2.1
Introduzione
Le tipologie di intervento introdotte in Italia con riferimento alla formazione continua sono molteplici20, sia per ciò che riguarda le misure possibili e le fonti di finanziamento sia per ciò che concerne i destinatari degli interventi.
L’obiettivo principale in questa sede è quello di analizzare l’impatto delle misure su talune specifiche categorie di destinatari: in particolare, si è scelto di focalizzare l’attenzione sugli occupati e sulle imprese. Pertanto, di seguito si presenta una sintetica descrizione dei beneficiari degli interventi riconducibili alle seguenti misure:
- strumenti per la formazione continua a domanda individuale (ad esempio, voucher), come quelli previsti dalla legge 236/93;
- gli interventi previsti attraverso la legge 53/2000;
- misure cofinanziate dal Fondo Sociale Europeo.
La legge 236 del 1993, che ha definito le diverse tipologie formative, siano esse di tipo individuale (voucher) o aziendale, prevede il finanziamento di interventi di formazione continua destinati agli occupati, finanziati attraverso il fondo costituito con il prelievo dello 0,3% sul monte salari destinato all’INPS (Fondo Disoccupazione Involontaria).
Gli interventi della legge 53/2000 sono, invece, stati previsti nell’ottica di potenziare il diritto del lavoratore all’apprendimento permanente, stabilendo la possibilità per i lavoratori di usufruire di congedi per la formazione continua, con l’obiettivo di favorire la formazione all’interno dell’orario di lavoro.
Infine, per ciò che riguarda il Fondo Sociale Europeo, ci riferiamo in particolare al finanziamento della misura D1, volta allo “sviluppo della formazione continua, della flessibilità del mercato del lavoro e della competitività delle imprese pubbliche e private con priorità alle piccole e medie imprese”. Si tratta in prevalenza di finanziamenti per corsi di formazione continua, ossia interventi programmati e richiesti dall’impresa di appartenenza, sebbene una parte non residuale dei beneficiari abbia seguito corsi di formazione permanente, destinati all’aggiornamento culturale e professionale nella logica del life long learning.
Nel periodo considerato (2002-2008), la Regione Toscana ha complessivamente impegnato, per le attività di formazione continua, oltre 108 milioni di euro. Di questi, la maggior parte (52%) sono state dedicate all’asse D1 e agli strumenti previsti dalla legge 236/93 (42%), mentre solo una quota pari al 6% ha coperto il finanziamento degli interventi ex lege 53/2000 (Graf.
2.1).
20 Per una rassegna delle misure previste dalla normativa nazionale si veda il capitolo introduttivo della presente ricerca.
Grafico 2.1
DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE IMPEGNATE PER INTERVENTO NEL PERIODO 2000-2008 Milioni di euro
Asse D1 52%
L. 236/93 42%
L. 53/00 6%
Fonte: Archivi Regione Toscana-Settore Formazione
La base informativa, da cui si è sviluppata l’analisi, è costituita dai dati contenuti nel database del Fondo Sociale Europeo, chiamato “Sistema della Formazione”, realizzato dalla Regione Toscana e che contiene le informazioni registrate dalla Regione stessa, dalle Province e dai Circondari per la gestione delle attività di formazione professionale.
È necessario considerare, tuttavia, che tale base dati è incompleta poiché solo una parte delle informazioni relative alla rendicontazione delle attività di formazione continua vi è stata inserita: la maggior parte di esse è reperibile soltanto in formato cartaceo ed è esclusa, quindi, dalla seguente analisi. Più specificatamente, si dispone della quasi totalità delle informazioni relative ai voucher destinati direttamente ai lavoratori e alle imprese che hanno avuto accesso diretto al finanziamento; invece, per ciò che riguarda le imprese che hanno beneficiato dello stanziamento attraverso l’intermediazione di un’agenzia formativa, poiché l’esborso monetario è diretto a quest’ultima, non siamo in grado di definire il totale complessivo degli interventi e conseguentemente la percentuale di copertura dell’analisi.
2.2
La formazione continua individuale
• I Voucher
La sperimentazione delle attività di Formazione Continua Individuale si sviluppa in seguito all’emanazione della circolare 139/98 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (in attuazione della legge 236/93), che consente alle Regioni di riservare una parte delle risorse destinate ai piani formativi aziendali, settoriali e territoriali per il finanziamento di progetti di formazione continua proposti da singoli lavoratori.
Lo strumento principale attraverso cui si realizza l’offerta di Formazione Continua Individuale da parte delle Regioni (o Province, nei casi in cui la materia è stata decentrata) è quello dei voucher.
I voucher (o buoni formativi) sono rivolti ai lavoratori occupati e non21 ed hanno un importo variabile, compreso tra 500 e 5.000 euro. Inoltre, essi vengono per lo più accreditati 21 Il campo della presente analisi è, tuttavia, circoscritto ai voucher erogati ai soli lavoratori occupati.
direttamente agli enti di formazione in base a una documentazione comprovante la frequenza del lavoratore di almeno il 70-75% delle ore previste per il corso.
• I corsi finanziati
Il numero dei voucher erogati tra il 2000 e il 2008 è pari a 16.623. Di questi, il 60% è stato finanziato con Fondi Statali (FS), lo 0,5% attraverso Fondi Regionali (FR) e il restante 39,5%
con Fondi comunitari afferenti al Fondo Sociale Europeo FSE (FF). Il trend relativo all’erogazione dei voucher nel periodo non segue, tuttavia, un andamento costante negli anni.
Complessivamente in crescita tra il 2000 e il 2008 (Graf. 2.2), occorre in particolare segnalare due periodi di discontinuità. In primo luogo, il biennio 2006-2007, con oltre 3.000 voucher erogati, da solo copre circa il 40% del totale dei 9 anni presi in considerazione. Invece, nel periodo 2002-2003 si è avuta una diminuzione del numero di voucher erogati. La tendenza altalenante non è, tuttavia, riconducibile, ad un analogo andamento della domanda di voucher:
essa sembra piuttosto dipendere dagli stanziamenti annuali della Regione Toscana nei vari anni e quindi dalle reali possibilità di ottenere voucher.
Per quanto riguarda il tipo di finanziamento, invece, è interessante notare come nel 2001 e nel 2002 l’85% dei corsi è stato finanziato da FF, che proprio nel 2001 ha raggiunto il massimo valore. Purtroppo, però, il 30% dei corsi non è stato completato, e questo dato è stato calcolato senza contare quelli erogati nel 2008 che oggi potrebbero non essere ancora terminati.
Grafico 2.2
VOUCHER EROGATI DAL 2000 AL 2008 PER TIPO DI FINANZIAMENTO Valori assoluti
0 500 1.000 1.500 2.000 2.500 3.000 3.500
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
FF FR FS Fonte: Archivi Regione Toscana-Settore Formazione
La maggior parte dei corsi di formazione rivolta ai lavoratori è totalmente, o quasi, finanziata attraverso il voucher. Circa l’80% dei corsi è integralmente finanziato, mentre per il 14% si ha una percentuale di copertura del costo altrettanto significativa (circa l’80%); solo nel 2% dei casi, il costo da sostenere è per metà, o poco più, a carico del lavoratore (Graf. 2.3).
Grafico 2.3
% DI COPERTURA DEL FINANZIAMENTO PUBBLICO
51 - 80 4%
<=50
2% 80 - 100
100 14%
80%
Fonte: Archivi Regione Toscana-Settore Formazione
Se consideriamo poi, i costi complessivi sostenuti per la frequenza dei corsi, a fronte di una spesa più alta sostenuta nell’anno 2007, dovuta al maggior numero di corsi effettuati, si può notare un costo medio molto elevato per i corsi dell’ultimo anno22 (Tab. 2.4). Da sottolineare anche il picco del 2001 con riferimento sia al costo totale (2.129.462 euro) sia al costo medio (1.208 euro) a cui corrisponde un consistente aumento del numero di voucher erogati rispetto all’anno precedente.
Tabella 2.4
COSTO COMPLESSIVO DEI CORSI REALIZZATI Valori assoluti e medi. Valori in €
Costo totale dei corsi Anno assegnazione
TOTALE Medio
2000 779.967 835
2001 2.129.462 1.208
2002 630.144 734
2003 850.072 1.013
2004 1.633.327 1.056
2005 2.463.409 988
2006 3.423.271 1.104
2007 4.094.077 1.237
2008 2.798.627 1.853
TOTALE 18.802.355 1.150
Fonte: Archivi Regione Toscana-Settore Formazione
È inoltre possibile comprendere la domanda di formazione da parte dei lavoratori attraverso un’analisi delle tipologie di corsi23 verso cui i lavoratori si sono maggiormente orientati. Come mostra la tabella seguente, la preferenza cade maggiormente sui corsi di informatica e su quelli di lingua, ma mentre i primi hanno visto la loro massima espansione agli inizi degli anni 2000 (superiore al 37% nel 2002 e nel 2003), i secondi hanno avuto negli anni più recenti un significativo incremento della domanda (dal 9% nel 2000 al 22,2% nel 2008).
22 Ovviamente i costi non tengono conto dell’inflazione, ma sono espressi ai prezzi correnti dell’anno in cui il voucher è stato emesso.
23 Abbiamo individuato 14 macro aree, rielaborando le categorie di classificazione utilizzate dall’ISTAT.
Tabella 2.5
DISTRIBUZIONE DEI CORSI PER ANNO E TIPOLOGIA Valori %
Macroarea del corso 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
Lingue straniere 9,0 11,8 13,3 21,2 16,7 20,4 21,8 17,4 22,2
Vendita, marketing 10,8 4,4 5,8 3,0 4,7 3,8 3,0 5,4 2,4
Contabilità, finanza 2,2 2,5 4,1 1,4 3,4 1,6 3,5 2,3 3,6
Gestione aziendale, imprenditorialità 2,5 7,2 4,9 2,0 3,0 5,3 7,0 7,8 2,4
Lavoro di ufficio e segreteria 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1 0,2 0,0 0,1
Sviluppo di abilità personali, conoscenza del contesto lavorativo 7,2 10,7 15,9 10,7 5,0 9,5 7,2 9,5 4,7
Informatica 32,2 34,6 37,8 37,2 35,3 22,1 22,6 18,8 30,3
Tecniche e tecnologie di produzione 0,9 0,9 0,0 1,1 1,0 0,8 1,5 0,5 1,5 Ambiente, sicurezza sul lavoro, salvaguardia della salute 18,2 4,8 6,8 5,7 5,9 9,6 9,2 11,0 9,1
Vigilanza, servizi antincendio 0,0 0,3 6,4 0,6 1,0 1,3 0,2 0,1 0,1
Progettazione, ricerca 3,6 14,5 2,2 4,1 3,8 3,3 4,3 2,8 1,9
Certificazioni 0,0 0,1 0,0 1,3 0,1 0,6 0,6 0,1 0,7
Servizi alle persone 5,7 5,1 1,6 7,4 8,7 13,9 11,3 15,5 13,8
Altro 7,7 3,1 1,2 4,2 11,4 7,7 7,5 9,0 7,4
TOTALE 100 100 100 100 100 100 100 100 100
Fonte: Archivi Regione Toscana-Settore Formazione
Anche i corsi specializzati nel servizio alle persone hanno avuto un incremento significativo, sebbene più contenuto (dal 5,7% nel 2000 al 13,8% 2008); tali corsi sono anche quelli con una durata media più lunga (129 ore), visto che in questa categoria sono ricompresi anche i corsi di specializzazione professionale (Tab. 2.6).
Hanno un a durata piuttosto lunga anche i corsi di formazione per il servizi amministrativi e di segreteria (117 ore), mentre i corsi sulla vigilanza e i servizi antincendio sono quelli che prevedono la durata più breve (12 ore in media).
Tabella 2.6
MEDIA DELLE ORE SVOLTE PER AREA DI CORSO
Macroarea del corso Ore
Lingue straniere 51
Vendita, marketing 40
Contabilità, finanza 44
Gestione aziendale, imprenditorialità 52
Lavoro di ufficio e segreteria 117
Sviluppo di abilità personali, conoscenza del contesto lavorativo 64 Informatica 52
Tecniche e tecnologie di produzione 40
Ambiente, sicurezza sul lavoro, salvaguardia della salute 31
Vigilanza, servizi antincendio 12
Progettazione, ricerca 81
Certificazioni 81
Servizi alle persone 129
Altro 54 TOTALE 60
Fonte: Archivi Regione Toscana-Settore Formazione
• Le caratteristiche dei beneficiari
I beneficiari di voucher, dal 2000 al 2008, sono stati 15.315, il 52,2% donne e 47,8% uomini. Se consideriamo che in media in Toscana la percentuale di donne occupate è inferiore a quella degli uomini (circa il 42%di donne occupate24) appare evidente che, se guardiamo al genere, la misura ha favorito la partecipazione alle attività di formazione della componente più debole della forza-lavoro e che non si è verificato il fenomeno del cream skimming evidenziato dalla letteratura empirica25. Inoltre, poiché i corsi realizzati sono stati 16.623, ciò significa che uno stesso lavoratore ha partecipato a più corsi di formazione.
Infatti, anche se la quasi totalità dei lavoratori (92,5%), come mostra il grafico 2.7, ha richiesto nell’arco temporale di riferimento un solo voucher, poco meno del 7% ha frequentato 2 corsi e circa l’1% dei lavoratori ha partecipato a 3 o più corsi.
Grafico 2.7
DISTRIBUZIONE DEI BENEFICIARI PER NUMERO DI CORSI SVOLTI Valori %
2 7%
3+
1%
1 92%
Fonte: Archivi Regione Toscana-Settore Formazione
Se guardiamo ad altri elementi di differenziazione dei lavoratori, tuttavia, è possibile confermare ciò che evidenzia la letteratura e cioè che partecipino alle attività di formazione alcune classi di lavoratori piuttosto che altre. Ad esempio, osservando la distribuzione dei beneficiari dei voucher per classi di età (Graf. 2.8), è evidente come la maggioranza di questi siano giovani, visto che quasi la metà dei lavoratori che hanno beneficiato di questa misura hanno meno di 35 anni, mentre sono circa l’11% i lavoratori con più di 50 anni. In questo caso, se mettiamo questi dati in relazione con la distribuzione degli occupati toscani per classi di età, possiamo notare che alle attività di formazione partecipano in misura maggiore i lavoratori giovani piuttosto che quelli anziani. Inoltre, se analizziamo i profili contrattuali dei beneficiari, il 70% ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato, il 15% è un lavoratore in proprio e solo il restante 15% ha contratti di lavoro precari (a termine o di collaborazione). Entrambe le tendenze osservate confermano l’ipotesi che aderiscano a queste attività soprattutto i lavoratori più “forti”, sia sotto il profilo anagrafico che contrattuale.
24 Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro, ISTAT.
25 Cfr. capitolo 1.
Grafico 2.8
DISTRIBUZIONE DEI BENEFICIARI PER CLASSE DI ETÀ Valori %
0%
5%
10%
15%
20%
<=25 26-30 31-35 36-40 41-45 46-50 51-55 >55
Fonte: Archivi Regione Toscana-Settore Formazione
Un ulteriore elemento di differenziazione tra i beneficiari è il titolo di studio di cui sono in possesso. In relazione a questo aspetto, appare evidente che il successo delle politiche formative si misura sulla capacità di intercettare soprattutto i soggetti con un basso livello di istruzione.
Da questo punto di vista, i risultati che fornisce l’analisi vedono una distribuzione dei beneficiari per titolo di studio abbastanza dissimile da quella degli occupati, in favore dei profili più scolarizzati. È altresì possibile evidenziare una variabile discriminante nel genere, visto che il livello di istruzione delle donne che accedono ai corsi di formazione è più elevato di quello dei loro colleghi maschi (Graf. 2.9): infatti, a fronte di un 22% di donne con un’educazione di livello alto troviamo il 16% degli uomini, mentre nei livelli bassi di istruzione (assolvimento dell’obbligo) troviamo il 33% dei maschi contro il 28% delle donne.
Grafico 2.9
DISTRIBUZIONE DEI BENEFICIARI PER GENERE E TITOLO DI STUDIO Valori %
33,3%
28,4% 30,7%
50,3% 49,5% 49,9%
16,4% 22,1% 19,3%
0%
15%
30%
45%
60%
Maschi Femmine TOTALE
Titolo basso Titolo medio Titolo alto Fonte: Archivi Regione Toscana-Settore Formazione
Il genere rappresenta una variabile discriminante anche se guardiamo alla durata dei corsi, visto che le donne frequentano mediamente corsi di durata più lunga: questo è probabilmente dovuto ad una differenziazione nelle mansioni lavorative che si riflette nella scelta di attività formative di tipo diverso. È ragionevole pensare che il differenziale sia imputabile al maggior numero di donne occupata in mansioni di segreteria e di amministrazione, che prevedono, come abbiamo precedentemente osservato, corsi di durata maggiore (Tab. 2.10).
Si noti che, inoltre, sono i 40enni a frequentare corsi più lunghi e che, tendenzialmente, sono i lavoratori più giovani a seguire corsi di maggiore durata rispetto agli occupati in età matura.
Tabella 2.10
MEDIA DELLE ORE SVOLTE PER GENERE E CLASSE D’ETÀ
Genere Classe d'età
Anno assegnazione F M <=25 26-30 31-35 36-40 41-45 46-50 51-55 >55
2000 59 61 60 63 64 64 57 54 47 64
2001 125 80 95 121 108 103 73 111 68 76
2002 60 41 29 45 53 51 51 49 41 43
2003 35 32 48 30 31 34 32 32 28 13
2004 73 49 54 54 63 72 63 55 66 45
2005 75 40 45 54 50 70 75 64 65 50
2006 75 49 83 61 57 70 61 64 58 46
2007 53 47 60 55 54 50 48 48 42 42
2008 44 43 39 48 63 40 38 37 49 39
TOTALE 68 50 61 62 61 63 57 57 53 46
Fonte: Archivi Regione Toscana-Settore Formazione
È possibile inoltre osservare che i beneficiari sono maggiormente impiegati (oltre il 40%) o operai (29%). Anche i lavoratori autonomi hanno tuttavia fruito in modo considerevole dei voucher (22%). In particolare, se guardiamo a quest’ultima categoria di occupati, notiamo differenze molto significative nel genere. In primo luogo, a differenza dell’universo degli occupati, in cui i maschi sono il 69% dei lavoratori autonomi, tra i partecipanti ai corsi di formazione le donne superano in numero i loro colleghi (1.464 contro 1.289); ma anche nella distribuzione per posizione nella professione si evidenziano forti differenze (Tab. 2.11): le donne sono concentrate tra i soci di cooperativa (30%) e le altre forme di lavoro autonomo (44%), in cui tra l’altro sono comprese forme di collaborazione, mentre tra gli uomini non si nota una forte concentrazione in nessuna delle categorie. Analizzando l’area alla quale il corso afferisce, si nota che le socie di cooperativa, in oltre il 50% dei casi, hanno scelto corsi relativi all’assistenza alle persone, numerosi sono quelli rivolti agli educatori e a cui si occupa della cura di anziani e non autosufficienti. I liberi professionisti, invece, investono in prevalenza in corsi inerenti la ricerca e la progettazione.
Tabella 2.11
DISTRIBUZIONE DEI BENEFICIARI CON UN LAVORO AUTONOMO PER GENERE Valori %
Posizione Maschi Femmine
Libero professionista 28 17
Imprenditore 20 9
Socio di cooperativa 15 30
Altro autonomo 37 44
TOTALE 100 100
Fonte: Archivi Regione Toscana-Settore Formazione
Infine, se guardiamo alla distribuzione territoriale dei beneficiari dei voucher, possiamo osservare alcuni elementi di differenziazione rispetto alla distribuzione degli occupati per provincia (Graf. 2.12). Ad esempio, ad Arezzo e a Lucca, si ha una percentuale di beneficiari di voucher (16% sul totale nel primo caso; 14%, nel secondo) più significativa rispetto agli
occupati nella provincia (10% in entrambi i casi). Ciò è forse riconducibile ad un investimento ulteriore da parte degli attori istituzionali locali, non solo in termini monetari ma anche in termini di attenzione e orientamento delle politiche.
Grafico 2.12
DISTRIBUZIONE DEI BENEFICIARI E DEGLI OCCUPATI PER PROVINCIA DI RESIDENZA Valori %
0% 5% 10% 15% 20% 25% 30%
Massa Lucca Pistoia Firenze Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Prato
Occupati Beneficiari
Fonte: Archivi Regione Toscana-Settore Formazione
2.3
La formazione continua nelle imprese
La formazione continua rivolta alle imprese vede due principali categorie di utenza:
i) le imprese che hanno direttamente presentato richiesta di co-finanziamento pubblico a sostegno dell’attività di formazione continua, da attuare in proprio o avvalendosi di un’agenzia formativa;
ii) le imprese che non presentano direttamente domanda di co-finanziamento in quanto mere fruitrici del servizio offerto da agenzie formative specializzate nell’organizzazione di corsi.
Queste ultime, dopo aver preventivamente ottenuto il finanziamento pubblico, promuovono e collocano direttamente i propri servizi presso le imprese.
Nel primo caso si dispone della quasi totalità delle imprese che hanno presentato direttamente richiesta di accesso al finanziamento pubblico, perché loro stesse dovevano registrarsi in una banca dati. Per quanto riguarda le seconde, che sono la maggior parte, poiché la registrazione è a carico dell’agenzia formativa, non si dispone che di una piccola parte delle beneficiarie effettive, in quanto le agenzie spesso registrano solo i corsi realizzati e non le aziende partecipanti.
• Le imprese con accesso diretto al finanziamento
Il database delle imprese con accesso diretto al finanziamento, per le tre misure analizzate, contiene 755 unità suddivise tra le province della regione come nel grafico 2.13.
Grafico 2.13
DISTRIBUZIONE DELLE IMPRESE PER PROVINCIA Valori %
0% 2% 4% 6% 8% 10% 12% 14% 16% 18% 20%
Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca Massa Pisa Pistoia Prato Siena
Fonte: Archivi Regione Toscana-Settore Formazione
Per le imprese con accesso diretto al finanziamento, come per i voucher individuali, il 2007 è stato l’anno in cui si è svolto il maggior numero di corsi: quasi il 30% dei corsi svolti dal 2000 al 2008 sono stati realizzati in quest’anno.
Nel grafico seguente (Graf. 2.14) si riporta la distribuzione dei corsi nel tempo distinguendo per tipo di finanziamento ottenuto.
Si può osservare che, in quasi tutti gli anni considerati, i corsi sono stati finanziati prevalentemente con Fondi comunitari afferenti al Fondo Sociale Europeo FSE, eccetto che nel biennio 2007-2008, in cui si può ben vedere come la consistenza dei finanziamenti con Fondi Statali (FS) sia rapidamente aumentata, fino a essere preponderante. Anche in questo caso, come abbiamo già osservato analizzando i voucher erogati, la tendenza osservata nel tempo, sia in termini di numero di corsi finanziati che in termini di fonti di finanziamento, sembra dipendere dagli stanziamenti annuali della Regione Toscana nei vari anni e quindi dalle reali possibilità di realizzare i corsi piuttosto che da un andamento altalenante della domanda di formazione da parte delle imprese.
Grafico 2.14
DISTRIBUZIONE DEI CORSI FINANZIATI PER ANNO E TIPO DI FINANZIAMENTO Valori %
0 300 600 900 1.200
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
FF FS
Fonte: Archivi Regione Toscana-Settore Formazione
Le imprese usufruiscono per la maggioranza (il 53%) di un solo corso co-finanziato; il numero di aziende che realizzano più corsi è comunque consistente, e di queste il 12% investe in oltre dieci corsi di formazione (Graf. 2.15).
Grafico 2.15
DISTRIBUZIONE DELLE IMPRESE PER NUMERO DI CORSI ATTIVATI Valori %
2 11%
1 53%
3-4 12%
5-6 8%
7-9 4%
10+
12%
Fonte: Archivi Regione Toscana-Settore Formazione
Dalla tabella 2.16 emerge come i corsi più richiesti (946 in valore assoluto, il 22% del totale) siano quelli rivolti alla sicurezza sul posto di lavoro e di pronto soccorso: tale dato non stupisce poiché si tratta di corsi obbligatori a norma di legge. Molti dei corsi sono, poi, dedicati alla formazione specifica per le qualifiche professionali (577, il 13%) e alle tecniche e tecnologie della produzione (400, il 9%). Tra i corsi riservati alla formazione più generale, il più richiesto è quello dedicato alla conoscenza dell’informatica (440 corsi, il 10% del totale).
Tabella 2.16
TIPOLOGIA DI CORSO PER NUMERO DI ALLIEVI E FINANZIAMENTO
Numero allievi Finanziamento TOTALE
Macroarea del corso
Totale Medio Totale Medio NUMERO CORSI
Lingue straniere 1.267 11 1.055.888 9.025 133
Vendita, marketing 2.630 11 1.407.900 5.866 260
Contabilità, finanza 1.078 12 681.639 5.497 136
Gestione aziendale, imprenditorialità 7.370 17 3.834.404 8.855 454
Lavoro di ufficio e segreteria 657 18 430.021 11.945 37
Sviluppo di abilità personali, conoscenza del contesto lavorativo 8.368 15 5.941.315 10.553 577
Informatica 4.669 12 3.254.183 7.956 440
Tecniche e tecnologie di produzione 4.954 14 4.063.155 10.581 400
Ambiente, sicurezza sul lavoro, salvaguardia della salute 14.356 16 4.367.688 4.742 946
Vigilanza, servizi antincendio 2.702 17 625.971 3.840 165
Progettazione, ricerca 657 10 466.075 6.564 76
Certificazioni 2.177 10 2.094.188 9.391 224
Servizi alle persone 3.872 48 1.084.661 11.417 112
Altro 4.913 17 5.446.214 14.680 399
TOTALE 59.670 15 34.753.303 8.374 4.359
Fonte: Archivi Regione Toscana-Settore Formazione
Anche i corsi più rivolti alle figure imprenditoriali e relativi allo sviluppo delle competenze manageriali sono molto seguiti, segno di una certa capacità della classe imprenditoriale di riconoscere il proprio bisogno di formazione.
La preferenza che le aziende attribuiscono a queste tipologie di corsi è evidente anche dal fatto che tali corsi sono anche i più frequentati in termini di numero complessivo di allievi. Per ciò che attiene al costo dei corsi, i più costosi sono quelli che riguardano le attività connesse al lavoro d’ufficio e di segreteria (il co-finanziamento ammonta, in media, a 11.945 euro) e quelli relativi ai servizi alle persone (11.417 euro). I corsi meno costosi risultano quelli relativi alla vigilanza (3.840 euro) e alla sicurezza (4.742 euro). Ciò è probabilmente dovuto a due fattori: da un lato, il carattere di obbligatorietà di questi corsi che spinge a renderli facilmente fruibili anche in termini di costo di accesso; dall’altro, la durata più breve di questi corsi rispetto agli altri.
Consideriamo, adesso, alcune caratteristiche specifiche delle imprese.
Occorre premettere che, in questa parte dell’analisi, abbiamo raggruppato le imprese sulla base dell’intensità tecnologica e del contenuto di conoscenza, seguendo una classificazione proposta dall’ISTAT-OCSE. Conseguentemente, abbiamo distinto le imprese in:
i) manifatture ad alta tecnologia e servizi ad alto contenuto di conoscenza;
ii) manifatture a medio-alta tecnologia e servizi a medio-alto contenuto di conoscenza;
iii) manifatture a medio-bassa tecnologia e servizi a medio-basso contenuto di conoscenza;
iv) manifatture a bassa tecnologia e servizi a basso contenuto di conoscenza.
In questo modo è possibile approssimare la capacità innovativa delle imprese e le differenze
In questo modo è possibile approssimare la capacità innovativa delle imprese e le differenze