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Lo studio di Kräussl, Lehnert e Martelin «Is there a bubble in the art

CAPITOLO 5: BOLLE SPECULATIVE NEL MERCATO DELL’ARTE

5.3. Rilevazione delle bolle speculative nel mercato dell’arte

5.3.1. Lo studio di Kräussl, Lehnert e Martelin «Is there a bubble in the art

I prezzi record osservati nel mercato dell'arte negli ultimi tre anni hanno sollevato la questione relativa alla presenza di una bolla speculativa nel mercato dell’arte.

209 R. CAMPBELL, Art as a financial investment in Journal of Alternative Investments, Vol. 10, N. 4, 2008, pp. 64-81.

210 L. GÉRARD-VARET, On pricing the priceless: Comments on the economics of the visual art

market, in European Economic Review, Vol. 39, N. 3-4, 1995, pp. 509-518.

211 R. KRӒUSSL, T. LEHNERT, N. MARTELIN, Is there a bubble in the art market?, Luxembourg School of Finance, University of Luxembourg, Maggio 2014, p. 3 sg.

212 P. C. B. PHILLIPS, Y. WU, J. YU, Explosive Behavior in the 1990s NASDAQ: When Did

Exuberance Escalate Asset Values?in International Economic Review, Vol. 52, N. 1, 2011, pp. 201–

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Data la difficoltà di determinare il valore fondamentale delle opere d'arte, i ricercatori della Luxembourg School of Finance, Krӓussl, Lehnert e Martelin, hanno recentemente ideato un procedimento di rilevazione dei comportamenti esplosivi applicando il test SADF, nel periodo che va dal 1970 al 2013, all’interno di quattro diversi segmenti del mercato dell’arte (“Impressionist and Modern”, “Post-war and Contemporary”, “American”, and “Latin American”). Sono state identificate due bolle speculative storiche e una attuale; quest’ultima nei segmenti della “Post-war and Contemporary” e de “l’American”. Come è stato dimostrato nella loro analisi, il test scelto permette una maggiore accuratezza nel caso di bolle multiple oltre che a dare maggiori informazioni sull’origine e sullo scoppio di queste.

Il campione di dati utilizzato per il test compiuto dai ricercatori è stato costruito per mezzo del BASI (Blouin Art Sales Index)213, un database online contenente i dati

delle opere vendute da più di 350 case d’asta al mondo. Attualmente, il BASI è uno dei più grandi database, contenente informazioni di più di 4,6 milioni di opere d’arte e di più di 225.000 artisti singoli lungo il periodo che va dal 1922 al 2013. Roman Krӓussl, Thorsten Lehnert e Nicolas Martelin, analizzando il database in questione, si sono focalizzati sui dipinti, i cui dati ammontano a 2,7 milioni. Per ciascun record all’asta, il database contiene informazioni sull’artista e sull’opera oltre che sulla vendita. In particolare per ogni artista si sono presi in considerazione il nome, la nazionalità, l’anno di nascita e di morte (se applicabile). Per l’opera, invece, si conoscono il titolo, l’anno di realizzazione, la tecnica, le dimensioni, lo stile ed eventuali firme o timbri. Infine, per quanto riguarda la vendita si hanno dati relativi alla casa d’aste, alla data dell’asta, al numero di lotti, al prezzo di aggiudicazione (hammer price), ai ‘bought-in’ e ai ritiri.

Utilizzando il BASI, si sono costruiti 4 diversi indici: “Impressionist and Modern”, “Post-war and Contemporary”, “American” e “Latin American”. A causa delle proprietà intrinseche delle opere d’arte, il metodo utilizzato per creare i diversi indici è stato quello della regressione edonica, le cui variabili indipendenti utilizzate

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sono state la tecnica, la casa d’aste, la superficie, la firma, il prezzo di stima, lo stato di conservazione, la reputazione dell’artista e la data in cui è stata effettuata la vendita.

Il modello di regressione edonica considerato è il seguente: In 𝑃𝑖𝑡 = α + ∑ 𝐵𝑗 𝑧 𝑗=1 𝑋𝑖𝑗 + ∑ 𝑌𝑡 𝐷𝑖𝑡 𝑡 𝑡=0 + 𝜀𝑖𝑡 𝜀~𝑁 (0, 𝜎2), (6)

dove 𝑃𝑖𝑡 è il prezzo del dipinto i al tempo t, α è l’intercetta di regressione, 𝐵𝑗 il

coefficiente riferito alle caratteristiche 𝑋 del dipinto i; 𝑋𝑖𝑗 il valore delle caratteristiche del dipinto i; 𝑌𝑡 rappresenta il coefficiente associato alla variabile ‘dummy’ indicata come 𝐷𝑖𝑡, la quale assume il valore 1 quando i dipinti sono

venduti nel tempo t considerato.

Sono stati calcolati quattro indici di prezzi (si veda la figura 5.3.) nel periodo che va dal 1970 al 2013; in ciascuno di questi, il primo anno, cioè l’anno base, è stato impostato a 100. La figura 5.3. mostra che tutti quattro gli indici di prezzo214 hanno drasticamente aumentato il proprio livello nel corso degli ultimi quattro decenni, con livelli che vanno dai 1200 ai 3300 punti nel 2013. Si può notare, inoltre, che pur essendoci stato un incremento generale il segmento “Post-war and Contemporary” si è rivelato essere il più redditizio con due boom identificabili tra il 1985 e il 1990 e tra il 2005 e il 2009.

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Fonte: R. KRӒUSSL, T. LEHNERT, N. MARTELIN, Is there a bubble in the art market?, Luxembourg School of Finance, University of Luxembourg, Maggio 2014.

Nella figura 5.4. invece, vengono presentati i volumi delle vendite, vale a dire il numero di transazioni nel periodo tra il 1970 e il 2013 per i quattro indici. È evidente che le vendite sono aumentate di 80 volte durante il periodo. Uno sguardo più attento ci fa comprendere, inoltre, che la ‘popolarità’ dei diversi segmenti è cambiata nel corso degli anni; mentre il mercato degli “Impressionist and Modern” ha dominato fino ai primi anni 2000, negli ultimi anni è passato in seconda posizione, dietro al “Post-War and Contemporary”, che ha superato negli anni ’80 anche il segmento “American”.

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Fonte: R. KRӒUSSL, T. LEHNERT, N. MARTELIN, Is there a bubble in the art market?, Luxembourg School of Finance, University of Luxembourg, Maggio 2014.

Per quanto riguarda la rilevazione delle bolle speculative, attraverso l’applicazione del test SADF elaborato da Phillips, Wu e Yu215, Roman Kräussl, Thorsten Lehnert e Nicolas Martelin hanno analizzato i risultati del test su tutti quattro gli indici. Ciò che è emerso è stata la presenza di almeno una bolla speculativa in ciascuno dei segmenti analizzati.

Nello specifico, è emersa una sola bolla nel segmento “Impressionist and Modern”; infatti, come si evince nella figura 5.5.216 che rappresenta l’andamento del segmento

sulla base dei risultati ottenuti dal test SADF, la bolla avrebbe inizio nel 1986 e fine

215 P. PHILLIPS, Y. WU, J. YU, Explosive behavior in the 1990s NASDAQ: When did exuberance

escalate asset values? in International Economic Review, Vol. 52, N. 1, 2011, pp. 201-226.

216 La figura mostra la serie temporale dopo l’applicazione del test SADF, sulla sinistra (linea continua), per l'indice " Impressionist and Modern "; la sequenza corrispondente dei valori critici a livello del 99% sulla sinistra (linea con tratteggi piccoli); l'indice dei prezzi sulla destra (linea con tratteggi grandi) dal 1970 al 2013.

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nel 1991, con il punto più alto nel 1989. Questo risultato è perfettamente in linea con i fatti storici del mercato, in seguito approfonditi.

Fonte: R. KRÄUSSL, T. LEHNERT, N. MARTELIN, Is there a bubble in the art market?, Luxembourg School of Finance, University of Luxembourg, Maggio 2014.

Per quanto concerne il segmento successivo, il “Post-war and Contemporary”, viene identificata la medesima bolla speculativa, tra il 1986 e il 1991 con un picco nel 1990 (si veda la figura 5.6). Oltre a questa, in questo segmento, emergono altri due effetti esplosivi: il primo tra il 2006 e il 2008 con il picco nel 2007 (corrispondente al periodo pre-crisi economico-finanziaria), e il secondo iniziato dopo il 2012.

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Fonte: R. KRӒUSSL, T. LEHNERT, N. MARTELIN, Is there a bubble in the art market?, Luxembourg School of Finance, University of Luxembourg, Maggio 2014.

Fonte: R. KRӒUSSL, T. LEHNERT, N. MARTELIN, Is there a bubble in the art market?, University of Luxembourg, Maggio 2014.

Figura 5.6. SADF Test and Date-Stamp, “Post-war and Contemporary” Art Market

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Per l’indice dei prezzi relativo al segmento “American” (figura 5.7), il test ha rivelato un simile comportamento esplosivo a partire dal 2011.

La bolla precedente, individuata nel periodo che va dal 2006 al 2008 per il segmento “Post-war and Contemporary”, sembra essere iniziata prima nel “American”, ovvero nel 2005 con il relativo scoppio nel 2008 e un picco nel 2007. La prima bolla appare molto più breve in lunghezza rispetto ai segmenti “Impressionist and Modern” e “Post-war e Contemporary”; nell’indice “American”, la bolla inizia a crescere nel 1988 e scoppia nel 1991, con un picco nel 1989, e si differenzia così dagli altri due segmenti citati nei quali la bolla viene osservata nel periodo tra il 1986 e il 1991.

La figura 5.8., infine, mostra i risultati ottenuti dall’applicazione del test sull’ultimo segmento, cioè quello relativo al “Latin American”. Il grafico seguente mostra la presenza della sola bolla speculativa riscontratasi tra il 1986 e il 1991 con il picco nel 1990.

Fonte: R. KRӒUSSL, T. LEHNERT, N. MARTELIN, Is there a bubble in the art market?, University of Luxembourg, Maggio 2014.

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Concludendo, tutti i segmenti di mercato analizzati hanno evidenziato la presenza della bolla dell’inizio degli anni ’90, ma solo il “Post-war and Contemporary” e “American” sono stati colpiti da quella del 2008 e da quella iniziata recentemente alla fine del 2011. Questa del 2011, secondo quanto manifestato dagli studiosi nel 2014, sarebbe ancora in fase di formazione e potrebbe durare ancora un paio di anni. Osserviamo che, anche se vi sono discrepanze all’interno dei diversi segmenti, le date di origine e di estremità delle bolle speculative al loro interno sono pressoché sempre coincidenti. Tutte le date di fine delle diverse bolle nei vari segmenti, infatti, sono in perfetta sintonia oltre che perfettamente in linea con l’evoluzione storica del mercato217.