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3. Freiburg im Breisgau

3.4 Brevi cenni sulla storia della città

Non esiste accordo unanime attorno al periodo di fondazione della città, sebbene il rinvenimento di una serie di reperti archeologici suggerisca l'esistenza di un primo nucleo urbano tra la fine del XI secolo e l'inizio del XII. Non v'è dubbio, invece, circa il ruolo svolto dai Duchi di Zähringen nel processo di formazione della città, in particolare a partire dal 1120 con il riconoscimento dei diritti di mercato ai sudditi. Grazie alla posizione intermedia fra le rotte commerciali dirette verso l'Alsazia e la Svevia, unitamente all'esistenza di prosperi giacimenti di argento, Freiburg divenne ben presto un importante centro di commerci e scambi della regione (Heyck 1980 [1891]).

Alla morte del Duca Bertold V di Zähringen nel 1218, a cui si deve l'inizio dei lavori di realizzazione del Münster Unserer lieben Frau (Cattedrale di Nostra Signora), il dominio della città passò in mano ai Conti di Freiburg. Verso la metà del secolo la città iniziò ad espandersi oltre la cinta muraria eretta dopo il 1120, verso nord con la realizzazione del “Neuberg”. Fu questa un'epoca caratterizzata anche dalla fondazione di numerosi conventi appartenenti all'ordine dei frati domenicani e francescani, ben presto centri spirituali e culturali di rilievo non solo nel centro della città, ma anche nelle aree urbane di più recente realizzazione, come nel caso dell'ordine delle Domenicane di Santa Caterina a sud della città. L'amministrazione finanziaria della città da parte dei Conti portò a un rapido malcontento fra i cittadini, costretti a corrispondere tasse esorbitanti per far fronte al grave indebitamento dell'autorità cittadina. La riluttanza dei cittadini sfociò in sanguinosi scontri armati che si protrassero per quasi un secolo fino all'epilogo finale nel 1368: a fronte del pagamento di un ingente risarcimento economico, ottenuto in prestito dagli Asburgo d'Austria, la città riuscì ad affrancarsi dal dominio dei Conti di Freiburg. Ma l'indipendenza durò soli due anni: non essendo in grado di saldare il debito a causa delle gravi condizioni economiche in cui versava la città in questa fase, la città fu costretta ad accettare una “sottomissione volontaria” alla casa austriaca (Butz 2002).

Ad eccezione di un breve intervallo all'inizio del Quattrocento, nel corso del quale Freiburg divenne città-libera dell'impero (freie Reichsstadt), l'epoca asburgica costituì la fase più lunga di dominazione della città, che si è protratta fino alla dissoluzione dell'Antico Impero Asburgico, avvenuta nel 1806. Un periodo prolungato caratterizzato da alterne fasi di sviluppo economico e vivacità culturale, da un lato, e tensioni politiche e crisi, dall'altro lato. Risale a questa lunga fase, ad esempio, la fondazione dell'Università, ad opera del Duca Albrecht VI d'Austria nel 1457, che contribuì alla diffusione dello spirito umanista all'interno delle mura della città. Nel corso del Cinquecento, inoltre, l'opposizione di Freiburg alla Riforma Protestante ne fece la roccaforte del

cattolicesimo nella regione dell'Alto Reno. Quando la città di Berna adottò nel 1529 le dottrine riformate, Freiburg divenne meta di esuli fra i quali il teologo e umanista Erasmo da Rotterdam, ospite del Cancelliere di corte, Konrad Stürtzel, e del tesoriere imperiale, Jakob Villinger nella Haus “Zum Walfisch”, casa “della balena”. Qui l'intellettuale riformatore visse per due anni e portò a termine l'Ecclesiaste, una delle opere più importanti risalenti all'ultimo periodo della sua vita. Aneddoti dell'epoca raccontano che durante la permanenza in città, il teologo ebbe a criticare ripetutamente il clima umido, “ostile alla razza umana”, la mediocrità della maggior parte dei docenti universitari e le pulci che lo torturavano durante la scrittura (Durian-Ress 2002). Per la popolazione fu questo un secolo particolarmente tormentato per via delle frequenti ondate di epidemia di peste che ogni sei/sette anni mietevano numerose vittime. Intorno al 1564 la “grande Morte” provocò circa 2.000 decessi e nonostante le contromisure adottate per il controllo delle provviste e per evitare che il contagio si propagasse, la città fu comunque colpita da gravissime carestie dovute a ripetuti cicli di cattivo raccolto.

Il Seicento inaugura una fase di forti turbolenze sul piano politico, poiché Freiburg divenne oggetto del contendere nelle lotte di potere che videro protagonisti la Francia e gli Asburgo. In generale questo fu solo l'inizio di un periodo di grave instabilità, inaugurato dalla Guerra dei Trent'anni e che nel periodo compreso fra il 1618 e il 1744 vide l'alternarsi di varie dominazioni: francese, svedese e nuovamente austriaca. La necessità di sovvenzionare l'esercito impegnato nelle battaglie portò all'imposizione di sempre nuove tasse a carico della popolazione, che ebbero come effetto quello di aggravare il bilancio della città e impoverire ulteriormente gli abitanti e le attività economiche. Peraltro, un clima di estrema insicurezza si diffuse sia dentro la città che nelle campagne, nelle quali i raccolti venivano sistematicamente saccheggiati o distrutti dalle truppe militari, riducendo in questo modo le scorte alimentari destinate alla già provata popolazione, mentre all'interno delle mura urbane i furti compiuti per mano di bande di delinquenti e di milizie mercenarie impedivano gravemente il commercio e l'approvvigionamento dei pochi viveri disponibili. Alla fine di questo difficile periodo, la popolazione di Freiburg risultò essere dimezzata (Gaede 1910; Schaufler 1979).

Sotto il profilo urbanistico, alla fine del Cinquecento la città conservava ancora intatto il carattere medievale del proprio nucleo, come testimonia l'illustrazione realizzata dall'artista elvetico, Gregor Sickinger. Sebbene la Guerra dei Trent'anni coinvolse la città solo nelle sue ultime fasi, i gravi danni subiti in seguito agli scontri misero in luce l'estrema vulnerabilità della città, legata essenzialmente alla debolezza del proprio sistema difensivo. Non solo le mura e le porte della città subirono gravi danneggiamenti, ma anche tutta la parte nord-occidentale più recente fu quasi completamente distrutta, così come

i villaggi e i monasteri dell'hinterland gravemente saccheggiati. Un volta conclusi gli scontri, furono gli Asburgo i primi ad avviare la fortificazione della cinta muraria medievale per accrescere la sicurezza della città, e successivamente al 1677 i francesi, dopo averne distrutto ampie porzioni, la trasformarono in una delle città-fortezza più moderne di tutto l'Alto Reno, grazie ai Piani redatti dal generale Sébastian le Prêtre de Vauban (Diel 1988).

Figura 38: Der löblichen Statt Freyburg Im Breyßgaw wahrhaffte Abconthraphetung (Raffigurazione realistica dell'ammirevole città di Freiburg in Brisgovia) Veduta dall'alto, direzione ovest. Gregor Sickinger, 1589, incisione su rame.

Figura 39: La città universitaria asburgica con fortificazione, Freiburg im Breisgau, 1715 Litografia di August Brandes, inizi del Novecento.

Ancora per tutta la prima metà del Settecento, Freiburg non ebbe pace a causa dei frequenti assedi e degli scontri che portavano alternativamente al potere ora la Francia, ora gli Asburgo. Nel corso dell'ennesimo conflitto nel 1745, con il profilarsi della vittoria asburgica, il Re Luigi XV ordinò alle truppe

francesi di radere al suolo la fortezza dello Schloßberg. Con l'abbattimento della cinta muraria108 Freiburg si aprì all'esterno: col venir meno degli ostacoli fisici che impedivano alla città di espandersi, si profilarono, infatti, importanti opportunità di sviluppo. Tuttavia, occorrerà attendere ancora un secolo prima che i cambiamenti più significativi abbiano luogo: le tensioni all'interno della città non apparivano ancora del tutto sedate e nuovi periodi difficili per la popolazione erano alle porte.

Con lo scoppio della rivoluzione francese, infatti, Freiburg divenne rifugio per grandi masse di esuli, fino al 1796, allorché le truppe rivoluzionarie occuparono la città. Due anni più tardi, il Trattato di Campoformio mise fine agli scontri tra la Francia e l'Austria e stabilì che Freiburg insieme alla Brisgovia fossero assegnate al duca di Modena come risarcimento per i territori perduti in Italia, sebbene questi intese rinunciarvi a causa del basso reddito della zona.

Con il passaggio al Granducato del Baden nei primissimi anni dell'Ottocento si chiuse l'epoca del dominio asburgico nella città di Freiburg. Per la popolazione non fu semplice adattarsi ai nuovi sovrani, i quali, innanzitutto, risiedevano lontano dalla città, a Karlsruhe, e, inoltre, non erano di fede cattolica, bensì evangelica. Nel 1815, durante il Congresso di Vienna, Freiburg sperava ancora in un ritorno fra “le miti mani austriache”, che in realtà non avvenne più109. Sotto il profilo economico e politico, il ruolo di Freiburg subì un significativo ridimensionamento rispetto all'epoca precedente, mentre il contributo alla diffusione delle idee liberali da parte di studiosi come Karl von Rotteck e Karl Theodor Welcker vivacizzò il clima intellettuale e culturale della città in questa fase storica. In particolare, von Rotteck dopo la sua morte nel 1840 divenne il principale ispiratore del movimento popolare liberale, pur violentemente osteggiato dalle truppe dell'esercito attraverso sanguinose guerriglie di strada (Kopf 1980).

A partire dagli anni Sessanta dell'Ottocento ha inizio la breve esperienza industriale di Freiburg. Le attività artigianali tradizionali composte da un ristretto numero di addetti poco a poco sparirono per lasciar spazio alle prime iniziative industriali. Fra queste l'industria di porcellane Riesler con 460 addetti e le filande di seta di Karl Mez, che negli anni Settanta diedero lavoro a 420 fra operai e operaie. Altre iniziative di piccole o medie dimensioni sorsero

108 Alla demolizione sono state sottratte le due torri, la Martinstor e la Schwabentor.

109 In omaggio al profondo legame tra la città e gli Asburgo, la via principale che

attraversa il centro antico di Freiburg è intitolata all'imperatore Giuseppe d'Austria (la

Kaiser Joseph Straße, ancora oggi cuore pulsante della città). Proseguendo verso

nord, la strada cambia nome e diventa Hasburgerstraße, Strada degli Asburgo, che si estende per un lungo tratto fino alle periferie settentrionali della città in cui cambia ancora nome per diventare Zähringer Straße. In un unico percorso stradale, da nord a sud, sembra dunque possibile ripercorrere tre grandi tappe della storia della città

negli anni successivi e riguardarono principalmente il settore tessile, la lavorazione del metallo e della carta, l'edilizia e la trasformazione del legno. Con lo sviluppo economico industriale e le esigenze abitative provenienti da una popolazione in crescita ha inizio la prima vera espansione della città al di là di quel perimetro che ad un secolo di distanza dalla demolizione delle mura ancora segnava i confini della città. Il processo di espansione avvenne nella prima fase sia verso nord, con la realizzazione della Zähringenvorstadt, sia verso sud, con lo sviluppo dello Stephansvorstadt proprio a ridosso della Kaiser Joseph Straße (Hauman, Schadek 2001).

Con la fine definitiva delle ostilità con la Francia nel 1871, Freiburg poté espandersi anche lungo il versante occidentale, al di là della linea tracciata dalla ferrovia, che percorre la città in senso longitudinale. A partire da questo momento, la linea ferroviaria iniziò lentamente ad assumere un peso crescente fino a diventare al giorno d'oggi il solco piuttosto ingombrante di una vera e propria frattura all'interno della città, come si avrà modo di approfondire più avanti. Tale frattura deve essere intesa non solo in termini di separazione fisica tra la parte di più recente realizzazione, a ovest, e quella più ampia che comprende la città storica e i quartieri più antichi, a est, ma anche come separazione in due metà assai distinte sotto il profilo della segregazione sociale. Mentre nelle aree urbane orientali di antica formazione, come Wiehre e Herdern, si procedeva alla realizzazione di nuovi edifici signorili destinati ai ceti benestanti, nello stesso periodo a ovest venivano avviati i lavori per la realizzazione del quartiere chiamato Stühlinger “hinter den Bahnhof”, cioè “oltre la ferrovia” appunto, destinato a diventare il nuovo quartiere operaio della città durante l'amministrazione del sindaco Otto Winterer (1888-1913). È qui, infatti, che si decise di dislocare le principali attività produttive e insieme ad esse anche gli operai, che si trasferirono negli alloggi destinati ad accogliere i ceti sociali con redditi medio-bassi (Hauman, Schadek 2001).

Il termine Wintererzeit ben esprime la prolungata fase di sviluppo che la città attraversa nel periodo a cavallo fra i due secoli, fino alle soglie della prima guerra mondiale. Fin da subito, infatti, il sindaco Winkerer si espresse con toni scettici nei confronti della nascente vocazione industriale della città, in questo supportato anche dai primi studi che iniziavano a circolare relativamente alle emissioni inquinanti nocive di origine industriale. Egli si fece promotore, al contrario, di un'idea alternativa di sviluppo per Freiburg in chiave di città cosmopolita e universitaria, luogo di cultura e meta di visitatori, ritenendo prioritario rivolgere un'attenzione specifica alla qualità della vita e dell'abitare in città. È evidente come all'interno di questa visione del futuro di Freiburg non vi sia più spazio per una ulteriore permanenza delle attività industriali all'interno della città, in particolare nei quartieri storici come Wiehre. Nel corso degli anni successivi, perciò, gli amministratori della città si dimostrarono sempre meno

inclini nei confronti di nuovi insediamenti industriali all'interno di Freiburg fino a stabilire, nel 1888, che le attività industriali, sia nuove che rinnovate, dovessero essere collocate necessariamente negli insediamenti a sud del fiume Dreisam oppure a ovest della linea ferroviaria, “hinter den Bahnhof” appunto. Una forma di delocalizzazione motivata dalla necessità di non vedere turbato il paesaggio urbano dalle forme ingombranti dell'architettura industriale. Dentro la città l'obiettivo prioritario da perseguire consisteva nell'accrescere la qualità della vita puntando al rafforzamento della dimensione culturale: la realizzazione del teatro della città (Stadttheater) nel 1910 costituisce l'emblema della politica culturale wintereriana (Müller 1996).

Sebbene la città abbia subito lievi danni a seguito degli attacchi aerei durante la prima guerra mondiale, il dopoguerra si rivelò, comunque, alquanto travagliato in relazione alle conseguenze innescate dall'inflazione e della riforma monetaria varata dal Paese nei primi anni Venti (Allen 2002). Anche a Freiburg, infatti, furono numerosi coloro che videro sfumare interi patrimoni e dovettero ricorrere all'assistenza pubblica. Inoltre, la crisi economica obbligò molte imprese a dichiarare il fallimento e, di conseguenza, si assistette a una brusca impennata del livello di disoccupazione. I primi segnali di ripresa arrivarono intorno al 1927 con la riapertura delle attività produttive, fra cui la fabbrica Rhodiaseta, e il rilancio del settore edilizio, legato in particolare all'espansione del quartiere-giardino Haslach, che intorno alla fine degli anni Venti fu completato e pronto ad accogliere 500 nuove famiglie (Hauman, Schadek 2001).

Il nazionalsocialismo assunse il potere a Freiburg nel maggio del 1933 e costrinse alle dimissioni l'allora sindaco Karl Bender, in seguito alla feroce campagna diffamatoria che il partito ordì ai suoi danni attraverso le pagine del quotidiano locale Der Alemannen. Quasi in contemporanea iniziarono i primi arresti, inizialmente circoscritti ai comunisti e ai socialdemocratici. Quando nel 1938 venne data alle fiamme la sinagoga della città, scattarono anche i primi arresti fra i cittadini di origine ebraica - che in città ricoprivano un ruolo importante non solo in campo economico, ma anche sul piano culturale – e le successive deportazioni nel campo di concentramento di Gurs, nel sud-est della Francia. Oltre che sul piano politico, la presenza dei nazisti a Freiburg segnò anche la produzione culturale. Il recente Stadttheater, ad esempio, ospitò numerosi allestimenti dal sapore squisitamente ideologico - fra cui l'esecuzione del Tannhäuser di Richard Wagner per il compleanno del Führer (Hauman et al. 1992) - e il cui scopo principale era quello di trasformare questo spazio in uno dei simboli della celebrazione del vero spirito tedesco. Nel corso degli anni Trenta si afferma, inoltre, un'attenzione specifica nei confronti del centro di Freiburg da parte degli urbanisti nazionalsocialisti, interessati al risanamento e, soprattutto, al riordino delle qualità estetiche e storiche del nucleo originario

della città. A questo riguardo, accanto ad una progettazione mirata a ridisegnare lo spazio attorno al nucleo originario della città con l'obiettivo di predisporre ampi viali funzionali alla circolazione veicolare, uno specifico interesse che si sviluppa in questi anni riguarda la riaffermazione dello spirito medievale che ha caratterizzato lo scenario urbano di Freiburg fino all'affermazione dello stile imperiale guglielmino, che sulla scena urbana friburghese risultava aver prodotto un'alterazione degli equilibri preesistenti (Müller, Schilling 1976). Con lo scoppio della seconda guerra mondiale irruppero sulla scena nuove problematiche e le priorità inevitabilmente divennero altre, per cui nessuno dei piani redatti in questo periodo venne realizzato. Tuttavia, come si vedrà più avanti, molti degli spunti e delle riflessioni che hanno plasmato i piani per la città verranno recuperati successivamente durante la fase di ricostruzione della città dopo il 1945.

Figura 40: Lo Stadttheater, progettato dell'architetto berlinese, Heinrich Seeling (1910, © Schadek, Freiburg)