Le Born Global e le nuove tipologie d’impresa: un’analisi comparata.
2.5. Born Global, start-up e giovani aziende internazionali a confronto.
Concludiamo questo capitolo con una ricerca degli aspetti che accomunano le tre tipologie aziendali finora descritte. Appare senza ombra di dubbio che gli aspetti comuni sono del tutto maggioritari rispetto a quelli divergenti. Come indicato nella figura 19, infatti, possiamo individuare come elemento che maggiormente accomuna le tre tipologie d’azienda l’aspetto dell’imprenditorialità: Born Global, start-up e aziende dei giovani imprenditori internazionali hanno quella che nel primo capitolo abbiamo definito entrepreneurial orientation. Ciò significa che tali imprese, riprendendo lo studio di Oviatt e McDougall (2005), presentano i caratteri della “scoperta, messa in atto, valutazione e sfruttamento delle opportunità per creare beni e servizi futuri”. Abbiamo già visto che il comportamento perpetuato dalle Born Global è quello di ricercare tali opportunità nei mercati internazionali, consentendo loro di riuscire a raggiungere performance interessanti in termini di fatturato estero sul totale maggiori al 25% nei primi tre anni di attività. Ciò non può essere vero, in generale, per le start-up, maggiormente radicate nel territorio in cui operano. D’altronde appare del tutto logico, poiché le stesse start-up che danno vita ad un business che trova opportunità di crescita all’estero altro non sono che le stesse Born Global. Il carattere innovativo dell’offerta realizzata dalle start-up, infatti, rappresenta l’elemento che principalmente qualifica tale categoria d’azienda, tanto da essere oggetto d’attenzione nella normativa italiana e straniera. Tuttavia anche le Born Global hanno una particolare propensione a sviluppare un prodotto innovativo nella maggior parte dei casi, come già analizzato nel
precedente capitolo, per cui esiste una sorta di sovrapposizione tra le due, tanto che le stesse BG sono state più volte definite come Global Start-ups.
Figura 19. Le tre tipologie aziendali a confronto.
Born Global Start-up GYE
Dimensione (numero d’addetti)
Sebbene non vi siano particolari limiti, le BG non impiegano più di 50
dipendenti.
Non specificato Non specificato
Dimensione (fatturato)
Limite non previsto, ma in genere di piccole dimensioni (inferiore ai
16 milioni di dollari*)
Non superiore ai 5
milioni di euro Non specificato Forma societaria Non specificato Società di capitali** Non specificato
Internazionalizzazione (fatturato)
Fatturato estero superiore del 25% sul
fatturato totale
Non necessariamente Possibile, ma non specificato
Innovazione Sì Sì
(in particolare radicale)
Sì (innovation-driven) No (factor-driven e
efficiency-driven) Età dell’azienda Inferiore ai 4 anni Inferiore ai 48 mesi** Non specificata
Età e caratteristiche dell’imprenditore
Età non specificata, ma generalmente giovani
sotto i 35 anni. Imprenditore motivato
nella ricerca delle opportunità internazionali che possano consentire un rapido sviluppo dell’azienda tale da renderla un global player affermato in tutto
il mercato globale.
Età non specificata ma in genere giovani. L’imprenditore rileva l’assenza nel mercato di
un particolare bene/servizio, quindi di opportunità di business. Generalmente il profilo
dell’imprenditore rispecchia quello del
giovane laureato (economia o ingegneria) o comunque dall’elevato livello d’istruzione. Dai 18 ai 24 anni (young youth) Dai 25 ai 34 anni (older youth) Imprenditore motivato
nella ricerca delle opportunità (anche internazionali) per colmare le carenze del
mercato e ritagliarsi una prospettiva di vita
autonoma e indipendente.
* Rennie, 1993.
** In riferimento alla normativa italiana.
Fonte: rielaborazione personale.
Ciò che spinge le BG a differenziarsi, dunque, è piuttosto l’orientamento internazionale delle stesse e la volontà di cogliere le varie opportunità di business nei mercati esteri. Anche le aziende dei giovani imprenditori internazionali presentano lo stesso orientamento imprenditoriale di BG e start-up, senza però necessariamente focalizzarsi nei settori più innovativi. Il report del GEM, infatti, suddivide questo tipo d’aziende in tre aree definite in relazione alle regioni
geografiche d’appartenenza. Esistono, infatti, economie factor-driven, cioè quelle economie più arretrate e ancorate ancora allo sfruttamento dei fattori (da cui il termine factor-driven), quelle efficiency-driven, cioè principalmente indirizzate a ricercare l’efficienza dei processi, e, infine, le economie innovation-driven. Nelle prime due, quindi, l’attività economica dell’imprenditore non è tanto quello di sviluppare un prodotto o servizio innovativo o ad alto contenuto tecnologico, poiché l’arretratezza dell’economia (factor-driven) o la necessità di un suo miglior efficientamento (efficiency-driven) richiede priorità diverse. Discorso diverso, invece, nelle economie innovation-driven, dove le giovani aziende imprenditoriali sono maggiormente assimilabili alle start-up e alle BG, poiché l’innovazione rappresenta il core business della propria attività. In generale, inoltre, tali imprese presentano connotati simili alle BG per quanto riguarda la ricerca delle opportunità all’estero, in particolare per quelle guidate dagli imprenditori identificati come opportunity-driven, cioè la cui volontà di dar vita ad un’impresa risiede principalmente nella ricerca di opportunità da cogliere nel mercato (GEM, Kew et al., 2013). In tal senso, dunque, anche le imprese dei giovani imprenditori presentano quell’international entrepreneurial orientation analizzata in precedenza.
Considerazioni conclusive.
Questo capitolo ha presentato in una prima analisi le Born Global da un punto di vista “quantitativo”. La prima parte, infatti, ha evidenziato i risultati degli numerosi studi che sono stati condotti nel corso degli anni su questa tipologia d’azienda e sono stati calati principalmente nel contesto europeo. Gli studi, infatti, sono quelli condotti soprattutto nei paesi scandinavi e dell’Europa centro-occidentale, cioè laddove gli studi in questa disciplina sono più fiorenti e avanzati. Dai risultati abbiamo visto emergere il consolidamento della realtà delle BG nel panorama continentale (ma non solo), giustificando, in un certo senso, quanto è stato esposto e analizzato in tutto il primo capitolo. Il focus sul vecchio continente, tuttavia, non è casuale, ma risponde alla particolare esigenza di investigare un fenomeno che, grazie allo studio di Cerrato e Piva (2013), è emerso in questi ultimi anni. Il fenomeno delle BG, infatti, nel continente europeo (e in particolar modo in seno all’Unione Europea) ha assunto i connotati di un fenomeno non solo globale, ma soprattutto regionale. Abbiamo infatti constatato come, in realtà, le aziende analizzate (un campione di 180 imprese italiane) solo per un 27,8% possono essere considerate Born Global in senso stretto, cioè che presentano un livello d’internazionalizzazione molto elevato non solo entro i confini comunitari o continentali, ma in tutte le altre aree geografiche del
mondo. Questo ha portato, di conseguenza, alla definizione delle Born Regional, cioè imprese che si internazionalizzano rapidamente entro i confini di un’area geoeconomica simile (quale è appunto l’Unione Europea) (Cerrato e Piva, 2013).
Le Born Global, tuttavia, non sono una categoria d’impresa a sé stante, anzi più volte abbiamo ricordato come in letteratura spesso vi siano richiami alle start-up, tantoché più volte è stato utilizzato l’appellativo di Global Start-ups per definirle. Per questa ragione abbiamo presentato un confronto volto a valutare gli aspetti che accomunano le Born Global con altre tipologie aziendali quali le start-up e le imprese dei giovani imprenditori internazionali. Abbiamo, quindi, dedicato dei passaggi specifici per ciascuno di questi due fenomeni aziendali facendo particolare riferimento alle varie caratteristiche che le contraddistinguono maggiormente. Nel caso delle start-up abbiamo indagato il particolare sviluppo che caratterizza il loro ciclo di vita, in relazione non solo alle imprese in generale, ma soprattutto in relazione al loro peculiare processo di crescita e alle possibili fonti di finanziamento che in ogni fase possono ricevere. Un particolare focus è stato effettuato, inoltre, sulle principali caratteristiche della scalabilità e ripetibilità del modello di business delle start-up, sulle innovazioni e i processi innovativi che tali attività contribuiscono a portare nel mercato, per poi concludere con una disamina degli aspetti normativi nell’ordinamento italiano e non solo. Per quanto concerne, infine, il fenomeno delle imprese dei giovani imprenditori internazionali, abbiamo presentato il tema dell’imprenditorialità giovanile e di come ciò può contribuire allo sviluppo economico generale. Abbiamo visto, infatti, che rappresenta un viatico attraverso il quale i giovani possono uscire dalla condizione di disoccupazione, ritagliarsi la propria indipendenza e affermarsi nel mercato con nuovi prodotti o servizi innovativi. Da qui, poi, sono state evidenziate le diverse fasi attraverso le quali si possono individuare diverse tipologie d’imprenditore, per le quali sono attribuibili diverse caratteristiche peculiari e che, in determinate fasi, presentano i medesimi connotati degli imprenditori delle BG o degli start-upper, le modalità attraverso le quali si può incentivare il percorso imprenditoriale, quali sono le principali cause che possono spingere verso tale percorso e, infine, la stretta correlazione che può verificarsi tra l’imprenditorialità giovanile e i processi innovativi. Da qui, in conclusione, è stata proposta un’analisi comparata tra le queste diverse forme aziendali, da cui sono stati ricavati gli elementi che da una parte le accomunano e dall’altra le distinguono.
Riprendendo, poi, le Born Global, occorre precisare che esiste un particolare meccanismo attraverso il quale tali imprese riescono a svilupparsi nei mercati internazionali. Come già accennato nel primo capitolo, la letteratura in materia ha individuato il ruolo esercitato dai
portati in luce nel precedente capitolo. Ciò si è fatto sempre più presente nello studio delle dinamiche delle BG e si è accompagnato all’intenso sviluppo delle tecnologie ICT, le quali hanno consentito anche a piccole imprese come le BG di comunicare e intrattenere fitte relazioni con altri attori economici in tutto il mondo ad un costo praticamente nullo. Come conseguenza, le imprese BG si sono trovate nella favorevole condizione di costruire network globali in cui inserirsi e svilupparsi. Proprio questo aspetto ormai cruciale e centrale nello studio delle BG, dunque, sarà oggetto del prossimo capitolo.Saranno proprio i network l’oggetto d’analisi del prossimo capitolo. Indagheremo in particolar modo come tale approccio teorico si sia sviluppato nel corso degli anni e come ciò ha contribuito a dare una spiegazione al fenomeno delle giovani aziende globali (le BG, appunto), analizzandoli nelle loro diverse forme, dimensioni, tipi di relazioni sviluppati e nelle modalità attraverso le quali le BG e i loro fondatori riescono a cogliere le opportunità presenti nei mercati internazionali.