le conseguenti soluzioni progettuali andavano definendosi. Come chiarirò in seguito, il punto nodale è stato, una volta accertata e verificata l’effettiva necessità di intervenire mediante messa in sicurezza d’emergenza della falda, l’individuazione di un unico scenario possibile di intervento, che non solo ha reso ovviamente inutile la comparazione multiparametrica di più alternative, ma ha anche modificato gli obiettivi per quanto riguarda gli aspetti di modellazione numerica e definizione progettuale.

Ad una prima fase di raccolta, analisi ed integrazione dei dati pregressi, è stato necessario eseguire una nuova ricostruzione dell'assetto stratigrafico ed idrogeologico per ottenere infine una mia comprensione generale della contaminazione delle aree interessate dallo studio.

La conoscenza di questo quadro di riferimento dell'area di interesse mi ha permesso la predisposizione di un modello matematico, utilizzato sia come strumento di investigazione dei flussi di falda che per la definizione di massima dell’intervento.

Al fine di poter effettuare considerazioni anche di tipo economico e realizzativo degli interventi, sono state studiate e specificate le possibili modalità di realizzazione dei medesimi.

Si è giunti così a definire un percorso per l’ottimizzazione della soluzione prospettata che tiene conto non solo degli aspetti ambientali, ma anche di quelli economici e gestionali.

2. FONTI INFORMATIVE

Per l’esecuzione dello studio è stato necessario raccogliere dati pregressi e studi eseguiti negli anni recenti nell’area di interesse, a cura dei vari soggetti pubblici e privati.

Le informazioni raccolte hanno riguardato molteplici aspetti, di seguito sinteticamente elencate e approfondite nei rispettivi capitoli:

 Storia delle attività presenti nel sito;

 Inquadramento geologico e idrogeologico dell’area di studio, alla scala del S.I.N. ed a scala regionale

 Risultati analitici derivanti dalla caratterizzazione delle acque sotterranee al fine di valutare lo stato della contaminazione delle singole aree

 Quadro degli interventi di M.I.S.E. e bonifica attuati e in atto  Idrografia superficiale

 Stratigrafie da pozzi e da sondaggi

(4)

4

 Localizzazione dei punti di prelievo delle acque di falda e portate di emungimento dichiarate;

 Analisi della domanda idrica per scopo industriale presente nel S.I.N.. Dati quantitativi e qualitativi distinti a seconda del riuso previsto;

 Censimento delle infrastrutture (reti di fognatura, acquedotti, depuratori) e degli scarichi in acque superficiali presenti sul territorio e delle relative portate afferenti o scaricate;

 Dati meteorologici (Precipitazioni, Temperatura aria, Umidità relativa).

I soggetti coinvolti a vario titolo nella gestione e governo del territorio e che hanno contribuito con grande spirito di collaborazione a questa fase di raccolta dati sono:

 Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Direzione Qualità della Vita

 Regione Toscana

 Autorità di Bacino Toscana Nord  Comune di Carrara

 Comune Massa

 Provincia di Massa Carrara

 Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente (ARPA Toscana – dipartimento di Massa Carrara)

 Associazione degli Industriali di Massa Carrara.

Congiuntamente all’avvio della fase di raccolta dati è stato effettuato, insieme ai tecnici dei Comuni e della Provincia, un sopralluogo che ha permesso la visita di alcune zone di maggior rilievo incluse nella perimetrazione del S.I.N..

I dati forniti dai diversi Enti, per la maggior parte già in formato digitale, sono stati organizzati in un coerente sistema informativo per un più efficace utilizzo delle informazioni progressivamente raccolte ed analizzate e la ricostruzione di un chiaro quadro conoscitivo del territorio attraverso l’uso di Sistemi Informativi Geografici (G.I.S.). Per la digitalizzazione e l’organizzazione di tali dati è stato fondamentale l’apporto dei tecnici della Direzione Qualità ella Vita del M.A.T.T.M..

3. CONTESTO TERRITORIALE

Per fornire una chiara ed omogenea situazione ambientale del territorio indagato nel presente studio, appare di fondamentale importanza la conoscenza dell’uso che è stato fatto di questo nel tempo, degli aspetti normativi legati all’istituzione del SIN di Massa Carrara e dei risultati delle caratterizzazioni ambientali eseguite all’interno di tale territorio.

Il Sito di Interesse Nazionale (in seguito SIN) di Massa Carrara è stato perimetrato con D.M. 21 dicembre 1999 (Perimetrazione del Sito di Interesse Nazionale di Massa Carrara) e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Italiana n. 25 del 1 febbraio 2000. Tale Decreto individua le aree da sottoporre ad intervento di caratterizzazione e, in caso di inquinamento, ad attività di messa in sicurezza, bonifica, ripristino ambientale e monitoraggio.

(5)

5

Il S.I.N. di Massa Carrara è stato individuato in seguito all’emanazione della L. n. 426/1998 “Nuovi

interventi in campo ambientale”, con la quale vengono definite le prime aree di interesse nazionale

che entrano a far parte del programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale previsto dalla medesima Legge ed adottato con D.M. n. 468/2001.

Figura 3.1: Perimetrazione del Sito di Interesse Nazionale di Massa Carrara

L’area in esame è situata sul lato sud-occidentale delle Alpi Apuane, ossia nella Pianura Costiera Apuana, che si interpone tra i primi contrafforti delle Alpi Apuane a NE ed il Mar Tirreno a SO; ad Est del tracciato del torrente Carrione e ad Ovest dell’argine destro del Fiume Frigido.

Successivamente con il D.M. n. 471/1999 “Regolamento recante criteri, procedure e modalità per

la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati” sono stati definiti gli

interventi di interesse nazionale con riferimento alle caratteristiche del sito inquinato, alla quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, al rilievo dell’impatto sull’ambiente circostante in termini di rischio sanitario ed ecologico e di pregiudizio per i beni culturali ed ambientali.

Secondo quanto indicato dal D.M. 21 dicembre 1999, il SIN è stato perimetrato includendovi sia aree la cui destinazione è stata storicamente legata ad attività industriali potenzialmente inquinanti sia, attraverso un principio cautelativo, aree interconnesse e confinanti potenzialmente esposte, nel passato, a fattori inquinanti.

Il S.I.N. ha un estensione totale di 1.894 ha a mare e 1.624 ha a terra, parte inclusi nel Comune di Massa e parte nel Comune di Carrara (Figura 3.1 e Figura 3.2).

(6)

6

Figura 3.2: Schema geologico semplificato dell’area oggetto di studio, perimetro del SIN e ubicazione dei sondaggi

Secondo quanto indicato dal D.M. 21 dicembre 1999, il S.I.N. è stato perimetrato seguendo un principio cautelativo, includendo aree eterogenee dal punto di vista della destinazione d’uso: sia aree la cui destinazione è storicamente legata ad attività industriali potenzialmente inquinanti, sia aree interconnesse e confinanti potenzialmente esposte, in passato, a fattori inquinanti. Si rileva quindi la presenza di aree residenziali prospicienti o addirittura incluse all’interno della Zona Industriale Apuana (d’ora in poi Z.I.A.) (Figura 3.3).

(7)

7

3.1.1 La Zona Industriale Apuana

Figura 3.3 Planimetria della Zona Industriale Apuana

In particolare nell’area perimetrata sono presenti aree di discarica e diversi impianti chimici dimessi, come riportato nel Piano Regionale di Azione Ambientale (PRAA)” della Regione Toscana:

 area ex Enichem – Agricoltura S.p.A. (167.000 m2

):  area ex Italiana Coke (354.000 m2

);  area ex Dalmine (187.000 m2

);

 area ex resine della Farmoplant (200.000 m2

);  area Sabed

 area Fibronit (8,1 Km2 e 2.700 m2 di area pubblica non oggetto di pianificazione regionale);

 discarica di ceneri dell’inceneritore CERMEC (21.481 m2

) (sito inserito nel piano);  Discarica Buca degli Sforza (non oggetto di pianificazione regionale);

(8)

8 Figura 3.4: Zona Industriale Apuana e aree residenziali

La Z.I.A. che comprende un territorio di 822 ha posto a 2 Km dal mare a breve distanza dai due centri urbani di Massa e Carrara, ha visto avvicendarsi, dal 1938 ad oggi, i principali gruppi industriali pubblici e privati nel settore chimico, siderurgico, meccanico e metalmeccanico ed è attualmente caratterizzata dalla presenza di oltre 600 piccole e medie imprese, operanti in diversi settori.

La Z.I.A. è sotto la diretta competenza del Consorzio della Zona Industriale Apuana, un soggetto pubblico istituito con un’apposita Legge dello Stato nel 1947 e riconosciuto dall’art. 36 della Legge 317 del 1991 “Interventi per l’innovazione e lo sviluppo delle piccole imprese” come ente pubblico economico. Il Consorzio svolge la duplice funzione di Pubblica Amministrazione, con attribuzioni urbanistiche e tecniche nelle aree industriali di competenza, e di Impresa economica erogatrice di Servizi, con una struttura organizzativa e contabile analoga a quella delle Società per Azioni.

Completamente urbanizzata, la Z.I.A. è dotata di un proprio scalo ferroviario merci, nonché di un’area privata retroportuale raccordata al porto di Marina di Carrara, che le compete territorialmente.

L’industrializzazione della Z.I.A. è avvenuta essenzialmente per aggregazione di aziende, originariamente facenti parte di grandi complessi nazionali del settore metalmeccanico e chimico. Questa realtà si è mantenuta fino alla fine degli anni ‘80, data dalla quale la Z.I.A. ha subito un drastico ridimensionamento a seguito della chiusura di numerose attività produttive.

Attualmente la superficie della Zona Industriale Apuana risulta occupata per il 50,4% da imprese di vari settori, mentre circa il 22% del territorio è riferibile a 13 imprese inattive o dismesse.

(9)

9

All’interno della Zona Industriale Apuana, ricadono numerose aree attualmente contaminate per i passati cicli produttivi.

Area Agricoltura- ex Enichem

L’Agricoltura s.p.a. produceva e confezionava fitofarmaci pesticidi fosforati e clorurati ed altri prodotti chimici. Il terreno, con una superficie di 167.000 m2, è di proprietà Enichem s.p.a. ed è risultato contaminato da metalli e da pesticidi, mentre la falda è contaminata solo da pesticidi. Ulteriori indagini sono state svolte per la caratterizzazione dei suoli al di sotto dei fabbricati ed è stata accertata la presenza di arsenico, DDT e diossine nel sottosuolo. La bonifica dei suoli e degli edifici è stata effettuata, mentre per le acque è attivo l’impianto pilota di trattamento. Il progetto di bonifica dei suoli e della falda è stato approvato con prescrizioni.

Ex Italiana Coke

Nell’area ex Italiana Coke, oggi ASI, sita ad una distanza di quasi 2 Km ad WSW rispetto al sito in esame, veniva prodotto carbone da distillazione di carbon fossile; nei primi anni di attività dell’impianto dal gas di cokeria venivano recuperati sottoprodotti quali benzene, successivamente tali gas vennero distillati in altra sede. L’area è risultata contaminata da IPA, metalli, solventi e fenoli; attualmente suolo e sottosuolo sono già stati quasi integralmente bonificati, mentre rimane da disinquinare la falda. Dopo lo smantellamento e la demolizione di tutte le opere e manufatti del soprasuolo, esclusi gli uffici, sono stati effettuati interventi di bonifica su suolo e sottosuolo ricorrendo a tecniche di biosparging nei terreni leggermente contaminati da sostanze organiche ed all’asportazione diretta per i terreni fortemente contaminati da sostanze organiche e da metalli.

Ex Dalmine

Era sede dell’omonima azienda metalmeccanica che produceva tubi e manicotti per l industria. I lavori di bonifica sono iniziati nel gennaio 1998 ed attualmente l’area risulta bonificata per quanto riguarda i terreni inquinati da metalli ed idrocarburi.

Ex Farmoplant

L’area è stata sede di attività di chimica di base svolta da Montecatini Azoto che produceva acido solforico, acido nitrico, ammoniaca ed ammine. Dal 1975, a seguito di riconversione industriale, l’area è stata sede di Farmoplant che ha sviluppato la produzione di pesticidi. L’inquinamento generato di suolo e falda è costituito da derivati di erbicidi, sottoprodotti del Rogor, azoto ammoniacale. L’area è stata dichiarata bonificata con Decreto Regionale 9875/95 e sono inoltre stati effettuati lavori di risistemazione in vista del possibile riutilizzo per l’area; durante gli scavi per la reindustrializzazione, sono stati effettuati piccoli interventi di risanamento.

Ex Cermec

La discarica di Massa, Carrara, Fosdinovo e Montignoso a servizio dell’ex inceneritore Cermec risultava inquinata dalle ceneri del vecchio inceneritore e dai rifiuti urbani. Durante i lavori di messa in sicurezza permanente della discarica di RSU è emersa una forte contaminazione della falda da ione ammonio e da sostanze organiche derivate dal percolato.

Fibronit

Fino alla dismissione, avvenuta negli anni ‘80, vi si producevano lastre e manufatti in cemento amianto. L’area è caratterizzata dalla presenza, entro il primo metro di terreno, di amianto (crocidolite e crisotilo) sia in lastre che in fibre.

(10)

10

Ex Ferroleghe

L’attività principale consisteva nella produzione di ferrocromo, per riduzione della cromite. Allo stato attuale all’interno dell’area, che è stata successivamente sede di un impianto di recupero inerti, risultano ancora presenti, cumuli di macerie e fanghi cromici.

Petromar

L’area era un tempo destinata a stoccaggio di oli, nafta e kerosene. La falda è risultata inquinata da idrocarburi.

Buca degli Sforza

Dal 1968 fu adibita a discarica di materiali di scarto della lavorazione da parte della Dolomite di Montignoso s.p.a., attività perdurata fino al 1995 quando il terreno viene ceduto alla Dolomite Italiana s.p.a. di Gardone Val Trompia (BS). Le analisi di ARPAT sui terreni hanno evidenziato la contaminazione di idrocarburi policiclici aromatici, alifatici e metalli quali cadmio, rame, arsenico e mercurio. Ad oggi l’area risulta nella situazione ambientale appena descritta.

Sabed

L’area Sabed era una discarica di scarti della lavorazione dei minerali di Bario. L’azienda ancora sta esercendo la propria attività e proprio in questi giorni a completato la messa in sicurezza permanente mediante Capping.

Ex Dica

L’area ex Dica era destinata a deposito carburanti; questo ha generato contaminazione da sversi di materiale stoccato, con il conseguente inquinamento da idrocarburi leggeri e pesanti per il suolo ed idrocarburi per le acque sotterranee e superficiali. L’area risulta ad oggi bonificata.

3.1.2 Aree pubbliche

All’interno del perimetro del SIN di Massa Carrara ricadono alcuni centri abitati dei Comuni di Massa e Carrara nei quali non sono mai state presenti aree industriali o a rischio elevato di inquinamento. In particolare i centri abitati del territorio del Comune di Massa ricadenti all’interno del SIN di Massa Carrara sono:

 frazione Alteta  frazione Castagnola  zona Stadio

 parte della frazione Marina di Massa area compresa tra la Z.I.A., la linea di costa, il Fiume Frigido e il Fosso Lavello.

I centri abitati del territorio del Comune di Carrara ricadenti all’interno del SIN di Massa Carrara sono:

 parte della frazione Avenza area compresa tra la Z.I.A., il torrente Carrione e la linea ferroviaria Pisa-Genova

 frazione Nazzano

 parte della frazione Marina di Carrara area compresa tra la Z.I.A., il torrente Carrione, il Fosso Lavello e la linea di costa.

Per quanto concerne le frazioni di Alteta, Castagnola e zona Stadio, come sopra ricordato, è stato presentato e approvato con Conferenza dei Servizi decisoria (ex art. 14, L. n. 241/1990), tenuta in data 23/04/04 presso gli uffici del Ministero dell’Ambiente e del Territorio, il Piano di caratterizzazione ambientale. Le indagini sono state realizzate e le conclusioni sono attualmente al

(11)

11

vaglio degli Uffici della Regione Toscana, al fine di una valutazione per la restituzione agli usi legittimi, ovvero all’utilizzo delle aree, o in alternativa alla predisposizione di interventi di bonifica.

Per quanto riguarda la frazione Marina di Massa, ovvero l’area compresa tra la Z.I.A., la linea di costa, il Fiume Frigido e il Fosso Lavello, le attività di investigazione risultano concluse con assenza di contaminazione sia della matrice acque sotterranee che della matrice suolo e sottosuolo. Questa situazione ha permesso alla Regione Toscana la restituzione delle predette aree all’uso legittimo.

Sulla base della documentazione ad oggi disponibile presso la Direzione Qualità della Vita del M.A.T.T.M., all’interno del S.I.N. sono state individuate 105 aree, tra aziende e aree pubbliche, note ai fini degli adempimenti inerenti la bonifica(Figura 3.5) ed elencate nelle Tab. 3-1 e 3-2.

Figura 3.5: Individuazione delle aziende e delle aree pubbliche all’interno del S.I.N.

Relativamente agli adempimenti inerenti la bonifica delle acque di falda, si può affermare che per alcuni siti sono in corso, mentre per altri è semplicemente attiva una barriera idraulica, ma ancora non è stato effettuato alcun intervento di tipo unitario.

Nella tabella che segue si riassumono i siti presenti all’interno della ZIA con la loro relativa estensione.

(12)
(13)
(14)

14

Tabella 3-1:Aziende note ai fini degli adempimenti per la bonifica e relativa superficie

Tabella 3-2:Aree pubbliche note ai fini degli adempimenti per la bonifica e relativa superficie

Come si evince dalle informazioni appena riportate lo scenario industriale che si è venuto a creare nel tempo nell’area di Massa e Carrara ha ricompreso al suo interno attività industriali pubbliche e private che principalmente si interessano alla chimica di base, alla trasformazione di metalli, alla distillazione di prodotti naturali, alla produzione di fitofarmaci, all’industria bellica, industrie legate alla trasformazioni di materie chimiche legate al mondo dell’agricoltura come azotofissatori, diserbanti, etc,.

In seguito a questo scenario è possibile immaginare come tali sostanze contaminanti che, praticamente abbracciano tutti quelli previsti dall’ex DM 471/99 e dal successivo D. Lgs. 152/06, se riversate nella stessa falda acquifera, potrebbero costituire una grossa fonte di inquinamento che si ripercuoterebbe su tutto il sistema acqua-suolo e sottosuolo con ulteriore gravi danni per la salute stessa dell’uomo.

A questo deve essere aggiunto che negli anni ’60-’70 i prodotti di scarto di alcune di queste aziende, in particolare le ceneri piritiche provenienti dalla fabbricazione dell’acido solforico, sono state comunemente utilizzate come riempimento e regolarizzazione delle aree edificabili, distribuendo quindi nel territorio possibili sorgenti ulteriore di contaminazione.

Si riporta inoltre di seguito una tabella riepilogativa nella quale sono riportato i pozzi di captazione dell’acqua di falda in uso all’interno della ZIA.

(15)

15 CODICE PROVIN CIALE ID INDAGI NE DENOMINAZION

E DEL SITO VIA/LOCALITA' PARAMATRI CONSIDERATI

MS43

ZIA030 EX ITALIAN COKE

VIALE

ZACCAGNA SOLFATO,IPA ZIA031,

ZIA032 EX ITALIAN COKE

VIALE

ZACCAGNA BENZENE,IPA,PCBNi ZIA033 EX ITALIAN COKE

VIALE

ZACCAGNA BENZENE, IPA,Ni ZIA034 EX ITALIAN COKE

VIALE

ZACCAGNA SOLFATI,BENZENE ZIA035 EX ITALIAN COKE

VIALE

ZACCAGNA SOLFATI,BENZENE,IPA ZIA036 EX ITALIAN COKE

VIALE

ZACCAGNA SOLFATI,IPA ZIA089 EX ITALIAN COKE

VIALE

ZACCAGNA IPA ZIA090,

ZIA091 EX ITALIAN COKE

VIALE ZACCAGNA SOLFATI,BENZENE,IPA MS044 ZIA131 ENICHEM AGRICOLTURA VIA BASSANINA 37 PESTICIDI CLORURATI,AS,TCE,TRICLOROETILENE,Mn ZIA132 ENICHEM AGRICOLTURA VIA BASSANINA

37 PESTICIDI CLORURATI/ AZOTATI, TCE, As ,CLORURO DI VENILE, TRICLOROETILENE, Mn

ZIA133 ENICHEM AGRICOLTURA

VIA BASSANINA

37 PESTICIDI,TCE,As,T RICLOROETILENE, Mn,TRICLOETILENE, Mn ZIA134

ENICHEM AGRICOLTURA

VIA BASSANINA

37 PESTICIDI CLORURATI/AZOTATI, TCE, TRICLOETILENE ZIA135 ENICHEM AGRICOLTURA VIA BASSANINA 37 TCE,As,1,2-DICLOROPROPANO, TRICLOROETILENE ZIA136 ENICHEM AGRICOLTURA VIA BASSANINA 37

PESTICIDI AZOTATI, TCE, ESACLOROBENZENE, TRICLOROBENZENE ZIA137 ENICHEM AGRICOLTURA VIA BASSANINA 37 TCE,PESTICIDI AZOTATI,TRICLOROETILENE,ESACLOROBENZENE ZIA138 ENICHEM AGRICOLTURA VIA BASSANINA 37 PESTICIDI,TCE,As,TRICLOETILENE,1,2-DICLOROETILENE ZIA139 ENICHEM AGRICOLTURA VIA BASSANINA

37 PESTICIDI CLORURATI, As, TCE, PENTACLOROBENZENE, 1,4-DICLOROBENZENE ZIA140 ENICHEM AGRICOLTURA VIA BASSANINA 37 PESTICIDI CLORURATI,TCE;1,1,2-TRICLOROETANO , Mn ZIA141 ENICHEM AGRICOLTURA VIA BASSANINA

37 PESTICIDI, SOLFATI, TCE, As, FLUORURI, ESACLOROBENZENE, PENTACLOROBENZENE ZIA142 ENICHEM AGRICOLTURA VIA BASSANINA 37 PESTICIDI CLORURAT/AZOTATI,TCE,1,2-DICLOROPROPANO,TRICLOROETILENE,Mn,PENTACLOROBEN ZENE

(16)

16 CODICE PROVIN CIALE ID INDAGI NE DENOMINAZION

E DEL SITO VIA/LOCALITA' PARAMATRI CONSIDERATI

ZIA143 ENICHEM AGRICOLTURA

VIA BASSANINA 37

PESTICIDI CLORURATI, SOLFATI, TCE, 1,2-DICLOROPROPANO, TRICLOROETILENE, Mn

ZIA144 ENICHEM AGRICOLTURA

VIA BASSANINA

37 PESTICIDI CLORURATI/AZOTATI, TCE, TRICLOETILENE, Mn, FLUORURI ZIA145

ENICHEM AGRICOLTURA

VIA BASSANINA

37 PESTICIDI, SOLFATI, TCE, As, TRICLOROETILENE , 1,2-DICLOROPROPANO ZIA146 ENICHEM AGRICOLTURA VIA BASSANINA37 TCET;1,2-DICLOROPROPANO,Mn ZIA147 ENICHEM AGRICOLTURA VIA BASSANINA 37

PESTICIDI AZOTAT/CLORURATI, SOLFATI, TCE, As,

TRICLOROETILENE, ESACLOROBENZENE, PENTACLOROBENZENE ZIA148 ENICHEM AGRICOLTURA VIA BASSANINA 37 PESTICIDI,TCE,TRICLOROMETANO,TRICLOROETILENE ZIA149 ENICHEM AGRICOLTURA VIA BASSANINA 37 As,ESACLOROBENZENE,TRICLOROMETANO,TRICLOROETILENE;1,4-DICLOROBENZENE,Mn ZIA150 ENICHEM AGRICOLTURA VIA BASSANINA 37 TRICLOROMETANO,TRICLOROETILENE;1,2-DICLOROPROPANO,Mn MS045 ZIA121 FARMOPLANT VIA MASSA AVENZA Fe,TRICLOROETILENE ZIA122 FARMOPLANT VIA MASSA

AVENZA PESTICIDI AZOTATI,TCE,SOLFATI,TRICLOROETILENE,Mn ZIA123 FARMOPLANT VIA MASSA AVENZA TRICLOROETILENE,Mn ZIA124 FARMOPLANT VIA MASSA AVENZA TCE,TRICLOROETILENT,Mn ZIA125 FARMOPLANT VIA MASSA AVENZA TCE,TRICLOROETILENT ZIA126 FARMOPLANT VIA MASSA

AVENZA PESTICIDI ICLOROETILENE AZOTATI,TCE,1,1,2-TRICLOROETANO,TR

MS089 ZIA074 Q8 MARINA DI CARRARA V.LE DA VERRAZZANO As,Mn ZIA075 Q8 MARINA DI CARRARA V.LE DA VERRAZZANO As,Mn ZIA076 Q8 MARINA DI CARRARA V.LE DA VERRAZZANO As,Cd,Ni,Mn,Al,Pb ZIA077 Q8 MARINA DI CARRARA V.LE DA VERRAZZANO As,Cd,Ni,Mn,Al,Pb,Ti ZIA078 Q8 MARINA DI CARRARA V.LE DA VERRAZZANO As,Cd,Ni,Pb,Ti,Mn MS112 ZIA092 ERG PETROIL-BOZZONE VIA MASSA AVENZA AS ZIA093 ERG PETROIL-BOZZONE VIA MASSA AVENZA Mn ZIA094 ERG PETROIL-BOZZONE VIA MASSA AVENZA As,Cd,Mn MS044 TCE

(17)

17 CODICE PROVIN CIALE ID INDAGI NE DENOMINAZION

E DEL SITO VIA/LOCALITA' PARAMATRI CONSIDERATI

ZIA095 ERG PETROIL-BOZZONE VIA MASSA AVENZA As,MN, ETILBENZENE ZIA096 ERG PETROIL-BOZZONE VIA MASSA AVENZA

As, BENZENE, IPA, IDROCARBURI,PARAXILENE, TOLUENE, Fe

MS113 ZIA129 IMERRYS GRANITAL MINERALI VIA LONGOBARDA, 1

PESTICIDI AZOTATI, Ni, DICLOROPROPANO

ZIA127 IMERRYS GRANITAL MINERALI VIA LONGOBARDA, 1 1,1,2-TRICLOROETANO,1,1DICLOROETILENE,Mn ZIA128 IMERRYS GRANITAL MINERALI VIA LONGOBARDA, 1 1,1,2-TRICLOROETANO ZIA129 IMERRYS GRANITAL MINERALI VIA LONGOBARDA, 1 1,1,2,-TRICLOROETANO;1,2-TRICLOROPROPANO ZIA130 IMERRYS GRANITAL MINERALI VIA LONGOBARDA, 1 Mn,Fe, MS116

ZIA079 TOTAL CARRARA

VIALE ZACCAGNA,2

MBTE

ZIA080 TOTAL CARRARA

VIALE ZACCAGNA,2

ETIL-BENZENE,PARA-XILENE,TOLUENE

ZIA081 TOTAL CARRARA

VIALE ZACCAGNA,2

ETIL-BENZENE,PARA-XILENE,TOLUENE

ZIA082 TOTAL CARRARA

VIALE ZACCAGNA,2 MBTE MS120 ZIA097 NUOVO

PIGLIONE VIA DORSALE,3

Fe

ZIA098

NUOVO

PIGLIONE VIA DORSALE,3

Fe,Mn

ZIA099

NUOVO

PIGLIONE VIA DORSALE,3

Mn,Fe,BENEZENE

ZIA100

NUOVO

PIGLIONE VIA DORSALE,3

TCE

ZIA101

NUOVO

PIGLIONE VIA DORSALE,3

TCE

ZIA103

NUOVO

PIGLIONE VIA DORSALE,3

Mn,Fe,TOLUENE,para-XILENE

ZIA104

NUOVO

PIGLIONE VIA DORSALE,3

Mn,Al,IDROCARBURI,Pb

ZIA105

NUOVO

PIGLIONE VIA DORSALE,3

BENZENE,Fe,Al,Mn

ZIA106

NUOVO

PIGLIONE VIA DORSALE,3

Al,Fe

ZIA107

NUOVO

PIGLIONE VIA DORSALE,3

CLORURO DI VENILE,CLOROMETANO

ZIA108

NUOVO

PIGLIONE VIA DORSALE,3

TCE,Fe

ZIA109

NUOVO

PIGLIONE VIA DORSALE,3

Fe,TCE

(18)

18 CODICE PROVIN CIALE ID INDAGI NE DENOMINAZION

E DEL SITO VIA/LOCALITA' PARAMATRI CONSIDERATI PIGLIONE

ZIA112

NUOVO

PIGLIONE VIA DORSALE,3 Mn ZIA113

NUOVO

PIGLIONE VIA DORSALE,3 TCE ZIA114

NUOVO

PIGLIONE VIA DORSALE,3 Mn,Fe,TCE ZIA115

NUOVO

PIGLIONE VIA DORSALE,3 Mn,Al,Fe,ESACLOROBUTADIENE ZIA116

NUOVO

PIGLIONE VIA DORSALE,3 TOLUENE,para-XILENE,Mn ZIA117

NUOVO

PIGLIONE VIA DORSALE,3 TCE ZIA119

NUOVO

PIGLIONE VIA DORSALE,3 TCE

MS123 ZIA058 IRAN -MARBLE s.r.l VIALE ZACCAGNA IPA ZIA057 IRAN -MARBLE s.r.l VIALE ZACCAGNA BENZO8g,h,i)PERILENE ZIA056 IRAN -MARBLE s.r.l VIALE ZACCAGNA BENZO8g,h,i)PERILENE MS125

ZIA066 NEW REAL S.P.A.

VIA PASSO DELLA

VOLPE,25 TCE

ZIA067 NEW REAL S.P.A.

VIA PASSO DELLA

VOLPE,25 TCE

ZIA068 NEW REAL S.P.A.

VIA PASSO DELLA

VOLPE,25 TCE

ZIA069 NEW REAL S.P.A.

VIA PASSO DELLA

VOLPE,25 TCE

Tabella3-3: tabella riepilogativa nella quale sono riportato i pozzi di captazione dell’acqua di falda in uso all’interno della ZIA.

3.2 Riepilogo cronologico degli eventi fondamentali

Nel giugno 1997, nel corso di incontri avvenuti presso il Ministero dell’Ambiente tra il Ministero stesso, la Regione Toscana e gli Enti pubblici interessati dagli interventi di bonifica dei suoli e della falda della Zona Industriale di Massa e Carrara fu stipulato un accordo procedurale fra le parti al fine di consentire un recupero in tempi coerenti dei siti industriali dismessi. A tal fine furono individuati i siti specifici ai quali finalizzare l’accordo:

MS016 Cermec MS027 Ferroleghe MS039 Dalmine MS043 Italiana Coke

(19)

19

In data 17 Marzo 1999 la Provincia di Massa-Carrara, ai sensi di quanto disposto dall’ art.1 della legge 426/98, segnalò al Ministero dell’Ambiente, in aggiunta a quelli inseriti nell’elenco sopracitato, i siti inquinati sul proprio territorio (tutti già inseriti con vari livelli di priorità nell’elenco del Piano Regionale di Gestione dei rifiuti - Terzo stralcio relativo alla Bonifica delle aree inquinate), ponendo particolare attenzione al problema della falda sottostante l’ex zona industriale di Massa-Carrara, che avrebbe potuto essere affrontato solo in un ottica comprensoriale, al di sopra delle singole suddivisioni in aree da bonificare.

In data 19 Ottobre 1999 presso il Ministero dell’Ambiente con i rappresentanti dei comuni di Massa e Carrara, si tenne una riunione nella quale fu concordato l’ambito territoriale da inserire nel perimetro.

In data 09 novembre 1999 il Comune di Massa confermò le perimetrazioni dei siti (buca degli Sforza, discarica ex inceneritore CERMEC, area industriale di Massa-Carrara, studio e bonifica falda acquifera, risanamento corsi d’acqua superficiali).

si evidenziava che all’interno del perimetro ipotizzato erano presenti:

o diversi impianti industriali dismessi; o una discarica di ceneri (CERMEC);

o una falda acquifera inquinata dalle attività industriali In particolare erano state individuate le seguenti aree di intervento:

 Cermec;  Ferroleghe;  Dalmine;  Italiana Coke;  Enichem Agricoltura;  Sabed;  Fibronit.

Al 2001, la caratterizzazione eseguita dal Dipartimento Provinciale ARPAT evidenziava la presenza di una contaminazione della falda idrica concentrata in corrispondenza di alcune delle vaste aree industriali oggi dimesse o in fase di reindustrializzazione. Il piano di caratterizzazione, inoltre, evidenziava alcuni superamenti puntuali dei limiti fissati delle acque di falda all’esterno delle aree di cui sopra.

I risultati analitici di tali indagini, sono stati confrontati con i Valori di Concentrazione Limite Accettabili (VCLA) nelle acque sotterranee riportati nell’ All. 1 al D.M. n. 471/1999 e con i valori per la classificazione delle acque sotterranee indicati nelle tabelle n. 20 e 21 dell’All. 1 del testo aggiornato n. 258/2000 del D.Lgs. n.152/2006.

Le evidenze analitiche rilevarono un inquinamento della falda idrica in alcune delle aree sottostanti alle attività industriali dimesse a forte impatto ambientale, come di seguito evidenziato:

o area ex Italiana Coke (ASI S.p.A.): contaminazione da IPA, idrocarburi aromatici e azoto ammoniacale

o area ex Enichem (Agricoltura S.p.A.): contaminazione da pesticidi e sostanze organo clorurate

o ex Farmoplant : contaminazione da pesticidi e azoto ammoniacale o Petromar: contaminazione da idrocarburi.

In parallelo alle attività di caratterizzazione di tipo mirato, effettuate sulle aree di cui sopra, furono effettuate indagini di tipo distribuito, concentrate nella restante porzione del territorio del SIN di Massa Carrara attraverso un monitoraggio che ha riguardato 115 pozzi distribuiti sul territorio. Le risultanze analitiche evidenziarono un buono stato ambientale della matrice acque sotterranee.

(20)

20

4. QUADRO CONOSCITIVO AMBIENTALE

Il quadro conoscitivo ambientale di un sito in bonifica non prevede solamente informazioni di natura chimica e fisica relativamente allo stato di contaminazione delle acque, ma deve necessariamente prevedere anche informazioni di tipo idrogeologico utili alla comprensione e previsione dell’eventuale moto naturale dei contaminanti con eventuale ricostruzione delle isopieze.

4.1 Assetto geomorfologico

L’area compresa all’interno della perimetrazione del S.I.N. si colloca nell’ambito del sistema territoriale della pianura Apuana, che si estende dalla costa fino al confine con la retrostante zona pedemontana, per una larghezza compresa tra 3 e 4 km.

L’area di interesse rientra interamente nell’ambito della Carta Geologica d’Italia 1:100.000, foglio 96, a cura del Servizio Geologico d’Italia (1971).

Il S.I.N. di Massa - Carrara è così delimitato: a NO dal Torrente Carrione, a N - NE dalle falde pedemontane delle Alpi Apuane, ad E - SE dal Fiume Frigido e ad W-SO dal Mar Tirreno.

La morfologia del sito può essere descritta da tre fasce distinte, riconducibili all’assetto geologico e strutturale dell’area:

 zona di spiaggia e cordone litoraneo, formato da depositi eolici e di spiaggia

 zona retrostante che costituisce la fascia intermedia ed è costituita da depositi alluvionali attuali e recenti, detriti di falda e da materiali scistosi ed argillosi.

 zona pedemontana, ristretta, che si raccorda ai contrafforti apuani, comprendente massicci calcarei, principalmente Grezzoni e Marmi, caratterizzata da una morfologia più acclive con scarsa vegetazione.

4.2 Inquadramento tettonico e paleogeografico

Il S.I.N. di Massa Carrara fa parte di un’unità territoriale più ampia, quella della Pianura Apuana, che si estende dal Fiume Versilia fino a Bocca di Magra.

Due sono gli elementi geologici che contraddistinguono la zona: le pendici pedemontane ed i rilievi delle Alpi Apuane e la zona pianeggiante che interessa l’intera fascia costiera.

La natura preferenzialmente carbonatica della catena appenninica ed il suo recente sollevamento, sono alla base di un’elevata energia del rilievo, che si palesa con pareti verticali e profonde incisioni vallive.

Dall’altra parte, il versante marino è profondamente inciso dai corsi d’acqua che raggiungono la pianura dagli acclivi versanti Apuani e che sono caratterizzati da un regime torrentizio.

L’ attuale assetto geomorfologico e geologico dell’area non è altro che il risultato della complessa interazione tra evoluzione tettonica e sedimentaria che ha interessato questa zona a partire dal Miocene inferiore, con un regime di tipo compressivo che ha portato alla strutturazione della catena appenninica.

Successivamente, nel Miocene superiore, la fase di distensione ha portato alla frammentazione della catena appena formata ed è iniziata la fase di sedimentazione che ha costituito l’attuale pianura Apuana. I processi di sedimentazione hanno interessato il riempimento del vasto bacino tettonico neogenico noto come “Depressione versiliese-pisana”.

I sedimenti presenti nella pianura provengono direttamente dalla natura delle formazioni litoidi che costituiscono i rilievi Apuani, trasportati a valle ad opera dei maggiori corsi d’acqua che scendono dai versanti montuosi. La costruzione della pianura è avvenuta anche per l’apporto di sabbia dell’Arno e del Magra, distribuita dalle correnti lungo costa e dal drift-litoraneo.

Nel Quaternario, l’alternarsi di variazioni relative del livello marino, prodotte dall’interazione di fasi di subsidenza ed eventi eustatici legati alle fasi glaciali ed interglaciali, unitamente a variazioni di apporti sedimentari, hanno determinato la deposizione di una successione caratterizzata dall’alternanza di sedimenti continentali (ghiaie, sabbie e limi) e depositi marini (soprattutto sabbie). In particolare durante la glaciazione wurmiana, si è verificata un’imponente oscillazione

(21)

21

negativa che ha portato all’emersione dell’intera pianura Apuana con lo sviluppo di importanti complessi dunali. Il successivo innalzamento relativo del livello marino (trasgressione versiliana) ha determinato la formazione della scarpata marina (paleoripa marina) che è tuttora visibile in prossimità del tracciato autostradale. Infine il successivo apporto solido dei corsi d’acqua più importanti ha determinato il recente avanzamento della fascia costiera.

4.3 Principali formazioni geologiche

Rispetto l’area del S.I.N., quello che risulta di maggiore interesse ai fini del presente studio è la copertura quaternaria, sede dell’acquifero principale, che poggia direttamente sulle formazioni della falda Toscana e sulle Liguridi.

Le formazioni geologiche che interessano la pianura costiera appartengono a più unità deposizionali, che rendono possibile la suddivisione della piana Apuana in fasce sub-parallele alla costa.

In particolare è possibile individuare le seguenti formazioni:

 Sabbie di spiaggia recenti (Olocene): la spiaggia attuale è costituita da una fascia continua di sabbie marine, che presentano una ridotta frazione grossolana in prossimità dello sbocco dei corsi d’acqua, attualmente caratterizzata da un’importante componente erosiva tra Marina di Carrara e Marina di Massa.

 Depositi eolici e di spiaggia: rappresentati da cordoni dunali, paralleli alla costa, con altezze massime di 3 metri. La loro formazione è principalmente dovuta all’azione delle correnti marine dalla cui forza dipende la granulometria, più o meno grossolana, dei sedimenti. Attualmente i cordoni di dune sono quasi del tutto scomparsi a causa dell’intensa urbanizzazione dell’area.

 Depositi alluvionali attuali e recenti: principalmente dovuti alla sedimentazione fluviale dei corsi d’acqua che attraversano la pianura Apuana. Risultano costituiti da depositi eterometrici dove prevale la frazione grossolana (ghiaie) rispetto la frazione fine (argille e limi). Tali depositi risultano caratterizzati da una notevole variabilità litologica sia in senso laterale che verticale.

 Depositi alluvionali terrazzati (Pleistocene sup.): sono rappresentati dai coni di deiezione dei fiumi che nel passato solcavano la pianura. Risultano caratterizzati dallo smantellamento dei rilievi Apuani e presentano notevoli variazioni granulometriche. Ad opera della precipitazione di carbonato di calcio, per percolazione delle acque, risultano a volte cementati a costituire conglomerati.

4.4 Idrografia

I principali corsi d’acqua presenti nell’area di interesse sono il Fiume Frigido ed il Torrente Carrione, che vanno a delimitare rispettivamente il confine sud-orientale e nord-occidentale del S.I.N. (Figura 4.1).

Il Frigido è lungo 17 Km e l’estensione del suo bacino idrografico è circa 60 Km2

. Nasce dall’unione di due canaloni provenienti dai Monti Sagro e Rasore e dalla sorgente omonima presso il centro del paese di Forno, la portata media è pari a circa 7 m3/s. Da qui fino quasi all’abitato di Massa l’alveo del Frigido poggia su rocce impermeabili (filladi, quarziti), da Massa fino alla foce scorre invece su i suoi stessi depositi alluvionali permeabili, fino ad incidere i depositi sabbiosi che caratterizzano il cordone litoraneo. Il regime del fiume è tipicamente torrentizio, ma va sottolineata la componente di flusso legata ad un’alimentazione di tipo carsico, tipica delle Alpi Apuane, che gli conferisce portate abbondanti nonostante una relativa scarsa estensione del bacino idrografico. Effettivamente, proprio per la natura carsica dell’alimentazione il bacino idrogeologico sarebbe molto più ampio rispetto a quello idrografico. In presenza di precipitazioni molto intense ed abbondanti il Frigido può causare eventi di piena particolarmente importanti e con portate di centinaia di m3/s (fino 500 m3/s).

(22)

22

Il Torrente Carrione è lungo 15 Km ed il suo bacino idrografico ha un’estensione di circa 45 Km2

. Il suo corso può distinguersi principalmente in tre diverse parti; il tratto schiettamente montano fra le cave di marmo del territorio di Carrara, il tratto intermedio con morfologie più addolcite e a carattere vallivo, la parte terminale fino alla foce nel Mar Tirreno nella piana alluvionale e nei depositi sabbiosi. Il regime del Carrione è prettamente a carattere torrentizio, con eventi sporadici ma violentissimi in occasione di precipitazioni particolarmente abbondanti.

All’interno del S.I.N. sono presenti anche due corsi d’acqua minori: il Torrente Ricortola ed il osso Lavello.

Il Ricortola ha una lunghezza di 8 Km ed un’estensione del bacino idrografico di circa 7 Km2

. Nasce dagli ultimi contrafforti della Alpi Apuane, sopra l’abitato di Carrara e come le precedenti aste fluviali è caratterizzato da un tratto più montano ed uno vallivo all’interno dei depositi alluvionali e dunali costieri.

Il fosso Lavello segna il confine sud-est del territorio comunale di Carrara, ha una lunghezza di circa 3 Km. Nel fosso Lavello vengono collettate sia le acque del Depuratore omonimo, che quelle del depuratore ex-Cersam.

Altri elementi idrografici di minore importanza per lunghezza e portata, sono rappresentati dal fosso della Silcia e dal fosso del Brugiano situati al margine SE del S.I.N..

(23)

23

4.5 Assetto lito-stratigrafico

L’area del S.I.N. è stata indagata da numerosi sondaggi eseguiti sia da soggetti privati che da enti pubblici, con finalità differenti (caratterizzazione delle diverse aree ai fini dell’eventuale bonifica, ricerche idriche, realizzazione del tracciato autostradale, ecc.). La localizzazione dei sondaggi, distinti per classi di profondità. I punti rappresentati evidenziano una distribuzione non uniforme all’interno del S.I.N., con una maggiore carenza informativa nella fascia costiera (zona residenziale).

Sulla base di tale distribuzione e individuando sezioni significative ai fini della rappresentatività dell’assetto lito-stratigrafico del S.I.N. nella sua interezza, sono stati costruiti 4 profili stratigrafici rappresentativi (Profili 1- 4).

Infine, per completare e confermare il quadro informativo nel presente studio vengono riportate due sezioni geologiche ricostruite dallo studio effettuato dal Comune di Massa nel 1991 (Sezioni 7 e 8). Tali sezioni sono state elaborate utilizzando i dati di geognostica e stratigrafici esistenti; per la parte superficiale sono stati utilizzati anche sondaggi penetrometrici appositamente eseguiti durante la campagna di indagine.

La Figura 4.2 mostra i tracciati dei profili e delle sezioni considerati, le stratigrafie corrispondenti ai sondaggi inclusi nei profili 1- 4 sono riportate in Allegato 1.

Figura 4.2: Tacciati dei profili stratigrafici e delle sezioni geologiche.

Le formazioni presenti e precedentemente descritte, sono state raggruppate in base alle caratteristiche granulometriche e di permeabilità: sono stati così distinti tre complessi idrogeologici principali: sabbie eoliche e di spiaggia (buona permeabilità), argille e limi (bassa permeabilità),

(24)

24

ghiaie e sabbie alluvionali (alta permeabilità). In alcuni sondaggi è stato riscontrato uno strato di riporto superficiale non meglio specificato.

Nella Figura 4.3 viene riportata la legenda utilizzata nella descrizione delle formazioni e complessi idrogeologici principali.

Figura 4.3: Livelli deposizionali identificati

Sezione Geologica Andamento SSO - NNE

Tale sezione (Figura 4.4), è stata ricostruita nello studio effettuato dal Comune di Massa (Morabito, 1991). Essa risulta riferita alla piana in destra idrografica del Fiume Frigido, estendendosi dalla zona di Mirteto al mare attraverso la zona pozzi dello Stadio. In tale sezione si nota l’aumento della potenza dei depositi ghiaiosi con il procedere da monte verso mare con spessori anche maggiori di 200 metri, al di sotto dei quali si trovano i complessi della falda toscana.

risulta essere del tutto simile a quella ricostruita in questo studio per questa porzione del S.I.N. (Profilo 4) ed è caratterizzata dall’affioramento delle ghiaie alluvionali per gran parte del profilo che lasciano il posto alle sabbie eoliche e di spiaggia procedendo verso mare. Il letto del complesso delle ghiaie non viene individuato: nella zona centrale si trova certamente a profondità maggiori di 80 – 90 metri e tende ad approfondirsi in direzione della costa (più di 200 metri).

Profilo N°1 – Andamento NO – SE.

La sezione (Figura 4.5) evidenzia la presenza, in affioramento, del complesso delle sabbie eoliche e di spiaggia, che viene riscontrato per quasi tutto il tracciato. Tale complesso tende ad assottigliarsi fino a scomparire procedendo in direzione SE. Gli spessori massimi vengono riscontrati nella porzione NO della sezione con valori di circa 12 – 15 m. Al di sotto di questo complesso, nel settore NO sono presenti argille e limi con spessori massimi di circa 16 metri (riscontrati nel sondaggio PRZ_ 014) a costituire livelli a bassa permeabilità. Si fa notare che la prima parte del profilo (zona NO) ricade fuori il S.I.N., la cui perimetrazione inizia soltanto all’altezza del sondaggio CP_ 029. Livelli deposizionali di argille e limi vengono ritrovati in molti sondaggi ma sempre con spessori e profondità diverse tra loro, tali da non poter identificare un unico livello continuo e correlabile. Nei sondaggi utilizzati per tracciare il profilo n°1, all’interno del S.I.N. tali depositi si presentano con spessori massimi di circa 4 m. Si rinviene infine il complesso delle ghiaie e sabbie alluvionali presente in tutti i sondaggi che ricadono all’interno dell’area di studio. Tale complesso chiude quasi tutte le verticali di indagine e non ne viene individuato il letto che, come riportato in letteratura, poggia direttamente sulle arenarie del macigno. Lo spessore maggiore si ritrova nel sondaggio PRZ_023 (profondità -66m s.l.m.) ed è di circa 54 metri.

(25)

25

Profilo N° 2 Andamento NO - SE

In tale profilo, che corre parallelo e in prossimità della costa (Figura 4.6) si evidenzia una maggiore potenza del complesso delle sabbie eoliche e di spiaggia che in questo settore ha uno spessore di circa 30-35 metri. Al di sotto di tale formazione, come nel profilo n°1, nella porzione NO si rinvengono livelli deposizionali di argille e limi a bassa permeabilità. In questa parte del tracciato, tali livelli si trovano in alternanza con la formazione delle ghiaie e sabbie alluvionali. Si fa notare come il confine del S.I.N. si trovi all’altezza del sondaggio ZIA_ 78.

Nella zona centrale del profilo, i sondaggi a disposizione arrivano ad una profondità massima di -34 m dal p.c. e, ad eccezione del sondaggio CM, si attestano prevalentemente nelle sabbie eoliche e di spiaggia e nelle ghiaie e sabbie alluvionali.

Profilo N°3 Andamento SO – NE

Il settore SO del profilo è caratterizzata dalla presenza dei depositi eolici e di spiaggia con spessori massimi pari a 35-40 metri che tendono a chiudersi, con il procedere in direzione NO, lasciando il posto ai depositi ghiaiosi e sabbiosi di origine alluvionale (Figura 4.7). Tutti i sondaggi rappresentati riportano la presenza di livelli argillosi e limosi presenti in alternanza ai depositi ghiaiosi, ma che comunque non rappresentano un unico livello deposizionale continuo. Nel settore NE del profilo le argille e i limi presentano anche spessori notevoli (16 metri) che però non si ritrovano nella parte centrale della sezione.

Profilo N°4 andamento SSO – NNE

Tale profilo è caratterizzato dalla presenza delle ghiaie e sabbie alluvionali che affiorano per buona parte del tracciato, dalla zona centrale al limite NNE con spessori di oltre 55 metri.

Nella porzione iniziale sono presenti in affioramento le sabbie eoliche e di spiaggia con spessori di circa 20 metri (Figura 4.8). Come negli altri profili sono presenti livelli di limi e argille con diversi spessori (5-6 metri) e profondità.

(26)

26 Figura 4.5: Profilo stratigrafico n. 1.

(27)

27 Figura 4.6: Profilo stratigrafico n.2

(28)

28 Figura 4.7: Profilo stratigrafico n.3

(29)

29 Figura 4.8: Profilo stratigrafico n.4

(30)

30

Quindi, alla luce delle informazioni riportate nei paragrafi precedenti a mio avviso, emerge una informazione importante sull’orizzonte stratigrafico indagato.

Se non ci fosse scritto noi sappiano dalla relazione geologica associata al piano strutturale del comune di massa si indica un acquifero della potenza di oltre 100 m e la parte indagata nello studio ICRAM è al massimo a 70 m. quindi abbiamo come minimo 30 m di incertezza che su contaminanti più pesanti dell’acqua può essere discriminante.

4.6 Descrizione dell’andamento piezometrico

In tutta la Riviera Apuana si distingue una falda unica, libera distribuita su tutta la pianura, all’interno dell’acquifero delle ghiaie e conglomerati continentali nella fascia interna e mediana e nel complesso delle sabbie marine nella fascia esterna.

Le elaborazioni più recenti circa la descrizione dell’andamento piezometrico dell’area del S.I.N. sono contenute nello “Studio idrogeologico del Bacino Regionale Toscana Nord (Pranzini 2004), relativo alle campagne di rilevamento dati del 1998-1999.

Dal punto di vista delle direzione e dei gradienti di falda lo studio individua una zona montana caratterizzata da un flusso preferenziale da monte verso mare (con elevato gradiente idraulico), una fascia mediana piuttosto piatta (con bassi gradienti) ed una zona costiera, spianata dalle azioni antropiche, che presenta talvolta alti relativa dovuti all’infiltrazione zenitale delle acque meteoriche. Inoltre viene individuata una correlazione tra gli emungimenti in atto sul territorio e gli abbassamenti piezometrici rilevati nel corso degli anni, oltre a una sostanziale stabilità delle serie storiche dei dati piezometrici. Le aree con le maggiori depressioni individuate, che permangono anche in primavera, sono quelle delle zone industriali di Massa e Carrara, nonché quelle delle segherie di marmo presenti, comprendendo la fascia di pianura fra i rilievi apuani e l’autostrada A12. Per quanto riguarda le variazioni annuali, si è rilevato che negli anni ‘90 il livello di falda in alcune zone si è abbassato mentre in altre è rimasto più o meno lo stesso o è addirittura risalito. In pratica, anche se le zone con abbassamenti prevalgono, non si registra quella tendenza generale all’approfondimento della superficie freatica che si poteva prevedere in relazione all’aumento dei prelievi.

Al fine di aggiornare il quadro informativo presentato nello studio di Pranzini (2004), si è considerato ulteriori dati più recenti distribuiti sul territorio, derivanti anche dai risultati delle caratterizzazioni delle aree del S.I.N. depositati presso l’archivio della Direzione Qualità della Vita del M.A.T.T.M..

Tra i dati piezometrici analizzati, il dataset più completo e rappresentativo è quello messo a disposizione dall’ Autorità di Bacino Toscana Nord, che riporta misure stagionali su una rete di pozzi uniformemente distribuiti su tutto il S.I.N.. Sia l’analisi del trend pluriennale che di quello stagionale ha mostrato lievi oscillazioni delle quote piezometriche. Sono stati quindi selezionati due periodi rappresentativi della fase di carica e scarica dell’acquifero. Per poter integrare tale dataset con le ulteriori misurazioni disponibili, ho considerato i periodi di Aprile/Maggio 2005, che rappresenta un periodo di massima ricarica della falda e di Agosto/Settembre 2006, che rappresenta il periodo di minor ricarica, successivo alle scarse precipitazioni estive.

Tali dati risultano uniformemente distribuiti su tutta l’area oggetto di studio e pertanto rappresentano un campione utilizzabile per una stima affidabile dell’andamento piezometrico. La stima è stata effettuata utilizzando un kriging ordinario (metodo di interpolazione geostatistico), implementato su SURFER 8.

Queste elaborazioni hanno riscontrato una situazione sostanzialmente immutata rispetto a quanto riportato in letteratura e in particolare da Pranzini (2004), in cui viene presentata una ricostruzione dell’andamento freatimetrico del tutto analoga in entrambi i periodi considerati (Aprile e Settembre 1999).

(31)

31

Periodo primaverile (Aprile-Maggio 2005)

Dalla ricostruzione della superficie piezometrica (Figura 4.9) è possibile individuare uno spartiacque sotterraneo che divide l’area del S.I.N. in due settori distinti, identificabili dall’area industriale e da quella residenziale. Lo spartiacque ricade grossomodo nella zona mediana della piana Apuana.

Nella parte Nord, in corrispondenza della zona industriale, i gradienti piezometrici risultano elevati principalmente a causa dei forti emungimenti che creano aree di richiamo sia dalle zone pedemontane che dalla fascia mediana della Pianura. A Sud dello spartiacque, il gradiente piezometrico diminuisce e la falda torna a drenare naturalmente verso mare.

Periodo estivo (Agosto-Settembre 2006)

Del tutto simile è la ricostruzione della piezometria effettuata per il periodo estivo (Figura 4.10). Le aree interessate da livelli piezometrici al di sotto del livello medio marino, sono localizzabili nella fascia industriale e agiscono da zone di richiamo.

Si rileva come nella fascia mediana della piana nel settore occidentale, in corrispondenza del Fosso Lavello il drenaggio sia preferenzialmente da monte verso mare.

Nei prossimi capitoli vengono riportate in dettaglio le ricostruzioni dell’andamento freatimetrico a scala regionale ottenute dalle misure piezometriche realizzate dall’Autorità di bacino Toscana Nord. Come ultima considerazione sembra qui opportuno sottolineare come, nell’area di interesse del S.I.N., non siano tuttora noti fenomeni di subsidenza. Lo stesso Pranzini (2004) ha tentato di chiarire il rapporto esistente tra sfruttamento della falda della pianura versiliese-apuana e la subsidenza. Nel lavoro viene evidenziato come nella pianura Apuo-versiliese non siano documentati casi di subsidenza accentuata per estrazione di acqua dal sottosuolo e che nelle aree di maggiore depressione piezometrica, le zone industriali di Massa e Carrara, non sono denunciati dissesti agli edifici riconducibili a subsidenza del terreno.

(32)

32 Figura 4.9: Andamento piezometrico Aprile-Maggio 2005

Come mostra la figura si notano molto bene l’andamento delle linee di deflusso che convergono verso i rispettivi fronti di richiamo. Come si nota bene vi è una cospicua presenza dei fronti di richiamo proprio in corrispondenza delle parti più industrializzate dell’area presa in esame(S.I.N)

(33)

33 Figura 4.10: Andamento piezometrico Agosto-Settembre 2006

4.6.1 Emungimenti in corso

Il principale fattore di influenza sull’andamento piezometrico all’interno del S.I.N. di Massa Carrara è sicuramente la presenza di numerosi punti di emungimento sul territorio (Figura4.10). Sono più di 100 i pozzi più rilevanti le cui acque sono destinate ad un utilizzo principalmente industriale.

I dati sugli emungimenti sono stati ricavati dal sistema informativo di gest ione elaborato ai sensi della Delibera C.R. n.24/2002 e successivo D.D. n. 6043 del 15 ottobre 2003 dalla Provincia di Massa Carrara, Settore Difesa suolo, e si tratta dei dati provenienti dall'integrazione dell'archivio informatizzato adottato dal Genio Civile prima dell'entrata in vigore della L.R.1/2001, con il materiale attualmente in giacenza presso l'Archivio cartaceo della Provincia di Massa-Carrara. E’ opportuno ricordare che tali dati forniscono i valori delle portate dichiarate da ciascun concessionario e non provengono quindi da misurazioni dirette da contatori.

Un discorso a parte meritano i prelievi a scopo idropotabile che, all’interno del S.I.N., sono rappresentati dai pozzi in Zona Stadio nel Comune di Massa. Tali pozzi sono stati attivati negli anni ‘80 e vengono utilizzati, se necessario, durante il periodo estivo, per far fronte al massiccio incremento del fabbisogno idrico dovuto all’aumento della popolazione non residente. Si tratta quindi di un prelievo stagionale e non continuativo da 4 pozzi, che arrivano mediamente ad una profondità di 65 m, la cui portata media è di 15 l/s ciascuno.

(34)

34

Considerando tale portata per un periodo di 4 mesi si ottengono circa 600000 m³/anno, considerazione fondamentale per valutare l’influenza di tali pozzi sullo schema di M.I.S.E.

Infine, all’interno del S.I.N. sono presenti sei batterie di pozzi già attive predisposte esclusivamente a scopo di M.I.S.E.. Tali interventi sono stati attivati in periodi differenti ed in particolare la batteria di pozzi presenti dell’area Ex-Farmoplant è attiva sin dagli anni ’80.

Figura 4.11: Localizzazione delle portate di emungimento dichiarate distinte per destinazione d’uso. (Fonte: sistema informativo di gestione della Provincia di Massa-Carrara)

Quindi possiamo commentare che gli emungimenti descritti si riferiscono all’anno 2004 e 2005 e pertanto rappresentano uno stato di fatto legato all’attività industriale presente e attiva in quel momento all’interno del perimetro del SIN. Questa situazione rapportata al fatto che dagli anni ’80 ad oggi le attività industriali sono diminuite continuamente e drasticamente, risulterebbe importante poter ricostruire nel tempo i vari andamenti delle piezometriche al fine di poter comprendere, come l’effetto degli emungimenti si sia evidenziato nella diffusione della contaminazione all’interno del sin negli anni e di capirne infine ad giorno d’oggi l’evoluzione finale degli emungimenti a seguito di eventuali riconversioni di alcuni siti industriali all’interno dello stesso SIN.

(35)

35

4.7 Qualità delle matrici ambientali

La caratterizzazione dei suoli e delle acque di falda è avvenuta attraverso la realizzazione di successive campagne di caratterizzazione, richieste in sede di Conferenza dei Servizi, per le singole aree incluse all’interno del S.I.N.

La conseguente valutazione dello stato di contaminazione delle acque e dei terreni è effettuata secondo quanto previsto dal D.M. 25 ottobre 1999, n.471 e, a partire dall’aprile 2006, secondo il D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 "Norme in materia ambientale".

Quest’ultimo poi oggetto di modifiche e integrazioni con il D. Lgs 16 gennaio 2004, n. 4, di cui i Piani di Caratterizzazione e i Progetti di bonifica non ancora presentati o attuati dovranno tenere conto.

La Zona Industriale Apuana (Z.I.A.) è caratterizzata da molteplici e differenti attività industriali che hanno più volte cambiato destinazione d’uso negli anni: ciò rende difficile sia tracciare univocamente i percorsi di diffusione della contaminazione che stabilire una correlazione tra la contaminazione dei suoli e quella delle acque.

In ogni caso allo stato attuale, benché molte delle attività produttive inquinanti sembrerebbero essere dismesse, emerge uno stato di compromissione ambientale molto marcato, che evidenzia chiaramente che la contaminazione è diffusa sia nei suoli che nelle acque di falda di buona parte del S.I.N..

4.7.1 Qualità dei suoli

Le caratterizzazioni dei suoli delle differenti aree presentano uno stato di avanzamento leggermente più avanzato rispetto a quelle delle acque di falda. In particolare, per alcune aziende sono già stati avviati interventi di bonifica dei suoli. Inoltre, da alcuni anni, i suoli di alcune aziende sono stati dichiarati bonificati a valle dell’attuazione di progetti di bonifica redatti precedentemente all’entrata in vigore del 471/99. Si tratta di due delle aree più estese sul territorio, la Ex Dalmine e Ex Farmoplant.

La caratterizzazione dei suoli è stata effettuata per molte delle aziende comprese nella Zona Industriale Apuana, ed ha evidenziato come per alcune di esse siano stati riscontrati superamenti rispetto alla Colonna B della Tabella 1 dell’Allegato 5 al Titolo V, Parte Quarta del D. Lgs 152/06. In generale i superamenti delle C.L.A. riguardano le seguenti sostanze:

Metalli: Arsenico, Cadmio, Cobalto, Rame, Cromo totale, Piombo, Mercurio, Zinco. Composti Organici Aromatici: Etilbenzene, Toluene, Xilene.

Policiclici Aromatici: IPA totali.

Fitofarmaci: Pesticidi azotati, fosforati e clorurati.

Idrocarburi: Idrocarburi pesanti (C > 12), Idrocarburi leggeri (C < 12).

In particolare, la contaminazione dei suoli riscontrata nelle maggiori aziende della Zona Indistriale Apuana è la seguente:

 Nuovo Pignone: contaminazione da Cu, Zn, Idrocarburi leggeri (C<12), Idrocarburi pesanti (C>12), IPA;

 Syndial- Ex Agricoltura: contaminazione da metalli (Pb, Cu, Cd, As, Hg), composti organici clorurati, pesticidi azotati e fosforati;

 Ex- CERMEC: contaminazione da Pb, Cu, Zn, Idrocarburi totali, As, Cd;

 Solvay -Bario e derivati: contaminazione da Pb, Hg, Co, Cr tot, Idrocarburi pesanti (C>12);  Area Ex-Ferrologhe: è stata richiesta la messa in sicurezza d’emergenza dei suoli attraverso

la rimozione dei fanghi di lagunaggio contenenti Cromo senza soluzione di continuità con l’eliminazione dei rifiuti “inerti” sovrastanti.

I suoli di tutte le aree residenziali sono stati caratterizzati, e ad una comparazione con la Colonna A della Tabella 1 dell’Allegato 5 al Titolo V, Parte Quarta del D. Lgs. 152/06, risultano contaminati da:

(36)

36

Composti Organici Aromatici: Benzene, Toluene.

Policiclici Aromatici: Pirene, Benzo(g,h,i)perilene, IPA totali. Fitofarmaci: DDD, DDT, DDE, Dieldrin, Pesticidi Clorurati. Idrocarburi: Idrocarburi pesanti (C > 12).

Altre Sostanze: PCDD, PCDF, PCB.

In particolare la contaminazione da Idrocarburi risulta particolarmente elevata soprattutto in corrispondenza dei suoli dei punti vendita di carburante, mentre i Fitofarmaci risultano maggiormente presenti nella Zona Stadio, di Alteta e Castagnola di Sotto.

In alcuni casi la compromissione nella zona residenziale è tale da evidenziare superamenti anche dei valori di Colonna B (Arsenico nella zona di Marina di Carrara e Mercurio nella zona di Avenza). Nonostante l’evidente relazione con l’inclusione delle aree residenziali nella Zona Industriale Apuana, allo stato attuale risulta difficile formulare ipotesi circa la specifica origine di tale contaminazione.

E’ importante sottolineare come, secondo quanto previsto dalle ultime disposizioni ministeriali, qualora il valore riscontrato per le sostanze cancerogene e/o molto tossiche e/o persistenti, identificate con apposito parere dall’ISS, superi di oltre 10 volte il limite fissato dalla vigente normativa in materia di bonifiche, sono prescritti idonei interventi di messa in sicurezza di emergenza mediante rimozione dei suoli.

È bene quindi precisare ulteriormente che l’accordo di programma comunque prevede che ogni titolare del procedimento (che sia o meno il responsabile della contaminazione) preveda a sue spese sull’effettuazione degli interventi di bonifica. Le varie conferenze dei servizi che hanno approvato gli elaborati progettuali (caratterizzazione e/o progetti di bonifica) prevedevano che ogni azienda installasse un impianto di MISE finalizzato a contenere la contaminazione all’interno del proprio sito, dando per scritto la adesione al futuro progetto consortile di MISE. Molte azienda si sono rifiutate di installare impianti di MISE dando però disponibilità a partecipare alla MISE consortile. Questa doverosa presenza ha l’unico fine di sottolineare che molte aziende hanno fatto la bonifica dei suoli ma non delle acque.

La criticità dei suoli si può dire essere in via di soluzione a vario titolo di approfondimento. Altrettanto non può dirsi per le acque.

(37)

37

4.7.2 Qualità acque di falda

Per comprendere lo stato di compromissione chimica delle acque di falda si è considerato tutti i dati trasmessi al MATTM, a seguito di indagini e piani di caratterizzazione, integrati dalle analisi eseguite a vario titolo nel SIN da ARPAT, nel periodo 2001-2007. Complessivamente risultano disponibili 439 referti di analisi che sono stati raggruppati e riportati in formato digitale all’interno di un unico database.

Figura 4.12: Risultati disponibili distinti per anno

Da una prima analisi dei dati si è evidenziato che, in corrispondenza di alcuni pozzi o piezometri, le misure sono state ripetute in periodi differenti. Per tali campioni si è scelto di considerare come rappresentativo del reale stato qualitativo delle acque l’ultimo dato in ordine temporale; inoltre, per tutti quei campioni in replica, ovvero sia le aliquote d’acqua prelevate nella medesima campagna e analizzate in differenti laboratori al fine della validazione, si è scelto di considerare rappresentativo il campione in cui, di volta in volta, i diversi analiti presentano il valore di concentrazione più alto. Le concentrazioni di ogni analita sono state confrontate con i limiti imposti dalla Tab. 2, Parte Quarta, Titolo V del D. Lgs 152/06.

E’ stato così riscontrato che la contaminazione presenta un’elevata variabilità sia dal punto di vista dei valori analitici dei singoli contaminanti, sia dal punto di vista della loro distribuzione spaziale. Ai fini della comprensione dello stato della contaminazione a scala di S.I.N., gli analiti riportati nel D.Lgs. 152/06 sono stati suddivisi nelle seguenti classi:

 Metalli (Arsenico, Antimonio, Cadmio, Cobalto, Cromo tot., Cromo VI, Ferro,  Mercurio, Nichel, Piombo, Manganese, Rame, Zinco);

 Composti Organici Aromatici (Benzene, Etilbenzene, Stirene, Toluene, p-Xilene, m-Xilene, o-Xilene);

Riferimenti

Documenti correlati

u Livelli normativi di riferimento La definizione dello stato chimico delle acque sotterranee, secondo la Direttiva 2000/60 e 2006/118, si basa sul rispetto di norme di qualità per

471/9/” con riferimento all’intervento di messa in sicurezza nella parte ex-Cogne, e, nel suo complesso, come sito interessato da inquinamento della falda freatica, per quanto

Without the written permission of VORTICE ELETTROSOCIALI SpA the drawing may not be used to construct the object represented, r be shown to third parties or otherwise

egislativo definisce inoltre quali devono essere le informazioni che i detentori degli apparecchi devono trasmettere con cadenza biennale o entro 10 giorni dal

&#34; T =differenza tra la media delle temperature massime e la media delle minime calcolate su tutti i giorni del mese, in °C;. T=temperatura

[r]

Data prove orali e valutazione titoli..

• Se una macchina monterà una scheda main PCB con una versione firmware inferiore alla versione 1.0.6 ma una scheda grinder con l’ultima versione firmware (v.14), essa non sarà