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2. Le forze armate nella Repubblica Popolare (1949-1976)

3.5 I fatti di piazza Tian'anmen (1989)

Alla fine degli anni ottanta iniziano a manifestarsi le prime conseguenze negative delle riforme. Il rapido ingresso della Repubblica Popolare nell'economia di mercato porta all'inflazione, a maggiori diseguaglianze sociali e all'aumento della corruzione, causando forte malcontento nella popolazione urbana. A partire dal dicembre del 1986 prende luogo una prima ondata di mobilitazioni studentesche in diverse città del paese, mettendo seriamente in allarme i vertici del partito. Nello stesso periodo emerge una profonda spaccatura all'interno della leadership centrale del PCC, divisa tra i riformisti più radicali, rappresentati da Hu Yaobang e Zhao Ziyang, che in risposta alle crescenti tensioni sociali auspicano una maggiore liberalizzazione politica ed un'ulteriore spinta nelle riforme, e quanti invece propendono per riforme meno incisive. La divisione tra radicali e conservatori si affianca ad una divisione generazionale: nella seconda metà del decennio i leader più anziani si sono ormai ritirati dalla maggior parte delle posizioni formali della gerarchia del partito e le principali cariche sono occupate dai leader più giovani; tuttavia le maggiori decisioni politiche vengono ancora prese dagli anziani, in particolare da un gruppo ristretto di influenti veterani del periodo della Lunga Marcia. Oltre a Deng, ritiratosi dal Politburo nel 1987, tra questi figura Chen Yun (陈云), a capo dei conservatori, insieme ai generali Yang Shangkun ( 杨 尚 昆 ) e Wang Zhen ( 王 震 ), rispettivamente presidente e vicepresidente della repubblica, Peng Zhen, Li Xiannian, Bo Yibo (薄一波) e la vedova di Zhou Enlai, Deng Yingchao ( 邓 颖 超 ). Questi leader, noti in cinese come gli “otto anziani” ( 八 老 , ba lao) o “otto immortali” ( 八 仙 , ba xian) detengono ancora una forte influenza sul partito e sulle forze armate in virtù della propria esperienza rivoluzionaria, segno che nonostante le profonde trasformazioni intraprese dopo il lancio delle riforme il sistema di potere ai vertici è ancora fortemente personalistico e privo di una distinzione netta tra la leadership civile e quella militare25. In seguito alle manifestazioni del 1986 la fazione più conservatrice sembra prendere il sopravvento e convince Deng a rimuovere Hu Yaobang, che nel gennaio del 1987 viene costretto a lasciare la segreteria con

l'accusa di aver fomentato la protesta. Nei mesi successivi anche Zhao Ziyang perde la fiducia di molti, che gli attribuiscono la responsabilità del peggioramento della situazione economica, e presto l'unico sostenitore di Zhao nel gruppo degli anziani sembra essere Deng. L'uscita di scena di Hu e l'aggravarsi della posizione di Zhao, i due successori designati di Deng, fa dunque emergere la possibilità che questo non sia più in grado di garantire una pacifica transizione di potere, aggravando ulteriormente la crisi del sistema politico26.

Il fermento popolare raggiunge l'apice nella primavera del 1989. L'improvvisa morte di Hu Yaobang il 15 aprile suscita una nuova ondata di manifestazioni studentesche a Pechino, Changsha e Xi'an; la dura condanna da parte del partito sulle pagine del Quotidiano del Popolo rinvigorisce ulteriormente la mobilitazione, e il 27 aprile più di 150 000 studenti si radunano in piazza Tian'anmen chiedendo maggiori libertà politiche e scagliandosi contro la censura e la corruzione. Nelle settimane successive la protesta si fa sempre più accesa, ricevendo il sostegno della popolazione di Pechino e una forte visibilità mediatica sui media internazionali, anche grazie a due importanti eventi previsti per il mese di maggio, il primo meeting organizzato a Pechino dalla Asian Development Bank e la visita di Mikhail Gorbachev, il primo summit sino-sovietico trent'anni dopo l'interruzione dei rapporti diplomatici tra i due paesi.

L'evolversi della situazione porta all'aggravarsi dello scontro di potere all'interno della leadership. Sebbene solo una parte minoritaria dei manifestanti invochi il rovesciamento violento del partito, già durante la seconda metà di aprile i leader più anziani, memori dell'esperienza della Rivoluzione Culturale, sembrano disposti ad usare l'esercito per sopprimere la protesta, mentre Zhao Ziyang, fautore di un approccio più moderato, lotta disperatamente per la propria sopravvivenza politica27. Dopo la visita di Gorbachev i vertici del partito cercano di trovare un compromesso con i manifestanti, e il 18 maggio il premier Li Peng (李鹏) incontra i leader degli studenti nel tentativo di convincerli a mettere fine alla protesta. La trattativa fallisce e dopo un incontro straordinario del Comitato Centrale e del Consiglio di Stato con le autorità militari e del partito di Pechino il

26 LIEBERTHAL, Governing China, cit., pag. 142.

premier ed il sindaco della capitale Chen Xitong (陈希同) dichiarano l'entrata in vigore della legge marziale per le dieci del mattino del 20 maggio. Come era già successo alcuni mesi prima in Tibet, Li impone la legge marziale in qualità dell'autorità concessa al primo ministro dalla costituzione del 1982; la decisione era in realtà stata già presa alcuni giorni prima in un incontro del Comitato Permanente del Politburo insieme a Deng, Bo Yibo e Yang Shangkun, sebbene nessuno dei tre fosse membro del Comitato28. Dopo aver criticato apertamente Deng, aver dichiarato pubblicamente il proprio sostegno alla protesta ed essere sceso in piazza tra gli studenti, il 19 maggio Zhao Ziyang viene definitivamente rimosso.

Con l'entrata in vigore della legge marziale l'EPL inizia la mobilitazione delle truppe. Secondo le ricerche effettuate dal dissidente Wu Renhua (吴仁华), dopo il 20 maggio vengano schierati nell'area di Pechino un totale di 180 000 uomini dell'EPL e della PAP29. Oltre alle guarnigioni di Pechino e Tianjin vengono trasferite nella capitale almeno trenta divisioni provenienti dalle regioni militari di Pechino, Jinan, Shenyang, Nanchino e Canton30. La decisione di sopprimere la protesta con l'uso della forza incontra l'opposizione di diversi leader dell'esercito. I manifestanti avevano già incontrato le simpatie di molti ufficiali, critici riguardo agli abusi di potere, al lusso ed alla corruzione nelle forze armate. Il 16 maggio circa un migliaio di soldati in uniforme marcia lungo il Chang'an in aperto sostegno alla protesta; una settimana dopo la stessa scena si ripete in piazza Tian'anmen, dove un gruppo di cadetti della marina militare intonano slogan contro il premier Li Peng31. Dopo l'imposizione della legge marziale diversi veterani dell'EPL, tra i quali i marescialli Xu Xiangqian e Nie Rongzhen, dichiarano apertamente il proprio dissenso riguardo l'intervento dell'esercito,

28 SCOBELL, China's Use of Military Force, cit., pag. 148.

29 WU Renhua 吴仁华, “Liusi Beijing jieyan budui de shuliang he fanhao” 六四北京戒严部队

的数量和番号 (Dimensioni e designazione numerica delle truppe schierate con la legge marziale durante i fatti di Tian'anmen), Duli Zhongwen Bihui,

(http://blog.boxun.com/hero/201004/wurenhua/10_1.shtml), 12 dicembre 2013.

30 WU, “Jinjing de jieyan budui he jinjing luxian” 进京的戒严部队和进京路线 (Spostamenti

delle truppe durante la legge marziale), Duli Zhongwen Bihui,

(http://blog.boxun.com/hero/201006/wurenhua/1_1.shtml), 12 dicembre 2013. 31 SCOBELL, China's Use of Military Force, cit., pag. 150.

invitando comunque gli studenti a sgomberare la piazza. Il 21 maggio il ministro della difesa Qin Jiwei (秦基伟) e il capo di stato maggiore Chi Haotian (迟浩田) insieme ad altri importanti leader tra i quali il generale Chen Zaidao (protagonista dell'incidente di Wuhan del 1967 e riabilitato nel 1978), l'ex comandante della marina Ye Fei ( 叶 飞 ), l'ex ministro della difesa Zhang Aiping ( 张 爱 萍 ), l'ex direttore dell'accademia per gli studi militari Xiao Ke (萧克) e l'ex capo di stato maggiore Yang Dezhi ( 杨 得 志 ) firmano una lettera indirizzata alla CMC nella quale affermano che “l'esercito appartiene al popolo, non può scontrarsi con esso e ancora meno sopprimerlo, aprire il fuoco o provocare spargimenti di sangue”32.

Tutti i tentativi di sgomberare pacificamente la piazza portati avanti dall'esercito dopo il 20 maggio falliscono, convincendo ulteriormente gli anziani della necessità di far intervenire l'esercito e di riportare la situazione alla normalità il più rapidamente possibile. Nel pomeriggio del 3 giugno Yang Shangkun convoca una riunione allargata del Comitato Permanente del Politburo alla quale prendono parte le autorità di Pechino, il capo di stato maggiore Chi e il comando della legge marziale; all'EPL viene ordinato di sgomberare la piazza entro la mattina del giorno successivo, se necessario con l'uso della forza; la decisione di sopprimere la protesta era stata già presa da Deng, che accetterà la piena responsabilità per quanto accaduto33.