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2. Le forze armate nella Repubblica Popolare (1949-1976)

2.7 La caduta di Lin Biao e la ricostruzione del sistema politico (1968-1975)

una relativa stabilità, ed entro il mese di luglio i Comitati Rivoluzionari vengono istituiti in tutte le province del paese. I Comitati sono generalmente molto estesi, includendo tra cento e duecentocinquanta membri in rappresentanza dei vari movimenti di massa emersi negli anni precedenti. Ciononostante, i vertici dei Comitati sono sostanzialmente controllati dall'esercito: nel 1968, su un totale di 23 presidenti di comitato 15 sono comandanti militari e altri 5 sono commissari politici dell'EPL, mentre altri 14 comandanti e 5 commissari occupano la carica di primo vicepresidente; le restanti posizioni ai vertici dei Comitati sono occupate da quadri di partito, mai da rappresentanti delle organizzazioni di massa43.

In ottobre si tiene il XII Plenum del PCC, che vede la partecipazione di

41 SCOBELL, China's Use of Military Force, cit., pag. 108.

42 HARDING, “The Chinese State in Crisis”, cit., pp. 188-189.

osservatori esterni al Comitato Centrale provenienti dal Gruppo per la Rivoluzione Culturale, dai Comitati Rivoluzionari e soprattutto dalle forze armate. Il plenum determina innanzitutto la definitiva purga di Liu Shaoqi, rimosso da tutti gli incarichi ed espulso dal partito; in secondo luogo, nonostante il rinnovato attacco da parte di Lin Biao e dal Gruppo centrale verso i rappresentanti della “corrente avversa di febbraio”, i marescialli Chen Yi, Ye Jianying, Xu Xiangqian e Nie Rongzhen mantengono la propria posizione nel Comitato Centrale44. Il IX Congresso del PCC che si tiene nell'aprile del 1969 rappresenta l'apice della militarizzazione del sistema politico cinese, a spese sia della vecchia burocrazia del partito indebolita dalla Rivoluzione Culturale che delle organizzazioni di massa emerse negli anni precedenti. I delegati al congresso sono scelti dai Comitati Rivoluzionari locali, sostanzialmente controllati dall'esercito: il Comitato Centrale, nel quale vengono rieletti meno di un terzo dei vecchi membri, è ora composto al 45 percento da militari, rispetto al 19 percento dell'VIII Congresso del 1956. Su venticinque membri del nuovo Politburo dieci provengono dall'esercito: Lin Biao (riconfermato come unico vicepresidente del partito e come successore designato di Mao), il capo di stato maggiore Huang Yongsheng (黄永 胜), il comandante dell'aeronautica Wu Faxian (吴法宪), il commissario politico della marina Li Zuopeng (李作鹏), il capo del Dipartimento Logistico Generale dell'EPL ( 总后勤部, zong houqinbu) Qiu Huizuo ( 邱会作) e Ye Qun ( 叶群), moglie di Lin e membro del gruppo per la Rivoluzione Culturale nell'esercito (tutti legati a Lin e rimossi dopo il 1971); vengono inoltre eletti il maresciallo Zhu De, il presidente del Comitato Rivoluzionario del Jiangsu Xu Shiyou (许世友) e il presidente del Comitato Rivoluzionario del Liaoning Chen Xilian ( 陈 锡 联 ), e viene riconfermato il maresciallo Ye Jianying. Xu Xiangqian e Nie Rongzhen, nuovamente criticati da Lin, non vengono rieletti nel Politburo ma rimangono nel Comitato Centrale45. L'EPL occupa anche la burocrazia del partito a livello locale.

44 HARDING, “The Chinese State in Crisis”, cit., pp. 194-196.

45 HARDING, “The Chinese State in Crisis”, cit., pp. 196-199; Roderick MACFARQUHAR, “The

succession to Mao and the end of Maoism”, in MACFARQUHAR, FAIRBANK (a cura di), The

Cambridge History of China, Volume 15, cit., pp. 306-308; Nelsen, H., The Chinese Military System, pag. 84.

I segretari di ventidue su ventinove comitati di partito provinciali istituiti tra il dicembre del 1970 e l'agosto del 1971 provengono dall'esercito; inoltre, i comitati di controllo militari creati nel momento più critico della Rivoluzione Culturale continuano ad occuparsi dell'amministrazione delle province, e in molti casi continueranno ad essere il vero fulcro del potere politico anche dopo la ricostruzione della burocrazia civile46.

La massiccia presenza dei militari nelle istituzioni rappresenta dunque un ostacolo alla graduale ricostruzione della struttura provinciale del partito avviata nel 1969. La messa in discussione del ruolo politico dell'EPL si intreccia con la crisi del potere personale di Lin Biao, sempre più avversato da Mao e Zhou. Lin può contare sul sostegno di due importanti istituzioni all'interno dell'esercito: la Quarta Armata, alla quale è associato sin da prima del 1949, e l'aviazione, guidata da Wu Faxian e dal figlio Lin Liguo ( 林立果)47. A partire dal 1969 Mao e Zhou Enlai rimuovono dal Comitato Centrale e dal Politburo gli elementi più radicali della Rivoluzione Culturale legati a Lin; contemporaneamente vengono eletti altri due veterani della guerra civile e due leader militari locali con i quali Lin non ha legami diretti, minando fortemente la base di potere del ministro della difesa nell'organizzazione centrale del partito. La primavera del 1971 segna la fine politica di Chen Boda, ormai privo di qualsiasi sostegno all'interno del partito; in aprile Mao rimuove anche i principali sostenitori di Lin dalla Commissione militare centrale e dal comando della regione militare di Pechino48.

Secondo la versione ufficiale propagandata dal PCC negli anni seguenti, Lin avrebbe iniziato a progettare un colpo di stato militare già nel febbraio del 1971, insieme al figlio e ad altri ufficiali della regione militare di Nanchino e dell'aviazione, scegliendo come nome in codice “571”, la cui pronuncia equivale ad “insurrezione armata” ( 武 起 义 , wuqiyi). Tra agosto e settembre Mao visita Wuhan, Changsha e Nanchang, in cerca del sostegno degli ufficiali locali del partito e dell'EPL49. Non è chiaro se in questo momento Lin, sempre più isolato,

46 MACFARQUHAR, “The succession to Mao and the end of Maoism”, cit., pag. 313.; NELSEN, The

Chinese Military System, cit., pag. 86.

47 LIEBERTHAL, Governing China, cit., pag. 117.

48 NELSEN, The Chinese Military System, cit., pag. 87-89.

abbia tentato o meno di mettere in atto il piano, ventilando anche l'ipotesi di assassinare Mao; non è chiaro nemmeno se Mao sia venuto a conoscenza del piano, apparentemente sventato grazie alle rivelazioni della stessa figlia di Lin, e sia scampato consapevolmente al possibile attentato. Nel pomeriggio del 12 settembre Lin, la moglie Ye Qun, il figlio ed alcuni collaboratori decollano dall'aeroporto di Beidaihe su un volo presumibilmente diretto verso l'Unione Sovietica; nel corso della notte l'aereo precipita in territorio mongolo, uccidendo tutte le nove persone a bordo50.

Nei mesi seguenti Mao e Zhou rimuovono dal Politburo Huang Yongsheng, Wu Faxian, Li Zuopeng e Qiu Huizuo, i principali leader militari affiliati a Lin Biao, oltre a numerosi leader provinciali; nel 1973 Wu verrà anche espulso dal partito51. L'EPL continua comunque ad avere un forte peso nella struttura del PCC. Molti degli ufficiali avversi a Lin, in particolare gli appartenenti alla corrente avversa di febbraio, vengono riabilitati e spesso tornano a ricoprire le posizioni occupate in passato. Nie Rongzhen, Xu Xiangqian e Ye Jianying continuano ad essere membri della Commissione Militare Centrale; Ye in particolare assumerà sempre maggiore peso politico, diventando vicepresidente del Comitato Centrale del PCC nel 1973 e ministro della difesa nel 197552. Inoltre, la presenza nel Politburo di Xu Shiyu, Chen Xilian e del presidente del Comitato rivoluzionario dello Anhui Li Desheng ( 李 德 生 ) dimostra come l'esercito sia ancora molto influente a livello provinciale.

Il partito impiegherà anni a ristabilire il proprio controllo sull'esercito. Nell'agosto del 1973 si tiene il X Congresso del PCC, che rappresenta la prima significativa inversione del trend degli anni precedenti. La presenza militare nel Comitato Centrale e nel Politburo scende da circa la metà dei membri del IX Congresso del 1969 a meno di un terzo53; la nuova leadership centrale risulta composta principalmente dai radicali e da elementi emersi negli anni della Rivoluzione Culturale, tra i quali il giovane leader operaio Wang Hongwen (王洪

50 MACFARQUHAR, “The succession to Mao and the end of Maoism”, cit., pag. 326-333.

51 NELSEN, The Chinese Military System, cit., pag. 84.

52 MACFARQUHAR, “The succession to Mao and the end of Maoism”, cit., pag. 334-335.

文), Hua Guofeng ( 华 国 锋 ) e Chen Yonggui ( 陈 永 贵 ), segretario del partito presso la virtuosa brigata di Dazhai. Nel corso di una conferenza del Politburo tenutasi in dicembre Mao chiede inoltre il trasferimento di otto comandanti militari regionali, in modo da privarli delle posizioni occupate nell'amministrazione e nella struttura di partito locali. Nei mesi successivi Deng Xiaoping viene riabilitato ed entra a far parte della Commissione Militare Centrale54. In gennaio il IV Congresso Nazionale del Popolo promulga la nuova costituzione che conferma l'attribuzione della carica di capo di stato maggiore delle forze armate e la presidenza della Commissione della Militare Centrale al presidente del partito, rafforzando ulteriormente il controllo istituzionale del PCC sull'esercito55.

54 MACFARQUHAR, “The succession to Mao and the end of Maoism”, cit., pag. 349-350.

3. Le forze armate nell'era delle riforme (1976-1993)

A partire dal 1974, con l'aggravarsi delle condizioni di salute di Mao e di Zhou Enlai il partito si trova sostanzialmente diviso in due fazioni contrapposte: da una parte sono schierati gli elementi più radicali emersi nel corso degli anni precedenti, rappresentati principalmente dalla Banda dei Quattro (四人帮, si ren bang) composta da Jiang Qing, Wang Hongwen, Yao Wenyuan (姚文元) e Zhang Chunqiao; dall'altra si trovano i sopravvissuti alla Rivoluzione Culturale, in particolare Deng Xiaoping, il maresciallo Ye Jianying ed il vicepremier Li Xiannian ( 李 先 念 ), strettamente associato a Zhou Enlai. Le due fazioni mantengono un complicato equilibrio di potere nelle più importanti istituzioni del partito: Deng, riabilitato da Mao nel 1973, gode dell'appoggio di Zhou e di molti generali, che lo vogliono nella Commissione Militare Centrale; di contro Zhang Chunqiao viene nominato direttore del Dipartimento Politico Generale dell'EPL, indebolendo il controllo della fazione opposta sull'esercito; nel gennaio del 1975 Deng ritorna nel Comitato Permanente del Politburo e viene nominato primo vicepresidente del partito.