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CAPITOLO 3: LA DOMANDA SPECULATIVA

3.2. La domanda speculativa

Il desiderio di detenere moneta come deposito di valore assume comunemente il termine di domanda speculativa, poiché la scelta di tenere o meno ricchezza in forma liquida è influenzata tra le varie cose dalla possibilità di lucrare guadagni da operazioni sul mercato dei titoli, ma anche sugli altri mercati, giocando sulle differenze tra il prezzo corrente e quello futuro91.

Ogni mercato può essere sollecitato dalla domanda speculativa, ed inoltre un mercato sarà tanto più vulnerabile a tale domanda quanto maggiormente tratterà beni rari e scarsi in rapporto alla domanda di fruizione effettiva (mercato in eccesso di domanda).

Il mercato dell’arte, e in particolare quello dell’arte contemporanea, per queste ragioni, è tra i più colpiti dalla speculazione essendo questo un segmento che negli ultimi trent’anni ha visto una forte espansione. La domanda speculativa, nel segmento contemporaneo, può nascere da tutti quei soggetti come le banche, i fondi

90 Ibidem, p. 48.

91 J. M. KEYNES, Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta, UTET, Torino 1971, p. 151 sg.

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d’investimento e le corporate art collection che, in questi ultimi anni, hanno voluto legare la propria immagine all’arte, con l’intento di ottenere rivalutazioni del capitale investito.

Abbiamo visto come la domanda di fruizione, generata dai collezionisti puri, si distingua dalla domanda speculativa, caratteristica degli investitori/speculatori; concentrandosi maggiormente su questi ultimi, ovvero sulla dimensione più economica del collezionismo d’arte, possiamo ancora fare una distinzione interna. Sulla base degli obiettivi perseguiti e del criterio temporale, infatti, è possibile distinguere gli investitori tradizionali dagli speculatori.

L’investitore tradizionale è colui che agisce in un’ottica di medio-lungo periodo ponendosi l’obiettivo di diversificare il proprio patrimonio. Egli acquista quando il mercato di un artista è già formato, cioè quando la domanda permette accertamenti sicuri sulla base dei risultati delle aste nazionali e internazionali. Non avverso al rischio, è una persona agiata, conservatrice, tradizionalista che punta sui nomi noti e consolidati senza eccedere.

Gli speculatori sono pur sempre investitori, ma, a differenza degli investitori tradizionali, essi agiscono in un’ottica di più breve periodo, facendo i loro acquisti quando il mercato di un artista è in fase di formazione. Essi possono determinare un’accelerazione dei prezzi quando subentrano fattori concomitanti come la rarefazione delle opere di quell’artista, la sua internazionalizzazione, la sua partecipazione a mostre illustri. Poiché potrebbe non desiderare grandi cifre immobilizzate, generalmente tende a disfarsi delle opere se il trend non sale. La domanda speculativa, dunque, ha una fungibilità più alta, dal momento che lo scopo dello speculatore è quello di trovare l’impiego finanziario a rendimento più elevato92.

I moventi della domanda speculativa sono individuabili nell’andamento del mercato finanziario, nella disponibilità di liquidità dei consumatori per fortune fatte altrove (ad esempio nel mercato immobiliare o borsistico)93 oltre che nell’influenza

92 A. ZORLONI, L’economia dell’arte contemporanea. Mercati, strategie e star system, Franco Angeli, Milano 2011, p. 181.

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esercitata da strutture di mercato aggreganti la domanda e l’offerta, come le case d’asta94.

Quattro sono generalmente i possibili vantaggi che derivano dall’investimento in arte:

1. Diversificazione del portafoglio: l’obiettivo di ogni risparmiatore è quello di diminuire il rischio associato ai propri investimenti ottenendo da essi il massimo guadagno possibile. Tramite una diversificazione del portafoglio, e quindi inserendo anche l’arte, si può diminuire il rischio del portafoglio. C’è da dire, però, che gli asset più redditizi sono anche i più rischiosi in quanto possono determinare nel breve periodo rendimenti non adeguati o addirittura negativi. L’investitore che vuole ottenere buoni rendimenti dai propri risparmi deve quindi cercare di diversificare al meglio i propri investimenti, valutando attentamente anche i trend del mercato passati. 2. Fiscalità: precisando che la fiscalità varia da Paese a Paese, almeno nel

territorio italiano, l’investitore in arte gode di maggiori vantaggi fiscali rispetto a chi investe nei mercati finanziari o in quelli immobiliari; ad esempio, in Italia, una percentuale del costo di acquisto di un’opera d’arte può essere detratta, mentre il possesso e la proprietà di questa non deve inserito nella dichiarazione dei redditi.

3. Fruibilità: nonostante gli investitori si differenziano dai collezionisti puri, maggiormente attenti all’aspetto artistico e culturale insito nelle opere d’arte, anche loro, seppur in misura minore, godono della fruizione estetica dell’arte. Il piacere di appendere un quadro alle pareti di casa e di poterlo contemplare è sicuramente superiore rispetto al possesso di un titolo azionario o al certificato di un fondo d’investimento.

Osservando più da vicino il fenomeno della speculazione relativa al mercato dell’arte contemporanea, si potrebbe affermare che la speculazione sull’opera d’arte contemporanea, vantaggiosa sulle opere senza ancora una stabile critica storico-

94 A. ZORLONI, L’economia dell’arte contemporanea. Mercati, strategie e star system, Franco Angeli, Milano 2011, p. 181.

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artistica, per non essere troppo rischiosa, dovrebbe essere di breve periodo. Pertanto, occorre rivendere prima che il mercato percepisca che la quotazione è troppo alta, poiché la rapidità dell’ascesa può essere un sintomo che non è lontano nel tempo il raggiungimento dell’apice, a cui seguirà una fase di discesa repentina. Ci si trova quindi di fronte a un ciclo di vita delle quotazioni caratterizzato da una fase di sviluppo rapidissimo seguito da una fase di declino altrettanto rapido95. Si può infine affermare che il comportamento speculativo da parte di alcuni agenti del mercato sia uno dei fattori che, influenzato a sua volta dall’andamento del sistema economico e dei mercati finanziari, potrebbe influenzare l’andamento del mercato dell’arte nel breve periodo. Spesso, infatti, la domanda speculativa viene accostata al fenomeno della bolla speculativa, che verrà approfondito nel capitolo seguente. Prima di soffermarci su questo argomento, infatti, è utile analizzare la diversa capacità da parte delle varie tipologie di collezionisti di influenzare in qualche modo i prezzi di aggiudicazione.