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CAPITOLO 4: BOLLE SPECULATIVE

4.5. Bolle Speculative nella storia

4.5.1. La Bolla dei Tulipani

Quella dei tulipani è la prima bolla speculativa documentata nella storia; si tratta di una bolla che nel XVII secolo colpì l’Olanda e la sua economia, ma questa bolla, a differenza dalle successive, non fu causata dall’eccessiva speculazione su titoli e azioni all’interno del mercato finanziario ma da un fiore, ovvero il tulipano, che ancora oggi rappresenta la cultura olandese.

In Olanda, la coltivazione del tulipano ebbe inizio nel 1593, grazie al botanico fiammingo Carlus Clusius che, dopo essersi accertato che tali fiori avrebbero sofferto le severe condizioni climatiche dei Paesi Bassi, importò un carico di queste piante rare proveniente da Costantinopoli. L'interesse per questi fiori dalle diverse colorazioni divenne una vera e propria mania che negli anni si trasformò in un'esagerata ricerca degli esemplari più rari, come quelli con petali a striature geometriche, con spettacolari effetti colorati di linee intricate e fiammeggianti. Queste splendide e rare colorazioni dovute, adesso si sa, ad una malattia175, spinsero

173 B. POLES, Piccola fenomenologia delle Bolle. Cosa sono, come funzionano e perché esplodono

le bolle speculative in Panorama per i giovani, N. 3, Settembre-Dicembre 2008, p. 18 sgg.

174 Si veda ad esempio lo studio di R. KRӒUSSL, T. LEHNERT, N. MARTELIN, Is there a bubble in the

art market?, Luxembourg School of Finance, University of Luxembourg, Maggio 2014.

175 Le striature dei tulipani sono causate da un'infezione da potyvirus (virus delle piante) che causa una distribuzione alterata dei pigmenti nei petali. L’infezione virale dei tulipani non è benigna: nelle

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i negozianti a ricercare sempre di più i tulipani facendone in questo modo alzare il prezzo di vendita; quello dei tulipani diventò un vero e proprio investimento tanto che molta gente li acquistava per poi rivenderli poco dopo sfruttando il continuo aumento dei prezzi.

L'interesse per i tulipani coincise con una fase di crescita commerciale dei Paesi Bassi, da poco indipendenti ed al centro del lucroso commercio delle Indie Orientali, dove un singolo viaggio poteva produrre profitti anche del 400%. Questa ricchezza, soprattutto insita fra i membri della ‘middle-class’, diede inizio tra questi ad una gara volta ad ottenere i bulbi più rari, facendo diventare i prezzi insostenibili e i tulipani beni di lusso. Questo eccessivo aumento della domanda, fece raggiungere ai singoli bulbi prezzi altissimi, ad esempio agli inizi degli anni ’20 del ‘600 un singolo bulbo di una tipologia rara arrivò a costare fino a un migliaio di fiorini olandesi176. Per uno dei bulbi più rari e più ambiti, il “Semper Augustus”,

che esisteva in 12 esemplari presso un unico proprietario, si arrivò addirittura alla cifra di 5200 fiorini.

Il cronista della Gazzetta di Haarlem (Amsterdam), Chrispijn Munting nel 1635 scriveva:

«Oggi un contadino ha acquistato un singolo bulbo del raro tulipano chiamato Vicerè, pagando per esso:

otto maiali, quattro buoi, dodici pecore, due carichi di grano, quattro carichi di segale, due botti di vino, quattro barili di birra,

due barilotti di burro, mille libbre di formaggio, un letto completo di accessori, un calice d'argento e un vestito, per un valore totale di 2.500 fiorini»177.

generazioni successive all'infezione, infatti, il bulbo si rimpicciolisce finché non è più in grado di fiorire.

Per questo motivo la maggior parte delle varietà di tulipani striati, tra cui il “Semper augustus”, non esiste più.

Si veda http://www.economiaxnoi.it/1637tulipani.html

176 Il reddito medio annuo dell’epoca si aggirava attorno ai 150 fiorini.

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Nonostante queste cifre possano sembrare elevatissime, Garber178 sostiene che i fondamentali non fossero così elevati e che alcuni prezzi rispecchiassero, di fatto, le caratteristiche di rarità e di flussi di rendite future attese dovute alla propagazione. Pertanto non vi era nulla di folle circa gli alti prezzi dei tulipani così come non vi è nulla di assurdo negli alti prezzi degli oggetti d’arte rari o da collezione.

Nel 1636 vengono istituiti mercati regolari per la vendita di bulbi in molte città olandesi, come Amsterdam, Rotterdam, Haarlem, Leida, Alkmar, Hoorn per citarne alcune. Esisteva anche un mercato anche per i bulbi di tulipano che erano appena stati piantati, i cui prezzi arrivavano a valori improponibili già intorno a settembre del 1636; la cosa curiosa è che in quel mese non c’erano bulbi esposti, visto che di regola venivano piantati durante l’estate per fiorire la primavera successiva; gran parte della speculazione fu dovuta a delle vere opzioni sui tulipani: c’era chi si comprava il diritto di acquistare un certo numero di bulbi ad un prezzo prefissato prima ancora che questi fossero realmente presenti sul mercato, e dall’altro lato gli agricoltori per proteggersi da eventuali cadute di prezzo o scarsità di raccolta pagavano per assicurarsi di poter vendere i propri fiori ad un determinato prezzo. Tutta l'economia olandese fu trasportata da questo fenomeno, ed anche i prezzi degli altri beni, come quelli di prima necessità, aumentarono gradualmente.

Nonostante ciò, quest’euforia legata al mercato dei tulipani era destinata a terminare. Il crollo iniziò il 6 febbraio del 1637, apparentemente scatenato da un'asta di bulbi di tulipani "normali" andata deserta ad Haarlem. Anche se questo fatto poteva essere causato dalla presenza in Haarlem di un focolaio di peste bubbonica, il panico in pochi giorni si diffuse in tutto il paese. Nonostante gli sforzi degli operatori per sostenere la domanda, il mercato dei tulipani crollò. Per non perdere tutto ciò che era stato investito, molti decisero di svendere ciò che possedevano e dall’altro lato c’era chi aveva acquistato dei contratti per comprare tulipani a prezzi anche dieci volte maggiori di quelli che si vedevano nel mercato.

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Il panico era ormai ovunque e moltissime persone avevano perso praticamente tutto ciò che possedevano. La bolla era effettivamente scoppiata.

Allo sgonfiarsi della bolla nacquero poi diverse controversie legali e sebbene nessun tribunale avesse intenzione di imporre il pagamento dei contratti, nel 1638 vennero promulgati degli arbitrati obbligatori basati sul pagamento da parte dei compratori del 3,5 % del prezzo pattuito con il bulbo che rimaneva al venditore. Come si è visto, di fronte all’analisi del fenomeno delle bolle speculative, sia nella storia remota sia in quella attuale, la pretesa razionalità degli operatori economici vacilla. La teoria che vuole i mercati efficienti non riesce a spiegare come questi subiscano l’influenza della componente irrazionale veicolata dal fattore umano. La storia ha fornito numerosissimi esempi di episodi speculativi, trainati da considerazioni e illusioni prive di qualsivoglia fondamento economico e razionale. I mercati finanziari restano, infatti, sempre governati da un sistema di scelte e valutazioni condotte da esseri umani. Come sottolinea Robert J. Shiller, «gli economisti hanno fatto sicuramente progressi nella comprensione dei mercati finanziari, ma continua a prevalere la complessità della vita reale»179.

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