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3.1

Introduzione

Il capitolo si concentra sulle persone occupate che hanno effettuato, nell’arco temporale 2000-2008, corsi di formazione continua co-finanziati dalla Regione Toscana attraverso l’erogazione di voucher individuali. L’obiettivo è quello di descrivere numerosità e tipologia degli interventi realizzati e, allo stesso tempo, di delineare le principali criticità che hanno interessato la fase di implementazione della politica, a partire dalle problematiche evidenziate nel primo capitolo e, più in generale, dalla letteratura sulla valutazione delle politiche pubbliche destinate alle imprese.

L’analisi prevede la realizzazione di un’indagine campionaria, condotta tramite interviste telefoniche con metodologia CATI26, a 1.000 lavoratori che hanno usufruito di voucher individuali utilizzabili per la frequenza di corsi di formazione continua. Il campione degli intervistati è stato preventivamente stratificato per genere e classi di età (20-34, 35-49 e 50-64enni). L’indagine ha una significatività statistica a livello regionale e l’utilizzo dei dati a livello provinciale può essere previsto solo con una maggiore dimensione campionaria. La base informativa di partenza proviene dal Database del Fondo Sociale Europeo, Sistema della Formazione realizzato dalla Regione Toscana e contenente l'insieme dei dati registrati dalla Regione stessa, dalle Province e dai Circondari per la gestione delle attività di formazione professionale.

Il quadro si completa con un approfondimento qualitativo delle tematiche più rilevanti emerse dall’indagine quantitativa attraverso la realizzazione di un focus group27 che prevede la partecipazione dei beneficiari dei voucher formativi.

Nel secondo paragrafo si delinea il profilo dei soggetti intervistati con specifico riferimento alle caratteristiche demografiche (come l’età e il titolo di studio) e alla situazione lavorativa (professione svolta, oggetto del lavoro, settore di attività e dimensione dell’impresa in cui sono occupati) non disponibili negli archivi, in modo da verificare se nell’accesso ai voucher formativi agiscano meccanismi di autoselezione, ipotesi già tratteggiata nel primo capitolo del presente rapporto.

Nel terzo paragrafo sono analizzati le caratteristiche dei corsi frequentati, le modalità con cui si svolgono e le motivazioni che hanno spinto i fruitori a optare per specifiche attività di formazione. Nel paragrafo 3.4 si analizzano gli effetti che la formazione ha prodotto sulla carriera lavorativa dei fruitori in termini sia di efficacia sia di spendibilità nel mercato del lavoro (nell’attuale posizione o in altra) delle competenze apprese attraverso la frequenza dei corsi di formazione continua. Conclude il paragrafo un’analisi del giudizio espresso dai beneficiari dei

26 La metodologia, o tecnica di indagine, consiste nell’insieme delle modalità di contatto delle unità statistiche interessate dalla rilevazione. Nello specifico con la CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) il questionario è contenuto nel computer e le domande vengono poste così come compaiono sullo schermo dall’intervistatore telefonico.

27 Il focus group è una tecnica di rilevazione basata sulla discussione tra un piccolo gruppo di persone, alla presenza di uno o più moderatori, focalizzata su un argomento che si vuole indagare in profondità. Sollecitando solo inizialmente una riflessione comune su alcune tematiche, si perviene a uno scambio di opinioni e punti di vista che in breve si autoalimenta in quanto, diversamente dall’intervista, i partecipanti non devono rispondere individualmente a una serie di domande, ma discutere e confrontarsi sul tema oggetto di indagine.

voucher con riferimento all’operato della Regione Toscana su alcuni aspetti inerenti la fase attuativa delle politiche di formazione.

Nell’ultimo paragrafo (3.5) si delineano i risultati emersi dalla realizzazione di un focus group con alcuni dei fruitori dei voucher formativi, focus che ha permesso di evidenziare alcuni elementi interpretativi che il questionario aveva colto solo in parte.

3.2

Il profilo dei beneficiari: caratteristiche demografiche e situazione lavorativa

Il profilo dei beneficiari dei voucher formativi è sicuramente caratterizzato dal possesso di un diploma di scuola secondaria superiore (61%), a fronte di un 18% di laureati e del 21% di persone con la sola licenza media inferiore: una distribuzione piuttosto diversa da quella che contraddistingue la popolazione toscana occupata, equamente distribuita da chi possiede un titolo di studio basso (41%) e chi ha un diploma (43%). Sembra, pertanto, che ci sia una correlazione positiva tra il titolo di studio conseguito e la probabilità di frequentare corsi di formazione.

Da un’analisi per titolo di studio e classe di età due sono le peculiarità che devono essere sottolineate (Tab. 3.1): una prima concerne il fatto che oltre la metà dei beneficiari (53%) è concentrata tra i 20-34enni e che solo una quota residuale (6%) è costituita da occupati con più di cinquant’anni. Un secondo elemento da evidenziare riguarda il fatto che i più istruiti concentrano i periodi di formazione all’inizio della carriera lavorativa, mentre al diminuire del titolo di studio aumenta la domanda di formazione in età adulta (dal 37% al 51%) e in età matura (dal 2% al 9%). Se, cioè, i laureati frequentano corsi di formazione in giovane età perché possono costituire un valido strumento per un profittevole inserimento nel mercato del lavoro, i meno scolarizzati investono in formazione in età più avanzata, come fosse una necessità imposta da un mercato del lavoro in continua evoluzione nel quale la conoscenza delle tecnologie informatiche diventa sempre più importante anche per i profili meno elevati.

Tabella 3.1

TITOLO DI STUDIO E CLASSE DI ETÀ Valori %

Classe di età

Titolo di studio 20-34 35-49 >=50 TOTALE

Basso 40,5 50,5 9,0 100,0

Medio 54,9 38,9 6,2 100,0

Alto 61,1 37,3 1,6 100,0

TOTALE 53,1 41,0 5,9 100,0

Fonte: elaborazioni indagine IRPET

Con riferimento alla posizione nella professione la maggior parte degli intervistati (78%) svolge un lavoro alle dipendenze, e questo sicuramente non stupisce date le caratteristiche del mercato del lavoro toscano. Degna di rilievo è, però, la sovrarappresentazione degli impiegati, che costituiscono oltre la metà (52%) dei fruitori dei voucher (Tab. 3.2). In linea con i valori medi della popolazione attiva è la quota di occupati alle dipendenze con un contratto a termine (10%).

Tabella 3.2

POSIZIONE NELLA PROFESSIONE Valori %

Posizione nella professione Valori %

Autonomo 15,8

Imprenditore 3,8

Libero professionista 7,5

Lavoratore in proprio 4,6

Dipendente 78,4

Dirigente o quadro 3,4

Impiegato 51,6

La distribuzione per titolo di studio e oggetto del lavoro svolto restituisce un quadro in cui prevalgono gli occupati nelle attività di amministrazione e segreteria (20%), nella produzione e nella vendita e marketing (19%) (Tab. 3.3): sono queste aree a minore contenuto innovativo in cui si concentrano i meno scolarizzati, e rispettivamente i diplomati nelle attività amministrative (24%) e coloro che possiedono la licenza media nelle attività produttive (41%). I laureati, invece, sono occupati per lo più in attività inerenti il sistema di gestione e sviluppo delle risorse umane (24%) se in possesso di una formazione umanistica e nella progettazione e nella ricerca (24%) se hanno competenze tecniche e scientifiche.

Tabella 3.3

TITOLO DI STUDIO E OGGETTO DEL LAVORO Valori %

Oggetto del lavoro Titolo di studio Vendita,

Marketing Contabilità,

Per quanto riguarda le caratteristiche dell’azienda in cui lavorano, chi fruisce di voucher individuali è prevalentemente occupato in un’impresa di piccole dimensioni: il 38% ha meno di dieci addetti e il 37% non oltre cinquanta (Graf. 3.4). Deve, però, essere rilevato che il sistema produttivo della Toscana è contraddistinto da una prevalenza di piccole e piccolissime imprese, spesso a conduzione familiare (il 40% degli occupati lavora in contesti con meno di 10 addetti):

da ciò consegue che l’accesso ai voucher formativi è più frequente per coloro che lavorano in aziende di medie dimensioni.

A questo si aggiunge il fatto che la specializzazione dell’economia regionale è orientata, anziché verso i comparti dell’hi-tech industriale e del terziario qualificato, verso i settori più tradizionali dell’industria e i servizi poco avanzati, la cui domanda di risorse umane a elevata

specializzazione è contenuta: ne deriva una minore propensione a seguire corsi di formazione in modo autonomo, senza un sostegno o un incentivo da parte del datore di lavoro.

Grafico 3.4

DIMENSIONE DELL’IMPRESA IN CUI LAVORANO I FRUITORI DI VOUCHER INDIVIDUALI Valori %

Analizzando, infine, la distribuzione dei beneficiari per settore in cui lavorano, emerge chiaramente come questi siano sovrarappresentati nei settori del commercio (21%) e dei servizi sociali e alle persone (23%); scarso è, invece, il peso dei settori dell’intermediaizone monetaria e finanziaria (2%), dell’industria dell’energia (2%) e del settore agricolo (3%) (Graf. 3.5).

Grafico 3.5

SETTORE DI ATTIVITÀ DELL’IMPRESA IN CUI LAVORANO I FRUITORI DI VOUCHER INDIVIDUALI Valori %

Altri servizi sociali e alle persone Commercio

Da sottolineare vi è il fatto che tra gli occupati solo il 23,5% lavora nel commercio e nei servizi alle famiglie e alle persone, mentre quasi la metà (44%) dei fruitori di voucher opera in questi due settori: è probabile, pertanto, che a influire sulla scelta individuale di seguire corsi di formazione siano la professione svolta e l’oggetto del lavoro più del settore.

3.3

Le caratteristiche dei corsi

Passiamo adesso ad analizzare nel dettaglio le caratteristiche dei corsi di formazione e le modalità in cui sono svolti. Chi ha utilizzato i voucher formativi nel periodo di osservazione (2000-2008) nella quasi totalità (l’84%) se ne è avvalso un’unica volta. Una prima differenza si basa sul tipo di attività svolta: chi, infatti, si occupa di vendita e marketing o di gestione delle risorse umane ha maggiore probabilità di aver frequentato più di un corso, mentre coloro che producono beni e servizi hanno fruito quasi esclusivamente (91%) di un solo corso (Graf. 3.6).

E’ possibile, pertanto, che i primi abbiano con maggiore frequenza necessità di aggiornamento per quanto riguarda tecniche di vendita e utilizzo di tecnologie informatiche per continuare a svolgere al meglio la propria professione, mentre per i secondi un unico corso può essere sufficiente per acquisire le certificazioni o i titoli per poter, ad esempio, utilizzare specifici macchinari o strumenti di lavoro.

Grafico 3.6

NUMERO DI CORSI SVOLTI E OGGETTO DEL LAVORO Valori %

Ma su quali argomenti si concentrano i corsi di formazione individuali28? Indubbiamente si assiste a una polarizzazione sui corsi di informatica (26%) e di lingue straniere (21%) che da soli costituiscono quasi il 50% dell’offerta formativa complessiva (Graf. 3.7). Seguono, pur a una certa distanza, gli argomenti inerenti lo sviluppo di abilità personali e della conoscenza del contesto lavorativo (12%) e i servizi alle persone e di trasporto (12%), una categoria piuttosto variegata che include per lo più corsi relativi alla formazione di figure occupate nei servizi, sia pubblici sia privati, scarsamente specializzati.

Tipici corsi organizzati dalle imprese sono, all’opposto, quelli inerenti le certificazioni (2%), la vigilanza e i servizi antincendio (1%) e il lavoro d’ufficio e di segreteria (0,5%) che, infatti, non incontrano, se non in minima parte, l’interesse individuale.

28 Per il 16% degli intervistati che nel periodo 200-2008 hanno frequentato più di un corso di formazione co-finanziato con i voucher erogati dalla Regione Toscana, nel proseguo del capitolo si farà riferimento al corso più costoso o, qualora tale informazione non sia ricavabile, al corso che ha avuto la maggior durata. Questa selezione ex-ante del corso a cui riferirsi durante l’intervista, pur riguardando un numero ampiamente minoritario del campione, è stata fatta al fine di concentrare l’attenzione sull’attività formativa più rilevante e di maggiore impatto sul percorso lavorativo.

Grafico 3.7 Servizi alle persone, servizi di trasporto Sviluppo di abilità personali Lingue straniere Informatica

Fonte: elaborazioni indagine IRPET

Incrociando le informazioni disponibili per l’argomento del corso frequentato e l’oggetto del lavoro svolto, permane ovviamente il dominio dei corsi di lingue straniere, di informatica, e di quelli specifici di alcuni profili lavorativi -come i corsi di vendita e marketing per chi si occupa proprio di questi aspetti della gestione aziendale- ma trova conferma anche l’ipotesi postulata in precedenza in base alla quale chi opera nel settore delle risorse umane ha maggiore probabilità di fare più di un corso perché affronta tematiche di volta in volta differenti: l’erogazione di servizi alle persone e servizi di trasporto (21%), lo sviluppo di abilità personali (10%), la gestione aziendale (8%) e i temi dell’ambiente e della sicurezza sul lavoro (8%) (Tab. 3.8).

Tabella 3.8

ARGOMENTO DEL CORSO E OGGETTO DEL LAVORO Valori %

Vendita, marketing 20,7 2,9 1,6 1,3 2,5 4,1 2,5

Contabilità, finanza 2,5 14,5 4,7 2,6 1,3 0,8 5,0

Gestione aziendale, imprenditorialità 1,7 5,8 8,7 7,8 1,3 3,3 0,0

Lavoro di ufficio e segreteria 0,0 1,4 0,0 0,0 1,3 0,0 0,0

Sviluppo di abilità personali 9,9 7,2 7,9 10,4 7,5 14,9 5,0

Informatica 28,9 31,9 38,6 16,9 33,8 21,5 32,5

Tecniche e tecnologie di produzione 2,5 1,4 2,4 2,6 8,8 11,6 5,0

Ambiente, sicurezza sul lavoro 3,3 2,9 3,9 7,8 2,5 10,7 10,0

Vigilanza, servizi antincendio 0,0 0,0 0,8 0,0 0,0 3,3 2,5

Progettazione, ricerca 0,0 1,4 3,1 2,6 11,3 0,8 2,5

Certificazioni 0,0 0,0 0,0 6,5 1,3 4,1 0,0

Servizi alle persone, servizi di trasporto 8,3 2,9 3,9 20,8 3,8 4,1 2,5

TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: elaborazioni indagine IRPET

Chi, invece, si occupa di produzione concentra il proprio interesse sui temi inerenti lo sviluppo di abilità personali e la conoscenza del contesto lavorativo (15%), necessari per meglio integrarsi nel settore in cui opera e, pertanto, spesso frequenta solamente un corso di formazione.

Tra i fattori disincentivanti, prevalgono l’elevato carico di lavoro e la ridotta disponibilità di tempo (37%) e i costi elevati (31%): con riferimento al primo elemento ciò si riconduce al fatto che chi decide di seguire corsi di formazione in modo autonomo rispetto all’impresa nella quale lavora è probabile che incontri spesso difficoltà di conciliazione tra i due impegni e che, pertanto, opti per i corsi di breve durata o che si svolgono in orari che non impattano con la giornata lavorativa.

Relativamente al costo del corso, invece, il prezzo medio è pari a 1.300 Euro: i meno costosi sono quelli che trattano i temi della vigilanza e dei servizi antincendio (280 Euro), i più onerosi quelli inerenti la progettazione e la ricerca (2.360 Euro) (Graf. 3.9). Da sottolineare vi è il fatto che i corsi connessi con il lavoro di ufficio e le attività di segreteria e quelli sulla vigilanza e i servizi antincendio sono gratuiti, in quanto il costo è coperto integralmente dal voucher e che, in generale, a carico dell’individuo grava mediamente il 10% della spesa totale: più onerosi risultano i corsi che rilasciano certificazioni, quelli finalizzati all’erogazione di servizi alle persone e di trasporto e quelli sui temi della contabilità e della finanza (con una compartecipazione rispettivamente del 26%, 24% e 23%).

Grafico 3.9

COSTO MEDIO DEL CORSO E QUOTA A CARICO DEL LAVORATORE PER ARGOMENTO DEL CORSO

0 500 1.000 1.500 2.000 2.500

Lavoro di ufficio Vigilanza, servizi antincendio Tecniche e tecnologie di produzione Informatica Lingue straniere Progettazione, ricerca Gestione aziendale Vendita, marketing Sviluppo di abilità personali Ambiente, sicurezza sul lavoro Contabilità, finanza Servizi a persone e di trasporto Certificazioni

0 6 12 18 24 30

costo medio complessivo del corso % a carico del lavoratore Fonte: elaborazioni indagine IRPET

La scelta di effettuare un investimento in formazione è quasi sempre autonoma (66%), come conseguenza di un’autovalutazione delle proprie conoscenze o competenze. Un ruolo importante è ricoperto anche dal datore di lavoro che in 29 casi su 100, anziché organizzare dei

corsi per i propri dipendenti, preferisce suggerire loro di formarsi in modo autonomo. Residuale è il ruolo ricoperto dai Centri per l’Impiego (2%) e dal sindacato (2%).

Con riferimento, invece, ai soggetti che hanno indirizzato la scelta verso uno specifico corso, un ruolo di primo piano è svolto dal datore di lavoro (37%): è, infatti, probabile che sia proprio quest’ultimo ad avere una maggiore conoscenza dei corsi di formazione realizzati nel territorio e che, allo stesso tempo, possano essere utili per svolgere alcune mansioni nella propria azienda.

Un quarto degli intervistati (25%) si rivolge, invece, a familiari, amici e conoscenti (Graf.

3.10): è il caso soprattutto di coloro che frequentano corsi organizzati da istituti scolastici, Università e società di consulenza e che potrebbero non avere un legame diretto con la loro attuale occupazione ma, all’opposto, aumentare le opportunità per cambiare lavoro o, più semplicemente, mansione all’interno della stessa impresa. Un ruolo non secondario è svolto anche dai canali informativi più generici, come internet e i quotidiani (20%), seguiti dalla società che organizza il corso (12%), che, pertanto, risulta efficace anche nella promozione del proprio lavoro, dal sindacato e dalle associazioni di categoria che, congiuntamente, svolgono una funzione di indirizzo solo per il 5% degli individui.

Grafico 3.10

MODALITÀ CON CUI SI È VENUTI A CONOSCENZA DEL CORSO Valori %

1,2 5,2

11,7

19,9 25,2

36,7

0 5 10 15 20 25 30 35 40

Altro Sindacato/associazione di categoria Società che organizza il corso Internet e/o quotidiani Familiari, amici Datore di lavoro

Fonte: elaborazioni indagine IRPET

Anche se la scelta di frequentare un corso di formazione è per lo più presa in modo autonomo, il motivo prevalente che vi soggiace è quasi sempre di tipo professionale (nell’80%

dei casi). La partecipazione al corso avviene, inoltre, nella maggior parte dei casi (56%) fuori dall’orario di lavoro, mentre per il 30% esclusivamente o principalmente in orario lavorativo.

Da sottolineare, però, il fatto che tra coloro che effettuano attività di formazione per motivi professionali è maggiore la percentuale di chi segue i corsi esclusivamente in orario di lavoro (18% vs 3%) o in modo prevalente (18% vs 4%) (Graf. 3.11). Il datore di lavoro, pertanto, evidenzia una maggiore disponibilità nei confronti dei dipendenti che fanno corsi di formazione a carattere individuale là dove abbiano avuto una compartecipazione nella scelta e là dove le conoscenze acquisite risultino spendibili e utili anche per lo svolgimento delle mansioni quotidiane.

Grafico 3.11

MOTIVO DELLA PARTECIPAZIONE E ORARIO DI SVOLGIMENTO DEL CORSO Valori %

Principalmente durante l'orario di lavoro Principalmente fuori dal lavoro Esclusivamente fuori dal lavoro Altro

Motivi professionali Interesse personale Fonte: elaborazioni indagine IRPET

Determinanti per la partecipazione al corso sono i motivi professionali: tra questi, però, prevale ampiamente il desiderio di riuscire a svolgere meglio l’attuale lavoro (75%) sulla possibilità di spendere le nuove competenze nella ricerca di una nuova occupazione (14%) e su quella di intraprendere percorsi di mobilità professionale orizzontale -ricoprendo altri ruoli o mansioni (4%)- o verticale -aumentando la probabilità di avere una promozione (2%) o di guadagnare di più (1%) (Graf. 3.12). Anche la relazione tra la frequenza di un corso di formazione e la probabilità di ottenere un contratto a tempo indeterminato sembra decisamente debole: solo l’1% dei partecipanti si iscrive con questo prioritario obiettivo.

Grafico 3.12

Aumentare le probabilità di ottenere un contratto a tempo indeterminato

Aumentare le probabilità di guadagnare di più Altre finalità Aumentare le probabilità di avere una promozione dove lavora Interesse personale Poter ricoprire altri ruoli e altre mansioni dove lavora Aumentare le probabilità di trovare un nuovo lavoro Poter svolgere meglio il suo attuale lavoro

Fonte: elaborazioni indagine IRPET

E’, però, probabile che riuscire a svolgere meglio il proprio lavoro sia un viatico per raggiungere indirettamente altri obiettivi: aumentare la produttività ed essere più efficienti nello svolgimento delle proprie mansioni può, infatti, favorire una progressione di carriera o un aumento del salario, ma può anche agevolare la ricerca di una nuova occupazione o l’ottenimento di un contratto a tempo indeterminato.

Con riferimento alla professione svolta, quelle intermedie e tecniche (22%) sono maggiormente caratterizzate sia dall’obiettivo di svolgere meglio il proprio lavoro (22%) sia da quello di intraprendere un percorso di mobilità professionale nell’azienda in cui sono occupate (28%). Si tratta, cioè, di persone in possesso di un titolo di studio medio-alto (un diploma di scuola secondaria superiore o una laurea triennale) che hanno delle aspirazioni di crescita.

Maggiormente motivati a cercare una nuova occupazione sono, invece, prevalentemente coloro che svolgono professioni relative alle vendite e ai servizi sociali (22%) (Tab. 3.13):

persone sottoinquadrate rispetto al titolo di studio conseguito o comunque insoddisfatte della posizione lavorativa attuale che vedono nel corso di formazione scelto un sostegno per una ricollocazione in un’altra realtà produttiva o in una differente posizione professionale rispetto a quella attuale.

Tabella 3.13

FINALITÀ DEL CORSO E PROFESSIONE DEI PARTECIPANTI Valori %

Poter svolgere meglio

il suo attuale lavoro Poter ricoprire altri ruoli

e altre mansioni dove lavora Aumentare le probabilità di trovare un nuovo lavoro

Dirigenti e imprenditori 5,6 7,0 5,6

Professioni di elevata specializzazione 9,1 4,7 8,0

Professioni intermedie e tecniche 22,1 27,9 19,2

Professioni esecutive 15,1 11,6 13,6

Professioni relative alle vendite e ai servizi 15,5 16,3 22,4

Artigiani, operai specializzati 12,5 14,0 13,6

Conduttori di impianti e operai 3,9 7,0 0,8

Personale non qualificato 16,1 11,6 16,8

TOTALE 100,0 100,0 100,0

Fonte: elaborazioni indagine IRPET

I corsi frequentati hanno un target di riferimento non specifico: nel 71% dei casi per iscriversi non è necessario nessun titolo di studio particolare, e nei casi in cui è richiesto ci si riferisce per lo più al diploma di scuola media superiore (10%). Scarsa è anche l’attenzione a specifiche categorie di occupati: i laureati costituiscono appena l’1% e gli iscritti al Centro per l’Impiego il 5%. Con riferimento ai lavoratori cosiddetti “deboli” o potenzialmente tali, alla componente femminile della popolazione è destinato lo 0,5% degli interventi, ai più esposti al rischio di esclusione sociale l’1% e a coloro che hanno un contratto a termine, con la finalità di un inserimento a tempo indeterminato, il 5%.

Due potrebbero essere, pertanto, le considerazioni da fare. Da un lato il profilo di chi richiede un voucher individuale per frequentare corsi di formazione continua è caratterizzato da un’età giovane e da un titolo di studio medio-alto e pertanto, in misura minore degli altri occupati, sopporta il rischio di esclusione o marginalizzazione nel mercato del lavoro, rischio che si accompagna a una maggiore possibilità di esclusione sociale. Scarso potrebbe essere per questi soggetti l’interesse verso i percorsi formativi destinati a specifiche categorie, caratterizzate da un elevato rischio di marginalità come le donne, i lavoratori in età matura, i meno scolarizzati. D’altra parte, però, questa evidenza empirica potrebbe anche essere

riconducibile a una ridotta offerta formativa per destinatari specifici in favore di una offerta più generalista che possa incontrare l’interesse di un numero di persone più ampio possibile.

3.4

Un’analisi di efficacia dei corsi di formazione

Passiamo adesso ad analizzare quelli che, per gli utilizzatori dei voucher, sono stati gli esiti del corso seguito e la loro valutazione rispetto alle finalità che hanno sostenuto la scelta di seguire

Passiamo adesso ad analizzare quelli che, per gli utilizzatori dei voucher, sono stati gli esiti del corso seguito e la loro valutazione rispetto alle finalità che hanno sostenuto la scelta di seguire