• Non ci sono risultati.

Modalità di “negoziazione creativa” dei conflitti

2. La partecipazione: concetti, fasi e spazi

2.4 Metodi, meccanismi e forme della partecipazione

2.4.4 Modalità di “negoziazione creativa” dei conflitti

ll raggiungimento di decisioni collettive relativamente a una determinata questione può essere concepito come il processo di maturazione di un comune senso di appartenenza e di condivisione da parte di coloro che vi hanno preso parte. Capita, tuttavia, che questo percorso avvenga nell'ambito di una ristretta schiera di soggetti e che dunque la decisione finale rispecchia solo una parte degli interessi che hanno voce in capitolo e capacità di incidere sulla decisione finale. Scenari di questo genere sono in grado di innescare il fermento di dissensi fra i soggetti che ritengono di essere stati esclusi dal processo decisionale e che, nei casi più estremi, può arrivare a sfociare in modalità più o meno accese di contestazione fino al blocco dell'iter decisionale come dimostrazione di protesta rispetto alle forme parziali di coinvolgimento e ascolto adottate. Nel processo che conduce all'adozione di decisioni democratiche, al contrario, risulta prioritario il coinvolgimento di una pluralità di saperi, se non altro per il fatto che l'inclusione di molteplici punti di vista è in grado di contribuire alla formulazione di soluzioni più efficaci e di prevenire il dissenso, poiché condivise.

Ad ogni modo, l'esistenza di conflitti o, più in generale, di posizioni divergenti rispetto a specifiche questioni non deve essere considerato in forma assoluta un ostacolo al raggiungimento di decisioni democratiche efficaci e condivise.

La coesistenza di punti di vista divergenti può rappresentare al contrario un arricchimento della discussione a patto che i sostenitori non si arrocchino sulle rispettive posizioni e contribuiscano in questo modo ad alimentare le frizioni. Come dimostra, infatti, l'approccio del “confronto creativo” (Susskind et al., 1999; Sclavi, Susskind 2011) pur in presenza di situazioni caratterizzate da un clima di forte divergenza di opinioni è comunque possibile pervenire a soluzioni soddisfacenti e ciò non grazie alla definizione di un compromesso fra le parti coinvolte, ma per merito dell'individuazione di soluzioni innovative scaturite da un diverso modo di rapportarsi al problema. Attraverso il ricorso all'ascolto attivo si procede gradualmente all'individuazione delle preoccupazioni e delle visioni del mondo, da cui scaturiscono i vari punti di vista con l'obiettivo principale di pervenire a una comprensione approfondita delle reciproche posizioni espresse dai partecipanti e alla formulazione di una soluzione più efficace, poiché basata in positivo sul confronto fra gli interessi in gioco e non in negativo sullo scontro fra le posizioni (Fisher, Ury 1995). La predisposizione all'ascolto e soprattutto alla comprensione delle ragioni di tutti risulta in grado, quindi, di allentare le tensioni iniziali trasformandole in contributi attivi verso la definizione di soluzioni capaci di soddisfare interessi allargati.

Questa rapida e necessariamente parziale ricognizione è servita a presentare le principali modalità attraverso cui è possibile consultare i cittadini e le tecniche di accompagnamento che facilitano i percorsi di pianificazione e progettazione partecipata su scala urbana e territoriale. A questo punto si ritiene opportuno avanzare alcune considerazioni. La prima riguarda il fatto che queste tecniche di coinvolgimento dei cittadini mirano ad accompagnare un tipo di partecipazione circoscritta a un tema specifico e che viene sollecitata tramite impulsi esterni riconducibili a logiche tipicamente top-down. La seconda considerazione attiene al fatto che la scelta di incanalare i processi di

In Littenweiler there is the railway station and in front of this railway station there is a huge place, normally there are a lot of cars on it, it's like a wild parking lot. So the people said “hey, come on, we have to design something that should be better for our neighbourhood to have something nice there. And then vey easy you have “oh, what can we do there? They want build up, I don't know, high buildings or they want to build up new retailers, huge supermarket?” People, I mean, they are really so afraid and they have all these negative dreams of “it will be horrible”, “there will be a supermarket and there will be high buildings and there's no space for us and we don't have our sights” and so on. The administration knows this, because the people are writing letters or going to the citizen organization, so in that case they also said “ok, there are some problems and we have to discuss our plans with the people up there” and so they did it, when they tried to change something in the neighborhood. […] In Freiburg they made really bad mistake in the past [… ] they had really bad experiences with one or two

projects and the people were really annoyed and they were really protesting and so it's better to ask.

coinvolgimento della società civile all'interno delle procedure previste da queste pratiche impone l'osservanza di regole rigide relative alla scansione delle varie fasi di lavoro e, soprattutto, alle tempistiche previste per il raggiungimento del risultato. In relazione a questi due elementi emergono una serie di criticità riconducibili alla natura del concetto di partecipazione che queste pratiche sottendono e, più in generale, qual è l'idea stessa di partecipazione che pare prevalere per il perseguimento di uno sviluppo sostenibile anche di tipo sociale, se si tiene conto della diffusione con cui si fa ricorso a queste tecniche per incentivare il coinvolgimento civico. Richiamando le riflessioni che Paul Ginsborg sviluppa attorno alle proposte attualmente esistenti di democrazia deliberativa viene evidenziato il fatto che la natura occasionale delle prassi con le quali viene invocato il coinvolgimento dei cittadini impoverisce di fatto il concetto stesso di partecipazione, giacché viene depauperato dell'elemento della continuità. Qualora infatti vi fossero cittadini interessati a proseguire con il proprio impegno civico anche al di là del singolo evento di consultazione, questi non potrebbero far riferimento a strutture o strumenti durevoli. Inoltre, la durata limitata dei processi partecipativi non sempre è in grado di far maturare quel capitale sociale necessario ad irrobustire la società civile e le sue organizzazioni. Sotto questo profilo, la visione di Ginsborg è chiara: “[...] se la partecipazione non assume forme solide, realizzabili e costanti tutto il gran parlare di empowerment resterà poco più che una presa in giro (2006, 72).

L'istituzione di processi di coinvolgimento dei cittadini in contesti di progettazione o deliberazione pubblica richiede peraltro sforzi talvolta notevoli da parte dell'ente promotore sotto il profilo delle risorse finanziare da destinare. Si tratta di una questione solo apparentemente secondaria rispetto alla volontà di ascoltare i cittadini che porta all'avvio del confronto partecipativo. C'è da dire, infatti, che non sempre l'organizzazione e gestione di un percorso di partecipazione può essere affrontato facendo ricorso alle risorse umane interne a disposizione di un'amministrazione comunale; spesso è necessario coinvolgere personale esterno specializzato a garanzia della qualità stessa dell'iniziativa. Analogamente può riscontrarsi il caso in cui sia previsto il riconoscimento di un onorario a copertura delle spese sostenute dai partecipanti, sebbene questa scelta non di rado nasconde l'auspicio di incentivare maggiormente la disponibilità delle persone a dedicare parte del loro tempo all'iniziativa. In un certo senso, dunque, non sembra azzardato poter affermare che la possibilità di ascoltare la voce dei cittadini risulti essere vincolata alla disponibilità di risorse finanziarie utilizzabili per la messa in marcia della “macchina della partecipazione”.

A fronte di queste considerazioni va tenuto presente il fatto che la partecipazione non si esaurisce affatto come processo di coinvolgimento e consultazione “dall'alto” sulla base dei vari approcci e metodologie esistenti,

finalizzate al confronto attorno a questioni isolate e potenzialmente costose sotto il profilo economico. La partecipazione deve essere altresì intesa anche come forma di attivazione spontanea dei cittadini nell'ambito di una moltitudine di temi e problematiche, talvolta con una lunga storia alle spalle, caratterizzate da un tipo di impegno più stabile e prolungato nel tempo. Il caso delle “associazioni di cittadini” (Bürgervereine) di Freiburg consentirà di spiegare meglio l'altra “faccia della medaglia” della partecipazione e del contributo che queste forme di attivismo civico sono in grado di apportare al più ampio progetto della sostenibilità urbana a partire dalla micro-scala del quartiere.