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bole per il beniamino delle mamme, sembra doversi escludere; donna però non meno sagace che virtuosa, scorgendo nel suo Giovannino sotto la naturale vivacità

Nel documento NELLA VIT.A E NELLE OPERE (pagine 24-28)

ima

precoce apertura di mente e un gusto spiccato per le cose di pietà, non poteva

non riguardarlo con particolare compiacenza. Il giorno innanzi ch’ei nascesse, festa

dell’Assunta, l ’aveva preconsacrato alla Madre di Dio; orbene in quelle eccezionali

•disposizioni di lui ravvisava un chiaro indizio di assistenza speciale da parte della Vergine.

Con questo tuttavia non chiudeva gli occhi sopra i suoi difetti. Senz’alzare mai la voce, correggeva lui al pari degli altri con amore, fortezza e costanza, esercitando sui loro animi un ’autorità ferma e dolce. Occorrendo, non avrebbe esitato a usare anche il castigo; anzi, perchè i figli non si facessero illusioni, teneva sempre pronta in un angolo della cucina una simbolica verga, che nessuno ardiva toccare. Che l ’adoperasse, non sembra, tanti erano gli espedienti a cui sapeva e preferiva ricor­

rere invece di porre mano alla frusta.

Un giorno d ’estate, i due fratellini tornarono a casa arsi dalla sete. La mamma, andata ad attingere acqua, ne porse prima a Giuseppe. Giovannino, sebbene non avesse che quattro anni, impermalito al vedersi posposto, si abbuiò in volto, osten­

tando di non voler più bere. Margherita, come se nulla fosse, si voltò e ripose l ’acqua, riprendendo le sue faccende. Fu cosa di un momento, perchè egli, rassere­

nato, la pregò di darne anche a lui.

—■ Credevo che non avessi più sete — gli rispose ella con aria un po’ soste­

nuta .

—■ Mamma, perdono! — fece il piccolo, ravveduto.

— Ah, così va bene! — esclamò la madre. Quindi, ripigliata l ’acqua, glie l ’accostò alle labbra.

U n ’altra volta Giovanni, un po’ più grandicello, aveva dato in uno scatto d ’impazienza. Mamma Margherita: — Vieni qui, gli disse, vieni qui! — Il fan­

ciullo corre. — Vedi quella verga? — continuò la madre.

— Sì, la vedo, -— le rispose egli, guardando lei con intelligenza e adagio adagio scostandosi.

— Ebbene, prendila e portamela.

— A che farne?

— Portamela e vedrai.

— È per le mie spalle?

— E perchè no? quando tu me ne fai di queste!

— Mamma, non farò più così!

Un sorriso da ambe le parti chiuse l ’incidente. In materia di correzioni era sua massima indurre i figli a fare le cose per amore e per piacere a Dio.

Un giorno, ritornando da un paese vicino, si vide venire incontro Giovanni, che tutto premuroso le chiedeva se stesse bene e se avesse fatto buon viaggio.

— Sì, tutto bene, rispose. Ma tu che cosa nascondi dietro le spalle?

— Ecco, mamma, — disse pronto il figlio, porgendole, con fare furbetto,

un ramoscello ben ripulito, scortecciato qua e là con cert’arte e adorno di fregi.

La mamma capì che egli ne aveva fatta qualcuna e ne lo interrogò.

— Sì, rispose, questa volta me le merito proprio.

— Che cosa è successo ?

■— Per disgrazia ho rotto il vaso d ell’olio.

Venutagli la fantasia di prendere un oggetto posto in alto, era montato sopra una sedia e stendendo il braccio, aveva urtato col gomito l ’orcio, che cadde al suolo e andò in frantumi, chiazzando il pavimento di una tondeggiante macchia d ’olio che si allargava, si allargava... Egli cercò bene di rimediarvi, dando di piglio alla granata; ma ci voleva altro a fare scomparire le tracce del disastro! Era dun­

que corso ai ripari con quell’accorgimento.

La mamma, udito il racconto e dato in silenzio uno sguardo al compunto narratore e un altro alla verga così acconciata, sorrise d ell’astuzietta infantile e senza scomporsi gli disse: —■ M i rincresce della disgrazia, ma non c ’è stata colpa e quindi ti perdono. Bada però che prima di fare qualunque cosa, bisogna pensare alle conseguenze. — Poi, rimettendosi in cammino, sviluppò la lezione. — Vedi, proseguì, se tu avessi posto più attenzione, ti saresti accorto che c ’era pericolo di rompere qualche cosa, avresti fatto più adagio e non ti sarebbe accaduto nulla. Chi è sventato da giovane, sarà poi uomo senza riflessione, e si procurerà dispiaceri, e arriverà anche a offendere il Signore... Abbi dunque giudizio.

Questo senno educativo che guarda le cose per il loro giusto verso, si diede pure a divedere in una circostanza d ’altro genere e assai più rilevante. Mamma Margherita vigilava i figli e non li lasciava in ozio; tuttavia, sapendo che avevano necessità di ricrearsi, permetteva che si andassero a divertire con i loro coetanei del vicinato: solo esigeva di conoscere ogni volta chi essi fossero. Giovanni giocava con ardore, tanto che non di rado ritornava a casa malconcio in qualche parte della persona. Una buona volta finalmente la madre gli disse di non mescolarsi più con quei monelli.

-— Io vado con loro a bella posta, osservò egli, perchè sono birichini. Se mi ci trovo io, stanno più buoni e non dicono certe parole.

— Ma intanto vieni a casa con la testa rotta.

—■ Oh, sono disgrazie!

— Comunque sia, non ci andrai più.

— Per ubbidire non ci andrò p iù; ma quando ci sto io in mezzo a loro, fanno come voglio io e non rissano più.

Le sue osservazioni colpirono la madre, che, ripensandoci e vedendolo im­

mobile ad aspettare l ’ultim a parola, ritirò il divieto. Un ragazzetto che parla così,

non è del comune stampo. Già fin d ’allora faceva capolino in lu i la santa passione che ne riempirà la vita.

A i Becchi non esisteva chiesa; la più vicina era la cappellania di M orialdo, borgata dipendente da Castelnuovo e distante un paio di chilometri. Là per lo più s ’andavano a fare le divozioni. Mamma Margherita vi conduceva i figli alla Messa e alla predica; ma ai catechismi non ve li poteva mandare, finché erano piccoli.

V i suppliva dunque da sé.

A quei tempi per le famiglie rurali del Piemonte correvano la Storia Sacra e il Leggendario dei Santi, che nelle lunghe serate d ’inverno qualche vecchio più istruito leggeva ad alta voce, e gli altri, intenti chi a dicanapulare canapa o a in- trecciare vim ini, chi a filare, ascoltavano con diletto. Tra prediche e sim ili letture, Margherita venne via da Capriglio con un buon corredo di notizie agiografiche, sicché in certe ore del giorno poteva intrattenere i figli narrando fatti dell’antico e del nuovo Testamento ed esempi dei Santi; prima però faceva loro imparare e ripetere alcune risposte del catechismo, che ella sapeva bene a memoria. Così preparò Giovanni anche alla prima confessione. Per la prima comunione lo mandò, come dicevamo, alla parrocchia durante la quaresima del 1836.

Una particolarità pertanto colpiva di meraviglia in lui, ed era l ’impulso irre­

sistibile che lo portava a comunicare agli altri le cose apprese; più ancora, l ’in­

gegnosità sua per mettersi in grado di esercitare quell’apostolato, chè con diverso nome non si potrebbe chiamare tanto ardore di propaganda.

Nell’accompagnare la madre ai mercati e alle fiere dei villaggi, aveva notato come folle di gente stessero estatiche a osservare acrobati e giocolieri. Egli s ’era già provato a raccogliere gruppi di ragazzi per ripetere loro i racconti uditi dalla madre in casa e dai sacerdoti nelle prediche e nei catechismi; ma pensava: “ Se fossi anch’io capace di fare come quei tali, tutti gli abitanti dei Becchi mi verrebbero attorno e io potrei dire loro quanto mi paresse ” . Concepire un buon pensiero e tradurlo in atto sarà la vita di Don Bosco; era già intanto una tendenza di lui decenne.

Gli toccò prima espugnare la madre. Quali argomenti mettesse in campo, non si sa; questo si sa, che la madre dopo matura riflessione si arrese e gli diede licenza di recarsi in certe occasioni con persone fidate a Castelnuovo ed a borgate vicine per assistere a quegli spettacoli. Là egli ora studiava le mosse dei saltimbanchi, ora cercava di scoprire le trappolerie dei prestigiatori. Carpì financo il segreto di quei ciarlatani che, cacciando in bocca ai pazienti la chiave inglese, cavavano loro i denti coram populo. A casa poi s ’ingegnava di imitare quanto aveva potuto comprendere bene. Faceva e rifaceva senza mai stancarsi, finché non gli riuscisse di ottenere u n ’esecuzione perfetta.

Nel documento NELLA VIT.A E NELLE OPERE (pagine 24-28)