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Realizzare un ecosistema favorevole all’imprenditorialità.

L’internazionalizzazione delle start-up digitali.

4.1. L’importanza delle start-up digitali nell’Unione Europea e lo sforzo per sostenerne l’internazionalizzazione.

4.1.2. Realizzare un ecosistema favorevole all’imprenditorialità.

Per quanto concerne il secondo obiettivo, cioè quello di creare un ambiente favorevole allo sviluppo delle piccole e medie imprese e dell’imprenditorialità più in generale, la Commissione Europea individua alcuni particolari punti su cui le altre istituzioni europee e gli stati membri dovrebbero sforzarsi di migliorare (2013).

L’accesso alle fonti di finanziamento è il primo di questi punti a essere preso in esame. Come già visto nel secondo capitolo (§2.4), questo tema è ricorrente non solo all’interno dell’Unione e il suo miglioramento costituisce un importante obiettivo per favorire lo sviluppo delle iniziative imprenditoriali, soprattutto da parte di chi proviene dalle fasce più disagiate della popolazione. Il problema principale, infatti, è quello per il quale durante le fasi iniziali della propria attività l’imprenditore riscontra maggiori difficoltà nell’accedere alle fonti di finanziamento. Per questo motivo si ritiene opportuno procedere nella direzione di riuscire ad attivare maggiormente i rapporti tra imprenditori e finanziatori in equity come venture capital e business angels, incubatori e altre forme di microcredito con l’obiettivo di incrementare la qualità e i ritorni sugli investimenti dei progetti delle diverse start-up.

Il secondo ambito d’intervento riguarda, invece, il sostegno alle start-up nelle fasi cruciali del loro ciclo di vita. Se si considera il fatto che circa il 50% delle imprese falliscono entro il quinto anno d’attività (Commissione Europea, 2013), diventa cruciale, difatti, la creazione di un ambiente più favorevole allo sviluppo delle varie attività imprenditoriali. Ciò significa che devono essere attuate misure volte a fornire servizi di supporto alle start-up, in particolar modo rivolti ad aumentare l’efficienza dei propri processi produttivi, gli standard qualitativi richiesti per i propri prodotti e fornire informazioni utili riguardo i processi e le principali opportunità d’internazionalizzazione. Da parte degli stati membri, inoltre, la Commissione (2013) si raccomanda di diminuire i costi legati agli adempimenti fiscali, dato che sono soprattutto le

unico europeo, in particolare per quanto concerne le questioni legate alle differenze fiscali che tuttora esistono tra i vari stati e che prefigurano ostacoli allo spostamento delle attività oltreconfine tra i paesi membri. Infine, un ulteriore elemento che può favorire l’implementazione di un ecosistema più favorevole alle piccole e medie imprese e, più in generale, al mondo dell’imprenditoria è quello riguardante la costituzione di cluster, business network e altre realtà associative attraverso le quali si possono diffondere conoscenze e informazioni utili allo sviluppo delle varie attività.

Sebbene questi ambiti d’intervento siano essenziali, la Commissione individua altre tre aree in cui possono essere impiegati gli sforzi per costruire un ambiente più favorevole alle imprese. Il primo propone un cambiamento radicale nell’affrontare i fallimenti aziendali, specie per quelli relativi alle piccole e medie imprese tra cui le start-up che, come abbiamo già visto, difficilmente riescono a superare i cinque anni di attività. La Commissione rileva, infatti, che nel territorio europeo il più delle volte le varie normative nazionali trattano i fallimenti in modo troppo severo, spesso inibendo l’imprenditore ad intraprendere nuovamente una propria attività economica, sebbene solo nel 4% dei casi tali fallimenti risultano essere fraudolenti. Ciò rappresenta un forte ostacolo, perché, come evidenziato da diversi studi (Stam et al., 2006), gli imprenditori e start-upper che hanno avuto una seconda opportunità si rilevano più esperti, longevi e di successo, crescono in modo maggiore e tendono ad assumere una quota superiore di lavoratori.

Il secondo aspetto, invece, riguarda gli adempimenti amministrativi e burocratici che gravano sulle imprese europee. Sebbene certi passi in avanti sono stati compiuti in materia tributaria e di diritto societario, tre quarti dei cittadini europei ritiene troppo complicato iniziare una propria attività per la complessità amministrativa in essere (Commissione Europea, 2013). Per questo motivo la riduzione degli oneri amministrativi e burocratici resta tra le priorità dell’azione della Commissione, in particolare si propone di rendere più chiaro e comprensibile il quadro normativo sulle obbligazioni delle imprese per assicurare una maggiore efficienza del mercato e della concorrenza e, in secondo luogo, eliminare o ridurre al minimo la burocrazia soprattutto per le micro imprese, lavoratori autonomi e liberi professionisti.

L’ultimo, ma non meno importante, ambito d’intervento riguarda la capacità di sfruttare tutte le opportunità e potenzialità del settore digitale e tecnologico. In tal senso, infatti, l’impegno della Commissione (2013) è quello di favorire gli imprenditori e le PMI dell’Unione nello sfruttamento il potenziale fornito dalle ICT. Ciò avverrà utilizzando come base la Digital Agenda e le iniziative di politica industriale dell’UE e con il fine di promuovere le imprese attive nei settori più tecnologicamente avanzati sia dal lato dell’offerta (creazione di nuovi prodotti o

servizi innovativi), che dal lato della domanda (utilizzo più efficiente dei servizi ICT). Dal lato dell’offerta, quindi, la Commissione individua il web entrepreneur, una specifica categoria di imprenditori che si avvale del web come componente fondamentale nella creazione di nuovi prodotti e servizi digitali: occorre, dunque, rafforzare fortemente e strutturalmente l’ecosistema digitale e del web nell’Unione attraverso provvedimenti pensati e strutturati appositamente per questa tipologia d’imprese. Dal lato della domanda, invece, risulta indispensabile procedere nella direzione di maggiori investimenti nelle tecnologie digitali (Commissione Europea, 2013) attraverso le quali le nuove imprese possono ridisegnare e riconfigurare i propri modelli di business e strategie di mercato per ritagliarsi una migliore posizione competitiva. In particolare, gli imprenditori delle PMI europee possono beneficiare delle iniziative “Smart use of information technologies and the integration of SMEs in global industrial value chains” e e- Skills per assorbire nuove tecnologie digitali e connettersi maggiormente al mondo digitale. Come abbiamo già visto per le start-up e, più in particolare, per le Born Global, la digitalizzazione dell’economia ha generato possibilità incredibili e fin prima inimmaginabili. Ha accelerato i processi della globalizzazione e dell’integrazione economica tra aree geografiche fisicamente e culturalmente distanti le une dalle altre e favorito, in questo modo, quei processi d’internazionalizzazione che sono stati descritti nel corso di questo elaborato.