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Raccontare la storia di Telecom Italia è come ricordare il costume italiano di questi decenni, ma anche sottolineare la trasformazione graduale dell’identità visiva di una società che, da impresa telefonica in monopolio è diventata negli anni il sesto gestore di telecomunicazioni nel mondo e che ha accompagnato, con il continuo rinnovarsi della sua tecnologia, il percorso di modernizzazione e di sviluppo nel Paese.

Telecom Italia S.p.a. si costituisce nell’ Agosto 1994, con l’incorporazione di cinque società: Sip, Iritel, Telespazio, Italcable e

Sirm. Lo scenario di quegli anni è in continuo cambiamento e Telecom Italia non è più unicamente un gestore telefonico, ma si avvia a diventare uno dei maggiori competitor, mondiali dell’intero sistema di telecomunicazioni. È un’azienda tecnologicamente avanzata, orientata al futuro, di respiro internazionale, competitiva. E soprattutto finalmente “ unica”. Nel 1995, con una scissione parziale, nasce Telecom Italia Mobile, controllata al 67% da STET, con relativo lancio sul mercato della TIM card, prima carta telefonica prepagata e ricaricabile, e del servizio SMS ( Short Message Service) per l’invio di nel messaggi a testo breve.

Nel 1997 col progetto Supersip, la finanziaria Stet e Telecom Italia vennero a loro volta fuse, e con Guido Rossi alla presidenza la società venne privatizzata con la vendita del 35,26% del capitale e la quasi totale uscita del ministero del Tesoro dall’azionariato, con il mantenimento del solo 3,5 % del capitale, prima, e la sola golden share, dopo. Sotto tale presidenza la Società approda in Borsa a 10.902 lire per azione.

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La fine degli anni ’90 segna lo scoppio della bolla internet, che raggiunge il suo apice nei primi mesi del 2000. La concorrenza tra gli operatori di telecomunicazioni, già molto intensa su telefonia fissa e mobile, si estende anche alla trasmissione dati, la vera porta di accesso al mondo internet e alle applicazioni in rapida evoluzione.

Sono gli anni dell’adozione della tecnologia ADSL per la navigazione veloce in Internet, del lancio di offerte GPRS con l’apertura di 150 centrali telefoniche con i contratti unbundling. Nel 1999, Olivetti, attraverso la Tecnost di Roberto Colaninno, assieme ad Emilio Gnutti e altri 180 imprenditori del nord, i cosiddetti “capitani coraggiosi”, lanciò un’Opa finanziata a debito ed arrivò a controllare la società con una quota del 51% del capitale. La scalata costa ben 61 miliardi di lire, che prontamente vengono addossati alla società sottoforma di debiti. D’ora in poi Telecom Italia inizierà a fare i conti con un debito faraonico e gli innumerevoli piani industriali che si succederanno a Piazza Affari saranno all’insegna della prudenza, del taglio dei costi e delle cessioni, proprio mentre i big stranieri investono a larghe mani per rafforzarsi ed espandersi.

Nel 2001, Marco Tronchetti Provera e i Benetton rilevarono la quota di Olivetti detenuta da Bell. Telecom divenne così controllata Olimpia, partecipata da Pirelli, Unicredit, Benetton e Banca Intesa. Tuttavia l’attenzione rimane sulla necessaria riduzione del debito, ma nonostante un ingente piano di dismissioni, le operazioni di accorciamento della catena di controllo, fanno esplodere il debito che sale a 44 miliardi di euro. Marco Tronchetti Provera non riesce a trovare un indispensabile appoggio governativo ad un piano di riorganizzazione del gruppo che, sulla carta, prometteva una riduzione della leva e garantiva alleanze internazionali.

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Nel frattempo si inaugura la larga banda wireless in tecnologia WI-FI e TIM introduce gli MMS, messaggi multimediali per inviare e ricevere immagini, testi, musica. Nel 2003 prende il via la Mobile TV. Il servizio, lanciato da TIM prima nel mondo, utilizza la rete GPRS. Parte il Wi-fi nei luoghi pubblici ed il servizio W-LAN su rete mobile e nel 2004 nasce il videotelefono per la telefonia fissa ed il sistema UMTS che permette l’utilizzo in contemporanea, durante una conversazione, di voce, foto, video e testi.

Con gli anni vengono implementati nuovi servizi come la TV via Internet “ Alice Home tv”, il servizio TIM IM, la rubrica intelligente, ma soprattutto con l’avvio dell’Ultrabroadband mobile dal 2007, è possibile navigare in Internet su rete cellulare a oltre 7 Mega, mentre a Milano parte il progetto di sviluppo della rete di nuova generazione e banda larga ( NGN2).

Intanto al vertice, di fronte all’impossibilità di procedere oltre, Pirelli si sfila dal timone del gruppo. È il Marzo del 2007 quando viene dato l’annuncio e inizia la bagarre. Sono molti gli stranieri interessati a Telecom Italia, un gruppo ancora ben saldo nel Paese e con numero di partecipazioni remunerative sparse in tutto il mondo.

Si fanno avanti AT&T e America Moviles, ma il Governo si oppone, in quanto Telecom Italia costituisce un asset strategico dello Stato e non può passare in mani straniere (sulla rete di telecomunicazioni passano infatti informazioni rilevanti economiche e militari).

Viene allora trovata una soluzione di compromesso e il controllo passa a Telefonica e a un pool di azionisti ( Generali, Mediobanaca, Intesa San Paolo e solo in un primo tempo Benetton). Sotto la nuova guida di Franco Bernabè, tornato al vertice, il focus rimane la riduzione del debito colossale e di

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nuovo si procede alle svendite, tra gli altri, di Alice France, Hansenet, Sparckle.

Gli azionisti italiani, stufi del costoso gioco patriottico hanno rinunciato e ceduto il controllo a Telefonica.

I soci di Telco (il cui capitale con diritto di voto alla data del 31 dicembre 2014 risulta così ripartito:gruppo Generali - 30,58%; Mediobanca S.p.A. - 11,62%; In- tesa Sanpaolo S.p.A. - 11,62%; Telefónica S.A.

- 46,18%) hanno fra loro stipulato un patto parasociale, rilevante per Telecom Italia ai sensi dell’art. 122 del D. Lgs. 58/1998. La descrizione dei contenuti es- senziali del patto è contenuta nella relazione

annuale sul governo societario e gli assetti proprietari.

In data 16 giugno 2014, Generali, Intesa Sanpaolo e Mediobanca hanno peraltro esercitato la facoltà di richiedere la scissione di Telco ai sensi del patto paraso- ciale e conseguentemente il 26 giugno il Consiglio di Amministrazione di Telco ha approvato il progetto di scissione parziale non proporzionale

della società, per effetto della quale si determinerà l’assegnazione, in favore di quattro società beneficiarie di nuova costituzione (ognuna interamente controllata da ciascuno degli azionisti Telefónica, Mediobanca, Generali e Intesa Sanpaolo) della rispettiva quota della partecipazione detenuta da Telco in Telecom Italia –

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aggiornata per effetto della diluizione della partecipazione di Telco al capitale ordinario di Telecom Italia S.p.A., conseguente all’intervenuta emissione di nuo- ve azioni ordinarie in occasione dell’esecuzione, con efficacia 31 luglio 2014, del Piano di Azionariato Diffuso 2014 - e quindi segnatamente: il 14,72% alla newco controllata da Telefónica, il 4,30% a quella del gruppo Generali e l’1,64% a cia- scuna delle newco controllate rispettivamente da Intesa Sanpaolo e da Medio- banca. La deliberazione di scissione è stata assunta dall’assemblea straordinaria di Telco il 9 luglio 2014. Alla data di efficacia della scissione cesserà ogni effetto del patto parasociale in essere tra i soci di Telco. Il progetto di scissione subordi- na il perfezionamento dell’operazione, fra l’altro, all’ottenimento delle autorizza- zioni da parte del ConselhoAdministrativo de DefesaEconômica(CADE, autorità antitrust brasiliana), AgênciaNacional de Telecomunicações(Anatel, autorità re- golamentare brasiliana), ComisionNacional de Defensa de la Competen-

cia(CNDC, autorità antitrust argentina) e dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assi- curazioni (IVASS già ISVAP).

Allo stato si sono pronunciate IVASS e Anatel. Non si dispone di informazioni sullo stato dei procedimenti autorizzativi avanti a CADE e CNDC. Per quel che direttamente concerne la Società, Anatel ha concesso la sua approvazione subor- dinatamente, fra l’altro, alla sospensione di tutti i diritti politici di Telefónica in Telecom Italia e nelle sue controllate, imponendo che detta limitazione sia inseri- ta nello Statuto Sociale di Telecom Italia. L’ottemperanza a detta prescrizione dovrà essere comprovata mediante deposito presso l’Autorità di copia autentica dello Statuto modificato. Nel frattempo si sperimenta la rete di nuova generazio- ne in fibra ottica in diverse città italiane, viene lanciata la nuova piattaforma di cloudcomupting e nasce Telecom Italia Green: una linea di Prodotti ecocompati- bili pensati per ridurre l’impatto ambientale ed i consumi di energia. Si sperimen- ta la nuova tecnologia LTE ( Long TermEvolution), che raggiungono nel 2013 ol- tre il 46% della popolazione che giungerà a circa il 60% entro il 2016. Oggi il Gruppo Telecom Italia è presente in Europa , Nord America, Africa e Asia me- diante le società locali operative di Telecom Italia Sparkle, con mercati strategici in Italia e Brasile.

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